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Autore: alister_    05/04/2011    3 recensioni
Anche gli uomini senz'anima sognano.
[Storia partecipante alla Tekken Challenge indetta da Valy_Chan sul forum di EFP]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kazuya Mishima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Set Viola]

Flower garden

 

 

 

Campi Elisi

 

 

Gli capita spesso di sognarla. Quando a notte fonda si getta sul suo letto senza neppure togliersi gli abiti strappati o medicare le ferite, chiude gli occhi e si lascia sopraffare da quella lieve inclinazione all'oblio che lo insegue per tutta la giornata.

Crolla in un sonno oscuro, buio, dove immagini di sangue e morte si sovrappongono l'una sopra l'altra, e in mezzo all'inferno fa capolino la figura demoniaca che ormai fa parte di lui. E gli sorride, crudele, con lo stesso sorriso che esibisce lui durante il giorno. Ma quando si addormenta, quel sorriso muore, e per poche ore torna a scindersi in due: Kazuya e Devil. Ritorna ad essere un uomo, anche se solo per il breve arco di un sogno.

Questo accade grazie a lei. La sua immagine spazza via le tenebre e soppianta gentilmente il ghigno del demonio.

Si ritrova a fissarla da lontano. Il luogo è sempre lo stesso: un giardino fiorito, di cui non riesce a scorgere i confini. Il cielo è terso, quasi abbagliante nella sua luminosità, e il prato verde si accende di una tonalità smeraldina sotto la forza dei raggi intensi.

Lei indossa quell'abito bianco che ricorda così facile da far scivolare via, e i suoi piedi nudi sfiorano l'erba con grazia. Non sembra accorgersi di lui, e continua a muoversi con passi lenti e aggraziati, quasi stesse ballando, mentre una lieve brezza fa svolazzare i suoi capelli corti e fini e frusciare le foglie degli alberi.

Sì, ci sono anche degli alberi. Diversi ciliegi, che Kazuya nota solo in quel momento, come se fossero appena apparsi, splendidi nella loro maestosità anche se spogli. Non è ancora arrivata la primavera.

Lei si avvicina lenta e aggraziata all'albero più alto, e ne sfiora con le dita la corteccia scura. Non riesce a vederla in viso, ed immagina il suo volto raddolcito in un sorriso.

Kazuya rialza lo sguardo, e i rami dell'albero si sono impreziositi di piccoli fiori rosati. I ciliegi sono fioriti, e gettano un'ombra tenue sul prato rigoglioso.

E poi accade. Spira un altro lieve soffio di vento, che fa turbinare a terra qualche neonato petalo, mentre lei si gira. E lo vede.

Il suo cuore si ferma, mentre ritrova il suo volto. E' confuso, come se i suoi occhi fossero troppo miopi per metterlo a fuoco, ma i lineamenti sono quelli che ricorda, delicati e risoluti al tempo stesso. Vorrebbe avvicinarsi, se non per toccarla, almeno per vederla più distintamente; i suoi piedi, però, non riescono a staccarsi dal suolo. Li guarda, e nota le scarpe sporche, dalla suola spessa, del tutto inadatte a preservare la bellezza di quel prato. Pensa di togliersele, e camminare scalzo come lei; quando alza di nuovo gli occhi, è sparita.

Per un momento lo assale un improvviso senso di vuoto, come se il suo petto di fosse tutto d'un tratto svuotato di quel sentimento che l'aveva appena riempito. Ma si rilassa immediatamente, perché sente che è dietro di lui, tanto vicina che se allungasse un braccio potrebbe toccargli la spalla.

Di nuovo vorrebbe muoversi, voltarsi, per poter finalmente incontrare i suoi occhi. Il suo corpo resta immobile, e lo invade la consapevolezza che è il tempo sta per scadere. Tutto questo è già successo, e succederà ancora, senza che lui abbia mai la possibilità di guardarla negli occhi, di parlarle, di toccarla.

Avverte la sua presenza alle sue spalle, silenziosa ed effimera come quella di uno spettro. L'impulso di urlare dalla rabbia e dalla frustrazione è forte, ma neppure le sue labbra sembrano voler muoversi, né quel luogo di pace può accettare un disturbo della sua quiete.

Così tace, ed ingoia il desiderio di esplodere con un sospiro amaro. Una folata di vento lo investe, portando con sé una bufera di petali, e lo costringe a chiudere gli occhi.

Li apre nel buio opprimente della sua stanza. E' sudato, e i vestiti che non ha tolto gli si appiccicano al corpo come una seconda pelle non gradita.

Non vuole svegliarsi. Nelle sue vene ribolle ancora una languida nostalgia che gli fa desiderare soltanto di tornare a chiudere gli occhi. Ma il sogno è finito: lei non c'è più. E neppure l'uomo che era in lui è rimasto.

Con questa consapevolezza, i residui emozionali che ancora scorrevano in lui spariscono, e la solita razionale freddezza prende controllo del suo corpo.

Si alza da letto, ormai completamente sveglio, e, scalzo, si dirige in bagno per fare una doccia che cancelli le tracce di una notte passata tra i ricordi.

Quando si guarda allo specchio, le due immagini sono sovrapposte: è tornato ad essere il diavolo che è in lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota conclusiva:

Eccomi di ritorno in questo fandom! Tutto merito di Valy_Chan, e della challenge che ha indetto sul forum di EFP:

accorrete numerosi, 'chè bisogna rimpinguare il fandom! Colgo l'occasione per linkare il mio LJ e la mia neonata pagina Facebook, per aggiornamenti e varie!

See ya!



   
 
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