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Autore: cupidina 4ever    08/04/2011    3 recensioni
- Chi è lei? –
- Jared Joseph Leto. –
- Chi? Non è divertente! -
Jared stava per sbattere la testa contro lo spigolo della scrivania: ma come diamine aveva fatto a cacciarsi in quel guaio? Forse doveva dare retta a Shan quando gli aveva detto di non uscire conciato in quel modo.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Shannon Leto
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Note: Piccola Short comica senza alcuna pretesa nata dopo un siparietto mio e di mio fratello. Naturalmente non conosco i Thirty e non conoscono i loro caratteri. Non scrivo a scopo di lucro.  

B.

******

 

Stracciatella

 

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Los Angeles.

Ore 15.75.

Un uomo incappucciato, con spessi occhiali da sole, avvolto in un anonimo cappotto e coperto da una grossa sciarpa, si aggirava tranquillamente – controllando,però, sempre alla sue spalle se qualcuno lo seguisse – nei reparti del supermercato in cui si trovava, cercando con bramosia uno dei suoi soliti intrugli da mettere sul viso o sul corpo.

Un modo per tenersi giovane, diceva lui.

Scorse con l’indice destro tutto il bancone dei surgelati, fermandosi di botto davanti al suo bottino di caccia.

- Trovato! – esclamò gaio, fermandosi all’ultimo secondo dal togliersi gli occhiali da sole. Sarebbe stata un’immensa cazzata farlo. Meglio non correre alcun rischio o ne sarebbe valsa la sua vita.

Soddisfatto e contento della scoperta, fece per tirare con un colpo secco l’anta del frigorifero ma questa non si mosse di un solo millimetro. Era bloccata. Chiusa a chiave.

Cavolo, pensò irritato mentre escogitava un modo per ottenere il suo bottino. Non sarebbe ritornato a casa senza quella vaschetta. Mai.

Si guardò attorno alla ricerca di qualcuno che lo potesse aiutare ma quel reparto sembrava deserto. Dopo qualche minuto arrivò una ragazza, probabilmente una dipendente dati i vestiti che indossava.

- Mi scusi signorina, potrebbe aiutarmi? – domandò con voce cortese, cercando di non spaventare la giovane dato il suo abbigliamento sospetto.

La ragazza si voltò ,trovandosi a pochi metri da un uomo completamente incappucciato di cui non si vedeva che il naso,  non aspettò neppure tre secondi a chiamare la sicurezza.

Cazzo!, imprecò l’uomo mentre vedeva arrivare un omone di quasi due metri largo quanto un armadio. Gli avrebbe rotto una costola, come minimo, solo a toccarlo data la differenza di costituzione.

- Cosa vuole,signore? – domandò con voce profonda l’uomo, fissandolo negli occhi e tenendolo per un braccio.

- Oh c’è stato un malinteso. Non sono un malvivente… - cercò di dire ma venne interrotto bruscamente dalla ragazza.

- Ah no? E perché va in giro vestito così? – ringhiò spaventata ed agitata mentre si recavano nello studio del capo.

- Oh. È per proteggermi. – disse con naturalezza l’uomo, inconsapevole di ciò che stava veramente accadendo.

- Proteggersi? E da cosa? – domandò con voce stridula la ragazza

- Ma dalle fan, ovviamente. – esalò tranquillo.

 La ragazza e l’omone si scambiarono uno sguardo allucinato e, senza perdere altro tempo, lo mandarono dal capo, aspettando a chiamare la polizia. Altro che malvivente! Quello era tutto pazzo!

In pochi minuti venne portato nello studio del proprietario.

- Chi è lei? –

- Jared Joseph Leto. –

- Chi? Non è divertente! -

Jared stava per sbattere la testa contro lo spigolo della scrivania: ma come diamine aveva fatto a cacciarsi in quel guaio? Forse doveva dare retta a Shan quando gli aveva detto di non uscire conciato in quel modo.

- Le ho detto la verità. Sono Jared Leto, attore e cantante-leader dei Thirty Seconds To Mars. – sbottò irritato. Mai gli era capitato di trovare gente tanto ignorante. Come si faceva a non sapere chi fosse Jared Leto, una star del suo calibro? Robe dell’altro mondo!

- Lei è completamente pazzo! –

- No! Parli con mio fratello.. –

- Uhm.. una famiglia di matti da legare.. –

Jared scoccò un’occhiataccia all’uomo, digitando velocemente il numero di suo fratello sul suo BlackBerry. Rispose dopo qualche minuto.

- Pronto? –

- Sono io. –

- Eh? Che hai combinato? –

- Nulla. Ma devi parlare con questo tizio. – e fissò un secondo l’uomo davanti a se, aspettando il momento in cui avrebbe potuto gongolare come un sadico davanti alla sua espressione mortificata.

- Cosa? Chi? Perché? Dove sei? .. –

- Pronto? Posso sapere lei chi è? –

- Shannon Christopher Leto, fratello di quel cretino che si è cacciato nei guai. Cosa ha fatto? –

- Dice di essere un attore, cantante di un gruppo.. Thirty e qualcosa.. è vero? –

- Si, vero. Ma cosa ha fatto? –

- Si aggirava in modo sospetto per il supermercato. Lo venga a riprendere prima che lo denunci alla polizia. –

- Oh no. Arrivo subito. – e chiuse la conversazione.

Dieci minuti dopo, a cavallo della sua moto fiammante, Shannon varcò la soglia del supermercato, recuperando quel fratello degenere che si ritrovava. Lo trovò intento a scribacchiare su un pezzo di carta qualche parola sconnessa, attento a non farsi vedere in giro da qualche passante.

Comprò ciò di cui aveva bisogno il fratello di così importante e lo trascinò a forza via, interrompendolo nel suo momento creativo.

- Sei uno stupido. Te l’aveva detto io di non uscire conciato in quel modo ma no.. sempre di testa tua devi fare. – sbottò iracondo il batterista, sistemandosi sul seggiolino della moto.

- Taci, Shan. Taci. – sibilò atono, chiudendosi nel suo mutismo fino a casa, dove si dileguò per tutto il resto della giornata a rimuginarci sopra, scordandosi del uso bottino.

Il ricordo del trofeo di guerra – perché quella era stata una guerra – gli ritornò solo a tarda notte, tanto da farlo cadere dal letto e sbattere contro mobili e spigoli dei muri.

Una casa senza muri no, eh?, pensò irritato massaggiandosi la fronte dolente.

Arrivò, dopo quella che parve un’eternità, in cucina e,pronto con il suo cucchiaino in mano, aprì il freezer, trovandosi la più completa desolazione.

E la vaschetta? Dov’era finita? Non l’aveva mica lasciata al supermercato?

No, si ricordava perfettamente di aver visto Shannon pagarla alla cassa..

Shan!

Corse velocemente su per le scale, inciampando più volte per i gradini, fino alla sua stanza, trovandolo intento a guardarsi un porno. E te pareva!, pensò scuotendo la testa.

- Dov’è? –

- Cosa? –

- La vaschetta? –

- La vaschetta? –

- Siiii! Dove l’hai messa? Ti ho visto pagarla. Mollala subito! –

- Ahhhh. Quello per cui sei finito nell’ufficio del proprietario. –

- Esatto. Dammela. –

- Ops. –

- Cosa vuol dire “Ops”? –

 - Ciò che ho detto. –

- Shan, inizio ad incazzarmi. Dov’è? –

- Nello stomaco. –

- Cosa?!?!?! –

- Esatto. Avevo fame e poi l’ho pagata io. –

- Ma io ti ammazzo. Era mia. –

- Quanto la fai tragica. Ci ritorni domani. –

- No! Mi serviva per fare la maschera di bellezza prima del servizio fotografico di domani pomeriggio. Ed ora come farò? – mormorò sconsolato mentre escogitava un modo per farla pagare a Shan e alla sua gola. Tutta quella fatica per apparire vecchio sulle foto. Svenne al pensiero.

Shan si avvicinò al corpo del fratello, lo guardò in volto e alzò le spalle.

- Eh si. Ne aveva proprio bisogno. Guarda che rughe.. -  

   
 
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