Colori

Ai suoi occhi, prima di allora, il cielo era sempre passato inosservato.
Che fosse grigio di nuvole cupe, o nero per un temporale; che fosse azzurro e omogeneo, o rosato e intenso, in fondo era lo stesso. Il colore del cielo non si poteva influenzare, come tante altre cose in quel mondo in rovina; era lì sopra di lei, e non era mai degno di nota, nè lo era mai stato. Non che lei non prestasse attenzione a ciò che la circondava - Ehi, notare le cose fa parte del mio lavoro, se non cogliessi i dettagli non sarei una buona assicuratrice, si ripeteva; - ma nel cielo non succedeva mai nulla, e il suo compito era controllare che le cose funzionassero a dovere per terra, non per aria.
Almeno per questo incarico, rimuginò. Anche se, trattandosi di un tifone umanoide... forse dovrei fare attenzione anche al vento?
Poi, improvvisamente, come fosse apparso dal nulla portato da un'unica onda, il cielo si era fatto avanti con prepotenza tutt'intorno a lei.
Aveva alzato gli occhi dalla gialla sabbia del deserto in cui trascinava i piedi, e aveva visto solamente un accecante tripudio di colori: il rosso intenso della giacca di Vash, in contrasto con il completo scuro del Reverendo; i suoi capelli biondi, così dissimili da quelli neri di Wolfwood; le nuvole lontane, così spugnose e così definite e così bianche. E dietro a tutto il resto, come a voler dar risalto alle altre tinte forti, c'era quel cielo blu intenso e limpido dei primi giorni d'estate, che si estendeva sopra di loro fino alla fine del mondo, che non cambiava tonalità nemmeno in lontananza, che sembrava avvolgerli e circondarli, che pareva perenne nella sua sfacciataggine.
L'aveva soverchiata.
Meryl aveva alzato lo sguardo. Sopra di lei, nemmeno una nuvola; solo blu, un blu accecante; un blu mai visto prima, che avrebbe retto qualsiasi paragone; le sembrò di galleggiare nel vuoto, come se attorno a lei non ci fosse più nulla, a parte quel ceruleo infinito.
Sentì il petto alleggerirsi; le parve di soffocare, nell'impossibilità di respirare quel blu così intenso, e si lasciò cadere.
Poi, davanti a lei, un'altra girandola di colori; ancora rosso, ancora nero, e poi solo un giallo spento, insieme a un verde scialbo. Le ombre dei tre finalmente si proiettarono sui di lei.
 - Tutto bene, capo? - udì solamente.
Giallino e verdino.
Sollevò un braccio osservando il bianco sporco della propria divisa, e finalmente capì.
Allora la Bernardelli ci fa mettere questi vestiti per farci passare inosservate, rimuginò. Chi mai noterebbe dei colori così pallidi?
 - Sto bene, Milly - rispose semplicemente, mettendosi a sedere.
 - Meno male! - disse Milly sospirando e poggiandosi una mano sul cuore, attirando gli sguardi divertiti degli altri due accovacciati vicini a lei.
Benchè la bocca di Vash fosse piegata in un sorriso, i suoi occhi le parvero immobili e tristi dietro le lenti gialle degli occhiali.
E tu, allora, perchè sei così ostinato nell'indossare quel rosso acceso?, si domandò. Stai cercando di farti trovare da qualcuno?
E sotto quel vivido blu, immersa in quel mare di colori con addosso i suoi soliti vestiti sbiaditi, si sentì davvero fuori luogo come mai prima d'allora.
Non me lo dirai mai, eh, Vash?
Lo guardò allontanarsi piano, mentre fissava il cielo.



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9.04.2011
Nel vedere l'anime di Trigun - la prima, come la seconda o l'ennesima volta - la prima cosa a colpirmi sono sempre i colori abbaglianti, che hanno il grande potere di rendere ancora più vivo questo splendido anime. Ho tergiversato molto prima di arrivare a scrivere questa fanfiction, un po' perchè Trigun è un mostro sacro e lo temevo davvero, e un po' perchè ho sempre avuto paura di non riuscire a rendere bene la bellezza di quelle vicende.
Ogni volta che vedo il cielo in questa stagione (come i lettori del mio LJ sanno bene, ormai XD) finisco per pensare a Vash, quindi questo - seppur minuscolo - tributo era davvero dovuto.
Passo e chiudo, sì :)
Kuruccha