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Autore: Ningyohime    11/04/2011    6 recensioni
E' tutto pronto. Qualcosa, tuttavia, non andrà come previsto. Un imprevisto, infatti, salverà non una, ma ben due vite, dando una seconda chance alla Strana Coppia di viaggiatori.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doctor - 10, Donna Noble
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si era ripromesso che sarebbe rientrato senza guardarsi indietro. Il tempo di dare il suo regalo di nozze alla sua migliore amica, tramite i parenti, e sarebbe andato verso la sua fine. Aprì la porta del Tardis, un' apparentemente innocua cabina della polizia degli anni '60 e fece per entrarvi, quando si fermò.

“ Dottore? ”

Il Decimo si bloccò sulla soglia del Tardis, con la mano destra appoggiata sullo stipite di questo, e si voltò dopo qualche attimo di esitazione. Quella voce.. sgranò gli occhi, mentre si girava, sconvolto nel profondo.

“ Dottore! ”

Quella voce lo richiamò di nuovo. Era sempre la stessa persona e lui lo sentiva. Lo sapeva. Quando si girò, però, non vide nessuno davanti a sé. Wilfred e la figlia se n'erano andati e il vialetto che precedeva il grande giardino in cui Donna si era sposata, era deserto. Donna e tutti quanti erano nel giardino, intenti a fare le foto. Si soffermò a guardarla. Era in abito da sposa, come quando si erano conosciuti, eppure.. sembrava più bella, ora che stava per perderla. Quella voce.. era la voce di Donna. Eppure, lei non lo stava chiamando. Nessuno lo stava chiamando.

“ Donna.. ”

Mormorò quel nome a bassa voce, mentre il vento si alzava, freddo. Del resto era Natale, poteva mai fare caldo? Non ci pensò nemmeno. Non si aspettava che davvero le rispondesse. Lei sembrava ignorarlo, troppo presa dai parenti, gli amici, lo sposo e i fotografi. Sorrideva a tutti, meno che a lui. Eppure.. lo fece. In un modo o nell'altro. Quella voce gli rispose.

“ Portami via. Non lasciarmi qui da sola, non di nuovo.. ”

Sembrava malinconica. Lui era ancora sconvolto. Gli si bloccò il respiro, tutto ad un tratto, mentre sentiva il sangue ghiacciarsi nelle vene e i suoi due cuori perdere dei battiti. Le dita della mano ferma sullo stipite del Tardis sembravano gelare a loro volta: gli sembrò di non sentirsele più. Rimase come paralizzato da quelle parole. Donna Noble... non lo aveva dimenticato? Non era possibile. Era.. viva. Viva e vegeta, s'era sposata. Gli tornarono in mente le parole di Wilfred. A volte la vedo triste, come se qualcosa le sfuggisse. Lei era triste. Non era felice. Era il suo subconscio? Una voce nel vento?

“ Sarei rimasta con te.. per sempre. ”

Il Dottore non parlava. Era immobile, ma sapeva che il tempo stava scadendo. L'ultimo Signore del Tempo sentiva l'intero universo crollargli addosso, come un unico, immenso macigno. Non pianse. Era come paralizzato e quelle parole, le stesse che Doctor Donna le aveva detto prima che le fosse cancellata la memoria, non gli erano di aiuto.

“ Questo è impossibile. ”

Indietreggiò, di un passo, lasciando lo stipite del Tardis. Parlava a voce bassissima, come se quel macigno sullo stomaco gli impedisse di articolare frasi più complesse. Lui era logorroico, ma in quel momento sembrava non esserlo più. Era la tristezza. Angoscia. Dispiacere. Malinconia. Tante cose si univano, tante cose potevano trapelare da quelle tre parole.

“Sarai solo, Dottore.”
“Lo so.”
“E.. lo accetti? Ti sta bene?”
“Sì.”
“Non ci credo, amico marziano.”

Era il subconscio, ne era certo. Nessuno stava parlando con lui, non avvertiva nessuna presenza. Solo quella voce. A meno che.. Donna non avesse ancora la sua mente e con essa, i suoi poteri telepatici. Indietreggiando, cadde per terra, seduto, con la schiena rivolta verso i comandi del Tardis e con il viso rivolto verso l'esterno. Sentirai bussare quattro volte. Era quella la sua punizione? Davvero sarebbe.. morto, da solo? Il suo destino era peggiore della morte. Non sarebbe rimasto più niente di lui, nemmeno il suo corpo su cui piangere. Un altro avrebbe viaggiato, un altro avrebbe guidato il Tardis, un altro avrebbe condotto nuovi compagni sul Tardis. Questo era il suo destino. Non era impreparato, anzi. Era pronto, in un certo senso, ma.. Donna ricordava. Le aveva cancellato la memoria e le era.. tornata. Eppure non era morta. Tutto questo era maledettamente assurdo e soprattutto, dannatamente sbagliato. Doveva morire proprio ora che aveva capito di non aver perso ogni cosa. Doveva morire con dei rimpianti. Tenne lo sguardo basso, mentre la porta del Tardis si richiudeva, e diede un pugno al pavimento, con la mano destra. Come se questo potesse porre fine a quel supplizio. Così fu.

“...”

Si rialzò lentamente, portandosi ai comandi del Tardis, cupo e soprattutto, debole. Sentiva le proprie cellule morire in massa, sempre più velocemente. Mosse alcune leve e il Tardis svanì da quel giardino, mentre un'attonita Donna Noble si girava a guardare nella direzione in cui la cabina stava svanendo. C'è chi avrebbe giurato d'aver visto il petto della sposa avvolto da una luminescenza aurea, prima di sparire com'era già avvenuto in passato, al primo matrimonio. Il Dottore non se ne accorse. Sentiva solo il Tardis muoversi, uscendo ben presto dall'atmosfera terrestre. E in quel momento, lo sentì. Stava cominciando. Il sangue ribolliva nelle vene, si sentiva debole e allo stesso tempo, pronto ad esplodere, come una Supernova. Si allontanò dai comandi, indietreggiando, anche se non si sentiva le gambe. Deglutì, mentre abbassava lo sguardo sulle proprie mani, avvolte da quell'aurea luminescenza.

“Non voglio andarmene.”

Lo disse con una voce che sembrava non gli appartenesse. Non era più sicuro di sé come prima, non era più spavaldo come lo stesso giorno in cui salvò quelle persone su Marte, per poi vederle morire sulla Terra. Aveva paura, era pervaso da quella sensazione di angoscia. Non era più certo di essere pronto. La morte, tuttavia, non aspetta. E subito dopo aver detto quelle parole, esplose. L'energia esplose in tutta la sua potenza, mentre il suo corpo cominciava a cambiare. Reclinò il capo all'indietro, mentre la Rigenerazione era in corso.

“DOTTORE!”

Quella voce si fece sentire di nuovo. Più forte. Era un urlo e per di più, vicinissimo. Sentì dei passi, una corsa vera e propria, e la voce di Donna riecheggiare in tutto il Tardis. Incapace di muoversi, non poté far altro che tentare di fermarla.

“NO!”

Fu inutile. Donna lo abbracciò, interferendo in questo modo con il processo di rigenerazione del Dottore. Lo strinse forte fra le proprie braccia, appoggiandogli la testa sul petto e il Dottore poté vedere solo una macchia rossa. Donna. Non aveva le forze per dire altro, ma sentì la Sposa stringersi a lui in quell'abbraccio, avvolta da quell'energia tanto quanto lui. Per Donna, come per il Dottore, fu come se fossero in qualche modo fusi. Fu come se qualcosa si spezzasse.

“Non lo permetterò, Dottore!”

Sarebbe morta così? Sarebbe morta con il Decimo Dottore? Tante domande assillavano quella donna, che tanto spesso si era sentita dire che era speciale. Quante volte aveva risposto 'sono solo una precaria'? Ne aveva perso il conto. Aveva rinunciato a tenere quel maledetto conto, così come aveva rinunciato a tante altre cose. Ma al Dottore.. non poteva rinunciare. Le aveva sottratto la memoria contro la sua volontà, ma aveva comunque fatto troppo per lei. Non poteva non sdebitarsi verso l'uomo a cui si sentiva maggiormente devota in tutto il creato. Persino il marito, in qualche modo, veniva dopo. Era gratitudine? Era affetto? Doveva salvarlo. Ad ogni costo.

Il Dottore si sentì.. rigenerato. Ma non era la solita rigenerazione. Era come se le sue cellule stessero rinascendo, identiche a prima. Una dopo l'altra. Era come se .. come se.. ogni brutta sensazione si distaccasse. Come se ogni malessere si dissolvesse. Per Donna, per un istante, fu come se si accollasse tutto il dolore del mondo. Lo lasciò, indietreggiando, mentre le mani andavano, tremanti, alle tempie. Il Dottore cadde in ginocchio, per terra, ansimante. Donna era scossa, invece, da fremiti. Infine, quell'energia esplose in un'onda d'urto che scosse il Tardis. Stavano precipitando. Andavano allo sbando. Ma Donna era lì, in piedi, che riprendeva fiato. Così come il Dottore. Dopo diversi istanti, lui scattò in piedi e si tastò il petto, poi il viso. Le basette. Aveva ancora le basette! E i capelli, e quel .. naso. Era ancora in sé?

“Come diamine hai..?”
“La testa.. la mia testa..”
“Fa male?”
“La sentivo esplodere..”

Il Dottore, perplesso, prese il cacciavite sonico dal taschino della giacca e lo puntò contro Donna, accendendolo. Subito, doveva capire. E allo stesso tempo, fermare il Tardis. Troppe cose, poco tempo. Il cacciavite non rinvenì anomalie, se non lo sblocco del sigillo.

“Come..?”
“Dottore..”

Lui non l'ascoltò. Prese a puntare il cacciavite contro vari punti del velivolo, muovendosi frenetico, per captare chissà cosa. Un 'chissà cosa' che sembrò trovare un suo perché, dopo pochissimo.

“Energia wom? Ancora?”
“Dottore..”
“Interessante.. quindi s'era riformata nel tempo..”
“DOTTORE!”
“Che c'è?”

Il Dottore si girò verso Donna, improvvisamente sollevato. Non l'aveva persa.. non lei. E iniziava a capirci qualcosa. Prima che Donna avesse modo di parlare, le si avvicinò con pochi passi e le diede il cacciavite.

“Toh, usalo.”
“Ma io..”
“Fidati.”
“Ma non lo so usare!”
“COME non lo sai usare? Hai messo in difficoltà un impero Dalek in cinque minuti!”
“NON LO SO USARE!”

Donna si stava alterando, si vedeva chiaramente. Era smarrita, con quel cacciavite in mano, e il Dottore iniziò a sospettare che si fosse ricordata solo in parte tutto quanto.

“No..?”
“No.”
“Niente? Proprio niente?”
“Niente.”
“Oh.. beh, premi il tasto. Ce n'è uno solo.”

Donna, perplessa, così fece.

“C-credo che non ci sia niente..”
“Perché lo credi?”
“Perché non succede niente. Quando un telecomando è rotto, non succede niente.”
“Ma che c'entra?”
“Ma che ne so..”

Il Dottore sembrò capire. Non disse nulla al riguardo, anche se poco a poco, il quadro si completava, nella sua mente: le particelle di energia Wom che si trovavano nel corpo di Donna un anno prima dovevano aver fatto reazione con le radiazioni, annullandosi a vicenda. Donna, quindi, non rischiava la vita e lo stesso valeva per lui. Non doveva quindi rigenerarsi. L'abbracciò, sorridente.

“Grazie, Donna.”
“Non potevo permetterlo. Te lo dissi.. che sarei rimasta con te per sempre.”
“Ora potrai.. bentornata sul Tardis.”

(( End ))

|| Spero vi piaccia *_* adoravo il decimo dottore e non volevo che morisse ( si rigenerasse ) ç___ç quindi ho pensato ad un finale alternativo, con Donna ( che è GENIALE x°D l'adoro, fa morire! altro che quell'odiosa biondina ossigenata sempre in mezzo agli zebedei <.< )
  
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