Faceva uno strano effetto osservare quelle spalle brune incurvarsi sotto il peso del dolore.
Non poteva dire di essere dispiaciuto, Mouri Motonari, ma certo non era felice di vedere il nemico di mille battaglie sconfitto da un qualcosa così banale, quanto terrificante, come la morte.
-Sei venuto a ridere di me, Mouri?- domandò con voce roca il pirata, senza neppure voltarsi.
Il suo unico occhio, stanco e arrossato, aveva pianto tutte le lacrime anche per il gemello  perduto.
Lo sguardo vacuo del Daimyô del mar di Seto si posava ora sul mare, ora sui caratteri elegantemente scolpiti sul marmo che riportavano il nome del suo amato figlio: Chosokabe Nobuchika.
Mouri gli si portò accanto e restò immobile a scrutare l’orizzonte infuocato.
-Sono padre anch’io.- disse semplicemente.
Chosokabe si sforzò di comporre un sorriso, ma sul suo volto si dipinse appena un abbozzo di esso.
-Già…- sospirò -Oni, figli del sole… siamo comunque umani… che tristezza.-

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Come sono stata cattiva U_U
Tutta colpa di wikipedia e affini. Offrono così tanti spunti di riflessione...
In realtà questa fic doveva coinvolgere anche il figlio di Motonari (le doujinshi fan male U_U) ma dato che non avevo ben chiaro cosa e come fargli dire determinate cose, riproporrò la morte di Nobuchika in seguito.
E detto fra noi, nel gioco non gli somiglia proprio al padre XP