Chocolate
E' sempre stato un uomo
insopportabile:
borioso, vanitoso, pieno di sé e dannatamente arrogante.
Ragazze giovani e belle gli si
affollano intorno, civettuole, come api che cercano di avvicinarsi al
fiore più bello e profumato del giardino.
Tutto ciò, però, non fa altro che
aumentare il suo già spropositato ego inducendolo a mettersi
ancora
più in mostra: eccolo lì, infatti, pronto a
scostarsi il ciuffo di
capelli morbidi e curati dal viso così fine e delicato,
guardando
con quei suoi occhi azzurro mare ed un sorriso divertito la folla
composta da ragazze in estasi.
Il tutto, se unito all'incredibile
effetto prodotto dal ghiaccio luccicante di una Palla Gelo di
Francoise il Sealeo resa ancora più luminosa dai molteplici
Flash di
Elisabeth, diventa uno spettacolo a dir poco divino.
Ma davvero, non potrei mai
dargli
questa soddisfazione di andare lì a urlare e chiedere un
autografo
come una qualunque fan.
No, assolutamente no.
Ho un onore da difendere, io.
Nonostante tutto, però, mi sento
stringere il cuore ad ogni sorriso, carezza, autografo donato a una
scema qualsiasi.
Mi sento stupida, stupida e ancora
stupida.
Sono una persona tutta d'un pezzo, una
donna seria e professionale con un ruolo lavorativo davvero
importante, sono una persona con delle responsabilità
e dei doveri che non dovrebbe perdersi in sciocchezze simili.
Sbuffo
e mi appoggio ad un albero socchiudendo gli occhi, è una
bella
giornata e sebbene sia il 14 febbraio non fa troppo freddo; inspiro
ed espiro a lungo, pensando a quanto mi piacerebbe parlare con lui,
da sola.
Mi giro tra le mani
un pacchettino foderato con una carta azzurra ed un fiocco bianco,
facendo però attenzione a non schiacciarlo troppo: ho
lavorato per
una settimana per riuscire a fare dei cioccolatini mangiabili e non
vorrei mandare in rovina tutto proprio ora.
-Alice!-
Oddio.
-Sei venuta anche
tu qui per per farmi gli auguri di San Valentino?-
Riconoscerei la sua
voce tra mille: Adriano.
Apro gli occhi e mi
stiracchio, con nonchalance.
-Io, a fare gli
auguri a te? E secondo quale assurda regola dovrei perdere il mio
tempo in questo modo?-
Ok, risposta un po'
acida.
-E poi come hai
fatto ad eludere la morbosa attenzione delle tue mille fan?-
Leggo una nota di
divertimento sul suo volto.
-Ringrazialo.- Mi
dice indicando Rodolfo, il suo maestro, che sta intrattenendo il
pubblico con una qualche leggiadra performance con la sua squadra
-Sembra che abbia tanto successo quanto il sottoscritto.-
Sorride ancora e si
scosta nuovamente il ciuffo dalla fronte borbottando qualcosa di
simile ad un “Tanto sappiamo tutti che sono meglio
io”.
-E comunque, Alice
cara, non mi hai ancora detto per quale motivo sei qui.-
Sorrisino di
convenienza.
-Sono passata qui
per affari.-
-Passavi
per affari a Ceneride? Per
quanto trovo che la mia sia una magnifica cittadina, non posso fare a
meno di dire che è un po'...poco frequentata; con chi
dovresti fare
affari, un venditore di Magikarp?.-
Incomincio
seriamente ad innervosirmi, se vuole farmi ammettere che sono venuta
qui apposta solo per vedere lui e per dargli i miei
cioccolatini...no, mi dispiace ma non avrà questa
soddisfazione!
-Ah ah, che
simpatico.- Borbotto.
Sono davvero
combattuta, che fare?
Darglieli o non
darglieli?
-Alice?-
Il mio cuore salta
un battito.
Oddio, si è
chinato verso di me e mi sta guardando con quei suoi occhioni
azzurri, sento le sue mani che sfiorano le mie.
I nostri volti sono
vicinissimi.
Mi sento arrossire.
Muoio.
-Gentilissima! Ma
sai che non ti dovevi disturbare?-
Lo guardo allibita.
Ma che...?
I cioccolatini.
I miei
preziosissimi cioccolatini.
Me li ha
amabilmente sfilati di mano, il bastardo.
Legge il
bigliettino a forma di Luvdisc con il sorriso sulle labbra, toglie il
fiocco bianco e se lo appunta sulla camicia celeste come una coccarda
e mangia senza troppi complimenti il contenuto della scatola.
-Ma li hai fatti
tu? Non male, davvero, anche se... sento una nota stonata, hai forse
esagerato con la cannella.-
Sorride ancora -Hai
visto, alla fin fine eri venuta qui per i cioccolatini!
Perché hai
fato così tante storie per darmeli?-
Mi sento morire.
Non se fa sul serio
o se mi sta prendendo in giro.
Il mio onore e il
mio orgoglio sono andati a quel paese per un attimo di distrazione!
Mi sento avvampare
e con il rossore sale anche la rabbia.
-Brutto
presuntuoso...- Mormoro tra i denti.
Lo guardo ancora
una volta e...
Sciaff.
Mi guarda con aria
attonita mentre si tocca con due dita il segno rosso della mia mano
sul suo viso.
Lo prendo per il
bavero.
-Tu...tu sei un
insopportabile presuntuoso egocentrico, uno che non può fare
a meno
di essere superficiale ma...ma per una volta sii uomo!- Gli urlo
contro.-Per una volta dimostrami che sei contento di vedermi
perché
sono io e non perché ho con me del cioccolato, un bel visino
ed un
paio di tette!- gli punto l'altro dito all'altezza del cuore
-Dimostramelo perché so che qui- Faccio forza con il dito
contro il
suo petto -Perché so che qui c'è qualcosa di
più che una
frivolezza dietro all'altra!-
Mi fermo, prendendo
fiato.
E lui guarda
ancora, muto.
Sorpreso che la
brava Alice sia in grado di fare una cosa così tanto
irrazionale?
Scemo, non sa che
dire.
Allora faccio io
per lui.
-E per quanto possa
sembrare assurdo, contraddittorio e senza senso, è proprio
per
questo che mi piaci da impazzire.-
Mi avvicino ancora
e lo bacio.
Le sue labbra
morbide contro le mie.
Le mie mani tra i
suoi capelli setosi.
Lo guardo ancora e
me ne vado.
E lui rimane lì,
immobile.
Come un perfetto
idiota.
~*~
Diciamo
pure che questa fanfic è pronta... da febbraio.
Lo
so che è passato tanto, troppo tempo ma sinceramente mi sono
proprio
scordata di metterla su EFP e poi l'entusiasmo non era troppo...
Ma
vedendo che delle belle storie stanno emergendo, non le solite
cretinate da fangherl, mi è venuta voglia di contribuire,
almeno nel
mio piccolo.
Sperando
che vi sia piaciuta, ovvio.