15/04/2011
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N/A: TANTI AUGURI ALLA MIA SAMBACHIAPPA LIZZIE_SIDDAL. Questa è la prima Delena che scrivo e anche se fa cagare era giusto che fosse tua. Quando riuscirò a scriverne una veramente decente sarà tua anche quella, così come sono già tue la mia anima, la mia (non) castità e la mia (non) sanità mentale. Accontentati delle mie buone intenzioni <3
− Premetto che l'ho scritta prima di guardare la 2x18, e se ci sono dei punti in comune è perché sono una fottuta chiromante, e se non riesco a laurearmi mi vedrete di sicuro in televisione a fare i tarocchi.
− Il titolo viene dalla omonima canzone dei Mumford & Sons, che imoh è così Delena da sembrare scritta apposta.
− Scritta per il mio bellissimo team
Awake my soul
Dalla stanza di Stefan arriva il rumore soffocato delle voci leggermente concitate di suo fratello e di Elena che si mescolano insieme, alternandosi e a volte sovrapponendosi l'una all'altra.
Steso sul suo letto, con un bicchiere di bourbon mollemente appoggiato sul petto nudo, Damon chiude gli occhi e tenta di non ascoltarli: non sa perché stanno discutendo, e nemmeno gli interessa più di tanto. Ha la testa così piena di “se” e “ma” e “cosa facciamo adesso”, che se dovesse sentire un altro discorso del genere potrebbe seriamente dare fuori di matto ed organizzare un suicidio collettivo, giusto per risolvere il problema alla radice.
È talmente concentrato ad ignorarli, che quando pochi minuti più tardi il mormorio cessa improvvisamente, quasi ne rimane sorpreso. È una sorpresa sgradita però, perché al fastidioso ma pur sempre tollerabile chiacchiericcio si sostituisce il suono più soffocato ed intimo di un bacio. Con una smorfia Damon si alza di scatto dal letto, quasi rovesciando il bicchiere, e si avvicina alla finestra, spalancandola, per poi sedersi sul davanzale, con le gambe sospese nel vuoto.
Certo, ha messo in contro anche questo aspetto quando ha pensato di donare ad Elena la loro casa, in modo che lei potesse trasferirsi lì ed essere protetta da qualsiasi attacco esterno, e sapeva che difficilmente lei e Stefan avrebbero fatto voto di castità potendo dormire ogni notte nello stesso letto, ma ciò non toglie che sia comunque terribilmente fastidioso starli a sentire mentre giocano alla coppia sposata.
E nonostante questo, non rimpiange affatto la sua decisione: si è impegnato a proteggere Elena, ed è quello che farà. Anche a costo di vederla costantemente tra le braccia di suo fratello. E pazienza per la propria sanità mentale che vacilla un po' di più ad ogni pungolo di gelosia: in fondo non ne ha mai avuta tantissima, e ne può certo fare a meno.
Fuori dalla finestra, il tramonto dipinge il cielo di tinte fosche, che vanno dal rosso intenso degli ultimi raggi del sole morente, al blu quasi nero di una notte senza stelle, che già comincia a reclamare il proprio spazio.
Damon fissa affascinato quel buio che si estende con prepotenza, allungandosi su tutta Mystic Falls, rubandole le forme e i colori, ingoiandola pian piano.
Se credesse nei presagi, questo non sarebbe sicuramente dei migliori.
Il rumore della porta d'ingresso che si richiude delicatamente, seguito dal suono ancora più leggero di passi svelti all'interno della casa, lo costringono a riportate di nuovo la mente e il corpo all'interno della propria stanza.
Non si sente più alcun suono provenire dalla stanza di suo fratello, e Damon non sa se questo sia dovuto al fatto che anche Stefan ed Elena siano nervosamente in ascolto, o se invece siano stati proprio loro ad uscire, chiudendosi la porta alle spalle.
Mentre ancora rimane immobile e con le orecchie tese al massimo, il suo sguardo si posa sul mucchio di documenti buttati alla rinfusa sul comodino, e in quel momento si ricorda che Elena non ha ancora effettivamente firmato l'atto di proprietà della casa.
Ergo, può entrarci ancora chiunque.
Ergo...
«Stefan è andato a caccia», dice Elena, squadrandolo dalla soglia della sua stanza.
Damon ha abbastanza autocontrollo da non mostrarsi minimamente sorpreso dalla sua presenza, nonostante non si sia affatto accorto di lei prima che gli rivolgesse la parola.
«Lo avevo immaginato», si costringe a replicare, ricambiando il suo sguardo attento con uno che vorrebbe sembrare indifferente.
Ma quando i suoi occhi incontrano quelli di Elena, Damon sospira interiormente.
Non gli capita spesso di abbassare la guardia, nemmeno in casa propria, e si chiede quanto sarà difficile d'ora in avanti mantenere continuamente alzate le sue barriere con lei che vive sotto il suo stesso tetto, capace di apparirgli davanti così a tradimento, e mentre sono da soli per di più.
«Ti serve qualcosa?», domanda il vampiro, recuperando il bicchiere di alcool ormai quasi vuoto e portandoselo comunque alle labbra.
Elena si morde leggermente le labbra e gli si avvicina di qualche passo, guardandolo dritto negli occhi.
«Volevo ringraziarti», dice semplicemente. E quando lui alza un sopracciglio, perplesso, si affretta ad aggiungere: «Per avermi dato casa vostra, intendo. Stefan mi ha detto che è stata una tua idea»
Damon annuisce, ancora senza parlare, limitandosi a scrutarla con attenzione. Senza interrompere il contatto visivo, Elena inspira profondamente, come a volersi costringere a dire qualcosa che preferirebbe tenere per sé.
«Capisco quanto questa nuova situazione debba essere difficile per te», dice alla fine, ed è la prima volta da chissà quanto tempo, che accenna sia pur così indirettamente ai sentimenti del maggiore dei Salvatore per lei.
Damon stringe appena i pugni ed evita nuovamente di replicare, pensando però che no, lei non può affatto capire quanto esattamente sia difficile.
Elena si avvicina ancora ed improvvisamente Damon non sa se ha più voglia di scappare lontano da lei, o di prenderla tra le braccia e baciarla.
Ma lei non gli permetterebbe di fare nessuna delle due cose, quindi Damon rimane immobile, mentre Elena posa una mano leggera sul suo braccio.
«Questo mi fa apprezzare ancora di più il tuo gesto», aggiunge la ragazza, e i suoi occhi sono colmi di una dolcezza infinita, tanto che Damon fatica a sostenere il suo sguardo.
«Davvero?», chiede piano, abbastanza sicuro che lei non possa avvertire il lieve tremito della sua voce.
«Davvero», conferma lei.
E gli sorride.
È uno di quei sorrisi che raramente le persone gli rivolgono, e che ancora più raramente Damon ha mai visto nascere per lui sulle labbra delle persone che ama o che ha amato.
Una strana sensazione si agita da qualche parte tra lo stomaco e il cuore, e il vampiro sorride a sua volta, stranamente incapace di trovare qualcosa da dire.
Con Elena gli succede più spesso di quanto il suo ego vorrebbe ammettere.
In quel momento Damon ripensa alle parole che Stefan gli ha detto tanto tempo prima, sul fatto che cose come l'amore, l'amicizia e l'affetto sono basate sul voler fare ciò che è giusto senza mai aspettarsi nulla in cambio. Stefan aveva anche aggiunto di sapere che quello, per lui, era un concetto del tutto estraneo e di difficile comprensione, e fino a qualche mese prima Damon gli avrebbe dato ragione.
Ma quella sera, e forse per la prima volta, osservando Elena uscire dalla sua stanza per tornare nella camera da letto di Stefan, crede di capire fino in fondo le parole di suo fratello.