Serie TV > Distretto di polizia
Ricorda la storia  |      
Autore: Katia R    19/04/2011    0 recensioni
DATA PUBBLICAZIONE: 14 agosto 2009.
Ho preso spunto da due telefilm che guardavo parecchio tempo fa.
“Will e Grace” e “Dawson’s Creek”.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lucanna\\Ritrovarsi come ieri TITOLO: "Ritrovarsi come ieri".
AUTORE: 
Katia R.
DATA FINE:
14 agosto 2009
PERSONAGGI:
  Luca\\Anna\\Altri
Premessa: 

Ho preso spunto da due telefilm che guardavo parecchio tempo fa.
“Will e Grace” e “Dawson’s Creek”. Diciamo che quello che mi ha ispirato di più sono i finali di tutti e due. Più da “Will e Grace“. Perché Will è un avvocato gay che vive con la sua migliore amica.
E… succedono un paio di eventi, durante le 8 stagioni, e la puntata finale mi ha colpito in assoluto.
Di “Dawson’s Creek”, il finale è simile.
Parla del destino. Di anime gemelle divise.
Diciamo che quasi tutta la one-shot è un flashback xD
Buona lettura. ^^

Dedicata a tutte quelle che non mi hanno mai abbandonata.



Ritrovarsi come ieri


"Il destino non viene da una sola direzione, ma cresce dentro di noi."

Hermann Hesse (1877-1962), romanziere tedesco naturalizzato svizzero.


Luca Benvenuto. Anna Gori. Due persone fatte l’uno per l’altra. Se non fosse per il piccolo particolare che lui è gay!
Si sono conosciuti ai tempi del liceo e l’incontro è avvenuto durante una gita a Londra. Due settimane in un college.
Avevano la stanza sullo stesso pianerottolo. L’una di fronte all’altra. E si sono conosciuti per puro caso, mentre stavano portando dentro le valigie. Il primo saluto. Le prime chiacchierate. E poi diventare amici, migliori amici. E andare a vivere insieme appena finiti tutti gli studi. Passano gli anni e lui diventa un poliziotto affermato, mentre lei si cimenta inizialmente nel mondo della moda, con scarso risultato e subito dopo fa il corso per la Polizia, iniziando a lavorare con il suo migliore amico.
Non sono mai andati oltre al bacio stampo. Il bacio stampo tra un gay e la sua migliore amica era una delle cose più naturali al mondo.
Tutto sembra poter durare in eterno, ma… Le cose cambiano. Un evento sconvolgerà tutto. E le loro strade, forse, si separeranno.




Un pianto continua a espandersi per casa. Luca corre velocissimo dalla cucina alla stanza e prende la piccola in braccio.
-Che c’è!?- dice dolcemente cullando tra le braccia la bimba di quasi 2 anni. Le da un dolce bacio sulla testa e la piccola, appoggiata sulla spalla, inizia a bagnare la camicia di Luca. Il pianto si placa lentamente, e Luca la porta con sé in cucina, facendola sedere sul seggiolone. Le mette il bavaglino e inizia a preparare la pappa per la piccola.
Indaffarato, tra una pentola e l’altra, spesso si gira per controllare la piccola che gli sorride sempre, con quei pochi dentini che le erano da poco spuntati, e quegli occhioni color nocciola che le brillavano sempre.
-Ecco qua! La pappa è pronta!- esclama, mentre la bimba inizia a fare dei versetti, entusiasta. Luca sorride.
Tante cose erano cambiate nella sua vita. Ma di certo, Alessia, era la cosa più bella che gli potesse capitare. Anche se aveva significato perdere un amico. E forse anche un’altra persona molto importante.


~Flashback
Luca è sdraiato sul divano con una ciotola di pop corn accanto. Sta guardando un film e beve tranquillamente la sua lattina di birra.
Improvvisamente il campanello inizia a suonare. Luca posa la lattina sul tavolino e avanza verso la porta. Apre e si ritrova davanti un estraneo.
-Salve…- l’uomo sulla cinquantina continua a scrutare Luca.
-Salve…- dice Luca, educatamente.
-Sicuramente si starà chiedendo chi sono- dice l’uomo sorridente. Luca fa una faccia come per dire… “già”.
-Beh, piacere! Sono Armando! Sono dei servizi sociali…-
-Servizi sociali!?- dice Luca perplesso e disorientato.
-Si. Purtroppo non vengo a dargli buone notizie…-
Mille pensieri strani si formano nella testa di Luca -Cosa…- non riesce a continuare.
-Luciano Ambretti. Era un suo amico, giusto?- chiede. Luca annuisce non capendo più niente.
-Ecco… purtroppo ha avuto un incidente stradale, ieri notte ed è morto.-
Il suo amico d’infanzia è morto. L’amico con cui era cresciuto. L’amico che per lui era stato sempre come un fratello. Ora non c’era più.
-Lei era incluso nel testamento…-

-Mi ha lasciato un’eredità?- chiede sbarrando gli occhi.
-Beh, diciamo che non è un’eredità “normale”- dice l’uomo.
-Mi scusi, io sono molto scosso e confuso da questa notizia. Potrebbe non essere così emblematico?- chiede gentilmente.
-Si, ha ragione. Mi scusi. Però la notizia che gli darò, potrebbe sconvolgerla ancora di più…- guarda Luca un’ultima volta e continua -Luciano e la sua compagna, anzi ex compagna, avevano avuto una bambina. La madre della piccola però, l’ha abbandonata, lasciandola in custodia al padre. Ha dichiarato in una lettera di non volerne più sapere delle bambina e che per qualsiasi cosa di non rivolgersi a lei…- Luca era molto scosso. Soprattutto perché stava intuendo quale fosse la sua eredità.
-Cosa sta cercando di dirmi?- chiede cercando di rimanere più tranquillo possibile.
-La sua eredità si chiama Alessia ed è una splendida bambina di 5 mesi!- esclama l’uomo sorridente. Luca è costretto a reggersi. Improvvisamente non si sente molto bene -Ma io… Cioè…- inizia a farfugliare.
-Può anche decidere di non tenerla… Questa è la lettera che ha lasciato nel testamento…- dice porgendogliela. Luca la prende.
-Comunque sia, qualsiasi decisione prenda… Domani dovrebbe venire all’istituto! Arrivederci signor Benvenuto, e scusi il disturbo!- e dopo averlo salutato con una stretta di mano, se ne va.
Luca rimane fermo sulla porta a fissare quella lettera. Deglutisce un paio di volte e rientra nell’appartamento, iniziando a leggerla.


“Caro Luca,
Se stai leggendo questa lettera vuol dire che probabilmente non ci sono più.
Nella mia vita ho preso tante scelte, anche se alla volte la vita mi ha riservato solo dolore e dispiaceri.
Ti scrivo mentre al mio fianco c’è la mia unica ragione di vita, Alessia. La mia splendida bambina, che ha appena compiuto un mese. È così dolce, e quando mi guarda con quegli occhioni, quasi mi commuovo. Ora non so quanti anni avrà. O quanti mesi, dipende.
Benedetta, come sai, mi ha lasciato e ha lasciato anche la piccola. Lei ha detto di non volerne sapere mai più. E io ho esplicitamente chiesto che in un futuro, qual’ora lei ritornasse, la bambina doveva rimanere con la persona a cui era stata affidata.
E quella persona sei tu, Luca.
So che probabilmente sarai scosso e ti chiedo scusa. Forse avrei dovuto parlartene. E forse non me lo perdonerò mai.
Ma ti chiedo di prenderti cura della mia piccola, ora che è rimasta sola.
Proteggila come ho sempre fatto. Canticchiale una canzoncina quando inizia a piangere. Amala, come la amo e l’amerò per sempre io.
La vita è fatta di scelte. Io ho scelto di tenere Alessia. Io ho scelto di crescerla senza sua madre e infine, io ho scelto con chi dovrà vivere per il resto della sua vita. Chi dovrà chiamare “papà” al posto mio.
Si, voglio che ti chiami papà. Perché tu sei stato sempre un fratello per me. Ci sei sempre stato. Siamo nati e cresciuti insieme. Abbiamo lottato e abbiamo vinto insieme. Ora Luca, ti lascio in mano uno dei miei trofei più grandi. La mia vita.
Falle leggere questa lettera quando sarà abbastanza grande da poter capire.
E ricordarle che suo padre l’ha sempre amata e che la porterà, ovunque si troverà, nel cuore.
Grazie Luca. Grazie fratello mio.
Ti voglio bene, ora e per sempre.
Tuo carissimo,
Luciano.”

Luca ripiega la lettera con gli occhi appannati dalle lacrime. Ripone nuovamente il foglio nella busta e si asciuga gli occhi. Chiude la tv e intorno a lui… Solo silenzio.

L’indomani mattina è tutto molto difficile. Va alla sede per chiedere un permesso di un giorno e poi chiama Alessandro.
-Ale, per oggi devi sostituirmi tu!-
-Si, ok. Ma che succede?- chiede l’amico preoccupato.
-No, nulla. Devo andare a Perugia, per un affare. Ehm… è morto Luciano, l’amico di cui ti avevo parlato tempo fa!- dice con un nodo alla gola.
-Ah, mi dispiace! Stai andando al funerale?- chiede.
-No, è morto due giorni fa. C’è già stato. Devo risolvere una cosa e… dargli l’ultimo saluto…- dice sforzandosi di non piangere.
-Va bene… Se hai bisogno…- e lascia incompleta la frase.
-Si, lo so. Ci sei. Grazie…- dice sincero.
Chiude la chiamata e sospira, rimettendosi sulla strada per Perugia.
Arriva nel giro di qualche ora e si ferma di fronte ad un grande cancello nero. Scende dall’auto con un mazzo di fiori e lo oltrepassa, cercando la tomba del suo amico. Quando la trova si accovaccia e mette il mazzo di fiori dentro al vaso.
Guarda la foto del suo amico e sorride amaramente.
-Ti ricordi quando mi dicevi “va beh, stai tranquillo! Dato che sei gay un bambino te lo faccio io!”- dice ridendo, ricordando quel momento come se fosse ieri -Era uno scherzo. Uno scherzo che si è tramutato in una dura e triste realtà. Mi hai lasciato la tua bambina- sospira -Io non so se sarò un buon padre, ma ti giuro, che da oggi in poi, Alessia non rimarrà più sola. Ho deciso di accettare l’eredità! L’ho deciso dopo aver letto la tua lettera, e dopo aver sognato te che mi sorridevi. Ne abbiamo passate tante. Tu ora non ci sei più. Sarai il nostro angelo custode, promesso!?- dice asciugandosi le lacrime -Adesso vado! Il tuo trofeo mi aspetta… Avrò bisogno di te! Ti voglio bene, Lucià!- si alza e dopo aver dato un’ultima occhiata alla tomba, si allontana, raggiungendo, ben presto, l’istituto.
Si ferma davanti al grande edificio. Sospira ed entra, avanzando lungo il corridoio.
-Signor Benvenuto!- esclama l’uomo della sera prima. Luca fa un debole sorriso, impaziente e nervoso.
-Cosa ha deciso?- chiede l’uomo.
-Accetto l’eredità…-
L’uomo sorride e lo fa accomodare per firmare delle carte.
-Lei vive da solo?- chiede.
-No, con la mia migliore amica. È un problema?- chiede.
-No. Diciamo che potrebbe essere un’ottima figura materna- dice.
-Si…- dice lui non sapendo cos’altro dire. Inizia a firmare quelle carte in modo quasi automatico.
-Bene!- esclama l’uomo prendendo i fogli. Preme un pulsante sul telefono e dice ad una donna di portare la bambina da loro.
Il cuore di Luca inizia a battere fortissimo, mentre sfrega tra di loro le mani sudate dal nervoso.
Alcuni passi avanzano nel corridoio, e poco dopo, Luca sente una presenza dietro di sé. Si gira lentamente, ritrovandosi davanti a sé una donna sulla cinquantina con una splendida bambina in braccio. Alessia. Luca riconosce subito gli occhi color nocciola di Luciano. Sorride. È bellissima. I capelli un po’ ricci, color castano chiaro e quelle guance colorate dal rosa acceso.
La donna si avvicina e si ferma davanti a Luca. La bambina lo guarda curiosa.
-Posso?- chiede Luca, tendendo le braccia. La signora lascia che prenda la piccola, che senza tante esitazioni si accomoda tra le sue braccia, appoggiando la testolina sulla spalla e arruffandosi i capelli con una mano.
-Beh, sembra che come primo incontro sia andato bene! Non mi sembra affatto turbata la bambina…- dice l’uomo sorridente. Luca ricambia il sorriso -Si, sembra di si.-
La piccola lo guarda con il ciuccio in bocca e tende una manina verso la guancia di Luca, dandogli un leggero schiaffetto, iniziando a ridere. La risata dei bambini piccoli. Uno dei suoni più dolci a questo mondo. Luca sorride emozionato alla piccola -Sono sicuro che io e te andremo d’accordo…- dice dolcemente, baciandole la fronte.
In poco tempo, Luca sistema il seggiolino e posa la bambina, legandole le varie cinture. Posa le carte con tutti i suoi dati, e controlla nuovamente la piccola. Chiude lo sportello e carica tutto ciò che gli sarebbe servito. Passeggino, biberon, pannolini, copertine, vestitini, scarpette, peluche, ecc.
Si ritrova la macchina strapiena e dopo aver salutato nuovamente i due signori, parte e nel giro di pochi chilometri, la bambina cade in un profondo sonno. Luca le fa una carezza di tanto in tanto, quando si ferma ai semafori.
Doveva comprare una culla, un fasciatoio e altre cose per la bambina. E poi portare il tutto a casa e iniziare a montare.
A chi chiedere di tenere la bambina!? Anna è via per dedicarsi al nuovo lavoro di fotografa. Eh già, le cose cambiano! Dopo un coinvolgimento in una missione, lei ha deciso di abbandonare la divisa, dedicandosi ad un suo vecchio hobby: la fotografia. Ha incontrato un uomo che dopo tanto tempo la rende felice. Carlo. Un prestigioso medico, molto simpatico. Hanno avuto un bambino, Ludovico che ha appena 7 mesi.
Si concentra di nuovo sul suo problema.
Pensa a tutte le persone che conosce e ricorda che Elena ha il giorno libero. Parcheggia sotto casa sua e la fa scendere.
-Che succede?- chiede preoccupata.
-Nulla…- dice Luca sorridente. Prende un sospiro e inizia a spiegare tutto ad Elena. Le sue facce tramutano ad ogni notizia. Dapprima preoccupata, diventa dispiaciuta. Da dispiaciuta tramuta in sorpresa fino a quando non le sta per prendere un colpo, nello scoprire che Luca ha accettato l’eredità. Le chiede il favore di tenerla e lei accetta, emozionata e felice.
Luca si avvicina all’auto e apre lo sportello, staccando il seggiolino, facendo attenzione a non svegliarla. Elena gli va incontro e si porta le mani al viso, cercando di trattenere le lacrime -Oddio, Luca! È bellissima!- dice con un nodo alla gola.
-Cerco di fare il prima possibile!- dice Luca.
-Fai con comodo!- esclama lei, prendendo il seggiolino e guardandolo andare via. Osserva la bimba che dorme beata e pian, piano risale in casa.
Qualche ora dopo, Luca si ritrova con tantissime buste e enormi pacchi. Scarica tutto il materiale a casa e inizia a costruire la culla alla bambina.


Intanto, la bambina si è svegliata e Elena la culla dolcemente, facendole alcune moine che fanno ridere la piccola.
Elena sente qualcuno girare la chiave nella serratura. Sorride. Alessandro. Apre la porta e si ritrova la scena davanti.
Guarda la bambina attentamente e poi guarda Elena.
-Mi sono perso qualcosa?- chiede spaesato. Elena inizia a ridere -Ma no, stupido! Lei è Alessia, una bambina molto speciale…-
-Speciale!?- dice perplesso. Si avvicina e sorride alla piccola -Ehi, ciao!- dice sfiorandole il nasino con un dito. Poi stampa un bacio ad Elena e l’abbraccia da dietro -Pensavo che nel frattempo che ero in America, avessi avuto una figlia!- dice Alessandro ridendo.
-No. Anche se avere un angelo così, non mi dispiacerebbe affatto!- dice dolcemente. Alessandro le bacia la testa. La bambina, notando la presenza di Alessandro dietro, inclina la testa in un lato e guarda oltre le spalle di Elena. Ride nel vedere Alessandro.
-Credo che le stai simpatico!- esclama Elena sorridendo. Lui si “nasconde” dall’altro lato, mentre la bambina lo cerca dall’altro. Poi quando se ne accorge, lui cambia di nuovo lato -Cucù!- esclama, divertito da quel buffo gioco. La bambina ride di gusto, con il suo inseparabile ciuccio.

-Non mi hai ancora spiegato di chi è- dice Alessandro. Elena guarda in cucina -Tienila un attimo! Non vorrei mi si bruciasse la cena!- e gliela porge. La bambina si adagia tranquillamente tra le braccia di Alessandro.
Suonano alla porta e Alessandro va ad aprire.
-Oh, Luca!- esclama sorpreso.
-Ciao- dice sorridente. La bambina appena lo vede tende le braccia e Luca fa lo stesso, facendola accomodare nuovamente tra le sue braccia. Le stampa un bacio in fronte e sorride, mentre Alessandro guarda confuso la scena.
-Mi sa che ti devo spiegare un paio di cose…- Alessandro annuisce e lo fa accomodare. Luca inizia a parlare e le facce di Alessandro sono come quelle di Elena, appena lo ha scoperto.
-Quindi… Sei diventato papà!- esclama Alessandro con sguardo emozionato -È davvero una bellissima bambina!-
-Io vi ringrazio per esservi presi cura di lei in queste poche ore…- dice Luca.
-Ma scherzi!?- dice Elena -Ci siamo divertiti tanto! Alessandro sembrava un bambino!- dice facendo ridere Luca.
-Anna, come l’ha presa?- chiede Alessandro. Luca ritorna serio -Ad Anna ancora non l’ho detto. Non è una notizia che posso darle via telefono!-
-Si, infatti! Se a noi ci stava per prendere un colpo, figurati a lei!- esclama Elena.
Luca guarda l’orologio -Beh, io vado! È l’ora per la pappa, vero piccola!?- dice sorridendole. La bimba sospira e si appoggia sulla sua spalla.
-Luca… se hai bisogno, siamo sempre disponibili!- esclama Elena.
-Si, infatti! Non ti creare problemi! A qualsiasi ora della notte, anche…- conclude Alessandro. Luca sorride ad entrambi e va via.
Entra in casa e poggia le chiavi sul mobile di entrata e va nella sua stanza -Questa è la tua stanza! Cioè, è mia, però per ora tu starai qui con me!- parla normalmente, come se la bambina potesse capirlo. Sorride e la porta in cucina, facendola sedere nel seggiolone, già attaccato al tavolo.
Prepara il biberon con i biscotti Plasmon, sbriciolati, dentro. Controlla la temperatura facendo cadere qualche gocciolina sul polso. Quando è pronto, si avvicina e prende la bambina in braccio, dirigendosi in salotto. La piccola si sdraia tra le sue braccia e inizia a bere dal biberon, che Luca sorregge, dolcemente. La guarda intenerito mentre con le sue manine piccole si arruffa i suoi ricci ribelli.
Appena finito, Luca sistema la piccola nel boxe, insieme a tutti i suoi giochini.
Il telefono inizia a squillare e Luca risponde -Pronto!?-
-Ciao!- esclama felice Anna, dall’altro lato del telefono. Luca deglutisce -Ciao! Come va?- chiede.
-Bene! E a te?-
-Bene, bene!- dice -Ehm… io ti dovrei dire una cosa, ma aspetto il tuo ritorno…-
-È successo qualcosa?- chiede preoccupata.
-Si… e no!-
-Ah beh, devo dire che adesso sono molto più tranquilla! Devo prendere il primo aereo!?-
-Ma no, Anna! Stai tranquilla!-
-Va bene! Se lo dici tu…-
-Si, appunto. Come va il tuo lavoro?- chiede interessato.
-Benissimo! Ieri sono andata al lago, quello dove abbiamo fatto il nostro primo pic nic!- esclama felice.
-Oddio! Me lo ricordo! Eravamo così…-
-Stupidi!- conclude la frase, Anna. Luca ride -Si, anche! Carlo e Ludovico come stanno?- chiede.
-Benissimo! Ludovico è un vulcano in eruzione! È pieno di energie!- Luca sorride pensando al figlioccio.
La piccola inizia a lamentarsi -Ah, ehm, Anna… io devo andare! Mi cercano! Credo sia per il caso! Avanti!- esclama.
-Luca, ma se sei a casa!- esclama lei perplessa. Luca si da una manata sulla fronte -Ehm… Si, però, sai…-
-Va beh, top secret, capito! Buonanotte Luca!- esclama.
-Notte tesoro!- esclama chiudendo. Sospira e corre dalla piccola -Eccomi!- dice prendendola in braccio. Sente uno strano odore.

-Umh… Sembra che qualcuno abbia fatto qualcosa di non molto profumato!- esclama Luca sorridendo. Poggia la bambina sul fasciatoio e le toglie il pannolino, facendo una mezza faccia schifata. Si ricompone e la pulisce per bene, per poi prendere un pannolino nuovo e iniziare a contemplarlo, cercando di capire il lato giusto. Prova in qualche modo, ma lo mette storto. Alla fine, dopo vari tentativi, impara. Le mette il pigiamino e la mette nella culla, stampandole un bacio e tornando in cucina.
Si prepara qualcosa da mangiare e poi, esausto, si butta sul letto, cercando di non fare troppo rumore.


L’indomani, Luca si risveglia molto presto e controlla la piccola che dorme beatamente. Durante la notte si è svegliata una sola volta. Va in cucina a preparare la sua colazione. Mangia in fretta e cerca di lavare i piatti sporchi della sera prima.
Dopo aver sistemato un po’ casa, controlla nuovamente la bambina che si è svegliata.
-Ehi, birbantona! Ti sei svegliata!?- dice dolcemente abbassandosi e stampandole un bacio sulla guancia, pungendola con la barba. La bambina inizia a grattarsi per il prurito. Luca ride -Scusa!-
Alessia tende le braccia verso di lui, e Luca la prende -Oplà!- esclama mentre la bambina si strofina gli occhi. Luca le sciacqua il visino, poi la porta in cucina e le prepara il suo biberon. Appena finito, la prende nuovamente in braccio e la porta in camera per vestirsi. Guarda tutti i vestitini e guarda la piccola -Che dici!? Mettiamo questo!?- dice prendendo un vestitino blu. La bimba indica un altro vestito con il ditino. Luca lo prende -Questo!?- dice. Sorride e mette il vestito rosso con due coniglietti disegnati sopra. Luca prende la bambina in braccio, e chiama Elena.
-Pronto!?-

-Ele! Sono Luca! So che oggi hai la giornata libera, quindi mi chiedevo se…-
-No, Luca, mi dispiace…- dice tristemente -Ho dovuto cedere i miei due ultimi giorni liberi a Gabriele! Sua sorella non sta bene, e deve andare da lei!- Luca sospira -E adesso come faccio!?- dice sull’orlo della disperazione. Poi pensa a l’unica cosa che gli rimane di fare -Io devo andare assolutamente dalla procuratrice! Quindi… passo al Decimo e vi lascio la bambina in custodia! Elena, mi devi fare un enorme favore, però!-
-Dimmi!-
-Devi dare a tutti la notizia! Non mi va di rispiegarlo un’altra volta!- esclama -E dì anche di non dire nulla ad Anna!- dice infine.
-Faccio subito!-
-Grazie, Ele! A te, te fanno santa!- dice sorridendo e chiudendo la chiamata.

Circa mezz’ora dopo, Luca si ferma davanti al Decimo. Stacca le varie cinture ad Alessia e la prende in braccio. Afferra la borsa nei sedili posteriori e prende il passeggino nel cofano cercando di aprilo, con scarsi risultati.
-Lasci commissario! Faccio io!- dice un agente, aprendolo.
-Grazie Pietrelli!- esclama Luca facendo sedere la bambina.
Sale lo scalino del Decimo e sorride -Ecco! Qui è dove lavora papà!- esclama. Ma quando si accorge della frase appena detta, si blocca. Papà!? Rimane fermo per qualche secondo, fino a quando non sente Elena esclamare -Eccolo!- si riscuote dai suoi pensieri e avanza con il passeggino. Tutti gli si fanno attorno e dopo qualche “auguri” impacciati, si dedicano alla bambina. Alessandro si avvicina a Luca e gli da una pacca sulla spalla -Dormito bene?- chiede.
-Alessia si è svegliata solo una volta!-
-Un angioletto in tutti i sensi, quindi!- esclama Parmensan, avvicinandosi.
-Antonio!- esclama Luca andandogli incontro e abbracciandolo -Che ci fai qui?- chiede.
-Sono venuto a farvi visita, e a quanto pare mi hai fatto trovare una sorpresa!- dice sorridente. Luca sorride continuando a guardare la bambina, accerchiata da tutti i suoi “ammiratori”.
-È una cosa bella, quella che hai fatto…- dice dolcemente, l’uomo.
-A volte ho paura di non esserne all’altezza!- ammette lui.
-Beh sai… Le prime volte non si è mai bravi!- dice sorridendo.
-Prima ho detto una frase che mi ha fatto paralizzare…-
-Cioè?-
-"Qui è dove lavora papà!”. Ti giuro… Mi sono sentito uno schifo. Cioè, non so spiegartelo…-

-Luca… Questa bambina è tua figlia! Hai firmato le carte, giusto!?- Luca annuisce -Ecco! E allora!? Lei è a tutti gli effetti Alessia Benvenuto!-
-Si ma…-
-Luca! Non ti fare venire paranoie!- esclama Alessandro lì accanto -Se quella frase ti è scappata, un motivo ci sarà! C’è sempre un motivo, Luca!- lui annuisce e sorride, ora più rilassato. Guarda l’orologio -Oh! Scappo!- esclama uscendo. La bambina inizia a divincolarsi nel passeggino e inizia a piangere, cercando Luca. Lui si avvicina e si accovaccia -No, tesoro! Non piangere! Torno presto, promesso!- ma la bambina non vuole saperne. Luca guarda per l’ennesima volta l’orologio -Piccola, si sta facendo tardi! Poi mi licenziano!- dice sorridendo. La bimba continua a piangere. Elena si avvicina -Ma che fai piangi!? No! Non devi piangere! Una così bella bimba deve solo ridere! Vieni qui con zia Elena!- dice staccandole le cinture e prendendola in braccio. La bambina si tranquillizza, anche perché Alessandro inizia a giocarci. Luca sorride -Oh!- esclama richiamandoli -Siete fantastici! Vi voglio bene!- dice scappando.


La discussione con la procuratrice, e il maggiore Patrizi, è durata più di due ore. Sta per uscire dalla sala, quando il maggiore Patrizi lo blocca -Volevo fargli gli auguri, Benvenuto!- esclama -Ho saputo che è diventato papà! Che gli hanno affidato una bambina…- Luca sorride -Si! È vero!-
-Auguri anche da parte mia!- esclama la procuratrice.
-Vi ringrazio! Adesso scappo! Non vorrei avesse demolito l’intero Decimo!- esclama uscendo. Sale in auto raggiungendo in fretta il commissariato. Entra trafelato e incrocia Elena -Alessia?- chiede.
-Tranquillo! È nell’ufficio di Vittoria e Ingargiola, che dorme beatamente! Si è stancata tantissimo, giocando!- dice sorridente.
-Ha creato problemi?-
-Un angelo del genere non può creare problemi!- esclama Alessandro arrivando alle sue spalle -Ci sono novità sul caso!-
-Ok, andiamo nel mio ufficio!- fa per andare ma decide di deviare strada e andare da Alessia. La guarda intenerito mentre dorme e con un dito le sfiora una guancia. Un piccolo movimento con il ciuccio, fa sorridere involontariamente Luca.
Vittoria e Giuseppe lo guardano, visibilmente emozionati. Luca li ringrazia e scappa in ufficio con Alessandro.
Iniziano a parlare e poi Luca si dedica a delle pratiche. Tra un caso e l’altro si fa mezzogiorno e Luca sente un pianto. Si precipita da Alessia, in braccio a Vittoria, che appena lo vede gli tende le braccia. Luca la prende e lei lo stringe forte, mettendogli le braccia al collo, placando il suo pianto.
-Credo che tu gli sia mancato!- esclama Vittoria. Luca sorride e stampa un tenero bacio sulla testa della piccola.
-Si, soprattutto perché è l’ora della pappa! Vero, piccola!?- dice prendendo la borsa ed estraendo lo scalda-latte e accendendolo. Dopo qualche minuto, il biberon è pronto e Luca lo mostra alla piccola che tende le mani. La fa sdraiare comodamente, dopo averle messo il bavaglino. E mentre con un braccio sorregge lei, con l’altra tiene il biberon.
Quasi tutto il Decimo si ferma. Raffaele si avvicina e si appoggia al muro continuando a guardarlo. Alessandro si avvicina e sorride.

-Guardalo!- esclama Raffaele -È perso di lei!- esclama.
-Ci siamo innamorati un po’ tutti di questa piccolina!- dice Alessandro.
La giornata si conclude in fretta. La piccola Alessia ha voluto rimanere con Luca, mentre lui spiegava la situazione del caso agli altri. Mentre Luca spiega la situazione, lei si sporge in avanti afferrando un pennarello dalla scrivania e osservandolo minuziosamente, come fanno tutti i bambini. Luca sorride e continua a parlare.
-Attento, Luca!- esclama Elena. L’uomo fa in tempo a fermare la piccola, che stava per disegnare sulla sua camicia.
-Grazie Elena!- esclama Luca togliendo il pennarello ad Alessia, la quale si mette a piangere.
-Raffa, mi passi il giochino che è nella borsa, per favore?- chiede. Raffaele si avvicina e lo porge alla bambina -Ecco, piccolina!- dice muovendo il giochino che emette un suono di campanellini. La piccola lo prende ed inizia a giocarci.
-Ma di solito i bambini riescono a tenere gli oggetti già a 5 mesi?- chiede Alessandro.
-Si, ho letto che iniziano già a 4 mesi! E poi… Alessia tra una settimana fa 6 mesi…- dice. In quel momento entra Vittoria -Scusate, ma ho portato questa a Luca!- esclama porgendogli un marsupio “porta-bebé”. Luca le stampa un bacio -Sei un tesoro, Vittò!- esclama, appoggiando la bambina e facendola accomodare nel marsupio. Vittoria lo aiuta a sistemarsi e quando finalmente ci riesce, continua la spiegazione. Alla fine di tutto, Luca si siede e inizia a fare le moine alla piccola.

-Non te se riconosce più!- esclama Raffaele.
-Beh, ci abitueremo!- dice Alessandro uscendo insieme a lui. Elena rimane -Hai bisogno di qualcosa?-
-Si… di un letto!- esclama esausto. Elena ride -Vuoi che tenga per un paio di ore la bambina e vai a riposare?- chiede.
-No, no, grazie! Voglio essere il più possibile presente per Alessia!- esclama accarezzandole i capelli ricci. Elena sorride ed esce dall’ufficio. Qualche minuto dopo, Luca è costretto a cambiarle il pannolino, andando nello spogliatoio.
-Wow!- esclama Alessandro -Guarda qui!- esclama facendolo voltare e facendogli la foto.
-Ma smettila!- esclama ridendo. Dopo averla pulita e averle messo il nuovo pannolino, Luca si china su di lei e fa “nasino-nasino”, facendo ridere la piccola. La prende in braccio -Eccola! Bella e profumata!- esclama schioccandole un bacio sulla guancia.


Quando viene sera, Luca esce dal suo ufficio. La bambina è ancora sveglia e gioca tranquillamente con lui.
-Che fai, Luca? Vai a casa?- chiede Ugo.
-Si! Tra poco è ora della pappa!- esclama Luca indicando Alessia.
Chiude il passeggino e se ne va, dopo che tutti hanno salutato la piccola. Mette il passeggino nel cofano e toglie il marsupio, sistemando Alessia nel seggiolino.
Arriva a casa esausto, prepara il biberon ad Alessia e poi si prepara qualcosa lui. Alessia, nel seggiolone, inizia a strofinarsi gli occhi. È già tardi e Luca mette il pigiama alla piccola, sdraiandola nella culla.
Torna a ripulire casa e sta per andare a letto, ma qualcuno suona alla porta. Luca guarda l’ora. Va ad aprire.
-Ciao!- esclama entusiasta Anna, buttandogli le braccia al collo. Luca la stringe felice e sorpreso -Anna!-
-Si, scusa l’orario, ma l’aereo ha portato un po’ di ritardo e sono arrivata poco fa!-
-Ma figurati!- dice facendola entrare.
-Sei sola?- chiede.
-Si! Ludovico è rimasto con Carlo…- poi si volta verso di lui -Ti devo dire una cosa!- esclama entusiasta -Però prima, dimmela tu!-
-Ah ehm… Forse è meglio che mi dici la tua, prima!- esclama Luca -Non vorrei che dopo ti prendesse un colpo…-
-Inizio a preoccuparmi!-

-Tranquilla! Vai, dimmi…-
-Mi sposo!- esclama, quasi urlando. Luca le tappa la bocca con la mano -Shh! Meno entusiasmo, per favore!- lei lo guarda allibita -Perché, scusa?-
-Perché i vicini dormono! E per ora hanno la nipote da loro!-
-Ah!- Luca sorride e l’abbraccia -Sono molto felice per questa notizia!- dice sollevandola da terra. Si staccano e Luca le da un bacio stampo -Ora tocca a me…- e torna serio.
-Non aspettavo altro…-
-Ti ricordi Luciano?- chiede.
-L’amico tuo d’infanzia!?-
-Esattamente!- si ferma -È morto in un incidente stradale…-
-Oddio! Quando?-
-Quattro giorni fa!-
-Oh mio Dio! Ma perché non me lo hai detto!?-
-Mi ha lasciato un’eredità!- esclama.
-Un’eredità!?- dice sorpresa. Poi sorride -Tipo!? Una villa!? Soldi!?- Luca scuote la testa -No! Mi ha lasciato qualcosa di molto più prezioso. Di un valore inestimabile!- esclama. Lei lo guarda confusa. Luca la prende per mano e la conduce fino in camera. Si avvicinano la culla e Anna si porta le mani sulla bocca, come per soffocare un gemito strozzato, nella sua gola.
-Lei è la mia eredità! Si chiama Alessia e ha 5 mesi, quasi 6!- esclama orgoglioso. Anna lo guarda ed è costretta a reggersi a lui che, riportandola in salotto, spiega tutto per bene.


L’indomani si risveglia e va subito a controllare nella culla. Alessia ancora dorme. Controlla nella stanza di Anna che ancora dorme. Era stanchissima la sera prima, dopo il viaggio.
Va in cucina a preparare la colazione ad entrambi. Poi prepara il latte per la piccola che, quasi come se avesse un allarme incorporato, si sveglia. Luca corre da lei, prima che possa svegliare Anna e la porta a fare colazione.
Si siede comodamente sulla sedia e sorregge il biberon alla piccola. Pochi minuti dopo, Anna arriva in cucina e si ferma intenerita davanti a quella scena. Si appoggia allo stipite della porta e continua a guardarli, quasi emozionata.
-L’ho sempre detto che saresti stato un padre perfetto!- esclama. Luca sorride e si ferma ad osservare la piccola, che respira profondamente, continuando a bere.
-Ancora mi è difficile crederci! Cioè… Sei padre!- dice Anna sedendosi -Capisco perché non mi hai voluto dire nulla al telefono! Avrei rischiato un infarto!-
Finiscono tutto in fretta e mentre Luca sistema la cucina, Anna prepara Alessia, pronta per un’altra nuova giornata al Decimo.

Poche settimane dopo il matrimonio, Anna e Carlo si trasferiscono a Bologna, dove lui riceve una prestigiosa offerta di lavoro. Da quel giorno, Luca e Anna riuscivano a sentirsi solo tramite qualche chiamata, e alle volte non c’era neanche il tempo a disposizione. Il loro rapporto ben presto si “spezza” e a parte qualche messaggio, non vanno oltre.
La vita è così. Ti prende sempre tutto il tempo e finisce per prenderti parte della tua vita. Ogni volta che Luca e Anna cercavano di organizzarsi, qualcosa andava storto. E il destino, alla fine, decide di separarli definitivamente.
~Fine flashback

Da quel giorno erano passati quasi due anni.
Luca con un cucchiaino da la pappa alla piccola, che s’imbratta tutta. Riceve una chiamata improvvisa -Pronto!?-
-Sono Alessandro!-
-Ohi, Ale!-
-Che dici, ci vediamo oggi pomeriggio?- chiede.
-Si, ok!-
-Bene! Facciamo al parco, così portiamo Alessia e Laura! Alle 16!- esclama.
-Si, ok! A dopo!- dice chiudendo la chiamata.

Nel pomeriggio si prepara accuratamente insieme alla piccola ed escono, andando al parco. Luca tiene la piccola per mano e cerca una panchina per sedersi. Improvvisamente gli si ferma il cuore. Davanti a lui, Anna insieme a Ludovico. Lei si gira nello stesso istante, provando la stessa sensazione.
-Anna!-
-Luca!- esclamano insieme. Sorridono. E continuano a fissarsi. Lei ha i capelli sciolti, una maglietta colorata e un jeans a sigaretta nero, con sotto un paio di stivaletti. Un cappotto grigio la copre dalla leggera brezza. La primavera era vicina.
Luca invece indossava una camicia grigia e un pantalone nero, con sopra un cappotto lungo fin sotto al ginocchio, nero.
-Non sei cambiata! Ti ritrovo in splendida forma!- esclama.
-Grazie! Anche tu, sei sempre lo stesso! Anzi… Ti vedo più…- si ferma e sorride -Padre!- dice facendolo ridere.
-Senti, ti va qualcosa al bar?- chiede Luca. Anna annuisce e iniziano a camminare vicini. Luca saluta Ludovico come si deve e la stessa cosa fa Anna con Alessia.
Si siedono al tavolinetto del bar, e prendono le ordinazioni.
-Papà! Io voio quetta!- dice Alessia con la vocina tenera che fanno i bambini. Anna sorride.
Luca prende un pezzo di brioches e gliela da.
-Fa strano sentirti chiamare papà…- confessa Anna.
-Già! Fa strano anche a me, alle volte!-

~Flashback

Luca è in salotto e sta sistemando delle cose. Alessia e nel seggiolino, sul divano.
Indaffarato, raccoglie alcuni giochi e ogni tanto controlla la piccola, di ormai 9 mesi. Sorride e le scompiglia i capelli.
Mentre raccoglie le ultime cose, e sta per andare di là, Alessia inizia a brontolare qualcosa. Luca si avvicina
-Pa-pà- dice la piccola continuando a giocare. Luca si paralizza -Cosa… Cosa hai detto!?- dice andandole vicino.
-Amore mio, ripeti…-
-Pa-pà- dice la bambina scrutando un giocattolo. Luca la prende in braccio emozionato, e la stringe forte per poi schioccarle un bacio sulla guancia -Oddio!- cerca di trattenere le lacrime -Piccola mia, dirai altre migliaia di parole, ma mai sarà bella come questa che hai appena detto!- la bimba continua a guardarlo e sorride appoggiando la testolina alla sua guancia.
~Fine flashback

-Quando sei tornata a Roma?- chiede Luca.
-Ieri sera!- esclama -Carlo è rimasto a Bologna, ma io avevo nostalgia di Roma!- esclama.
-Potevi chiamarmi…- dice Luca. Poi sorride -No… Scusa, hai ragione! Sono cambiate tante cose…-
-Luca, cambia tutto!-
-Si, ma credevo che noi non saremo mai cambiati!- ammette. Anna lo guarda per poi abbassare lo sguardo -Non tutto dura in eterno. Ci ho sperato anch’io, ma adesso…-
Fortunatamente i piccoli attirano la loro attenzione, deviando quel discorso e alleggerendo l’atmosfera.
Come sempre, arriva il momento di separarsi. Dopo aver ricevuto entrambi il messaggio di Alessandro ed Elena, che chiedevano se la sorpresa era piaciuta, i due escono dal bar, in silenzio. Si fermano improvvisamente.
-Beh, è stato un piacere rivederti!- esclama Luca dolcemente dando un bacio al piccolo Ludovico.
-Anche per me!- esclama lei. Si avvicinano e si abbracciano, come non facevano da tempo.
E mentre Luca la guarda andare via, sa che il destino li dividerà di nuovo…


Epilogo.
Sono passati 15 anni. Sembra buffo come il tempo passi. Quasi senza accorgertene. Improvvisamente ti ritrovi con qualche ruga in più, e altri problemi da gestire.
Come per Luca, che ora ha 48 anni. E per Anna che ne ha 44.

Le loro strade si erano divise definitivamente, dopo che Anna era partita in un posto sperduto a causa del lavoro di Carlo. Non si erano più sentiti. All’inizio qualche chiamata, poi dopo la sua partenza non aveva avuto più notizie.
-Papà! Mi firmi il permesso per la gita?- chiede una ragazza di 17 anni. Alessia.
Si, quella splendida bambina che aveva stregato il Decimo, ora era quasi una donna. Luca legge l’avviso -A Londra!? E per quanto starai via?- chiede sorpreso.
-Ma papo, te l’avevo detto l’altra sera!- esclama Alessia.
-Si, scusa tesoro! Sarà l’età che avanza!- dice Luca firmando.
-Ma che dici! Sei il papà più fi*o del mondo!- dice buttandogli le braccia al collo e scioccandogli un bacio -Vado a prendere Laura!-
-Fai piano con il motorino! E metti il casco!-

-Agli ordini, commissario!- dice sbattendo il portone e scendendo rapidamente le scale.
Sapeva che Luca non era il suo vero padre. Aveva letto la lettera, aveva parlato con lui. Era stato un po’ difficile abituarsi all’idea, ma alla fine, in un momento di riflessione, aveva chiamato Luca e aveva concluso tutta la storia con un “Ti voglio bene, papà”.
Due giorni dopo, Alessia è pronta per partire. Luca l’accompagna davanti a scuola e dopo le solite raccomandazioni decide di lasciarla andare -Mi raccomando, eh!-
-Si, papà!- dice, sbuffando. Luca sorride e l’abbraccia -Mi mancherai!- dice dolcemente. La ragazza lo stringe -Anche tu!- poi sta per andare ma si gira a guardare il padre e gli manda un bacio che lui ricambia, allontanandosi.


Appena arrivata a Londra, le professoresse portano i ragazzi nel college che li ospiterà. Alessia trascina la sua valigia e si ferma davanti alla porta. Dalla porta di fronte esce un ragazzo. Capelli neri e occhi chiari. Sorride ad Alessia e prende un pacco -Ciao! Sei anche tu con la scuola?- chiede. Alessia annuisce -Si!- il ragazzo prende il pacco, abbastanza pesante -Questi sono alcuni miei progetti, mi tocca portarli dietro!- esclama. Alessia sorride -Ehm, questa è la mia valigia, pesante quanto ai tuoi progetti! Mi sono portata da casa un intero guardaroba!- dice sorridente. Il ragazzo ride e posa il pacco all’entrata della stanza -Tipico di voi ragazze!- esclama, mentre Giulia fa spallucce. Il tipo si avvicina e le porge la mano -Comunque piacere! Mi chiamo Ludovico!- esclama sorridente.
-Piacere mio! Alessia!-
-Senti, ti va di andare a prendere qualcosa al bar, qui sotto?- chiede. Alessia annuisce -Il tempo di posare la valigia!-
-Si!- dice aspettandola. Quando lei esce, si incamminano cominciando a parlare.
Qualche giorno dopo, in Italia, Luca si ritrova all’ufficio postale -Salve! Devo mandare questo pacco a mia figlia! Si trova a Londra…- dice porgendo un fogliettino con l’indirizzo.
-Si, mi dica il numero della stanza!- esclama.
-Si! Allora…- guarda sul cellulare -Stanza numero 219!- esclama sorridendo. La stessa stanza che aveva lui, quando era andato a Londra.
-Stanza numero 220!- esclama una voce conosciuta, in qualche fila più in là. Luca si gira e schiude la bocca per lo stupore -Tu!?- dice guardandola attentamente. Lei si gira -Tu!?- ripete incredula.
-Oddio! Non ci credo! Quanti… Quanti anni sono passati?- chiede avvicinandosi.
-Sono passati 15 anni!- dice fermandosi di fronte a lui.

-Ti trovo sempre bellissima…- dice lui -E non hai poi tante rughe, come temevi!- dice facendola ridere.
-Grazie! Anche tu ti mantieni bene!- Luca annuisce e cala un silenzio imbarazzante.
-Scusi!?- Luca si gira -Mi dica!-
-Ecco a lei! Il pacco è stato spedito!- prende un foglio, dove fa caso, nuovamente, al numero della stanza.
-Anche tua figlia al college di Londra?- chiede Anna sorpresa.
-Si! Nella stessa stanza di quando andavamo noi!- esclama sorridendo. Anna sbatte le palpebre un paio di volte, come stordita.
-Che c’è?- chiede Luca, preoccupato.
-Anche… Anche Ludovico… ha lo stesso numero di stanza che avevo io…- dice guardandolo negli occhi. Luca la fissa, ancora più sorpresa, e poi ride -È buffo il destino! È come essere tornati indietro nel tempo…-
-Si…- dice lei sorridendo.
-Beh… Come stai?- chiede lui interrompendo nuovamente il silenzio imbarazzante.
-Bene, grazie! E tu?-
-Bene! Carlo?-

-Anche lui tutto bene! Ci siamo trasferiti nuovamente a Roma, da un paio di mesi…-
-Mi fa piacere!- dice sincero.
-Sono felice di averti rivisto…- dice tornando seria. Luca annuisce.
-Mi sei mancata. Mi sono chiesto quasi ogni giorno che fine avessi fatto. Come stavi. Che cosa era successo. Non ho avuto più tue notizie. È stata una realtà amare e cruda, difficile da accettare…- ammette.
-Anche tu mi sei mancato! Ho cercato di farti avere mie notizie, ma inevitabilmente, con le mie scelte di vita, non ce l’ho fatta…-
-Ti va di andare a prendere qualcosa?- chiede Luca.
-Si! Mi va proprio una cioccolata calda!-
Escono dall’ufficio postale e si incamminano sedendosi nel primo bar, vicino.
-Beh, che mi racconti? Che cosa è successo in questi 15 anni?- chiede Luca.
-Ho avuto una bambina!- esclama. Luca rimane sorpreso -Wow! Cavolo!-
-Già. L’ha battezzata Elena, quando è venuta a farmi visita a Bologna. È stata dura decidere cosa fare con te. Mi sembrava da… non so cosa, chiamarti e dirti di battezzare mia figlia. Non sapevi neanche della sua esistenza…- Luca annuisce tristemente -Beh, quanto ha adesso?- chiede curioso.
-8 anni!- esclama felice -L’ho chiamata Lucia. Così mi bastava togliere la “i” e pensare a te. Io ho sofferto tanto per la nostra separazione!- ammette con le lacrime agli occhi. Luca si avvicina e le prende il viso tra le mani, asciugandole le lacrime -Ce la facciamo una promessa!? Però dobbiamo mantenerla!- dice Luca guardando dritta negli occhi. Lei annuisce.
-Promettiamo di non separarci più! Anche se saremo dall’altra parte del mondo!- esclama. Anna sorride e gli prende le mani tra le sue -Si, te lo prometto! E tu?-
-Te lo prometto anch’io!- dice per poi scambiarsi un lungo abbraccio. Un abbraccio che era mancato, da 15 anni, ad entrambi.

Il tempo passa ancora, ma stavolta le cose erano cambiate. Entrambi avevano mantenuto la promessa. Si sentivano spesso al telefono. Si incontravano di tanto in tanto. Ora lui aveva 54 anni. E lei 50.
Luca è seduto sul suo divano e prende il telefono componendo un numero.
-Pronto!?-
-Mi scusi, la disturbo?- chiede scherzando Luca. Anna, dall’altro lato del telefono ride -Non disturbi mai!-
-Ti va se ci vediamo? Come i vecchi tempi…-
-Si… Tanto ora che diventiamo consuoceri, ci vedremo più spesso!-
-Già!- pausa -Ma ci pensi? I nostri figli si stanno sposando…-
-È tutto nelle mani del destino…-
-Gioca strani scherzi, lui…- dice Luca sorridente.
-Ci vediamo al nostro bar?- chiede dolcemente lei.
-Si, ci vediamo lì!-
Nel giro di mezz’ora, si ritrovano seduti al bar, aspettando altre due persone che non tardano ad arrivare. Alessandro ed Elena. Lei, stessa età di Anna, qualche ruga in più, sempre in perfetta forma, anche dopo aver avuto due bambini. Laura, migliore amica di Alessia, e Federico di 16 anni. E lui, 59 anni, anche lui con qualche ruga in più. Il più vecchio del gruppo, ma sempre il solito burlone.
Si avvicinano, abbracciati e si siedono sugli sgabelli, accanto a loro. Ordinano tutti e quattro un bicchiere di whisky e alzano i bicchieri in aria -In onore dei vecchi tempi! Perché abbiamo capito che il tempo passa e porta via tutto, ma noi sappiamo che la nostra amicizia non finirà mai!- esclama Luca. Annuiscono tutti e il tintinnio dei bicchieri fa tintinnare anche le lacrime di qualcuno.
-Perché il destino ha giocato con le nostre vite, e solo oggi possiamo dire di aver vinto…- dice Alessandro in conclusione. Luca si gira verso Anna, e lei fa lo stesso. Si sorridono. Lei mette una mano sotto il mento di Luca, sorreggendo la testa e si stampano un bacio sulle labbra, come erano solito fare quando erano insieme. E dall’altro lato, anche Elena e Alessandro si scambiarono un dolce bacio.
È vero. La vita era trascorsa tra problemi, separazioni, ritorni, e tanto altro. E ora li aveva ricondotti allo stesso punto di prima. Di nuovo amici. Come i vecchi tempi. Si erano ritrovati e non si sarebbero più divisi.


-Ma dai!- esclama Anna dando una spinta amichevole a Luca. Erano usciti dal locale e avevano deciso di fare una passeggiata, mentre Elena e Alessandro hanno preferito tornare a casa per aspettare Federico.
-Ma guarda che è vero! Ho ancora le chiavi! Alessia me le ha lasciate, anche se adesso è casa sua e del suo futuro marito, nonché tuo figlio!- dice sorridente.
Si fermano davanti una casa. La loro casa. Anzi, la loro vecchia casa. Quella che gli aveva ospitati subito dopo il diploma. Anna si lascia scappare qualche lacrima.
-Alessia mi ha detto che non cambierà niente. Lascerà tutto al suo posto-
-Si, me lo ha detto anche Federico!- dice con la voce strozzata. Luca si gira e sorride -Passa il tempo ma tu rimani la solita piagnona!-  dice avvicinandosi e abbracciandola. Entrano di nuovo, dopo anni, dentro la “loro” casa. Entrano e guardano tutto. In perfetto ordine. Anna si ferma a guardare un quadro in particolare. Luca si avvicina e la stringe da dietro -Le nostre iniziali, incorniciate! Le abbiamo appese quando siamo arrivati dentro questa casa…- poi guarda il quadro più sotto -E le iniziali dei nostri figli…-
-Non cambiano molto… “L e A”!- esclama Anna emozionata.
-Sempre colpa del destino!-
-Beh, ha fatto un buon lavoro!- dice Anna dolcemente, sfiorando le loro iniziali -Luca e Anna. Ludovico e Alessia- sorride. Luca le schiocca un bacio sulla guancia -Anime gemelle- dice dolcemente lui. Lei sorride e annuisce -Si. Io e te anime gemelle- lui sorride e torna a guardare il quadretto insieme a lei -Tu ed io… Sempre-.


Fine.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Distretto di polizia / Vai alla pagina dell'autore: Katia R