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Autore: elyxyz    25/01/2004    5 recensioni
Un capodanno e un compleanno speciali per Kaede Rukawa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Happy birthday

Happy birthday

-And happy new year-

 

by Elyxyz

 

Al mio ‘Mona’

               che ha reso indimenticabile questo Capodanno…

 

POV di Rukawa

Suono il campanello di casa Mitsui, mentre il gelo mi pizzica le guance…. Fa un freddo cane, stasera. E mi scappa uno starnuto.

Se mi ammalo, come cavolo lo vinciamo il campionato invernale?!

Il nostro vicecapitano, sorridendo, mi accoglie: “E’ arrivato Rukawa!” informa gli altri.

“Nh.” confermo io, fermandomi nell’atrio.

“Mi dai la tua giacca, per favore? L’appendo nell’attaccapanni di là…” spiega il senpai, e mi aiuta a sfilarla.

Non so perché, ma di solito il mio istinto mi fa reagire male, di fronte a queste gentilezze, a cui non sono abituato.

Invece stasera lo ringrazio per la sua premura. Non so se mi ha sentito, ma va bene così.

Il padrone di casa viene ad accogliermi: “Ecco la nostra matricola d’oro, che ci onora della sua presenza!!!” una sottile ironia si mescola al suo sorriso sincero...

Ma stasera non me la prendo.

Una voce fin troppo familiare, invece, strepita di là: “Ehi, Mitchy!!! Ma sei cieco, o cosa?! Io sono arrivato mezz’ora fa!!!”

“Do’aho” non posso fare a meno di sbuffare.

Non cambierai mai…

 

Mitsui, alzando le spalle rassegnato, mi dice di seguirlo, e mi conduce per un lungo corridoio.

Se la mia villetta è considerata moderatamente grande, questa casa è gigante! Annota il mio cervello.

Sapevo che i genitori del senpai erano molto ricchi… la sua famiglia, si dice, discenda da quelle tra le più nobili e antiche del Giappone, e che esistano addirittura legami con la stirpe imperiale…

Ma Mitsui non ha la puzza sotto al naso e, tutto sommato, è pure simpatico…. Di sicuro è un gran rivale… non al mio livello, ovviamente, ma le sfide con lui sono sempre stimolanti….

Arrivato nel salotto, in cui anche pranzeremo, non posso fare a meno di registrare l’incredibile tavolata imbandita all’inverosimile.

“Ayachan ha superato se stessa, vero?!” mi informa accostandosi Miyagi, palesemente orgoglioso.

“Nh... Già.” Asserisco io.

La manager mi sorride, un po’ imbarazzata: “Non ho mica fatto tutto da sola!… Anche Haruko mi ha aiutata!!!”

Ah. La babb... la sorella del capitano… cos’ha fatto, lei? Ha sbucciato le banane?? Vorrei chiederglielo, ma poi so che farei un casino…

I presenti mi salutano in coro. Tranne, ovviamente, la baka saru, intenta a ingurgitare quanti più manicaretti possibili…. Pozzo senza fondo…

Annegherei, se ci cadessi dentro?

 

Un brivido scende lungo la mia schiena.

Sento le guance scaldarsi a questo pensiero... Che cazzo di domande mi faccio?! Forse mi sto ammalando. Nh…già. Senti che caldo, qua dentro… e come faccio con il campionato invernale?!

Meglio pensare ad altro….

La voce della Akagi richiama la nostra attenzione, per avvisare che la cena è pronta, ed è ora di sedersi.

Ma un’esclamazione di Ayako ci spiazza tutti: “No! Fermi!!! Aaaaaalt!!! Prima questo!” E sorride complice al nostro playmaker… Da non so dove, se ne esce un ciuffo strano di rami verde scuro.

E il nostro ‘Tensai’ pone la fatidica domanda: “Che roba è?!”

Ayako lo sventaglia un paio di volte, rimbrottando un: “Ignorantone che non sei altro! E’ vischio!!!”

“Si mangia?!” Prosegue l’incauto Do’aho.

Se non fosse troppo scioccante per tutti, riderei…

Ayako alza gli occhi esasperata, poi nel suo tono più paziente, spiega: “La tradizione occidentale vuole che, se due persone si trovano contemporaneamente sotto al vischio, si scambino un bacio di buon auspicio per il nuovo anno.” E, senza tante cerimonie, lo appende all’arcata d’entrata della sala.

 “Ayachan… la inauguriamo noi, quest’usanza?” pigola speranzoso Miyagi…. E lei sbuffa, tanto per tenerlo sulle spine un po’... e poi lo bacia con dolcezza.

Probabilmente, tutte le altre coppie qua dentro stanno pensando di imitarli…

Sakuragi mastica qualcosa sulle ingiustizie della vita e sulla fortuna sfacciata di certi nanerottoli…. mah.

La cena prende il via, in un susseguirsi di portate riccamente elaborate… persino il mio scarso appetito cerca di rendere loro giustizia… sashimi, tenpura, o-nigiri, ramen, soba, involtini di maiale con verdure, melanzane in salsa di soia, obanyaki e diverse tsukemono di contorno, del buon sushi e senbei…. Il tutto innaffiato con dell’ottimo sakè e bevande varie, più o meno alcoliche.

Tutti chiacchierano animatamente tra loro, passandosi i diversi piatti e, non so perché, ma mi ritrovo ipnotizzato in questo frangente allegro. che sa si amicizia. di casa.

Per me che vivo da solo per 350 giorni l’anno, cose come questa sono novità che scombussolano un po’...

Mitsui e Kogure parlottano con Miyagi e la nostra manager, mentre il Do’aho tiene banco con le sue sbruffonate, intrattenendo Akagi, Mito, Haruko e le sue amiche... Come diavolo si chiamano?! Macchissenefrega!

Finiamo di cenare molto tardi, e senza quasi accorgercene, arriva la mezzanotte.

I ragazzi litigano su chi abbia realmente l’ora esatta per il count-down… che stronzate!

Mi siedo sul divano più in disparte, quello davanti al camino scoppiettante… la musica in sala è piacevole, ritmata, ma non eccessivamente… anima l’ambiente in modo discreto... sto per appisolarmi, lo sento…

“Toh. Volpe narcolettica!” spalanco di colpo gli occhi, sorpreso.

La scimmia rossa mi sta porgendo un bicchiere di carta, con il mio nome scritto con un tratto marker nero… beh, veramente c’è il kanji di ‘baka kitsune’…. Comunque è per me.

“Nh.” rispondo, allungando una mano per prenderlo.

In una frazione infinitesimale, le nostre dita si scontrano…. Si sfiorano.

Sakuragi dilata impercettibilmente le pupille, sorpreso.

Poi si ritrae e si dà alla fuga, borbottando qualcosa sulle stole di volpe… Lo guardo allontanarsi, rimanendo un po’ così… che cavolo è successo?!

Ayako mi strattona per farmi alzare, fra 10 secondi scoccherà la fatidica mezzanotte… speriamo che nessuno lo sappia, che nessuno se ne ricordi…

 

Stappiamo diverse bottiglie e, brindando, ci scambiamo gli auguri, sciamando per la stanza.

Beh. Veramente sono gli altri a cercare me… soprattutto quelle due oche, amiche della Akagi… che speravano di cogliermi in fallo, vicino al vischio… ma io ci sono stato ben lontano…

Il Do’aho posa il suo bicchiere su cui campeggia un gigantesco ‘Tensai’ e si avvicina nella mia direzione.

Un atto miracoloso si compie davanti ai miei occhi.

Allunga una mano e mi biascica un: “Auguri, volpaccia.”

“Buon anno, anche a te.” rispondo meccanicamente, stringendogliela….. ha qualcosa di urticante sul palmo?!

“E buon compleanno” sussurra lui, concludendo.

 

Concedetemi 30 secondi di stupore. Me li merito. Regalatemeli.

“Gra…grazie” soffio io, stordito.

 

Le altre coppie si scambiano gli auguri di rito, ma sono troppo immerso in questo lago di confusione, per registrarlo… probabilmente non sono l’unico ad aver bevuto troppo, stasera.

I ragazzi intonano l’idiotissima ‘Happy birthday’…

Ok. Sono pericolosamente sul punto di commuovermi…

Dannata Ayako e la sua linguaccia lunga! Eccola che arriva con una gigantesca torta.

Per festeggiare me. Il mio compleanno.

Nessuno mi aveva mai fatto un regalo così… così… così.

In fondo, questo branco di pecore è davvero un gruppo di amici, non solo a parole… anche se devono avere tutti qualche deficit mentale, per ricercare la compagnia di un misantropo come me…

Ayako accende le mie16 candeline e mi ricorda di esprimere un desiderio.

Non so perché, ma tutti mi guardano in silenzio, quasi con affetto.

 

Regalami qualcosa, stanotte. Qualsiasi cosa.

Basta che mi renda felice.

 

E’ il mio desiderio. E soffio.

Ognuno di noi mangia in fretta il suo dolce e poi, recuperati i cappotti, usciamo a gustarci i fuochi d’artificio, che già da un po’ si sentono scoppiettare.

In giardino fa ancora più freddo di prima, di quando sono arrivato.

Ma il cielo notturno, graffiato di mille colori, è uno spettacolo unico.

Mitsui mi passa qualcosa, che afferro senza capire.

Solo ora mi accorgo che tutti tengono in mano un bastoncino di metallo.

La fiamma di un accendino fa accendere le micce di quelle che si rivelano essere delle ‘fontane di luce’.

Ed è un po’ surreale guardare 11 idioti in cerchio che ammirano questi sfrigolanti fuocherelli, imbambolati dalla luce come dei bambini.

Forse è anche questa una piccola gioia della vita.

 

Le coppiette si appartano un po’, per scambiarsi gli auguri in modo più intimo…

Non posso fare a meno di notare lo sguardo felice del Do’aho, mentre osserva Mito e la Akagi, allontanarsi insieme, stretti stretti.

Ammetto di essere rimasto un po’ sorpreso, quando l’ho saputo… mi sarei aspettato che Sakuragi facesse un pandemonio, invece si è solo congratulato con il suo migliore amico.

 

In fondo, Do’aho, non sei tanto idiota come sembri…

 

Perdendo un po’ la cognizione del tempo, rientriamo in casa. Alcuni si siedono sui divani, altri sulle poltrone.

Io mi appoggio allo stipite della porta, dove il freddo di fuori crea un piacevole contrasto con il calore della stanza.

Mi lascio cullare un po’ da questo tepore, socchiudendo gli occhi… lento lento, scivola il buio davanti a me… Ma sul più bello, la grazia elefantina della scimmia mi spintona bruscamente, risvegliandomi di brutto.

“Do’aho!” lo rimprovero.

“Baka Kitsune! Sempre in mezzo ai piedi, stai!!!” risponde lui, avvicinandosi per aggredirmi, se servisse, non solo a parole. Io lo fronteggio, torvo.

Un gridolino estasiato ci riscuote e ci guardiamo intorno, confusi.

“Il vischio! Il vischio!!!” urla Ayako, subito seguita dal coro di fedeli pecorelle.

Io e il Do’aho solleviamo il capo contemporaneamente, fulminando ‘l’infausta verdura’ che pende sopra le nostre teste.

“Dovete baciarvi.” decreta Miyagi.

“Già!” rincarano gli altri.

“Non ci penso neppure!!!” sbraita il rossino, oltremodo convinto.

“Nh. Per una volta, concordo.” E mi allontano, sfidando chiunque a contraddirmi.

“Ma… Hana-kun! Avrai 10 anni di sfortuna, se non rispetti l’usanza…” esordisce la Akagi.

“Oh, sì! 10 anni senza uno straccio di ragazza…” rimbecca Mito, serissimo.

La scimmia impallidisce, e mi comanda: “Vieni qua, Kitsune! Anche se non ci credo… Il Tensai non può rischiare… mi sacrificherò.”

La mia parte cattiva suggerisce di fargli notare che mezza Kanagawa venderebbe l’anima, per essere al posto suo…

“Do’aho! Neanche io faccio i salti di gioia.” ribatto con sufficienza.

“Avanti, volpaccia! Veloce e indolore, intesi?!”

“Nh.” e annuisco.

Ma perché cazzo devo sprecare il mio primo bacio proprio con lui?! E davanti a tutti, poi!

Un silenzio irreale cala sulla stanza, malgrado i botti fuori continuino a scoppiare, e la musica nell’HI- FI non sia finita.

Mi avvicino a lui, che rimane impalato a fissarmi, indeciso su cosa e come fare.

Lo prendo per i fianchi e me lo tiro contro.

 

E tu, preso alla sprovvista, ti inclini verso di me.

Le nostre labbra si sfiorano appena.

Un pensiero sfreccia nella mia mente.

Visto che è un dovere… mettiamoci almeno un po’ di piacere…

 

La mia lingua lambisce la fessura tra le sue labbra.

Se non avessi gli occhi chiusi, potrei vedere i suoi sgranarsi dalla sorpresa...

 

Avanti, Do’aho… o adesso, o mai più.

Sento le tue mani muoversi tra i miei capelli, in una carezza ipnotica, e la tua lingua accarezzare timida la mia.

Non me ne frega un cazzo, se è colpa o merito di un miracolo, della superstizione, e di chissà chi…

Kami! Mi stai baciando…

Fermate il tempo, in questo momento, vi prego…

 

Un imperativo interiore mi ordina di guardarti e due tazze di cioccolato fondente mi scaldano dentro lo stomaco, l’anima, la mente.

Un’ultima lappata e l’incanto si rompe.

Magia di un battito di ciglia.

                             O di un frammento d’eternità.

 

Il tempo riprende a scorrere, e ci stacchiamo, imbarazzati e confusi.

Uno scroscio d’applausi e fischi satura l’aria, divenuta irrespirabile.

Cerco di rivestire la mia faccia di bronzo, ma i sorrisetti compiaciuti di tutti rendono ardua questa finzione.

Il Do’aho è color aragosta e si guarda intorno, smarrito.

“Rukawaaaaaa!!! L’hai compromesso!”- urla, canzonatorio, Mito- “Adesso te lo devi sposare!!!” e tutti annuiscono a quest’ultima stronzata.

Ok. Correggo la mia opinione su di loro.

Non sono degli amici. Sono dei bastardi D.O.C.

“Eh, sì!”-riprende Mitsui- “Adesso puoi prenderlo in braccio e condurlo verso l’altare!!!” e tutti approvano… persino Akagi, che sorride benevolo, annuendo.

Ma quanto hanno bevuto?!

Sakuragi ci osserva stordito. Come se non avesse capito che il discorso riguarda pure lui.

Ok. Prima li accontentiamo, prima smettono di rompere.

“Do’aho, vieni qua.” gli ordino spiccio io, stavolta.

Scuote la testa, testardo, ma non proferisce parola.

E così mi accosto a lui.

Lo vedo irrigidirsi spaventato, come fosse un coniglietto braccato dalla volpe affamata….

“Fai come dico io…” gli sussurro.

“Perché?! Non voglio farlo…”

“Eccheccazzo, Do’aho! Per una volta, stai al gioco!”

Mi fissa confuso e indeciso.

E io ne approfitto per infilargli una mano sotto le ginocchia, l’altra sulla schiena, e con una spinta di reni, me lo ritrovo in braccio.

Per l’ennesima volta in questa serata, sono riuscito a stupirlo.

Lui accosta il suo viso al mio, e mi sibila: “Kitsuneeee.. cerchi rogne?!”

“No. Coccole.” soffio io, più a me stesso, che a lui.

Non ho la certezza che mi abbia sentito, perché due flash in successione ci accecano, stordendoci.

 

“E’ un peccato gravissimo non immortalare per i posteri le nostre due matricoline…” sghignazza Mitsui.

Se le fa circolare a scuola, giuro che Kogure resterà vedovo in breve tempo...

Sakuragi ritorna con i piedi per terra, e per 30 secondi mi sorge il dubbio che mi siano spuntate tre ernie al disco, vista la sua leggiadria.

Il Do’aho va a sedersi il più lontano possibile da me, mettendo quanto più spazio ottenibile tra noi... e non so perché, ma la cosa mi ferisce un po’.

Un sottile dolore si insinua in un anfratto sconosciuto dentro me... poco dopo, senza preavviso, la luce centrale viene sostituita dalle abat-jours colorate, per creare un clima più rilassato, e qualcuno inizia ballare.

Mi accoccolo sul famoso divano più lontano, quello nell’angolo davanti al camino, che dà la schiena agli altri, e che ormai è una mia proprietà privata.

Ho bisogno di rilassarmi, sono successe troppe cose, stasera, e tutte troppo in fretta.

Il led luminoso dell’orologio sulla mia destra segna le 3 passate.

Il ciocco sul caminetto crepita allegro, ma la musica copre il suo sfrigolio… anche da qui, mi giunge la voce di Sakuragi che commenta al gorilla un bacio hard tra Mito e Haruko… e il ‘Tensai’ conclude che, se al posto del suo amico ci fosse stato lui, a quest’ora sarebbe già passato a miglior vita…

Sento il capitano spiegargli, non tanto delicatamente, che Mito gli andava a genio, al contrario di lui... e considerato il discorso finito, si alza per scortare fino a casa le due amiche di Haruko che stanno per andarsene, e formulano un saluto generale.

I pezzi ballabili vengono sostituiti con canzoni lente, più romantiche. Ho bisogno di prendere un po’ d’aria fresca, per decidere se tornarmene a casa, o restare qui, fino al mattino.

 

 

Non so per quanto tempo sono rimasto fuori, ma in salotto la scena di prima è cambiata sensibilmente.

Ayako e Miyagi si scambiano tenere effusioni sul divano centrale, Mito e Haruko sembrano addormentati su una poltrona, vicino alla cucina. Registro la mancanza di Mitsui e Kogure, probabilmente occupati in piacevoli passatempi... anche Sakuragi, mi sussurra subdola una vocina, non è presente.

Così mi avvicino al divanetto che, a questo punto, è di mia proprietà. Quello che dà le spalle alla sala, ed è davanti al camino. Un pezzo di legno ormai sta morendo consumandosi, lanciando gli ultimi riverberi rossastri. E solo ora, mi accorgo della presenza del Do’aho, sdraiato qui.

 

 

POV di Sakuragi

 Manca poco, ormai, all’alba. E questa è stata davvero una lunga notte! Non posso evitare di arrossire, ripensando a prima. Al bacio con la Kitsune, iniziato per gioco e poi trasformato in… in cosa?!

A lui che mi prende in braccio... a quella parola ‘coccole’ che non so se me la sono solo sognata, o se l’ha sussurrata sul serio.

Questa non è la Kitsune. No, davvero.

Oppure è così quando è ubriaca... e non so se sia un bene o un male... un bene?!

Akagi, Matsui e Fuji se ne sono andati.

Rukawa è uscito, non so nemmeno se tornerà indietro o se rincaserà, senza salutare.

Mitsui e Kogure, Ayako e Ryota, Yohei e Haruko stanno vivendo in un mondo tutto loro, in questo momento.

Mi siedo in questo divano più appartato, davanti al camino.

E’ in momenti come questi che la solitudine diventa pesante come un macigno, ed è insopportabile.

Uno scoppiettio vivace mi rallegra po’.

Pallido surrogato di una compagnia che non avrò.

Mi siedo tra i cuscini, e accarezzo distrattamente un plaid, ripiegato sul bracciolo accanto a me. Chiudo gli occhi. E mi rilasso, divaricando e distendendo le gambe, i piedi ben piantati, le ginocchia piegate, appoggiando le spalle sul tessuto morbido, facendo ricadere la testa indietro, sullo schienale, le braccia distese, la destra sul bracciolo, e l’altra -la sinistra- adagiata mollemente sul cuscino di lato, col palmo della mano all’in su.

Rilassamento totale.

E’ tutto quello che posso fare, in questo momento.

E sento il sonno accarezzarmi sensuale, invitandomi mellifluo nel suo antro oscuro.

Una leggera folata d’aria fredda attraversa la stanza, forse entrata dalla porta-finestra che dà sul giardino... o forse è solo un’impressione dei miei sensi stanchi, imbrogliati dal sonno e dall’alcol.

Registro una presenza in qualche modo familiare.

Questo profumo non si può confondere. Dopo tante risse, ti resta come impresso sulla pelle.

Anche senza aprire gli occhi, so che è lui.

Che si è seduto piano, accanto a me, per non disturbare.

 

Vuoi colpirmi a tradimento, Kitsune?!

E infatti mi colpisci, ma non come credevo io...

 

La tua mano scivola lenta sulla mia, fino a far combaciare i nostri palmi, due pezzi coincidenti di un puzzle più grande di noi.

La stringo piano, piegando lentamente le dita per imprigionarla, per proteggerla con la mia.

E anche le tue dita sfiorano le mie nocche, in un movimento quasi timoroso.

Sollevo piano la mia mano, trascinando con me la tua, e posandomela in grembo.

E con l’altra, senza quasi sapere come, inizio una lenta, dolce carezza, appena sfiorata.

Il pollice scorre ruvido sulla tua pelle, in un massaggio o in un contatto, non so bene neanch’io.

Proprio mentre mi sto chiedendo se stai già dormendo, la tua testa scivola di lato, fino a posarsi sulla mia spalla. I tuoi capelli mi sfiorano il mento, lo zigomo... e mi fanno quasi il solletico.

Ed è una cosa strana, il profumo del tuo shampoo mescolato alla resina bruciata dell’acero che esce dal focolare davanti a noi...

La mia mano, che si prende cura della tua, continua la sua danza ipnotica, mentre sento il tuo respiro farsi lento e regolare.... ti sei addormentato.

Non so se tutto questo è un sogno o un incubo, o semplicemente una pazzia, e, sinceramente, non mi va di scoprirlo tanto presto.

Non so perché, ma mi sento molto vicino ad assaporare uno stato di pace assoluta, in cui voglio crogiolarmi, fino all’ultimo istante concessomi.

Strofino le labbra sui tuoi capelli, in quello che sembra tanto bacio maldestro, ma tanto tu dormi... e domani dimenticherò tutto.

 

Ma la Kitsune si muove -giusto per contraddirmi- appena tolte le mie labbra dalla sua testa e la solleva, lentamente, verso di me.

 

I tuoi occhi fusi nei miei.

Risposta ad una domanda che non è ancora stata fatta.

 

Fuggi ora, se vuoi, mentre siamo ancora in tempo...

... oppure dimmi che non scapperai più.

 

Rukawa chiude gli occhi e riposa la testa sulla mia spalla, accoccolandosi nell’incavo del mio collo. Me lo stringo contro timidamente, abbracciandolo in modo goffo, mentre trascino il plaid su di noi, per coprire i nostri corpi.

E mentre la sua mano cerca di nuovo la mia, non mi importa di sapere se questo miracolo sta per finire, e se domani ci picchieremo di nuovo...

                                       per adesso, voglio solo vivere tutto questo.

 

 -Owari-

 

  

Disclaimers: I personaggi di Slam Dunk non mi appartengono… ma non potrei avere Ru in affitto?! *__*

Nota: Questa storia paga un grosso tributo a due fic bellissime della mia mentore N, (e anche se lei odia questo tipo di pubblicità indiretta, e probabilmente mi tirerà le orecchie, io voglio dirlo) che sono ‘Sogno di una notte in piena estate’ e ‘Your laugh’. Scherzando, lei mi ha detto: “Quando la pubblichi, ammetti che stai seguendo le orme della mitica Tensai tua maestra di Fic e di vita N ed è tutto risolto.... e che ti rammarichi pubblicamente che una grande autrice sia uscita dalle scene così presto....”

Micky... io l’ho fatto… non ti arrabbierai, vero?! ^__=

Come sempre, un grazie a: N, Naika, Hymeko, Ally e Ise.

E un pensiero a Sonia, che ha l’incredibile fortuna di poter festeggiare il compleanno lo stesso giorno di Ru…

Per commenti, consigli, critiche & complimenti, sono sempre qui: elyxyz@libero.it      

Ciao!

   
 
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