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Autore: Lost Girl    20/04/2011    1 recensioni
Ciaooo!
Avete mai pensato a un finale alternativo a quello del film? No, non quello in cui Wendy diventa grande. Quello in cui Wendy racconta tutto alla mamma e grazie a lei e a un'altra piccola donna della storia Peter e Wendy riescono a stare insieme per sempre?
No?!?! Ebbene, io si. E questo è cio che ne è venuto fuori. :3
-Non ti voglio perdere.- Gli mormorai in un orecchio, lo abbracciai e lui ricambiò l'abbraccio, affondando il suo viso sulla mia spalla.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pre-Storia.

Ricetta

Andate nella cucina della fantasia e prendete un pizzico d'immaginazione e una goccia di divetimento. Poi infornate nel forno dell' amore a 360°.
Infine aspettate la notte, rubate il papavero dal prato del vicino e guardate in cielo. La vedete? Si, proprio lì!!
Quel puntino luminoso... Esatto! Quello. E' una stella. Precisamente la Seconda Stella A Destra. 
Ora passatevi il papavero sugli occhi e chiudeteli. Se sentite che qualcosa vi sta dando fastidio o vi sta "rapendo", non preoccupatevi. Vuol dire che è il momento di contare fino a 10 e di aprire gli occhi, di tornare a casa e di leggere la storia!
Buona lettura ^.^

One-shot.
POV Wendy.

Posso tenerli con me? Chiesi rivolta ai miei. I bambini alla mia destra avevano fatto gli occhioni tipo "gatto di Shrek" e si tenevano i cappelli tra le mani, apparte Giudilì e Sudilà che in testa avevano delle piume indiane incastrate tra i capelli e non potevano certo sfilarsele, ci avrebbero messo una vita.
Io guardavo sorridente gli occhi prima della mamma, poi del papà e infine della zia. Mentre dietro di loro, sulla finestra, c'era Peter. Guardava a fondo tutti i visi dei Bimbi Sperduti come a non volerli scordare mai più e mi fece una tenerezza esageratamente grande. Faceva il finto papà e si mostrava forte e coraggioso, ma sotto sotto non voleva ammettere che i suoi "figli" dovevano crescere e diventare adulti. 
Il suo sguardo, dagli occhi verdi come praterie passò al mio volto ma io continuavo a guardare i tre adulti, che, non mi ero accorta, stavano confabulando.
Quando i miei occhi tornarono a posarsi su quelli di Peter tutto intorno sparì e mi persi nelle praterie di tristezza che dominavano quello sguardo che si era posato di nuovo sui bambini.
Di colpo attorno a me si alzarono grida e ben presto papà finì steso a terra sommerso dai Bimbi Sperduti che gli erano saltati addosso. Forse la sua risposta era stata positiva.
Sorrisi radiosa e corsi ad abbracciare la mamma che intanto chiedeva i nomi ai bambini e li abbracciava, uno per uno. Solo Piumino era rimasto solo, in un angolo, triste.
Stavo per alzarmi e andare da lui quando iniziò a parlare con zia Millicent... sarei andata volentieri da loro se non fosse stato per un puntino luminoso che andò a dare un bacio volante alla zia che esordì con un George, Mary, ho un figlio!!! Ed il bambino che l'abbracciava, quasi piangendo dalla gioia di aver ritrovato la madre.
Io ridevo di felicità, mentre pensavo alle avventure passate e riflettei... già. Dietro una gioia matura e da donna si celava la felicità di una bambina di appena tredici anni.  Grazie a Peter Pan l'avevo finalmente capito, nonostante il richiamo che il gioco aveva ancora verso di me io mi ero ostinata a dire che dovevo diventare per forza adulta, senza alcun rimedio, anche se forse...
Guardai verso il basso e vidi la sua ombra sparire, corsi verso la finestra. Ma lui già era lontano, anche se avanzava molto, molto lentamente.
Peter!!! Gridai più forte che potevo. Mia madre mi si avvicinò alle spalle. Cos'è successo, Wendy? Chiese graziosa, con la sua voce dolce come il miele. Se n'è andato via, mamma! Se n'è andato senza salutarmi!!! Mi sfogai piangendo. Mi abbracciò e io mi lasciai cadere tra le sue braccia. E ora? Sapevo benissimo che non l'avrei più rivisto. E la cosa mi faceva morire.
Chi, amore? Chiese ancora mamma. Peter, mamma. Un bambino che non cresce mai. Che mi ha fatto riscoprire i piaceri di essere bambina!!! Dissi, vomitando tutti i miei pensieri, senza lasciarne dentro neanche uno. Ma, dopotutto... lei non poteva capirmi. Era adulta. Non poteva nemmeno vederlo.
Peter!!!   Gridò, con mia folle sorpresa. Mi sciolsi dal suo abbraccio e guardai fuori dalla finestra.
PETER!!! PETER, TORNA INDIETRO, PER FAVORE!!! PETER!!! Gridammo insieme, mentre i Bimbi Sperduti e la mia famiglia ci guardavano. Poi distolsero lo sguardo, mentre i bambini vennero a gridare con noi.
Il puntino lontano ebbe un sobbalzo e per un po' rimase immobile, mentre io continuavo a gridare, insieme con gli altri, sotto lo sguardo attontito del papà e della zia.
Peter continuava a rimanere immobile, mentre Trilli ci venne incontro e ci diede un po' di polverina. Io la presi al volo e iniziai a cavalcare i venti verso il bambino immobile, che aveva iniziato a sudare.
Non ti voglio perdere. Gli mormorai in un orecchio, lo abbracciai e lui ricambiò l'abbraccio, affondando il suo viso sulla mia spalla.
Intanto mi stavano dietro i Bimbi e la mamma; Peter le fece un inchino da vero signorino per bene, la mamma sorrise amorevolmente e ricambiò l'inchino. Mi ero completamente scordata che quella "riunione" si stava svolgendo per aria. Ma sopra una nuvola, per fortuna.
I nostri occhi si stavano facendo una dolce conversazione privata. Poi da lontano Trilli usò tutta la sua polvere di fata su di noi...poi si spense del tutto. Non era rimasto nulla di lei, se non il ricordo. 
Ma cos'è successo? Chiese Macchia. Peter sorrise verso il cielo, come a dire che ora Trilli stava meglio.
Peter (in tutta risposta) si rimpicciolì, così come me e i Bambini, mentre la mamma guardava il ragazzo  con aria di complicità. Sulle nosre schiene si avvertì un formicolio e poi un paio di ali.
Trilli si è sacrificata, ora voi siete lei. Siete tante fatine e ognuno ha qualcosa di Trilli. Peter... hai il suo cuore, abbine cura. Disse la mamma. 
Ci alzammo tutti in volo, mentre Peter ricordava che "le fate non crescono mai. Ma possono vivere nel mondo degli umani."
Entrammo in casa dalla finestra e il papà ci costruì una piccola casetta degli uccelli e ci montò dentro tanti piccoli lettini e un comodino (piiiiccolo) ciascuno. Poi due piccoli bagni. Il resto l'avremmo fatto a casa. 
Intanto ci preparavamo a vivere una delle più magiche favole. La favola di Peter Pan e della sua vita perenne.

FINE

  
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