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Autore: c_underwater    24/04/2011    10 recensioni
Un'altra Sasodeiii *-*
Ok, riguardo al titolo non c'entra niente Pain inteso come personaggio, ma qui vuol dire dolore ^-^
Sono poche parole per descrivere Deidara e Sasori dopo la loro morte... sono i ricordi dell'Aka, ma il narratore principale volevo che fosse Konan...
Mi farebbe piacere anche un piccolo commento *-*
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Sasori/Deidara
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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All’inizio sembravate così diversi, che nessuno avrebbe mai sospettato di come sarebbero finite le cose.
 
- L’arte non è quegli stupidissimi sgorbi esplosivi, è eterna, rimane nel tempo, è duratura!
- Fammi il favore, burattinaio da strapazzo! L’arte è un attimo fuggente, qualcosa di fugace, una scintilla!
- Tu e quelle maledette statue… non si sentono altro che esplosioni!
- Mi devo allenare.
- Maledico il giorno in cui hai varcato quella soglia!
 
Poi pian piano avete iniziato a sopportarvi…
In fondo l’arte era la cosa che vi accomunava, e quindi vi trovavate nello stesso ambiente.
 
I mesi passavano, e avete iniziato a trascorrere tanto tempo insieme. Noi non sospettavamo di nulla, in fondo poteva essere plausibile un rapporto come il vostro.
Non da subito avevamo capito che quella che vi legava non era semplice amicizia…
 
- Dillo tu…
- No, Danna, parla tu!
Diedara e Sasori entrarono bisbigliando nella cucina dell’Akatsuki. Quando si accorsero che tutti li stavano fissando arrossirono e presero posto alla tavola.
Appena Konan finì di servire i piatti Deidara scattò:
- Sasori vi deve dire una cosa.
Il rosso spalancò gli occhi e si tinse di porpora.
- Non è vero…
Gli Akatsukiani fissavano incuriositi la scena.
- Forza, Deidara, diglielo.
- Ma cosa…
- Dai, su…
Le prime proteste si levarono dal tavolo.
Sasori lanciò un’occhiata palese al Sempai.
- Va bene, va bene… ehm, io e Sasori…
L’attenzione si rivolse tutta a Deidara, mentre Sasori fissava il piatto.
- Insomma, lui e io…
- Forza, cosa vuoi dire? – lo incoraggiò Konan.
- Noi due…
- Ora vuole dirci che stanno insieme! – sghignazzò Kisame.
Deidara arrossì di colpo.
Il sorriso si cancellò dal volto di Kisame e tutta la cucina fece silenzio.
- Bravo Kisame – alitò debolmente Sasori.
 
Avevate un rapporto bellissimo: vi accettavate, pur essendo molto diversi, e comprendevate le idee differenti che avevate della vostra arte.
 
Uno amava l’altro più di sé stesso.
Tutti e due avreste fatto qualunque cosa pur di stare insieme per sempre.
 
Sasori distese le braccia separandosi dal corpo ansante del suo compagno.
Lo osservò, fece scorrere il suo sguardo attento sulle fattezze di Deidara, ammirandone ogni singolo millimetro.
- Voglio stare con te per sempre.
Deidara lo stava fissando negli occhi.
- Dei, ne abbiamo già parlato…
- Lo so, Danna. Tu non vuoi capire…
- Capisco benissimo.
Rimasero in silenzio, a fissarsi negli occhi.
Sasori rilassò le braccia e si accostò al corpo di Deidara.
- Trasformami.
- No, Deidara.
- TRASFORMAMI!
- Smettila! Sei uno stupido…
- Io voglio stare con te per sempre!
Sasori rimase in silenzio.
- Lo so…
- Tu non vuoi stare con me?
Deidara si voltò su un fianco tirandosi il lenzuolo sulle spalle, in modo da fissare negli occhi Sasori.
- Certo, Dei. Lo voglio più di ogni altra cosa. Ma – proseguì ignorando il tentativo di interruzione di Dediara – trasformarti in marionetta non servirà.
Deidara si voltò dall’altro lato, dando le spalle nude a un Sasori mortificato.
- Deidara, lo so. Lo vogliamo tutti e due. Ma la trasformazione potrebbe essere dolorosa… farti male è l’ultima cosa che voglio.
- Evidentemente anche stare con me per sempre è l’ultima cosa che vuoi – mugugnò il Sempai rannicchiato su sé stesso.
Sasori rimase in silenzio per qualche istante, maledicendosi. Si voltò sulla schiena, lasciando scorrere libera una lacrima dall’occhio sinistro.
 
Trascorsero tanti attimi felici.
Tu, Deidara, continuavi a provarci con la storia della marionetta. Sasori, tu eri irremovibile.
 
Poi arrivò il primo, maledettissimo giorno.
 
- No… non è vero…
Deidara si accasciò, cadde sulle ginocchia vicino al corpo immobile del suo compagno.
- Danna! DANNA!
Il Sempai stava scrollando Sasori per un braccio gelido. Il rosso non si muoveva. Non poteva più farlo.
- Deidara, ora basta… - Itachi arrivò alle spalle del biondo e gli circondò le spalle, cercando di farlo alzare.
Intanto Deidara era in lacrime, continuava ad urlare il nome di Sasori, ormai morto.
- No! NOO!
 
Non sembravi più tu, Deidara. Vagavi per casa senza un momento per stare tranquillo, non ti davi pace.
La vita di Sasori era stata spezzata da un ultimo colpo fatale, forse cercato.
Continuavi a rimpiangere il tuo compagno, pentendoti di ogni singolo litigio, ricordando i momenti felici, rimpiangendo gli attimi perduti da passare insieme.
 
Poi anche tu hai voluto finirla, forse non potevi vivere da solo, forse eri quasi riuscito a dimenticarlo e hai usato come scusa Sasuke… forse eri semplicemente stanco.
 
Un’esplosione echeggiò sulla piana deserta.
- Capooo!
Un’unica voce, disperata, in cerca di un’ultima risposta che mai sarebbe arrivata.
Per molti minuti solo il fumo creato dall’esplosione stette a vagare lento sul campo di battaglia.
Nessuna traccia, né di Deidara né di Sasuke.
- Capo…
 
Anche tu hai deciso di andare.
 
Ci mancate tantissimo, ancora oggi. Non smettiamo di pensarvi, non vi dimenticheremo mai.
 
Insieme eravate perfetti, nulla avrebbe potuto permettere che vi lasciaste. A parte forse la morte, che in fondo separa per un certo periodo ma alla fine unisce eternamente.
  
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