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Autore: kannuki    25/04/2011    4 recensioni
Sapeva di non potergli sfuggire per il resto dell'eternità, ma non si era mai posta il problema di quanto tempo sarebbe durata, la sua fuga.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon, Salvatore, Elena, Gilbert, Jenna, Sommers, Katherine, Pierce, Stefan, Salvatore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Brr, accidenti! Sono contenta di vedere che la storia sia di vostro gradimento. Questo fandom butta un po' giù se non si scrive dell'amore di Stefan/Elena e tutte le coppie possibili ed inimmaginabili che la serie presenta.
Doralice: Ci avevo pensato ma ho voluto mantenermi sul semplice (tutte le mie energie creative sono rivolte alla precedente storia – in lavorazione e quasi finita, devo solo rifinire prima di aggiornare il prox capitolo – per non creare troppe situazioni ingestibili. Nel libro, Elena cede a Damon … prima o poi dovrò leggerlo! :D Troppe romanticherie dopo po' stufano, ho subito lo stesso processo azione-reazione con la serie di Heroes quando ho scritto BNW e SSE.
Verdi88: credo che Kat sia disperata e che crederebbe anche a Babbo Natale se scalasse il camino e l'aiutasse a fuggire!
Ili91: grazie, grazie. Troppo buona! =)

Joy: spero di non averti deluso negli ultimi capitoli. Anche io adoro Kat, a parte essere una vera bastarda, ha un lato forte che Elena non mostra (come scrisse Doralice, fa la Madre Superiora negli ultimi episodi) e che ha dovuto rafforzare in tutti gli anni di lotta contro Klaus.

Buona lettura e smettetela con tutto quel cioccolato che rovina la linea e fa venire i brufoli!



"Fai ahh!"

Katherine infilò la cannuccia fra le labbra con un'occhiata che non aveva bisogno di parole. Succhiò il sangue finché la sacca non fu vuota e quando passò la lingua sulle labbra, il dolore era svanito. La pelle era di nuovo perfetta e illesa. Katherine scostò i lunghi capelli dal volto. La sua bellezza era intatta. Damon era seduto di fronte a lei e la guardava con disprezzo velato. Roteava il sangue nel bicchiere di cristallo come se fosse vino. “Madame è stata accontentata. Quella è la porta.”

Katherine strinse la labbra, la lingua incollata al palato. "Klaus non è più nel corpo di Alaric."

"Lo so."

La vampira lo fissò immusonita e strofinò le braccia fra loro. Non riusciva più a sorprenderlo? "Ha preso Jenna."

Damon alzò un sopracciglio, irritato. "Stai mentendo."

Forse era ancora in grado di tenerlo in scacco matto. Katherine sorrise di disprezzo e l'odio per Elena salì. "Klaus ha intenzione di prendere la tua principessina questa notte.”

Damon impallidì, la pelle alabastrina si fece ancora più chiara “e hai aspettato tutto questo tempo per dirmelo?!”

Katherine sbuffò scrollando le spalle. “Mi hai seccato, Salvatore...” Damon l'afferrò per il braccio e lei rimpianse di non aver bevuto altro sangue.

Se non fosse stato per me, saresti ancora mummificata in quella stanzetta d'albergo. Mi devi qualcosa, bellezza.”

Vero, aveva un debito di riconoscenza, ma non aveva onorato uno nella sua vita e non avrebbe cominciato in quel momento. “Non ti devo proprio niente. Non aspettarti ringraziamenti. Non ho intenzione di rimetterci la vita mentre cerchi di salvare la sua!”

Non riesci proprio ad essere diversa, eh?!”

Se non fossi come sono, Klaus avrebbe vinto.”

Perché me l'hai detto? Tu vuoi che Elena muoia.” Damon la tirò ancora di più verso di se. Faceva resistenza, ma a differenza del solito, era meno complicato lottare con lei. “Perchè?”

Katherine si rifiutò di rispondere, le labbra serrate, e il respiro ansioso e arrabbiato di Damon sul viso. “Stai sprecando tempo prezioso.”

Damon la lasciò andare di colpo e Katherine cadde sulla poltrona. Quando il vampiro si piegò su di lei, Katherine alzò il mento.

Se Elena muore, torno qui...”

Quando tornerai, io non ci sarò.”

... e ti strappo il cuore” la minacciò continuando a fissarla negli occhi. “Facciamo un po' per uno.”

Non ti amerà mai. Lei ama Stefan!” esclamò esausta. Ma che problema aveva a capire una cosa così semplice?!

Tutte amano Stefan” sibilò posandole le mani attorno al collo in un modo che Katherine aveva imparato a conoscere e che presagiva uno scoppio d'ira. “Ti ho aiutato solo per potertelo rinfacciare” mormorò stirando le labbra con difficoltà. Cercava di sorridere ma la furia dentro di lui saliva. “Stefan non sarebbe mai corso da te.”

Sei corso da me, Salvatore?” lo provocò non riuscendo a fare altrimenti. Damon provocava il suo lato più dispettoso e feroce. Si era intromesso fra lei e l'uomo che aveva amato troppo volte e anche ora la tediava con quella ragazzina che le rassomigliava.

Sta zitta, Kat. Per il tuo bene, taci.”

Katherine lo spinse via. E come al solito, come era sempre stato fra loro, il sangue si incendiò all'istante e la lotta si fece intensa. Sapeva di essere in svantaggio per la recente defaillance da esposizione solare, e quando si trovò sdraiata sul divano, il vampiro su di se, allargò le mani. Letteralmente. “Perchè sei ancora qui e non sei corso da lei?”

Perchè ti interessa tanto che corra a salvarla quando hai un bisogno disperato di me?”

Katherine allargò gli occhi, ammutolita. Per la prima volta in 125 anni, Damon riusciva a toglierle le parole di bocca. “Io non voglio niente da te.”

Raccontalo ad un altro” sibilò infilando un braccio sotto la schiena.

Katherine sentì la colonna vertebrale inarcarsi e assecondò il movimento con un disagevole senso di illanguidimento generalizzato ma più diffuso a livello celebrale. “Ora cosa fai?”

Damon stava armeggiando nella tasca dei pantaloni. Katherine lo vide far comparire un cellulare da nulla mentre la vicinanza col vampiro cominciava a fare il suo effetto.

Klaus è nel corpo di Jenna. Corri da Elena.” Damon gettò il telefono fra i cuscini e le spostò una ciocca dalla fronte. “Ad ognuno la sua damigella in pericolo.”

Io non sono in pericolo” mormorò socchiudendo le palpebre quando le sfiorò il viso. “Cosa vorresti fare? Baciarmi?”

A te non piace essere baciata. Non da me.”

Ti sbagli.”

Damon la guardò incupito ma non si mosse, ne la lasciò andare. “Bugiarda” sibilò infine spostando il braccio e facendola ripiombare sul divano. Katherine osservò la volta decorata del soffitto per un lunghissimo istante, lo mandò al diavolo e si mise a sedere abbracciando le gambe.

Oh dio, non fare... quello!” esclamò balzando verso l'armadietto dei liquori “whisky?”

Bourbon. Non fare cosa?”

Damon le passò il bicchiere stando ben attento a non sfiorarle le dita. “Bevi e vattene. Non farti più vedere a Mystic Falls. Cambia continente.”

E credi che riuscirai a dimenticarmi, Damon?”

Bevi. E vattene” ripetè piegandosi su di lei. “Sei stata la mia dannazione.”

Mi dispiace.”

Damon non udì il suo bisbiglio, all'inizio. Era troppo arrabbiato per capire davvero le parole. “Non te ne frega niente di me.”

Ti sbagli...” bisbigliò con la gola annodata.

Li conosco i tuoi giochetti. Sono sempre gli stessi da 150 anni.”

Katherine gli sfiorò il viso notando un drastico cambiamento in lui. Damon le afferrò il polso e lo strinse. Le ossa sottili si sarebbero rotte con niente, se avesse stretto di più. D'improvvis,o l'odio per lei crebbe così tanto che la mano si mosse da sola e Katherine gridò. Risistemò il polso con un altro gemito mentre Damon la guarda adombrato. “Non sono tanto diverso da Klaus.”

Lui non è così stupido.” Katherine udì il bicchiere creparsi, lo fissò con aria di sfida, pronta a lottare.

Hai ottenuto quello che volevi. Vattene.”

Damon...”

Il vampiro le arrivò sui piedi in meno di un istante. L'afferrò per la vita e la spinse verso la porta. Quando Katherine oppose resistenza, Damon rise beffardo. “Hai paura che ti trovi un'altra volta?”

Non è così!” sbottò mordendosi la lingua.

Sarò paziente e ascolterò le tue...” Damon si zittì quando Katherine lo baciò prosciugando il resto della frase. La lasciò fare senza ricambiare, l'afferrò per i capelli e la fissò accigliato. Era un gioco, un altro modo per prenderlo in giro? Aveva imparato a riconoscere le espressioni delle donne intrise di desiderio. Ma Katherine non era come le altre. E non aveva alcun desiderio per lui. Voleva semplicemente un cane da guardia. “Te lo potevi risparmiare” sussurrò con le sue braccia ancora avvolte intorno al collo. Non l'aveva toccata durante tutto il bacio. Prima per la sorpresa. In seguito per non concederle la soddisfazione che cercava. “Ti venderesti a chiunque fosse in grado di proteggerti da Klaus.”

Katherine assorbì l'accusa. Il suo cedimento non era stato inteso nella giusta maniera. Non aveva bisogno di protezione, era sfuggita al vampiro per 500 anni e avrebbe continuato a farlo. Aveva voglia di fare l'amore con Damon, per lussuria, per scusarsi di tutto quello che gli aveva fatto passare, perché era indebolita dal sole e si era sentita perduta finché non era entrato nella stanza con i suoi soliti modi da bulletto della scuola, perché aveva bisogno di qualcuno che le dicesse che era tutto ok e che non avrebbe dovuto più preoccuparsi di nulla. Katherine si accorse di essere stanca. Di aver sempre vissuto nella paura. Di non avere più la forza di giocare con nessuno. Damon la guardava come se fosse un oggetto ripugnante e non aveva sentore dei suoi reali desideri. Di nuovo, sorrise. Rassegnata. “Hai ragione.”

Klaus non verrà qui. Va in camera mia, spogliati e fa una doccia” mormorò con voce ancora sottilmente dura. Voleva essere un consiglio, le stava impartendo un ordine. “Elena ha lasciato dei vestiti. Cambiati. Dormi. Fa quel che vuoi” borbottò tornando verso il caminetto acceso. “Prendi qualche sacca di sangue e sparisci dalla mia vita per sempre” disse fissando il fuoco. “Parlo per me, con Stefan agisci come ti pare.”

Come ho sempre fatto.”

Come hai sempre fatto...” ripetè voltandosi a guardarla. Poteva sentire il suo profumo anche a quella distanza. Aromatico, speziato e così femminile. I capelli, lunghi e morbidi da riempire i palmi delle mani. Damon irrigidì la mascella e si staccò baldanzoso dal camino.

Dove vai?”

Da Elena. Stefan non può fare tutto da solo. Qualcuno deve distrarre Klaus mentre la porta via.”

Katherine strinse i pugni arrabbiata. “Moriresti per lei?!”

Damon scrollò le spalle come se la cosa non lo riguardasse. Afferrò la giacca di pelle per il colletto, stringendola nella mano destra. “Riformula la domanda.”

Moriresti per me?” sussurrò in tono dimesso.

Lo sguardo di Damon si assottigliò pericolosamente. “No.”

Allora perchè sei venuto a cercarmi?”

La giacca volò a terra e un momento dopo, Katherine era di nuovo stesa sul divano con le mani di Damon avvolte attorno alla gola. “Non riesci a starmi lontano...” ansimò in cerca di aria.

Sta zitta, Kat. Non so cosa mi fermi dal prosciugarti il sangue ora che sei così ridicolmente debole...”

Fallo. Mordimi. Rompimi il collo. Vendicati” lo provocò artigliando il dorso delle mani con le unghie.

Ti porterò da Klaus e ti lascerò a lui. Un'altra volta.”

Katherine sbiancò. L'idea che scoprisse la sua fuga e la sottoponesse ad una nuova serie di castighi, la fece tremare. Cominciò a lottare contro di lui, pentendosi di non aver bevuto l'altra sacca di sangue. Dopo 150 anni, Damon attuava la sua vendetta.

Sto scherzando. Sto scherzando! Calmati.”

Katherine si accorse di aver ceduto al panico. Aveva le guance bagnate di lacrime e Damon la guardava come se fosse da ricoverare.

Calmati...” ripetè toccandole il viso. “Stavo scherzando.”

Stupido idiota di un Salvatore senza spina dorsale! Brutto bastardo, figlio di...

Calma” ripetè quando quando l'abbrancò al collo stritolandolo nella presa. Katherine si stava comportando in modo mai visto prima. Era terrorizzata, tremava e piagnucolava contro il suo collo. Mh, quel tipo doveva saperci fare con le donne, se addirittura lei reagiva a quel modo.

Il corpo di Damon era ancora rigido, ma si rilassò mentre la stringeva. La coccolava e pensava che avrebbe dovuto farsi dare qualche lezione da Klaus: era riuscito ad addomesticare Katherine, equivaleva a fare rete da metà campo. Sospettoso, abbassò la testa e la guardò. Gli si era rannicchiata contro ma non piangeva più. Tirava su col naso, a tratti, come una bambina. Poi, come se un'illuminazione l'avesse colpita – o avesse ricordato chi era e il ruolo che ricopriva nella storia - si scostò da lui e balzò via, marciando verso la porta d'ingresso.

Dove vai?”

Via. Lontano da te.” Katherine avrebbe voluto mordersi la lingua quattro volte.

Buon viaggio e ricordati di non spedire cartoline!” le gridò dietro. “Hai scordato questa!”

Se l'era cavata perchè Damon era uno stupido. Katherine si voltò e afferrò al volo la sacca di sangue che le lanciò. “Non voglio nulla da te” affermò rilanciandola verso il vampiro. Continuava l'escalation di bugie e cedimenti.

Damon la scaraventò sul tavolo con un sogghigno. Si appoggiò ai cuscini del divano allungando le gambe e prese a sorseggiare il sangue dal bicchiere.

Quella posa rilassata e irrisoria la disturbò. La voglia di prevalere su di lui un'altra volta – di metterlo al suo posto – la vinse. Katherine si avvicinò lentamente, gli tolse il bicchiere di mano e bevve con gusto mentre Damon la guardava – un po' seccato, detestava che facesse quelle cose – e dondolava lentamente il piede accavallato sull'altro. “Ha un altro sapore” disse carezzevole.

Le cose degli altri hanno sempre un altro sapore” rettificò con un sorriso afferrandola per l'avambraccio.

Katherine piombò a sedere accanto a lui. Solo perché gliel'aveva permesso. Damon non otteneva mai nulla se Katherine non lo permetteva.

Damon si riappropriò del calice, sorrise e le lasciò il braccio. “Ora puoi andartene.”

Katherine si accorse di stare sorridendo finché non udì la frase. Gli angoli della bocca si piegarono fino a linearizzarsi in una smorfia dura.

Non arrabbiarti, ti vengono le rughe” la prese in giro sorridente. Allungò la mano verso di lei e le accarezzò le labbra tirando un angolino verso l'alto. “Mh... no” borbottò scuotendo un po' la testa. Intinse l'indice nel bicchiere mentre Katherine lo guardava vagamente furibonda. Le passò il dito sporco di sangue sul labbro inferiore, colorandolo con un gesto allegro. “Meglio.”

Ti stai divertendo?” sussurrò risucchiando il liquido.

Moltissimo” ammise e gli occhi di Katherine si incendiarono e la pelle delle guance si arrossò di rabbia.

Katherine alzò la mano per colpirlo, Damon afferrò polso e capelli in un attimo e la tirò a se. Katherine si puntellò sul divano per non cadergli addosso e restò a fissarlo. Era diventato più duro. Gli era passato sopra con uno schiacciasassi per 150 anni. Aveva imparato la lezione. “Spero tu abbia un fine ultimo, Salvatore...” sussurrò provocatoria “in caso contrario...”

Cosa?” sussurrò stringendo di più la base dei capelli. “Cosa fai?”

I tuoi giochini da uomo macho non hanno mai funzionato con me.”

Sicura?” Damon le lasciò il polso e Katherine si sbilanciò. I capelli tirarono alla base della nuca e poi si allentarono di colpo mentre Damon falciava via l'ultimo punto di appoggio che le restava. Un attimo dopo, giaceva sul divano, il vampiro su di lei che la guardava con espressione impenetrabile. “Tutto qui?” domandò con un filo di voce. Damon era eccitato, poteva sentirlo contro la gamba destra. “Tutto qui, Salvatore?”

Non stai mai zitta...” mormorò intingendo di nuovo il dito nel bicchiere e sfiorandole la labbra. Katherine lo risucchiò con un mugolio. Gli accarezzò la mano e inarcò la schiena mentre le sfiorava il collo con l'indice bagnato.


  
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