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Autore: Kuchiki Chan    26/04/2011    3 recensioni
Piccola One-shot sul personaggio di Nobu. Spero che vi piaccia ^^
"Non mi ero mai reso conto di quanto Hachi mi somigliasse, prima di quel momento. Avevo sempre creduto di potercela fare, di poter essere abbastanza forte da proteggerla da tutte le insidie del mondo. Ma è bastata una telefonata, per spezzare la felicità del mio mondo. E ora mi ritrovo qui, nella stanza 707, a piangere disperato sul letto di Hachi."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kyosuke Takakura, Nobuo Terashima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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No power to stop the tears

 

Non mi ero mai reso conto di quanto Hachi mi somigliasse, prima di quel momento.
Avevo sempre creduto di potercela fare, di poter essere abbastanza forte da proteggerla da tutte le insidie del mondo.
Ma è bastata una telefonata, per spezzare la felicità del mio mondo.
E ora mi ritrovo qui, nella stanza 707, a piangere disperato sul letto di Hachi.

Lo sento.
L’odore delle sue lacrime, il suono dei suoi singhiozzi.
Persino i movimenti tormentati del suo corpo sulle lenzuola.

Sento il suo dolore scorrere lungo le mie vene.

Smettila di piangere, Nobu!
Alzati!
Non lo vedi che la tua ragazza ha bisogno di te?


Pensieri sconnessi che vagano dentro la mia testa, ma che non riescono  a mettere in moto il mio corpo.
In un angolo della mia anima sapevo che lamentarsi non era la cosa giusta da fare, che con questo mio comportamento da codardo avrei potuto perdere Hachi.
Ma, semplicemente, non trovo la forza per muovermi.

E pensare che sarebbe bastato così poco.
Una spiegazione.
Una scusa.
Una carezza.
Forse, con un piccolo aiuto da parte sua, avrei potuto trovare la forza per affrontare il futuro insieme a lei.
Ma lei semplicemente continuava a piangere, mentre io riuscivo solo a fare altrettanto.

Avrei voluto abbracciarla, baciarla e sussurrarle che sarebbe andato tutto bene, che sarei sempre stato al suo fianco.
Avrei voluto mantenere la promessa che le avevo fatto.  

“Farò l’impossibile per renderti felice!”.

Si, ricordavo di averglielo detto, durante la sera più bella della mia vita.
E ne ero davvero convinto.
Credevo nel “per sempre”, credevo che dopo quel momento sarei stato felice per l’eternità.

Ma non è stato così.

E’ bastata una crepa, nel nostro rapporto, per farlo finire in pezzi.
Alla prima prova, sono subito crollato in lacrime.

Sono un codardo.

Che eroe da strapazzo che sei, Nobu.
Ti riempi la bocca di belle parole e l’anima di buoni propositi.
Ma, all’ultimo istante, ti tiri indietro.
Ma, quando c’è bisogno di dimostrare di che pasta sei fatto, scappi via in lacrime.

Uno stupido bambino che crede ancora nelle favole.
Un moccioso, che non riesce a costruire la sua vita come vorrebbe.




Non mi ero mai reso conto di quanto somigliassi ad Hachi, prima di quel momento.
Sfoghiamo la nostra disperazione in posizione quasi speculare, le nostre lacrime scorrono, ma non si mescolano.

Due persone che piangono sulle macerie del mondo che avevano creduto di poter costruire insieme.

Due deboli, che la vita si è divertita a bastonare crudelmente.

Due codardi, che nell’amore non riescono a trovare la forza per rialzarsi in piedi.

Due illusi, che assistono impotenti alla fine di una favola.

  
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