And never from this palace of dim night
depart again.
Una fioca fiamma, all’interno di quel che rimane del Castello Shirasaki, veglia
l’Imperatrice nel suo sonno.
Talvolta chiude gli occhi, e la luce si fa tenue e fragile e trema un po’, ma appena capisce che rischia di assopirsi a
sua volta, bruscamente agita un po’ di cenere, e stiracchia le braccia di
fuoco.
Non può dormire, quel lume eterno – deve riscaldare la sua Imperatrice, fino
alla fine dei tempi.
Poiché non è rimasto più nient’altro a farlo.
Non sono rimasti i vasti, solari soffitti del Castello, né le alte, bianche
mura di Suwa.
Ed anche i suoi protettori, i suoi guerrieri ed i suoi cittadini sono ormai
ombre di desolata polvere, da quando la guerra e la carestia hanno spazzato via
tutto, tanto tempo prima.
E come sono passati gli anni, passano anche le ore; e così, muovendosi sulle
sue neonate lingue di fuoco, il lume di Nihon scorge l’alba, e soffia appena
sul viso della sua Imperatrice, Tomoyo; ella è ormai anziana, saggia e serena,
e così bella nel suo sapere d’aver creduto fino alla fine nella felicità di
ognuno. Sorride.
Ma, allo spuntar di questo giorno, Tomoyo non apre gli occhi.
E il lume di quel devastato Giappone finalmente s’assopisce, sicuro che lei non
abbandonerà mai più quel palazzo di nera, quieta notte.
Il titolo appartiene al Sommo William Shakespeare.
E per il resto, tutta la mia devozione alla mia beloved Tomoyo-hime; come al
solito mi innamoro degli sfiga-personaggi. Prima ho scritto su Hokuto, ora su
di lei… e vabbè. XD
Spero che mi perdoniate l’aver ucciso Tomoyo, l’aver fatto collassare Kendappa –
la precedente Imperatrice – sotto il peso della guerra e della carestia, e l’aver
fatto fuori anche svariati ninja – oh, liberissime di pensare che Kuro-sama e
Fay siano morti di morte naturale, se vi aggrada, e lo stesso dicasi per Souma,
s’intende. XD
Peace and Love! :*