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Autore: lu1980    29/04/2011    2 recensioni
Come ogni anno, alla vigilia della festa dei ciliegi, le tornavano alla mente le ultime parole di suo padre.
“io sto per lasciare questa vita … ma ricorda queste mie ultime parole … la notte prima della sua partenza … ha promesso che sarebbe tornato … e lo farà abbi fiducia”.
-papà, ho avuto fiducia per quattordici anni, ma oramai l'ho quasi persa- posò il mazzo di fiori sulla tomba di famiglia, si alzò portando lo sguardo al cielo i primi petali iniziavano già a volare, uscì dal cimitero e salì sulla sua moto sfrecciando in direzione del centro di ricerche.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come ogni anno, alla vigilia della festa dei ciliegi, le tornavano alla mente le ultime parole di suo padre.

io sto per lasciare questa vita … ma ricorda queste mie ultime parole … la notte prima della sua partenza … ha promesso che sarebbe tornato … e lo farà abbi fiducia”.

-papà, ho avuto fiducia per quattordici anni, ma oramai l'ho quasi persa- posò il mazzo di fiori sulla tomba di famiglia, si alzò portando lo sguardo al cielo i primi petali iniziavano già a volare, uscì dal cimitero e salì sulla sua moto sfrecciando in direzione del centro di ricerche.

 

***

-maestà, è un pensiero senza senso!-

-non credo, primo ministro-

-vi prego ragionate, alla vigilia del vostro fidanzamento poi!-

-forse non mi sono spiegato bene, IO NON FARO' UN MATRIMONIO DI POLITICA, NE' ORA NE' MAI'!- terminò la frase urlando.

-ma cosa sta succedendo qui dentro!?-

-oh, altezza, fatelo ragionare voi, vi prego, a me non da ascolto-

-in merito a cosa, primo ministro?-

-vostro fr....-

-Maria, metti la tuta spaziale, partiamo!- l'aveva chiamata col nome terrestre.

-e dove andiamo?- chiese lei mascherando abilmente lo stupore.

Suo fratello terminò di scrivere, piegò un quattro il foglio vi fece colare sopra della cera e dopo avervi posto il sigillo reale si alzò andando verso la finestra -avvicinati anche tu … ieri durante la riunione coi ministri mi sono accorto di una cosa e mi sono tornate alla mente le parole che Righel mi disse la sera prima della nostra partenza-

-quali, fratello?-

-mi diede i semi di quegli alberi laggiù, dicendo che sulla terra servono circa dieci anni per vederli fioriti nel massimo splendore … ebbene ieri mi sono che sono fioriti e improvvisamente ho realizzato che sono passati ben quattordici anni e che ho una promessa da mantenere … spero solo di esserne ancora in tempo!-

-lo sei sicuramente … Actarus, ti precedo-

Sorrise alla sorella, poi si rivolse nuovamente al primo ministro -qui c'è una comunicazione alla popolazione, voglio che venga letta domattina-

-ma maestà-

-è un ordine!-

-come desiderate-

Pochi istanti dopo nella notte Fleediana Goldrake lasciava il pianeta a tutta velocità verso la Terra. In iper velocità le stelle sembravano dei piccoli fasci luminosi, dopo quasi un'ora di viaggio Maria prese il coraggio di parlare.

-Actarus-

-Sì?-

-cos'hai scritto sulla lettera che hai lasciato al primo ministro?-

-semplice, ho abdicato!-

-fratello … è la decisione giusta?-

-se me lo avessi chiesto mesi fa ti avrai risposto di no, ma dopo avere visto i ciliegi in fiore ho capito quale sia la mia casa-

-ma perchè proprio abdicare?-

-per le leggi di Flint, tu non avresti potuto regnare e non volevo vederti soffrire, ne hai già passate abbastanza-

-grazie fratello, sarà bello rivedere i nostri amici-

-sicuramente, ma tieni presente che potremmo trovare molte cose cambiate-

-l'ho già messo in previsione-

-bene … ancora un'ora e siamo arrivati-

 

***

Al centro di ricerche fervevano i preparativi, quella sera ci sarebbe stata la festa dei ciliegi, essendo tutti impegnati nei nuovi progetti il Dott. Proctor aveva dato ordine che venisse allestito nel cortile della base.

Koji Tetsuya Jun Sayaka e Mizar, essendo gli unici liberi, si erano presi l'incarico di organizzare la festa.

Venusia era impegnata nel collaudo del nuovo G3, che aveva preso il posto del vecchio Delfino Spaziale suo compagno di mille battaglie.

Il nuovo mezzo era formidabile, meno massiccio e più agile del suo predecessore, il propulsore lo faceva passare dall'aria all'acqua senza il minimo intoppo, l'unica cosa rimasta i colori della livrea.

Il Goldrake 2 e la Trivella Spaziale, anche loro riprogettati e resi migliori erano già stati collaudati con successo, i nuovi mezzi avevano preso i nomi di G2 e G4

-qui G3, collaudo terminato con successo! … ragazzi siete stati magnifici!-

-sono Proctor, Venusia, anche le elaborazioni al computer hanno dato esito positivo, rientra-

-ricevuto!- fece fare ancora qualche acrobazia al mezzo prima di imboccare l'hangar numero due e riportare il mezzo nella posizione di lancio.

-dottore una chiamata dallo spazio!-

-cosa? E chi è?-

-non vuole identificarsi, dice che vuole parlare con lei!-

-sullo schermo!-

Rimasero ammutoliti nel vedere comparire il volto di Acatrus e dietro di lui fare capolino quello di Maria dallo schienale del posto di guida del Goldrake.

-padre, siamo tornati! Scusa il ritardo-

-Actarus, dopo tutti questi anni avevo quasi perso la speranza! Ma quanto vi manca?-

-meno di mezz'ora, dove atterro?-

-entrata uno … do ordine di preparare!-

-ricevuto, chiudo!-

-allora avete sentito tutti? Avanti ai propri posti! Date il segnale!-

In tutta la base risuonò una particolare sirena che venne subito riconosciuta, Koji e Mizar si guardarono tra loro e poi volsero lo sguardo verso l'uscita uno che stava aprendo la paratia, arrivò anche Venusia di corsa per la fretta aveva ancora addosso la tuta spaziale.

-ACTARUS! STA TORNANDO ACTARUS!-

-e quando arriva?- chiese Mizar.

-tra poco … anzi no, guardate!- indicò una sagoma nel cielo che diventava sempre più grande.

Scesero dalla scaletta di servizio, Proctor fu il primo ad andare loro incontro.

-Actarus, quanto tempo!- disse abbracciando il ragazzo.

-avremo modo di recuperare, ora che siamo tornati non ce ne andremo più!-

-non ti capisco-

-te lo spiegherò con calma-

-certo … Maria, sei sempre bellissima-

-troppi complimenti, così divento rossa-

-ACTARUS!- gridò Koji entrando e correndo ad abbracciare l'amico.

-ma ci siete tutti!- esclamò guardando il gruppetto.

-direi, è la festa dei ciliegi!-

-che bello, siamo arrivati nel momento giusto!- esclamò Maria.

 

***

Le ore passarono veloci e venne la sera, nel cortile si contavano almeno dieci griglie ardenti per cuocere quanto serviva a sfamare l'intera base. Al calare del sole si alzò un leggero venticello che portò fin lì i petali dei fiori creando una piacevole atmosfera.

Venusia dopo cena andò sulla terrazza, aveva bisogno di staccare un attimo dalla confusione della festa.

-ti ho cercato parecchio, poi mi sono ricordato di qui, e che ti piace questa-

-... birra tedesca, ti ricordi molte cose- rise -smettila di fingere, ti ricordi ogni cosa-

-a te non sono mai riuscito a farla! … atterrando mi sono accorto che la fattoria non c'è più, ho cerato tuo padre per chiedergli spiegazioni ma non l'ho trovato, dov'è?-

Si fece triste -è morto un anno dopo che te ne sei andato, sul terreno della fattoria ora ci sono gli hangar dei due Mazinga, Venus e Aphrodite-

-mi spiace-

-si era ammalato negli ultimi mesi di battaglia contro Vega, della sua malattia era a conoscenza solo tuo padre-

-capisco … ora via quell'espressione triste! … guarda iniziano i fuochi in città!-

Le luci della base vennero spente e tutti con la testa all'insù per guardare lo spettacolo, nel buoi si sentì abbracciare, l'aveva abbracciata diverse volte in passato ma questo era diverso, era un abbraccio avvolgente.

-Actarus?- disse.

-sss dopo- rispose.

Quei venti minuti le sembravano un sogno, un sogno che aspettava da anni, con un certo dispiacere sentì anche gli ultimi tre colpi a vuoto che segnavano la fine di tutto. L'abbraccio si sciolse e si sentì prendere la mano.

-vieni, dobbiamo parlare-

-sì- riuscì a dire solo quello, troppi pensieri le passavano per la testa, mentre si faceva guidare lungo i corridoi fino alla stanza di lui.

Si sedette sul letto, come faceva sempre quando lui suonava la chitarra, solo che stavolta aveva il cuore che batteva forte in gola.

-Venusia, sono uno stupido-

-perchè dici così?-

-perchè … perchè ho impiegato quattordici anni a capire una cosa che chiara fin dal primo momento, solo che io non volevo capirla, avevo alzato come un muro sul quella parte del mio cuore- prese la chitarra e fece alcuni accordi per sciogliere la tensione -tuo padre prima di partire mi diede dei semi ci ciliegio, i semi sono diventati piante e ieri sono fioriti … me ne sono accorto durante una riunione coi ministri … e improvvisamente mi sono reso conto che su questo pianeta avevo lasciato una parte di me- suonò ancora -su Fleed ho lasciato uno scritto dove ho comunicato al popolo la mia abdicazione-

-e Maria?-

-per le nostre leggi lei non sarebbe mai diventata regina, se il re abdica il regno passa ai ministri- si alzò andando a sedersi a fianco di lei -Venusia, posso prendere quello che ho scordato?-

-e cosa sarebbe?-

Sorrise -questo- la baciò.

 

***

Venusia al suo risveglio credeva di essersi sognata tutto, fece per alzarsi ma un forte braccio sopra il lenzuolo la tenne stretta.

-ora che ti ho ritrovato non voglio perderti-

No non era un sogno, era tornato, e aveva rinunciato a tutto per lei.

 

 

 

 

 

 


 

  
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