Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: samek    01/05/2011    3 recensioni
Sherlock apre un orologio da taschino e, all’improvviso, è convinto di essere uno strano tizio di nome il Dottore.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Dean/Castiel, "Ecco, adesso si è offeso"

Fandom: Doctor Who/Sherlock (BBC).

Pairing: Doctor!Sherlock/companion!John.

Rating: Pg.

Genere: Comico, Romanico.

Warning: Crossover, Flash-fic, Pre Slash.

Words: 299 (fiumidiparole).

Summary: Sherlock apre un orologio da taschino e, all’improvviso, è convinto di essere uno strano tizio di nome il Dottore.

Note: Scritta per il prompt: DW/SHERLOCK, Dottore!Sherlock e companion!John di naripolpetta per la Notte Bianca di maridichallenge.

 

DISCLAIMER: Non mi appartengono e non ci guadagno nulla ù_ù

 

The Freak in the Blue Box

 

«Non sono rossi» constatò seccato Sherlock – no, il Dottore, aveva detto di chiamarsi così ora, no? – tirandosi un ricciolo ed osservando meglio il proprio riflesso allo specchio.

John non stava badando davvero a lui, stava ancora tentando di capacitarsi del fatto che quella bizzarra cabina blu all’interno era più grande – molto più grande – che all’esterno.

«Allora, dove vuoi andare?» gli domandò l’amico, schiacciando una manciata di pulsanti colorati – a caso, apparentemente – sulla piattaforma tonda al centro della sala.

«Come, scusa?» replicò lui, riportando di nuovo l’attenzione sulla sua figura slanciata.

Sherlock sembrava lo stesso ed al contempo era completamente diverso. Era più vivace e… pazzo. Be’, più pazzo del solito.

Era cominciato tutto quando aveva aperto una strano orologio da taschino – e, sul serio, chi conservava ancora quei cimeli? – e una luce bianchissima aveva invaso il loro salotto, simile ad una granata accecante. Poi Sherlock aveva cominciato a blaterare, convinto di non essere di questo pianeta e di chiamarsi il Dottore; nessun nome, solo Dottore. Ed infine l’aveva trascinato lì.

«Ti ho chiesto: dove vuoi andare?» lo riscosse proprio questi, puntando su di lui quei penetranti ed insondabili occhi di ghiaccio.

«Non lo so, dove dovremmo andare?» domandò John ancora stordito.

«Nel futuro, o nel passato se preferisci, su un altro pianeta, o in un’altra galassia. Ovunque!» esclamò il Dottore, parlando ad una velocità davvero inumana – proprio come Sherlock, in effetti.

«Vuoi dire che questo aggeggio si muove?» ribatté lui, guardandosi attorno con rinnovata circospezione.

«Ehi, non chiamarla così!» esclamò oltraggiato, accarezzando la colonna luminosa sopra la piattaforma comandi. «Lei è sensibile. E ovviamente si muove» concluse indispettito.

«E perché io dovrei venire con te?» domandò John.

«Come perché? Sono perduto senza il mio blogger, no?» rispose il Dottore, come se fosse scontato. E lo era, diamine lo era davvero.

 

FINE.

 

 

   
 
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