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Autore: Yuuki_Shinsengumi    01/05/2011    3 recensioni
"Ero un rimpiazzo.
Avevano cercato tutti di non farmi sentire tale, ma tale ero stata sin da subito.
Yasu mi aveva scoperta ad una festa. Mi aveva sentita cantare un pezzo dei Blast ed uno dei Trapnest. Un paio di settimane dopo ero nella band.
Avevano riarrangiato i pezzi per armonizzarli al mio stile ed alla mia voce: non era facile cantare il punk con un'estensione vocale simile a quella di Reira."
Piccolo esperimento: un personaggio esterno al manga/anime entra nel rapporto Shin/Reira, costituendo un elemento momentaneo in un sofferto triangolo amoroso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Reira Serizawa, Shinichi Okazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA SOSTITUTA LA SOSTITUTA

Che cazzo è successo?

Mi ritrovavo in un letto che non era il mio, la testa pesante, gli occhi che si rifiutavano di collaborare, tornando a chiudersi.
Poi, quella fonte di calore alle mie spalle prese forma, così come il peso che mi gravava sul fianco, circondandolo.
Era un uomo.
Merda.
Spalancai nuovamente gli occhi, procurandomi una fitta alla testa tale da gemere per il dolore.
“Mayumi...”
Mi raggelai sul posto, mentre il braccio dell'uomo accentuava la stretta, attirandomi ulteriormente contro il suo torace.
Stramerda.
Quella voce...
Cosa avevo fatto?
Realizzai solo allora di indossare ancora la tuta prestatami da Shin la sera prima per sostituire il mio abito zuppo di pioggia.
Ma perché ero andata da lui?
Ah, già.
Per salutarlo.
Il groppo in gola tornò a farsi pressante, impedendomi quasi di respirare regolarmente.
Non dovevo piangere.
La sera prima ero riuscita ad evitarlo, ubriacandomi.
Non ricordavo se gli avessi detto che me ne stavo andando, che lasciavo la band.
Ma non avrebbe fatto differenza alcuna.
Vi ero entrata in punta di piedi, per sostituire Nana, scomparsa chi sa dove.
E sempre in punta di piedi avevo deciso di uscirne: Nana era stata rintracciata e a breve sarebbe tornata.
Ed il mio compito sarebbe finito.
Ero un rimpiazzo.
Avevano cercato tutti di non farmi sentire tale, ma tale ero stata sin da subito.
Yasu mi aveva scoperta ad una festa. Mi aveva sentita cantare un pezzo dei Blast ed uno dei Trapnest. Un paio di settimane dopo ero nella band.
Avevano riarrangiato i pezzi per armonizzarli al mio stile ed alla mia voce: non era facile cantare il punk con  un'estensione vocale simile a quella di Reira.
Reira.
Mi voltai verso Shin, studiandone il volto in cerca di una risposta.
Perché ne era innamorato? Fino a che punto lo era?
In quegli anni era cambiato.
Era uscito dal tunnel della droga; forse a seguito della morte di Ren.
Aveva smesso di prostituirsi.
Aveva riportato i capelli al loro colore originale.
Era diventato uomo.
L'unica cosa che non era cambiata era il suo sentimento per Reira.
Ed io, in tutto quello, avrei voluto occupare anche il posto di Reira.
Mi ero innamorata di lui quasi subito.
Ma per lui non ero niente altro che la sostituta di Nana.
Io, in realtà, desideravo solo essere Mayumi.
Apprezzata per me stessa dai membri della band, amata per ciò che ero da lui.
Ma non mi aveva mai amata.
Ed io ero rimasta a guardarlo in silenzio.
Proprio come stavo facendo in quel momento.
“Ciao...”
Realizzai che si era svegliato solo quando ne sentii la voce, sebbene fossi certa di fissarne gli intensi occhi chiari già da alcuni secondi.
“Ciao” gli risposi, tornando a dargli le spalle per poi scivolare fuori dal letto.
“Dove te ne vai?” mi chiese, trattenendomi per la maglia della tuta e facendomi ricadere sul letto, contro di sé.
“A vestirmi per poi andare a casa”
“Resta con me” mi sussurrò in un orecchio, la voce stranamente roca, mentre infilava la mano sotto la stoffa per carezzarmi l'addome.
Merda.
“Piantala, Shin” gli gridai contro, alzandomi dal letto come se mi avesse punto una tarantola.
“Perché? Non ci sarebbe  niente di male. Siamo entrambi adulti e...”
“Non sono Reira”
Si alzò dal letto venendomi incontro, studiandomi il volto in cerca di una qualche spiegazione a quella mia uscita.
Devo andarmene.
“E questo che significa? Lo so che non sei Reira”
Iniziai a spogliarmi dandogli le spalle, incurante del fatto che sotto la maglia della tuta fossi praticamente nuda.
“Mayumi...” mi alitò a pochi centimetri dall'orecchio.
Scattai come una molla.
“Smettila di fare certi giochetti con me. Non sono una delle tue potenziali clienti” gli sputai contro, rendendomi conto troppo tardi di ciò che gli avevo detto.
“Non ti ho mai considerata tale. E lo sai”
“Allora perché?
“Perché cosa?”
“Perché adesso fai così?” gli chiesi, maledicendomi per le lacrime che mi pungevano gli occhi per uscire.
“Perché ho bisogno di te”
Cinque parole. E crollai.
Nonostante fossi consapevole di occupare un posto non mio, lo abbracciai, sollevandomi sulla punta dei piedi per sfiorargli le labbra con le mie.



Più tardi, quella sera, su quello stesso letto, stretta a Shin, mi ritrovai ad analizzare quanto era accaduto, decisa a non illudermi per quelle parole, quel “ti amo”, che Shin mi aveva detto in preda al momento.
Non mi illudevo, ma ne ero felice. Forse, in quel momento, mi aveva amata veramente. Almeno un po'.
Non mi illudevo, però.
O almeno credevo.
Lo squillo del campanello mi ricondusse alla realtà, svegliando Shin, che, dopo avermi resa depositaria di un rapido bacio, si diresse al citofono.
“Chi è?”
La voce di Reira risuonò per tutta la stanza, segnando la mia condanna.
Osservai le spalle di Shin irrigidirsi, mentre si voltava verso di me.
Mi impedii di incrociarne lo sguardo dandogli le spalle e raccogliendo il mio intimo mi diressi nell'altra camera.
“Fa pure con calma. Prima di uscire aspetterò che se ne sia andata”
“Mayumi...”
Il rumore della porta che mi si richiudeva alle spalle gli spezzò la frase in bocca.
Mi rivestii come un automa poi mi lasciai scivolare accanto al letto, la testa all'indietro, sul materasso.
Non so per quanto rimasi in quella posizione, la mente svuotata ed il cuore in frantumi.
Fu il dolore al collo a costringermi a sollevarmi ed a mettermi seduta sul letto, la testa stretta tra le mani, le braccia poggiate ai gomiti.
E iniziai a pensare.
Non era cambiato solo Shin.
Erano cambiate anche le cose.
Nana era stata ritrovata.
Hachi e Takumi si erano lasciati di comune accordo: forse quel briciolo di umanità che l'uomo portava in sé gli aveva fatto pensare al bene della bambina.
O più probabilmente si era stufato di stare al fianco di una donna che non lo amava come amava Nobu, il suo eterno rivale.
Nobu aveva lasciato quella pazza scatenata a cui si era legato solo perché, forse, gli ricordava Nana; oppure perché aveva deciso che distrarsi facendo il buon samaritano poteva essergli utile per dimenticare la donna della sua vita.
Fatto sta che Hachi e Nobu avevano iniziato a frequentarsi ed adesso stavano assieme.
Takumi era libero.
Reira aveva la strada spianata.
Ma Takumi non era andato da lei.
Ed era notizia della sera precedente che fosse tornato a trovare Stella, la sua fidanzata inglese.
Ed era quello il motivo per cui, invece di salutare Shin come avrebbe fatto una qualunque persona sana di mente, io mi ero ubriacata: sapevo che Reira non avrebbe atteso molto prima di ripresentarsi alla sua porta a reclamarne le attenzioni.
Avevo sperato di riuscire a salutarlo, andandomene senza dover presenziare alla scena che si stava svolgendo nella stanza accanto ed a cui mi trovavo invece ad assistere, sebbene nascosta dietro quella porta.
Sapevo che sarebbe arrivata ed era per questo che quella mattina volevo andarmene in tutta fretta.
Ma il mio cuore, stupidamente, comandato dal mio egoismo, aveva fatto sì che assecondassi Shin. Ed il mio desiderio di fare l'amore con lui.
“Mayumi...”
Sollevai gli occhi incrociando lo sguardo tormentato di Shin.
Stava accadendo tutto come avevo previsto.
Mi alzai dal letto, rassettando le coperte, nel tentativo di guadagnare del tempo per recuperare il controllo.
Quando mi voltai a guardarlo riuscivo a controllare tranquillamente la respirazione, sebbene i polmoni mi bruciassero per lo sforzo di trattenere il pianto ed il bisogno di singhiozzare, di urlare la mia disperazione.
“Suppongo se ne sia andata”
Riuscii a sorridergli, passandogli accanto, sfiorandone il corpo con il mio, inspirandone il profumo. Sapevo che non avrei più avuto l'occasione per farlo di nuovo.
Entrai in cucina con molta calma, consapevole della presenza di Shin alle mie spalle.
“Mayumi...”
“Posso avere dell'acqua?”
Non volevo sentire ciò che aveva da dirmi. Mi bastava leggergli lo sguardo per sapere cosa stava per dirmi.
“Tieni...” mi disse porgendomi il bicchiere, che io non vidi subito.
I miei occhi erano incollati a quell'oggetto che faceva bella mostra di sé sul tavolo.

°°°
“Hei, è un po' che non vedo l'accendino che portavi appeso al collo. Che fine ha fatto?”
“Non... non saprei. Devo averlo dimenticato da qualche parte”
°°°

Sapevo che stava mentendo. Ero certa lo avesse Reira.
Ed il vederlo su quel tavolo me ne dava conferma.
“Mayumi, il fatto che l'accendino sia lì, non significa...”
“Shin, sapevo che lo avevi dato a Reira. Non era la prima volta. Questo tuo dimenticartelo da lei, questo suo riportartelo... L'accendino è lo strumento che vi permette di incontrarvi senza sentirvi in colpa” gli dissi, finendo poi l'acqua in un solo sorso.
“Devo andare”
“Mayumi, aspetta” mi disse afferrandomi per un braccio e facendomi voltare verso di sé.
“E' finita con Reira. Glielo ho detto a chiare lettere. Non c' è bisogno che tu...”
“Ritornerà”, lo interruppi senza guardarlo in volto.
Non volevo piangere. Non dovevo.
“No, non...”
“Ritornerà. Ed allora riprenderà l'accendino. E tutto glielo lascerai fare. Lei così tornerà per restituirtelo. E tu sarai qui ad aspettarla.”
Sentii le lacrime bagnarmi le guance.
“Io non ho posto in tutto questo. Né nella band,  né nella vita.”
“Mayumi, io ti...”
“NON DIRLO!!!” gli urlai contro, asciugandomi gli occhi e le guance con rabbia.
“Non dirlo”, tornai a mormorare.
“Tu ami Reira. Ed io non sono lei”
“Non puoi ostinarti a credere che io sia innamorato di lei. Che ne sai di ciò che provo?”
“Lo sento qui” gli risposi, indicandomi il petto “ogni volta che la guardi, con quello sguardo che riservi solo a lei, qui nel petto mi si apre uno squarcio”
“Piccola...”
“Non toccarmi” lo allontanai “altrimenti non riuscirò a fare ciò che è giusto che io faccia”
“Che vuoi dire?”
“Lascio la band. Me ne torno in Europa”
La stanza sprofondò nel silenzio.
“Quindi mi lasci solo? E' questo tutto l'amore che provi per me?”
“E' proprio perché ti amo, che ti lascio libero di godere della tua felicità. Non voglio seguire l'esempio di Takumi, imponendoti la mia presenza come lui ha fatto con Hachi. Ma non voglio neanche fare come Hachi, vivendoti accanto nel terrore di vederti portare via da me da Reira. Non potrei sopportarlo. Non sarebbe vita” gli dissi, raccogliendo le ultime cose ed avviandomi alla porta.
“Mayumi...”
“Shin” iniziai, avvicinandomi a lui, carezzandogli il volto.
“Shin, non avere rimorsi. Io non rimpiango ciò che abbiamo vissuto. Non rimpiango di essermi innamorata di te. A modo tuo mi hai voluto bene e, sebbene sappia che ciò che provi per me non è amore, quello con la A maiuscola, quel “Ti amo” so che porta in sé un po' di verità.”
“May...”
“Grazie per avermi dato qualcosa da ricordare.”
Aprii la porta.
“Grazie per avermi permesso di amarti”
Mi sollevai in punta di piedi, sfiorandogli le labbra, come già avevo fatto quella mattina,
“Grazie Shin. Ti amo”
Oltrepassai la soglia di casa.
“Addio”
Il rumore del portone alle mie spalle mise la parola fine a tutta quella storia.

Mentre scendevo le scale mi trovai a sorridere al pensiero di un modo di dire che usava spesso mia nonna.
Tutti sono indispensabili, ma nessuno è insostituibile.
Mai bugia fu più grande.
Per tutto quel tempo io non ero mai stata indispensabile.
Per tutto quel tempo io ero stata sempre e solo una sostituta.
   
 
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