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Autore: Skadi    02/05/2011    2 recensioni
[...]"Il ninja continuava a camminare esaminando minuziosamente le vetrine finché i suoi occhi non catturarono un pendente. Si avvicinò meglio alla vetrina incuriosito per ammirare i gioielli esposti. Li osservò tutti però l’unico che l’aveva subito colpito per la sua brillantezza, per la sua particolare forma e per sua la purezza era il pendente. La catenina era di oro bianco e il pendente era una goccia di stella, un diamante."[...]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Shikamaru Nara, Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buona lettura =]

 

Un’altra seccatura

Shikamaru passeggiava tranquillamente nelle strade affollate di Konoha. Era sereno, tranquillo e aveva un po’ di tempo libero. dato che aveva ultimato tutto quello che doveva fare per Tsunade-sama e per sua madre; ormai faceva fatica a capire chi aveva più autorità tra sua madre e il capo del Villaggio.
All’improvviso gli venne in mente un’altra donna che aveva autorità nei suoi confronti: Temari. Quella bionda aveva sempre avuto un certo ascendente verso di lui e cresceva come il suo amore verso di lei. Sì, Shikamaru se ne rendeva conto, alla fine aveva ceduto al fascino di una persona che per lui era solo una seccatura, tuttavia ne aveva incontrate di peggio e infondo, molto infondo, lei non era così male. E poi si era reso conto che con lui Temari da qualche tempo era in un certo senso diventata gentile, non continuava più a punzecchiarlo come faceva quando si erano conosciuti.
Il ninja continuava a camminare esaminando minuziosamente le vetrine finché i suoi occhi non catturarono un pendente. Si avvicinò meglio alla vetrina incuriosito per ammirare i gioielli esposti. Li osservò tutti però l’unico che l’aveva subito colpito per la sua brillantezza, per la sua particolare forma e per sua la purezza era il pendente. La catenina era di oro bianco e il pendente era una goccia di stella, un diamante. Ne rimase colpito anche perché subito la immaginò al collo di Temari; quel piccolo diamante avrebbe riflesso i suoi sorrisi.
Però non supera di brillantezza il suo sorriso, pensò Shikamaru sorprendendosi dei suoi stessi pensieri. Cosa gli prendeva?
Staccò gli occhi dalla vetrina e si recò a casa. Indeciso e pensieroso aveva salutato la madre, che era intenta a cucinare, e il padre che stava leggendo il giornale e si era diretto sul tetto dove solitamente si incontrava con il suo migliore amico. Infatti lo trovò lì.
« Bentornato » lo salutò l’amico mentre azzannava una patita. Shikamaru si era seduto accanto a Choji, aveva alzato la testa verso il cielo per osservare il movimento tranquillizzante delle nuvole. Choji aveva preso un’altra patatina prima di chiedere cosa affliggeva la mente dell’altro ninja.
« Secondo te sarebbe opportuno regalare qualcosa a Temari? »
« Amico mio, non è che opportuno, è necessario se tu lo vuoi. » aveva commentato mangiando l’ultima patatina.
« Ah, che seccatura. » Shikamaru e Choji cambiarono argomento e restarono sul tetto finché a Choji non era tornata la fame; i due si salutarono e Shikamaru scese in casa.
Deciso a togliersi il pensiero dalla testa si diresse dal padre per chiedere consiglio.
« Ehi, hai mai regalato qualcosa alla mamma? »
Shikaku aveva guardato stranito il figlio per un attimo poi con un sorrisetto aveva risposto:
« Sai io ho fatto molti regali a tua madre. »
« Esempio? » ribatté il giovane Nara.
« Fiori per la festa della mamma, una volta una collana, degli orecchini per il suo compleanno e poi… » aveva iniziato a fare un elenco quando la signora Nara aveva fatto il suo ingresso in sala aggiungendo:
« Quest’uomo mi ha regalato poco o niente! Ma non è questo ciò che importa, dopotutto. » Shikaku sorrise e lei continuò « Sei vuoi regalare qualcosa a qualcuno regalala con il cuore altrimenti non avrebbe senso quel regalo. Ricordatelo! » e con quelle parole Yoshino aveva aiutato suo figlio più che suo padre. Infatti, quest’ultimo si era girato verso il figlio dicendogli:
« Visto, tua madre ha sempre ragione »
Shikamaru diede il suo dissenso sull’affermazione del padre prima di uscire dalla stanza.

Da quella conversazione Shikamaru non faceva altro che pensare al quel maledettissimo diamante e alle parole di sua madre e di Choji. Alla fine, sospirando, era entrato in quella gioielleria. Imbarazzato aveva chiesto alla commessa di poter vedere il pendente e lei divertita aveva preso il gioiello per poi appoggiarlo sull’espositore. Shikamaru aveva preso in mano il piccolo diamante, sorriso al pensiero che un così piccolo oggetto potesse renderla felice. La sua purezza, il suo splendore, era per lei. Non aveva più dubbi: l’aveva comprato.
Pieno di pensieri si era recato dal Hokage per ricevere nuovi ordini, quando si imbatté nella donna che in quei giorni l’aveva fatto impazzire, più del solito. Stupefatto e imbarazzato l’aveva salutata a malo modo. Temari ne rimase stranamente sorpresa, lui di solito faceva apposta per irritarla, quella volta, invece, non era il lui razionale che aveva di fronte solitamente.
« Stai bene? » si era preoccupata la bionda, Shikamaru era rimasto sorpreso da quanto lei oramai lo conosceva bene, così aveva deciso di non temporeggiare inutilmente. Le prese il polso e la portò in una degli uffici che sapeva vuoto a quell’ora. Aveva chiuso la porta dietro a loro e le aveva sorriso.
« Sì, sto bene. »
Temari lo stava esaminando, cercava di comprendere le sue azioni.
« Allora mi vuoi dire cosa ti prende? »
Shikamaru le accarezzò il volto e lei si lasciò coccolare da quella sensazione di calore. Temari non sapeva cosa aveva in mente quell’uomo di fronte a lei, ma quella volta aveva intenzione di lasciarlo fare, aveva la sensazione che era meglio che quel giorno si sarebbe lasciata trasportare dalla corrente.
« Sai ho pensato mille strategie, mille modi diversi per dartelo, ma alla fine non ne ho trovato nemmeno una che si addica a te. » aveva iniziato a spiegare Shikamaru imbarazzato « Alla fine sei solamente una grande seccatura »
« Potrei sentirmi offesa » aveva affermato la bionda esaminando curiosa quell’uomo, per poi aggiungere facilitandolo « Se mi devi dare qualcosa dammela senza fare troppi giri di parole, non servono. » Temari aveva imparato a conoscerlo bene quell’uomo, lo apprezzava per ciò che era, lo amava perché era semplicemente lui.
Shikamaru sorrise ben sapendo che lei aveva ragione. Dalla tasca aveva estratto una piccola scatola nera, l’aveva aperta mostrando la goccia di stelle. Temari era rimasta di stucco. Shikamaru le aveva fatto cenno di girarsi, le aveva allacciato la collana, baciandole il collo; lei aveva appoggiato la testa sull’incavo della sua spalla e osservava rapita il diamante.
« Sapevo che ti sarebbe piaciuto, anche se addosso a una tipa come te perde il suo valore » scherzò il giovane mentre la stringeva a sé.
« Il solito maleducato maschilista » ribatté la bionda. Si rigirò nell’abbraccio e lo baciò.
« Grazie » sussurrò Temari sorridendogli facendosi coccolare nell’abbraccio di Shikamaru.

   
 
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