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Autore: aki_penn    03/05/2011    3 recensioni
Maka avrà i suoi motivi, per pensare bene di sua madre
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Maka Albarn, Soul Eater Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La madre di Maka mi sta antipatica. Impossibile direte voi, non si è mai vista!

 Appunto! E’ per questo che non mi piace troppo… e così ho deciso di scrivere qualche cosa su di lei, per immaginarmi come dovrebbe essere il rapporto con sua figlia. Spero che sia carina :3

Grazie comunque per aver aperto questa pagina!! Buona lettura!!

Aki_Penn

 

Basta il Pensiero

 

Era all’incirca mezzogiorno quando una donna giapponese sulla trentina arrivò, trafelata, in paese.

Aveva rischiato di morire tre volte nelle ultime quarantotto ore, non dormiva decentemente da una settimana e aveva una fame davvero allucinante.

Qualche paesano la guardò con aria indifferente, mentre camminando affaticata, si trascinava dietro il pesante zaino impolverato. Era sporca come non era mai stata, e in faccia aveva un paio di graffi non troppo profondi, ma che comunque bruciavano.

Si fermò nel bel mezzo della via a contemplare una fontana, come se fosse stata un miraggio.

Per un secondo pensò davvero che lo fosse.

Raccolse le ultime forze che aveva e corse verso gli zampillii infilando la testa nel liquido trasparente, felice come una bambina.

Era da tanto che non era così appagata. Certo aveva scelto lei di intraprendere quel viaggio, e non se ne era ancora pentita, forse non l’avrebbe fatto neanche se un leone le avesse staccato un braccio, ma comunque quando, dopo essere stata lontana dalla civiltà per tanto tempo, tornava a vedere un paese, era sempre felice.

Si sciacquò via l’acqua dalla faccia e guardò davanti a sé, c’era parecchia gente che la guardava con aria sospettosa dato che si era praticamente tuffata nella fontana della piazza, ma non le interessava, aveva adocchiato un’osteria dall’altra parte del piazzale. Il suo stomaco reclamava cibo, e lei aveva tutte le intenzioni di accontentarlo, farsi un bagno e poi una buona dormita!

Fece qualche passo, più vigoroso dei precedenti, verso la sua meta, quando scorse un negozietto di souvenir con la coda dell’occhio, e si impalò, nel bel mezzo della strada. Un uomo che le camminava a poca distanza, per poco, non le andò contro.

La donna sorrise, era incredibile come certi business raggiungessero anche le più sperdute cittadine. Chissà se avevano anche le cartoline?

Cambiò rotta, dirigendosi verso la nuova scoperta, e sentì, nello stesso istante, una tremenda fitta allo stomaco, accompagnata da un lamentoso gorgoglio. La sua pancia era davvero vuota da troppo tempo.

Passò lo sguardo più volte, dal negozietto di chincaglierie, alla locanda, e infine decise di entrare nel punto vendita di souvenir.

Guardò l’esposizione con aria stanca, c’era un’incredibile scelta di cartoline. Quale era meglio acquistare? Quella coi brillantini? Quella con la fontana? O quella con il paesaggio brullo e un paesano che salutava l’obbiettivo?

Erano tutte carine, ma pareva che nessuna fosse abbastanza bella per la sua Maka.

Non le scriveva da troppo tempo, ma non aveva visto un solo essere umano, tanto meno un ufficio delle poste, per mesi.

Ne scelse una, quella con la fontana, probabilmente le sarebbe piaciuta più delle altre.

Avrebbe avuto  così tante cose da scriverle, ma mano a mano che pensava le scartava mentalmente, dirle che era stata quasi divorata da un leone non le sembrava il caso, si sarebbe preoccupata per nulla, e degli scarafaggi che aveva mangiato? Neanche…

All’ora di chiusura la donna giapponese era ancora nella stessa posizione con la cartolina tenuta tra le mani, intonsa. Il negoziante la cacciò fuori dal suo negozio malamente.

 

Qualche giorno dopo Soul, dopo aver litigato per parecchi minuti con la serratura della buchetta della posta, ne aveva estratto una cartolina un po’ stropicciata che aveva l’aria di arrivare da lontano, rappresentante una fontana non troppo bella.

La voltò. C’erano poche parole scritte di fretta con una calligrafia tremolante.

La passò a Maka distrattamente e lei s’illuminò, quando la vide.

“Ma non ti fa arrabbiare che sia sparita e ti mandi solo qualche banale cartolina ogni tanto?” chiese poi il ragazzo con voce strascicata, mentre salivano le scale.

Maka scosse la testa stringendosi al petto il suo tesoro “Basta il pensiero!”

 

   
 
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