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Autore: Daphne_Descends    05/05/2011    1 recensioni
[Dale Academy ~ Vampires' rebellion]
Etienne, Charlotte e la loro storia in cinquanta frasi.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Solace

 

Set Epsilon

“Dale Academy ~ Vampires’ rebellion” 

Etienne d’Arcy/Charlotte Mackinnon

 
 

#01. Gelosia
A Charlotte non era mai capitato di essere invitata ad uscire da un ragazzo – non credeva certo di essere una gran bellezza, ma non era proprio da buttare – e a volte si ritrovava ad imbellettarsi e sperare con tutto il cuore che succedesse; ma quando passava per i corridoi, ben pettinata e leggermente truccata, sembrava che tutti i ragazzi la ignorassero e lei si rese conto che era l’avere un vampiro ringhiante alle spalle a non darle nessuna possibilità.
 

#02. Lenzuola
Era già tanto che avesse accettato la sua presenza nel letto, decidendo saggiamente di non continuare a lamentarsi – anche perché lui non le avrebbe mai dato ascolto – ma quello che davvero non riusciva a sopportare era dover rifare il letto con le lenzuola che sceglieva lui, perché almeno non erano “da donna”: dopotutto nessuno lo obbligava a passare la notte nel suo letto.
 

#03. Caffè
Charlotte amava bere il latte di prima mattina: la nutriva in modo giusto ed equilibrato; ma da quando si era ritrovata a svegliarsi ogni giorno accanto ad Etienne la caffeina era l’unica sostanza in grado di non farla impazzire.
 

#04. Interrogatorio
Deglutì rumorosamente, facendo vagare velocemente gli occhi su qualsiasi cosa potesse darle un’opportunità di fuga; sapeva di essere in trappola, sapeva che avrebbe rischiato troppo, ma non era riuscita a non farlo ed ora si trovava chiusa in un angolo, in trappola, con Etienne che incombeva su di lei, braccia incrociate e cipiglio alterato,  ed era sicura che non l’avrebbe passata liscia: «Dove sei stata?»
 

#05. Melodia
Abbracciare Charlotte era la cosa che preferiva di più al mondo, persino più di nutrirsi, perché quando gli era accanto, pelle contro pelle, riusciva a sentire i battiti del cuore di lei come se fossero stati i suoi e per un istante – sulle note di quella melodia – poteva fingere di essere ancora vivo.
 

#06. Lavoro
Se qualcuno gli avesse chiesto cosa l’aveva convinto a diventare compagno di squadra di Charlotte, probabilmente avrebbe mentito; non era stato perché era stanco di stare con le mani in mano, né perché erano risultati compatibili – sebbene in realtà fosse anche per quello – né perché era il suo lavoro, ma perché il suo sangue l’aveva chiamato e lui l’aveva scelta – e  non se ne sarebbe mai pentito.
 

#07. Denti
Etienne l’aveva sempre affascinata e Charlotte non l’avrebbe mai negato; fin dalla prima volta che l’aveva visto il suo stomaco si era contorto in maniera spiacevole e i battiti del suo cuore avevano aumentato il ritmo – le era sembrato un sogno essere stata così fortunata da avere quell’angelo come compagno di squadra – ma era bastato un solo sorriso, divertito da qualcosa che lei ancora non capiva, e i suoi occhi si erano spalancati di fronte a quei canini decisamente più lunghi e appuntiti del normale, perché forse Etienne non era affatto un angelo.
 

#08. Libro
Aveva aspettato quasi un mese per poter leggere quel libro, chiedendo ogni giorno alla bibliotecaria se l’avessero riconsegnato, e finalmente era tra le sue mani; il problema era che l’avrebbe trovato ancora più interessante se Etienne avesse smesso di giocherellare con i suoi capelli e di continuare a distrarla.
 

#09. Chiave
Lui era sempre stato inaccessibile a tutti e non aveva mai fatto amicizia con nessuno, poi era arrivata quella piccola ragazza umana e ci era voluto poco per capire che l’unica in grado di farlo aprire al mondo era lei.
 

#10. Sguardo
Era bastato che lei l’avesse fissato con quegli occhi incredibilmente grigi – brillanti come la prima volta che li aveva incrociati – e dirle di no era diventato impossibile.
 

#11. Biancheria
Erano di pizzo grigio, con qualche fronzolo e davvero invisibili, e si sentì bruciare le guance per averle soltanto guardate – o meglio, per essersele trovate ad un centimetro dal naso – mentre lì accanto Etienne se la rideva di gusto e con un dito le allungava anche il resto del completo: poteva scordarselo che avrebbe indossato quella roba indecente.
 

#12. Massaggio
Non l’avrebbe mai ammesso, ma aveva paura, una paura folle, e si rese conto di avere tutte le ragioni per tremare quando Charlotte gli pinzò nervo e muscolo con una forza che di umano non aveva niente: la prossima volta avrebbe chiesto a qualcun altro per farsi fare i massaggi.
 

#13. Sete
Era sempre riuscito a resistere senza sforzo alla bruciante sensazione di vuoto che lo prendeva quando i giorni senza bere diventavano più di quelli in cui si saziava – aveva duecento anni, non era più un infante – ma dal giorno in cui aveva iniziato il Patto il suo livello di sopportazione si era abbassato sempre di più, fino a quando sentire l’odore del sangue e non attaccare diventava una battaglia destinata alla sconfitta; ma quando il profumo di Charlotte gli penetrava le narici, si ritrovava a stringere i denti e i pugni e voltarsi con fatica dalla parte opposta, perché lei era troppo importante, più importante ancora della sua stessa natura.
 

#14. Regalo
La prima volta che Charlotte era riuscita ad entrargli davvero nell’anima era stato con un sorriso, mentre gli porgeva un pacchetto colorato e gli diceva quello che da ormai duecento anni non aveva più sentito: «Buon compleanno!».
 

#15. Fotografia
L’unica immagine che aveva di quando era ancora umano era un piccolo ritratto a figura intera, che Charlotte si era presa non appena venuta a conoscenza della sua esistenza e che lui le aveva regalato volentieri, scambiandolo con qualcosa che valeva immensamente di più: la prima fotografia di loro due insieme.
 

#16. Istante
Era una ragazza incredibilmente fortunata – e  non avrebbe mai smesso di ripeterselo – perché se soltanto lui fosse arrivato un istante più tardi, quel pugnale l’avrebbe trapassata senza alcuna pietà.
 

#17. Cane
Fin da piccola Charlotte aveva desiderato un cagnolino, tutto quello che aveva avuto invece erano stati due fratelli; ma quando poi era arrivata a Dale si era ricreduta, perché non voleva un animale che la seguisse ovunque, che la annusasse in continuazione, che dormisse con lei ogni notte,  che avesse bisogno di coccole e che ringhiasse quando qualcuno le dava fastidio: a tutto quello ci pensava già Etienne.
 

#18. Rossetto
Charlotte aveva un solo rossetto – color rosso veneziano – era sempre chiuso, appoggiato su una mensola del suo bagno in attesa di essere utilizzato, ma lei si limitava a guardarlo, sistemarsi i capelli ed uscire; gli aveva detto che l’avrebbe usato solo per un’occasione davvero speciale che fino a quel momento non era ancora arrivata – ma ad Etienne non importava, perché le sue labbra erano stupende anche senza.
 

#19. Orologio
Non era preoccupata, affatto, semplicemente quell’orologio era proprio davanti ai suoi occhi e non poteva fare a meno di guardarlo – il fatto che erano passate ben tre ore e quarantasette minuti da quando lui se n’era andato via con Solène non c’entrava nulla.
 

#20. Computer
Etienne e la tecnologia non andavano molto d’accordo, Charlotte se n’era accorta quasi subito: gli aveva detto di mandare dei dati via e-mail ai loro amici rimasti all’Accademia, era uscita dalla stanza per un paio di minuti e quando era tornata l’aveva trovato a scuotere il suo portatile, con lo schermo affollato di messaggi di errore – e per il povero computer non c’era stato più niente da fare.
 

#21. Salato
Charlotte non piangeva quasi mai e quando lo faceva stava ben attenta a non lasciare prove, ma ad Etienne bastava accostare le labbra alla sua guancia per accorgersene, perché la sua pelle era sempre più salata.


#22. Pelle
Le notti che passava sdraiato accanto a Charlotte erano gli unici momenti di pace delle sue giornate: sapere che lei respirava a pochi centimetri di distanza, al sicuro da ogni pericolo, che il suo profumo l’avrebbe avvolto per le ventiquattro ore successive e che il calore della sua pelle morbida riusciva a scaldare anche lui – mentre con una mano la accarezzava più leggero di un soffio di vento – era l’unica cosa in grado di far palpitare per un attimo il suo cuore privo di vita.
 

#23. Dolce
Sempre più spesso si ritrovava a fantasticare su come sarebbe stato assaggiare finalmente il sangue di Charlotte: era sicuro che fosse dolce quanto il suo profumo.
 

#24. Maglia
Aveva iniziato ad indossare magliette solo dopo aver conosciuto Charlotte, perché aveva scoperto che gli bastava lasciarne incustodita una ed automaticamente quella diventava sua proprietà – e lui adorava sentire i loro odori mischiarsi in uno unico.
 

#25. Gelo
La pelle di Etienne era fredda e d’inverno le era quasi impossibile stargli troppo vicino, ma stringeva i denti e cercava di resistere, perché il vuoto che la sua lontananza le portava era ancora più gelido.
 

#26. Pallone
Non aveva mai avuto amici durante la sua vita da vampiro, almeno finché non era arrivata Charlotte, da allora si era aperto sempre di più ed era per lei che sopportava l’inutilità di correre dietro ad una palla bianca e nera, lottando contro gli altri per conquistarla e per calciarla tra due pali; lo faceva soltanto perché lei gli sorrideva e tifava per lui.
 

#27. Alba
Aveva visto i suoi capelli biondi brillare di mille sfumature scarlatte sotto i raggi del sole, mentre i suoi occhi grigi l’avevano oltrepassato senza cura, quasi fosse invisibile; ma quell’attimo era bastato a farlo tremare intimamente e non appena distinse il suono della sua voce nel cicaleccio dell’Accademia seppe per certo che da quel giorno tutto sarebbe cambiato, perché quel giorno era solo l’inizio.
 

#28. Oscurità
L’aveva fissata con quegli occhi troppo azzurri e profondi e non era riuscita a dire di no – troppe emozioni a stringerle l’anima – allora si era lasciata affondare in quel mare di velluto che erano le parole che le sussurrava all’orecchio e aveva accettato il Patto, senza sapere con esattezza cosa l’aspettasse, ma non trovando né la forza né la voglia di pentirsene.
 

#29. Lacrime
Charlotte era forte, Charlotte era determinata, Charlotte sapeva quello che voleva e se lo prendeva, Charlotte non aveva paura, Charlotte se l’era sempre cavata da sola senza dipendere da nessuno – ma quando Charlotte scoprì che lui era partito senza dirle niente, le lacrime non poterono che  scendere sulle sue guance: mai si era sentita più sola.
 

#30. Tatuaggio
Se Charlotte fosse stata in grado di guardargli dentro, forse si sarebbe accorta che non era lei ad appartenere ad Etienne, ma era lui ad essere suo, perché le era bastato un solo sguardo per marchiarlo – e da quel momento il suo nome si era inciso a forza sul suo inutile cuore.
 

#31. Occhiali
Aveva sempre odiato il sole: prima perché lo obbligava a rimanersene al chiuso, ben sigillato al mondo esterno, poi perché gli impediva di godersi appieno la vista di Charlotte in piena luce, senza essere costretto a soffrire di atroci emicranie; fu con incredibile gioia quindi che accolse il regalo che lei fece un giorno – e non si sarebbe mai stancato di ripetere che grande invenzione erano stati gli occhiali da sole.
 

#32. Latte
Charlotte aveva sempre bevuto il latte con la stessa passione con cui lui beveva il sangue, ma anche sforzandosi non riusciva a capire cosa ci fosse di gustoso in quel liquido bianco, l’unico motivo per cui lo sopportava era perché vederla camminare per l’Accademia con un baffo bianco sul labbro non aveva prezzo.
 

#33. Taglio
Era sempre stata attenta a quello che faceva – e non avrebbe potuto essere altrimenti con un vampiro come compagno di squadra – per quello imprecò quando la pagina del libro che stava sfogliando troppo velocemente le tagliò la pelle del dito, facendo stillare minuscole gocce di sangue che però furono abbastanza perché Etienne – fino a quel momento seduto comodamente al suo fianco – inspirasse bruscamente e scappasse fuori dalla biblioteca.
 

#34. Anniversario
Non era mai stata una ragazza sentimentale, ma in quel periodo non poteva fare a meno di lambiccarsi il cervello in cerca di qualcosa da regalare ad Etienne per festeggiare un altro anno passato come compagni di squadra, sapendo già che come ogni altro anno passato si sarebbero limitati a stare seduti vicini a chiacchierare e scherzare per tutta la notte.
 

#35. Quadro
Nonostante odiasse il sole, aveva sempre amato il fatto che Charlotte dormisse con le tende aperte, perché i raggi di luce che entravano nella stanza all’alba e si posavano su di lei gli stringevano l’anima e gli toglievano il respiro – se solo ne avesse avuto ancora bisogno – perché quella era l’immagine più perfetta su cui i suoi occhi si erano mai posati.
 

#36. Ripetere
Etienne si voltò a guardarla, spalancando gli occhi e mostrando al mondo la sua migliore espressione stupefatta, perché quella era la proposta più assurda che Charlotte gli aveva mai fatto, in tutti e quattro gli anni che si conoscevano: «Scusa, potresti ripetere?!».
 

#37. Sfumature
Erano compagni di squadra e prima ancora erano amici, ma Etienne fu il primo ad accorgersi che oltre a quello c’era qualcos’altro, che Charlotte continuava ad ostinarsi a non vedere e che andava bene al di là dell’essere semplicemente “amici”.
 

#38. Significati
Per quanto le fosse piaciuto negarlo, Charlotte sapeva che ogni volta che Etienne la chiamava “chérie” era per ricordarle quanto fosse preziosa ed importante per lui; quando invece pronunciava il suo nome – con quella r tipicamente francese – erano i momenti in cui smetteva di scherzare e la verità veniva a galla, erano i momenti in cui non riusciva a nascondere tutto l’amore che provava per lei.


#39. Ossessione
Ogni volta che i suoi denti si avvicinavano troppo al collo di Charlotte, lei scattava a controllare che non l’avesse morsa, con un’apprensione che non le era affatto propria; ma Etienne la rispettava troppo per attaccarla alle spalle e aveva deciso di aspettare il suo permesso per farlo, nonostante ogni giorno che passava diventasse sempre più difficile resisterle.
 

#40. Sabbia
D’estate passavano sempre i pomeriggi al lago, nonostante l’acqua fosse fredda, e Charlotte era contenta di poter passeggiare sulla sabbia, tirando Etienne per mano e ridendo come una bambina.


#41. Aereo
L’unica volta che avevano preso l’aereo era stato per una missione in Francia e Charlotte si era ripromessa che non avrebbe mai più rimesso piede su quel trabiccolo: passare tutto il viaggio con un sacchetto di carta in mano nell’attesa di rigurgitare la colazione non era il massimo.
 

#42. Viaggio
Ogni volta che Charlotte lasciava l’Accademia da sola – per poche ore o per giorni interi – smetteva di respirare e rimaneva in attesa di vederla ricomparire, per poterla abbracciare e darle il bentornato – e riprendere a respirare, perché se non poteva sentire il suo profumo mischiato all’aria, allora l’ossigeno non gli serviva.
 

#43. Bosco
L’Accademia era circondata da una fitta foresta, che Etienne imparò ad apprezzare soltanto quando arrivò Charlotte: nascondeva gli ultimi attimi che potevano passare soli prima di tornare a Dale.
 

#44. Bracciale
Charlotte aveva un braccialetto che suonava ogni volta che si muoveva – come tante piccole campanelle – ed Etienne avrebbe voluto che se lo togliesse, perché l’avrebbero individuata subito se si fosse nascosta, ma non era mai riuscito a dirglielo, perché infondo amava sentire quel rumore cristallino vicino alle orecchie, quando gli passava le braccia intorno al collo per abbracciarlo.
 

#45. Sesso
Era uno dei pochi argomenti tabù: entrambi sentivano la tensione, ma facevano finta di niente, perché se si fossero abbandonati alle loro fantasie non ci sarebbe più stata via di scampo.
 

#46. Polvere
In una scatola di cartone, rovinata ed impolverata, teneva tutte le cose importanti della sua vita da vampiro; accanto a quella, in una più nuova e pulita, custodiva con cura i ricordi che aveva creato con Charlotte.
 

#47. Penna
C’erano molte cose che Charlotte non sapeva di Etienne: una di queste era che lui era il motivo per cui le sue biro sparivano in continuazione – era una tentazione troppo forte vederla mangiucchiare il tappo con aria pensierosa e non fare niente per farla smettere, prima di perdere totalmente la ragione.
 

#48. Lingua
La prima volta che Etienne l’aveva battuta era stata anche la prima volta che l’aveva messa in imbarazzo – se solo ripensava alla scia umida lasciata dalla sua lingua mentre le aveva mordicchiato l’orecchio, andava a fuoco anche a distanza di anni.
 

#49. Note
Aveva sempre pensato che lui fosse perfetto: era bello, gentile, educato, intelligente, forte e coraggioso; ma tutto svaniva e perdeva importanza davanti alle melodie che era in grado di creare.
 

#50. Manette
Avrebbe tanto voluto mandarlo al diavolo e andarsene, eppure rimaneva inchiodata lì, davanti a lui, prigioniera dei suoi occhi.

 

 

 

 

 

N/A: Credo che chiunque abbia cliccato sul titolo di questa shot abbia idea di chi sono i personaggi, in caso contrario qui c’è il link della storia: Dale Academy ~ Vampires' rebellion
 
A tutti coloro che la seguono e che mi seguono, una piccola informazione: come avrete notato sono bloccata (non che sia una novità, io sono sempre bloccata), ma la nota positiva è che ho scoperto a cosa è dovuto il mio blocco dello scrittore. Ogni storia che scrivo è collegata ad un certo stato d’animo e se non lo provo diventa difficile mettere insieme più di un paio di parole. Non credo proprio di essere l’unica, ma non ci avevo mai pensato; mi è come venuta un’illuminazione questa sera mentre pulivo la cucina, in queste ultime ore mi sento piuttosto apatica e mi sono resa conto che è l’esatto stato d’animo che avevo quando ho iniziato un’altra storia ("It's all about love", per chi fosse interessato) e di colpo mi è tornata l’ispirazione per andare avanti con quella.
 
Tutto questo (inutile) paragrafo per dire che non so quando aggiornerò “Dale Academy” o qualsiasi altra storia, ma sono vicina all’uscita della galleria e forse riuscirò a buttare giù qualcosa e già il fatto che abbia scritto queste cinquanta frasi dovrebbe essere un buon presagio. Certo, con la sfilza di esami che si avvicinano sarò davvero tanto impegnata, ma nessuna delle mie storie verrà abbandonata!
 
Spero che continuerete a seguirmi e che mi facciate sapere cosa ne pensate di questa, perché è la prima volta che scrivo qualcosa di simile e se devo essere sincera ho paura di aver creato frasi troppo lunghe.
 

Alla prossima!

   
 
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