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Autore: Hikari93    14/05/2011    4 recensioni
Un starnuto è innocente, che cosa potrebbe mai fare? Beh, niente è scontato quando si parla dell'Akatsuki.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Tutta colpa di uno starnuto!

Era una giornata come tante all’organizzazione più temuta di tutto il mondo ninja.
Come al solito le missioni da svolgere non erano molte perciò i nukenin, da bravi scansafatiche quali erano, avevano optato per rilassarsi un po’, approfittando, anche dell’assenza del burbero e scontroso leader e della sua fedele compagna, ancora impegnati in incarichi sconosciuti. Le malelingue non mancavano e più di un akatsukino riteneva che tra i due ci fosse qualcosa, ma le discussioni finivano lì, così come cominciavano e questo soprattutto per paura che il boss in questione potesse tornare all’improvviso e fare una strage: si sarebbero viste teste di legno volanti, corpi carbonizzati e martoriati e il tutto con un odore forte di pesce alla griglia. Il che era parecchio sconveniente, dunque, ignorare la “coppietta” era la cosa giusta da fare.
-Cosa danno alla tv?- Chiese Deidara, spaparanzato sul divano, in una posizione inguardabile. Occupava tutto lo spazio disponibile, facendo imprecare Hidan il quale, telecomando alla mano, imprecava più o meno silenziosamente per ottenere un posto accanto all’artista.

 

-Cazzo, Deidara, ti sposti?- Proferì il jashinista, spingendo il biondo più in là.
-Ti faccio esplodere la testa se mi tocchi ancora in quel modo!- Disse questi, in tutta risposta.
Lo sguardo degli altri membri si spostò all’improvviso sul nukenin che aveva parlato. Risolini non troppo controllati si sparsero per la stanza.
-Parli come una femminuccia!- Ghignò Kisame, mostrando i suoi dentini aguzzi.
Deidara, riflettendo sulle sue ultime parole, si ammutolì, rosso di vergogna in viso e provando un desiderio smisurato si scomparire dalla faccia della terra. Quelle frasi gli erano uscite direttamente e lui non aveva potuto fare nulla per impedirlo. Senza parlare fece quanto Hidan gli aveva “gentilmente” ordinato, permettendo a quest’ultimo di sedersi comodamente.
-Spegnete subito la tv!- Urlò Kakuzu, mentre contava i soldi che gli altri avrebbero voluto sprecare per pagare le bollette. In fondo se non lo avessero fatto, sarebbero solo rimasti senza elettricità: nulla di irrisolvibile! Se fosse stato lui a comandare lì dentro di certo le cose sarebbero andate diversamente. Niente sprechi per passare il tempo, niente pizza il Sabato sera… insomma, tutta un’altra storia.
-Non se ne parla proprio! Tra poco c’è il documentario sugli abissi!- Ribatté Kisame, all’affermazione precedente del tirchio.
-Puoi farne a meno!- Affermo Kakuzu, puntandogli contro l’indice che esprimeva tutta la sua furia.
-La mia famiglia si sentirà offesa se non lo facessi!- Si lamentò il pesciolone, con le lacrimucce agli occhi e propenso a portarsi il pollice in bocca.
-Spegnete!- Gridò quell’altro.
-Non se ne parla proprio!- Rispose Deidara. Avendo recuperato la voce per incanto.
-Patetici.- Proferì Sasori che, intanto che gli altri facevano tutto questo chiasso, si dilettava a leggere libri, piuttosto che a litigare inutilmente, ma non aveva, comunque, potuto fare a meno di udire i discorsi degli altri coinquilini.
-Fatti gli affaracci tuoi brutto pezzo di legno del cazzo!- Continuo Hidan, puntandogli la falce contro. -Pensa ad acculturarti e non rompere!- 
Sasori lo ignorò, indirizzando di nuovo lo sguardo al suo libro, riguardante la Foresta Amazzonica. Anche Zetsu seguiva la lettura con molto interesse. Intanto a pochi metri più in là, la lite continuava, anzi, il tutto era sfociato in una vera e propria lotta tra membri: Deidara con l’argilla e Kakuzu pronto a sfoderare i suoi cinque cuori pur di risparmiare. Ormai era impossibile fermarli, perciò si giunse al peggio: la tavola fu la prima ad andare in frantumi, con il sommo dispiacere di Itachi, il quale, stava appoggiato tranquillamente a suddetto mobile.
-Sta arrivando Pain.- Emise quest’ultimo, continuando, tranquillamente, a sorseggiare il suo tè. La frase dell’Uchiha riuscì ad immobilizzare tutti, in special modo i due litiganti: questi cercarono, ovviamente senza risultato di mettere a posto la tavola e le altre cose che erano andate distrutte dal loro litigio, ma non furono troppo veloci o, più semplicemente, non era umanamente pensabile di mettere in ordine tutto quel disastro. Infatti, pochi interminabili secondi dopo, la porta di aprì, mostrando la figura austera di Pain.
-Che è successo qui?- Fece, molto arrabbiato.
-Ci sono state delle… delle divergenze…- Provò Deidara, facendosi piccolo piccolo allo sguardo del capo che, con occhi di fuoco, lo fissava, immaginando che tutto il bordello creatosi fosse nato da un’esplosione.
-Possibile mai che…- Cominciò Pain, facendosi vedere calmo e rilassato. –Vi lascio da soli per mezza giornata e mi combinate tutto questo?- Ormai il leader urlava come un ossesso, mandando a quel paese tutte le buone maniere e la serenità.
Gli akatsukini, sempre più piccoli, esclusi i calmi Sasori, Zetsu e Itachi, rimasero impietriti, non riuscendo a sopportare il clima insopportabile che si era venuto a creare. Nessuno aveva il coraggio di parlare: la tensione era palpabile, il silenzio era carico di significato. Chi avrebbe osato interrompere quell’atmosfera. All’improvviso, però, Konan, che era bagnata fradicia come il suo compagno, starnutì, alleggerendo l’aria.
-Salute, Konan.- Disse, quasi disinteressato, Sasori.
-Grazie.- Rispose la donna.
-Prego.- Disse di rimando, dimostrando di conoscere tutta la prassi da seguire in vista di un semplice starnuto. Ma non l’avesse mai detto.
-Preghi Jashin, giusto?- Si inserì Hidan.
Il rosso distolse lo sguardo dall’oggetto che aveva tra le mani e fissò l’albino. Poi, per non incorrere in inutili discussioni, si limitò a dire: -Sì, sì. Ovvio.-
-COME?- Affermò incredulo Pain, assumendo le sembianze di un gigante. –Tu devi pregare me, Pain. Anzi, tutti voi dovete farlo! IO SONO UN DIO!- Prese a ridere e ad elevarsi al cielo, comportandosi, quindi, in un modo insolito per come lo vedevano tutti i membri, tranne Konan che, invece, conosceva questo suo carattere da schizofrenico.
-Jashin!- Ribadì Hidan, senza più alcun timore del capo. Quando si trattava di Jashin non si facevano sconti a nessuno… NESSUNO.
-Pain è il vero Dio!- Profetizzò il leader.
-JASHIN!-
-PAIN!-
-JASHIN!-
-PAIN!-
La situazione era, ormai, ingestibile. I due avevano raggiunto il limite di tolleranza reciproca, che a dire il vero non c’era mai stata. Infatti l’aria di sfida era alle porte: i due contendenti avevano impugnato le loro armi e lo scontro si sarebbe svolto di lì a pochi attimi. Gli altri akatsukini, intanto, scommettevano su chi potesse vincere.
-Io punto sul leader! E’ troppo forte!- Si espose Deidara, seguito dal sì di tutti gli altri membri, escluso Kakuzu, che puntava su Hidan: -Se riesce a vincere ci guadagno un sacco di soldi! Su Hidan! Se vinci vengo a pregare con te!-
E in un attimo non si capì più nulla: Hidan che cercava di falciare Pain, mentre quest’ultimo lo scagliava lontano con lo Shinra Tensei, facendolo finire nel “solidissimo” muro, tanto solido che si ruppe appena il jashinista ci sbatté contro.
Dopo alcuni minuti del covo non era rimasto quasi niente di integro. Chissà per quanto avrebbero continuato quei due.
-Qui bisogna intervenire.- Sussurrò una figura misteriosa, nascosta nell’ombra. –Quei dannati mi faranno fuori tutto.-
Avanzò verso la guerriglia che si svolgeva in cucina, alla quale avevano preso parte anche tutti gli altri perché Kakuzu voleva aiutare Hidan a vincere e Deidara e company volevano far trionfare Pain.
La figura misteriosa osservò il tutto, indeciso se intervenire o meno. Quei babbei avrebbero capito la gravità di ciò che stavano facendo, almeno così pensava. Ma i minuti trascorsero e la situazione andava a peggiorare.
-ORA BASTA!- Gridò, facendo tremare le pareti, ma guadagnandosi l’attenzione di tutti.
Pain sbiancò quando lo vide.
-Tobi? Ma che vuoi?- Chiese l’artista, infastidito che il ragazzo con la maschera li avesse fermati.
-Niente, Deidara-senpai. D’altronde Tobi è un bravo ragazzo!- Emise un risolino simpatico che, però, fu chiaro nel suo vero significato solo a Pain e a Konan.
-Su, adesso basta!- Ordinò Pain, imponente.
Madara gliel’avrebbe fatta pagare, ne era sicuro.
 

 



 
Che ne pensate? Scritta in mezz’ora! ^__^
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