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Autore: kimsherd    15/05/2011    1 recensioni
Un'altra XS! Credo ormai di essere diventata completamente impazzita. Non faccio altro che sfornare una fanfic dietro l'altra su questi due...spero di non diventare troppo noiosa XD.
Una fanfic ambientata nel momento in cui Xanxus e Squalo ricevono le loro memorie dal futuro e si rendono conto che, nel futuro, sono molto attivi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Superbi Squalo, Xanxus
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Xanxus lesse di sfuggita il rapporto della missione che Mammon aveva appoggiato sulla sua scrivania quella stessa mattina, prima di buttarlo nel cestino centrandolo al primo colpo.
Era così allenato a cestinare scartoffie che ormai riusciva a fare canestro da qualsiasi angolazione, anche mentre aveva i piedi comodamente stesi sul tavolo di legno pregiato.
Xanxus socchiuse gli occhi, riflettendo su cosa avrebbe potuto fare per riempire quell’ennesima giornata di totale noia. Si era occupato di tutti i documenti e i rapporti (la maggior parte finiti nel cestino) e non aveva nulla di concreto da fare. Ed era così pigro che non aveva nemmeno voglia di alzarsi per versarsi l’ennesimo bicchiere del suo alcolico preferito.
Il Boss dei Varia ci mise poco a rimuginare sul modo in cui avrebbe potuto riempire il suo tempo libero, perché sapeva esattamente cosa poteva tirargli su il morale e farlo divertire un po’: Squalo.
Quel capellone troppo rumoroso era il suo antistress preferito. Adorava prenderlo in giro, magari lanciargli qualche bicchiere in testa o, in mancanza di quello, tirargli un bel pugno, in modo da sfogare tutta la noia che si accumulava man mano nel suo corpo.
Squalo era la prima persona a cui Xanxus pensava quando non aveva niente da fare e il primo che chiamava quando aveva bisogno di divertirsi.
A Xanxus piaceva pensare che fosse così solo per il fatto che Squalo era quello che conosceva da più tempo, visti tutti gli anni passati insieme a lui, ma Zanza sapeva che c’era qualcos’altro. Semplicemente non aveva la minima voglia di scoprire cos’era, perché sapeva che se l’avesse capito, allora il mondo come lo conosceva sarebbe crollato su sé stesso e forse, anche il modo di vedere sé stesso sarebbe cambiato.
Eppure non poteva negare che, ogni volta che vedeva il suo Squalo sorridergli, aveva l’irrefrenabile voglia di stringerlo forte. Xanxus trasformava quel malsano desiderio in voglia di fargli del male. Zanza riusciva a convincersi che era davvero così e spesso arrivava a ferire Squalo, perché, nella sua visione della cosa, l’attrazione verso Squalo era solo brama di sangue.
Come poteva Xanxus riuscire a comprendere qualcosa che non concernesse il dolore? Per uno come lui, che non faceva altro che vivere e crogiolarsi nel dolore e nella rabbia, era assolutamente impossibile pensare di poter provare qualcosa di più per un semplice sottoposto…e quindi Xanxus continuava ad andare avanti nella sua convinzione che il suo strano desiderio di cercare Squalo fosse solamente per il piacere che provava nel picchiarlo.
Xanxus stava appunto per chiamare a gran voce Squalo, intimandolo di portare le sue chiappe nello studio, quando sentì una strana sensazione, come se qualcosa di grande stesse per accadere.
Xanxus spalancò gli occhi e si passò una mano nei capelli neri e morbidi, con un’espressione estremamente sconvolta. Si sentiva enormemente più forte di quello che già era, come se avesse fatto un’estenuante allenamento di 10 anni…e ora capiva che non era solo la voglia di sangue che lo spingeva a cercare Squalo.
«Cazzo…»
 
Squalo girava svogliatamente il dito indice sul bordo del bicchiere in cristallo che aveva davanti, producendo una nota stridula e fastidiosa che riecheggiava per tutta la sala da pranzo. Anche se quel suono lo irritava non poco, Squalo non smise di accarezzare il bicchiere, troppo nervoso per potersi permettere di tenere la mano ferma.
Era tornato da molte ore dalla sua ultima missione ed era stata Mammon a portare il rapporto della loro impresa al Boss, visto che Squalo aveva decisamente bisogno di una doccia dopo tutto il sangue nemico che gli aveva permeato i capelli.
Era raro che Squalo e Mammon andassero in missione insieme e, a dire il vero, Squ preferiva l’illusionista al principe schizzato, al gay con la mania delle trecce e all’inutile debole, ma non era abituato a tutto quel silenzio e alla facilità con cui riusciva ad uccidere i nemici grazie alle illusioni di Mammon.
Preferiva che la difficoltà fosse un po’ più elevata, ma che potesse uccidere i nemici in uno scontro reale, piuttosto che ucciderli semplicemente con un fendente e finire il tutto in mezz’ora.
Quello era il principale motivo per cui Squalo era irritato.
Ma c’era dell’altro. Era là da parecchio tempo, davvero molto, e Xanxus ancora non l’aveva chiamato. Non gli aveva chiesto di portargli da bere, non gli aveva ordinato di fargli da poggiapiedi, non l’aveva colpito con qualche oggetto contundente, non l’aveva preso in giro per la lunghezza dei suoi capelli…insomma, non l’aveva proprio visto e questo, per Squalo, era preoccupante.
Era da un’ora che tentava di convincersi che era molto meglio così. Almeno poteva restarsene in pace e pensare a sé stesso e ai suoi hobby. Era raro che avesse la giornata libera senza mocciosi fra i piedi o il Boss che non faceva altro che importunarlo.
Squalo aveva tentato di sorridere e dirsi che sì, era molto meglio così, ma allora perché aveva l’irrefrenabile voglia di andare comunque nello studio di Xanxus?
Perché aveva così tanta voglia di mettere il culo nelle pedate?
Squalo era nervoso e più la melodia del bicchiere risuonava nelle sue orecchie, più si irritava. Alla fine decise di smettere con quell’orribile giochetto e si diresse in giardino, tentando di placare il suo nervosismo con una passeggiata.
Perché non riusciva mai a togliersi Xanxus dalla mente? Perché anche quando poteva fare a meno delle sue botte e dei suoi insulti, aveva voglia di andarlo a cercare comunque?
Domande inutili, ma inutili sul serio. Squalo lo sapeva benissimo perché, lo sapeva da una vita. L’aveva capito quando gli occhi di Xanxus gli avevano rapito il cuore, facendoglielo quasi fermare dall’emozione; l’aveva capito quando il corpo di Xanxus era diventato così perfetto da fargli desiderare di poterlo avere solo per sé; l’avevo capito quando si era reso conto che i suoi soffici capelli neri erano la cosa che più desiderava accarezzare a quel mondo, ma soprattutto Squalo si era reso conto di quello che provava per il suo Boss quando le sue labbra, che così raramente si incurvavano a formare un sorriso, erano diventate l’unica cosa a cui riusciva a pensare, l’unica cosa che desiderava davvero.
Squalo non aveva mai avuto intenzione di innamorarsi di Xanxus, che non solo era il più grande stronzo che conosceva, ma era anche il suo Boss ed un uomo, ma non era stato in grado di fermare quell’affetto che cresceva e lo prendeva come un mare in piena.
Aveva fatto finta di nulla, non si era mai sbilanciato troppo, ma ogni volta che Xanxus si girava, Squalo si avvicinava per poter sentire il profumo dei suoi capelli e talvolta era riuscito persino a sfiorarli, rabbrividendo d’amore.
Si poteva rabbrividire d’amore? Sì, visto come Squalo tremava di notte, mentre pensava al suo Xanxus e a quanto avrebbe voluto accarezzargli ancora i capelli.
Ma Squalo si permetteva questo tipo di pensieri solo di notte. Di giorno era uno spietato assassino che odiava il suo Boss per il modo in cui lo trattava e i pensieri che aveva di notte non avrebbero mai raggiunto la luce del giorno. Xanxus non l’avrebbe mai accettato…nemmeno Squalo lo accettava a dire il vero. Non riusciva a capire come potesse amare una persona come Zanza e come potesse sentirsi così bene solamente guardandolo. Non voleva assolutamente che qualcuno lo scoprisse, ne andava della sua dignità e del suo orgoglio.
Quell’amore sarebbe rimasto solamente una stella lontana da ammirare solo di notte, quando nessuno poteva vederlo.
Squalo camminò in mezzo alle rose che Lussuria curava nel giardino e improvvisamente anche lui provò una sensazione strana e nella sua testa si riversarono mille immagini e ricordi che non gli appartenevano eppure erano suoi. Un sé stesso più grande che combatteva con strani nemici mai visti, che perdeva e poi si rialzava, che migliorava e diventava più forte.
Squalo spalancò gli occhi, stupito come non mai e le sue guance si tinsero di un rosso così acceso da far invidia alle rose intorno a lui.
Era la prima volta che arrossiva e per fortuna non c’era nessuno a testimoniare il fatto, ma a Squalo in quel momento poco importava se era rosso come una ragazzina.
Squalo ancora non capiva cosa fossero, ma da quel che vedeva, poteva dire con una certa sicurezza che quelle erano le memorie del suo io futuro. E in quelle memorie c’era Xanxus. Era ovunque.
Lo accarezzava, lo baciava con passione, lo spingeva sul letto sorridendo, dicendogli che aspettava quel momento da tempo, lo baciava ancora, lo prendeva con forza e dolcezza allo stesso tempo, lo stringeva, gli leccava il collo e il petto, lo accarezzava ovunque le sue mani potessero arrivare.
Squalo sentì le gambe tremare e dovette sedersi a terra, mentre sentiva che le sue guance andavano sempre più in fiamme e un altro tipo di calore lo prendeva al basso ventre.
Era l’uomo più forte di quel tempo, uno spadaccino dignitoso e crudele, ma quando si trattava di Xanxus, Squalo tremava tutto, sentiva il cuore battere forte e tutto il corpo che irrazionalmente cercava quello di Xanxus.
Era proprio quello che stava accadendo in quel momento. Squalo avrebbe voluto correre da Xanxus e fare tutte le cose che ora continuavano a torturargli la mente.
«Ci sono…riuscito»
Sussurrò Squalo a sé stesso, senza riuscire a credere a quello che stava vedendo nella sua mente. Aveva sempre pensato che il suo folle amore per Xanxus sarebbe stato destinato a morire e per molti e molti anni, Squ si era preparato psicologicamente a vedere la sua stella lontana spegnersi nella notte, ma mai avrebbe creduto che un giorno sarebbe stato in grado di dire “ti amo” a Xanxus…perché 10 anni dopo gliel’avrebbe detto, Squalo ora lo sapeva.
Gliel’avrebbe detto tante volte e Xanxus l’avrebbe baciato altrettante volte e mille volte di più.
Squalo era felice. Non poteva esserlo più di così.
 
Xanxus uscì dal suo studio, ostentando una calma che in quel momento non possedeva. Non sapeva nemmeno lui dove stava andando, dove voleva andare, sapeva solo che non poteva rimanere fermo di fronte a quello che aveva appena scoperto.
Era talmente sconvolto che non sapeva nemmeno come prenderla. La sua parte razionale disprezzava con tutta sé stessa le immagini che da qualche minuto lo stavano torturando, ma il suo corpo stava impazzendo di desiderio.
Il suo stupido istinto, al quale Xanxus si era sempre affidato fino a quel momento, lo stava portando da Squalo, Zanza lo sentiva…e la cosa strana era che non gli dispiaceva affatto. La voglia che sempre sentiva di stringerlo ora si era trasformata in un desiderio di sesso difficilmente reprimibile.
Xanxus voleva Squalo, lo voleva così tanto che sentiva il cuore battere forte contro le costole e non capiva il motivo di quel batticuore. Per Xanxus il sesso era sempre stato qualcosa di passeggero. Piacevole, certo, ma niente che potesse legare due persone per un tempo più lungo di quello condiviso a letto, eppure Xanxus ora sentiva che qualcosa lo legava a Squalo, qualcosa che andava oltre il semplice passare una notte di fuoco assieme.
Xanxus si fermò, deciso a riflettere un po’ prima di commettere qualche idiozia.
Lui era il Boss dei Varia, uno degli uomini più temuti al mondo, possibile che si fosse innamorato di una feccia come Squalo? Una feccia molto più bella ed apprezzabile delle altre, questo era vero, ma pur sempre un plebeo che non poteva competere con la sua persona.
Eppure…Xanxus, ricevendo le memorie del futuro, riusciva anche a sentire i suoi pensieri futuri e poteva affermare con sicurezza di essere innamorato di Squalo. Era qualcosa di strano e che nessuno dei due Xanxus (del presente e del futuro) ancora capivano, ma era così potente, così dilagante, da farlo sorridere e scacciare i demoni che lo perseguitavano.
Guardando il sorriso di Squalo, ascoltando le poche parole dolci che ogni tanto si lasciava sfuggire e baciando quelle sue labbra sottili, Xanxus riusciva a dimenticare almeno per un attimo il suo dolore e la rabbia che l’avevano sempre accompagnato e che gli avevano reso la vita un inferno.
Non l’avrebbe mai ammesso, nemmeno a Squalo che in fondo era la persona più vicina a lui, ma Xanxus era estremamente infelice. Per questo era diventato quello che era: dava la colpa agli altri di quello che non andava nella sua vita e se la prendeva con loro, uccidendoli o facendogli del male.
Invece con Squalo…possibile che Xanxus potesse ancora essere felice?
Oh sì, poteva, visto il modo in cui stava sorridendo mentre si avvicinava a Squalo, accucciato in mezzo al giardino come se volesse raccogliere qualcosa da terra.
Xanxus, mentre pensava, aveva continuato a cercarlo e ora era lì e non ci mise molto a decidere cosa fare: si sedette dietro di lui a gambe larghe, abbracciandolo e accarezzandogli i capelli, senza dire niente.
Squalo si girò stupito e quando vide chi era sorrise in una maniera così dolce da riuscire a far sciogliere il cuore persino ad uno come Xanxus.
Squalo tornò a guardare in avanti e si abbandonò in quell’abbraccio, senza riuscire ad immaginare una sensazione migliore. Aveva sempre sognato un momento del genere, l’aveva sempre immaginato nei recessi più profondi della sua mente, ma mai avrebbe pensato che fosse così bello…così perfetto.
«Ora capisco perché mi piacciono i tuoi capelli…sono così morbidi»
Xanxus continuò ad accarezzarli, parlando come se quel loro abbraccio e le sue dita che giocavano con le ciocche argentee di Squalo fossero routine quotidiana. Il Boss smise ancora una volta di parlare, per dedicarsi al collo di Squalo, scoperto ed estremamente invitante. Ancora un attimo di esitazione prima di baciarlo una, due, tre, quattro volte e anche di più. Xanxus continuò a baciare la pelle candida di Squalo, salendo verso l’orecchio e poi la sua guancia.
Squalo sentiva il respiro di Xanxus sulla sua pelle e iniziò a tremare e sospirare, desiderando che Zanza lo facesse suo in quel prato, poco gli importava se chiunque potesse vederli. Desiderava quel momento da così tanto tempo che ora era quasi surreale. I baci di Xanxus, le sue maniche ora gli stavano accarezzando il petto e quell’abbraccio non potevano essere veri…era tutto troppo bello per esserlo.
«Come ho fatto, Squalo?»
Le parole di Xanxus arrivarono come un soffio all’orecchio di Squ e lo spadaccino si girò quel tanto che bastava per poterlo guardare negli occhi, per poter vedere quelle iridi rosse che gli avevano rubato il cuore.
«Come hai fatto cosa?»
«Come ho fatto a vivere senza di te fino ad ora?»
Squalo stava per rispondere che in realtà avevano vissuto sempre insieme, ma Xanxus non gli lasciò nemmeno aprire bocca perché lo baciò con violenza, prendendo la sua lingua con forza e passione e facendo sospirare Squalo dal piacere.
Il guardiano prese il viso del suo Boss fra le mani, approfondendo di più il bacio, senza voler in alcun modo interrompere quel contatto che lo stava facendo morire di felicità.
Baciandolo, Squalo capì cosa intendeva Xanxus con quelle parole. Per quanto avessero sempre vissuto insieme, né Xanxus né Squalo avevano mai fatto entrare l’altro nella propria vita. Nessuno dei due si era veramente accorto dell’altro. Certo, si erano parlati e avevano passato tanti momenti insieme, ma era sempre stato come se vivessero in due mondi divisi in cui non si sarebbero mai potuti incontrare.
Chissà perché e chissà come mai, nel futuro erano riusciti a distruggere la barriera che li divideva e grazie a questa consapevolezza, ci erano riusciti anche in quel momento. Mentre si baciavano, nessuno dei due si era mai sentito così vicino all’altro…talmente vicino che l’altro era diventato improvvisamente il centro del rispettivo mondo.
Alla fine, per quanto potessero essere diversi, non sarebbero mai riusciti a fare a meno l’uno dell’altro.
Xanxus smise di baciare Squalo solo quando sentì di aver bisogno di respirare e quando ebbe preso aria a sufficienza, tornò ad assalire le labbra di Squalo che in quel momento erano l’unica cosa che voleva davvero.
Zanza non stava pensando, stava semplicemente agendo come il suo istinto gli diceva di fare. La sua razionalità ancora stava tentando di farlo ragionare e, se solo Xanxus si fosse fermato a pensare un momento, si sarebbe convinto che quello che stava facendo era sbagliato ed orribile, ma Xanxus aveva imparato a far tacere la ragione e seguire l’istinto quando questi due differivano di opinioni e l’istinto gli stava dicendo che invece quei baci e quelle carezze erano la cosa più giusta che potesse fare.
Erano così diversi da quello che Xanxus era sempre stato abituato a fare e provare e proprio per questo lo interessavano e gli piacevano sempre di più. Non aveva mai pensato che ci fosse qualcosa di diverso dall’odio e di infinitamente più appagante.
«Dimmi quello che provi per me»
Disse Xanxus staccandosi ancora dal viso di Squalo, per potere osservare i suoi occhi grigi che mostravano un infinito amore ed appagamento. Xanxus era sempre stato orgoglioso di vedere come riuscisse a suscitare emozioni diversi nelle varie sgualdrine che aveva preso nella sua vita per non soccombere alla noia, ma quel labile orgoglio non era nulla in confronto alla profonda pace che stava provando rendendosi conto che la sua presenza era necessaria a qualcuno, che qualcuno lo amava.
Squalo, a quella richiesta, arrossì e disse:
«Non ti basta sentirlo dal futuro?»
Xanxus fece una smorfia e prese il mento di Squalo con le dita, accarezzandolo.
«No. Voglio che me lo dica tu, adesso»
«Ti amo»
Due semplici parole che per Xanxus non avevano mai avuto senso, ma che ora lo facevano sorridere divertito. Perché dette da Squalo, quelle parole iniziavano ad avere un significato per lui?
Si era reso conto di provare qualcosa per lui ovviamente, ma non poteva credere che fosse davvero così forte.
«Perché hai aspettato così tanto per dirmelo?»
«Paura»
Disse semplicemente Squalo, abbracciando Xanxus più stretto, in modo da poter nascondere il viso nella sua spalla. Lui che aveva paura? Era qualcosa che nemmeno Xanxus era abituato a sentire.
«Se penso che il mio me stesso di quel futuro ha dovuto aspettare altri 10 anni prima di poterti stringere così mi viene voglia di picchiarti»
Disse Zanza stizzito, immaginando come si fosse svolta la cosa per quel Xanxus. Prima o poi avrebbe capito da solo che la voglia che sentiva ogni volta che vedeva Squalo aveva poco a che fare con la rabbia; dopo molto tempo passato a riflettere e a negare a sé stesso tutto quanto, avrebbe deciso di prendere Squalo anche contro la sua volontà e solo allora quello stupido idiota si sarebbe deciso a dire che, effettivamente, aveva sempre desiderato che ciò accadesse.
«Quel futuro? In che senso? È il futuro che ti aspetta, mica un altro»
Osservò Squalo, tornando a guardarlo perplesso. Era assurdo come stessero parlando. Gli sembrava che non fosse cambiato poi molto: Xanxus ancora voleva picchiarlo e ancora usava il suo sarcasmo, Squalo ancora si irritava al pensiero e ancora non capiva niente.
Ma chi aveva mai voluto che qualcosa cambiasse? Squalo ammetteva che alcuni comportamenti di Xanxus li avrebbe volentieri cancellati, ma non aveva mai desiderato che Zanza cambiasse. Lo amava per quello che era.
«Squalo, sei proprio un cretino! Il fatto che adesso ti stia baciando sai cosa significa?»
Chiese Xanxus, tornando a baciare Squ ad ogni pausa che faceva. L’albino rispose che no, non lo sapeva e Xanxus sorrise ironico, come a dire che in effetti era troppo stupido per capirlo.
Dopo un altro bacio pieno di desiderio e passione, in cui sia Squalo che Xanxus ci misero tutto i loro sentimenti forse ancora confusi, Zanza si decise a rispondere:
«Significa che stiamo cambiando il futuro che ci aspetta»



Scusate per la lunghezza e scusate per la schifezza XD l'ho scritta in un'ora scarsa quindi non ho idea di come possa essere venuta. La prima parte mi piace molto, ma più si va avanti più non me gusta. Ah si, scusate anche per il mio ennesimo OOC.
   
 
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