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Autore: FairyCleo    16/05/2011    10 recensioni
"Era tutto il giorno che l' intero enturage di servitori di re Uther e figlio faceva su e giù per il castello, lustrando persino i cardini delle porte delle segrete.
Camelot doveva prepararsi al meglio per accogliere in maniera egregia un ospite molto particolare".
Dal capitolo 5:
"Veloce come non mai, con il cuore che galoppava così forte da fargli quasi male, Artù era giunto davanti la porta della fredda cella dove era stato rinchiuso Merlino.
Il poveretto giaceva a terra, svenuto, rannicchiato su di un fianco, con le braccia incrociate sul petto, nascoste in parte dalle ginocchia ossute, e il viso affondato in esse.
Nonostante avesse rivolto la schiena verso il freddo muro di pietra, non era difficile immaginare in che condizioni fosse.
Sotto di lui, una pozza di liquido denso e scuro si stava allargando a vista d' occhio.
Se non fosse intervenuto all' istante, sarebbe morto dissanguato in quel posto infernale".
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Un ospite molto particolare


"Merlino, vedi di sbrigarti! Non abbiamo tutto il giorno!".
"Si, Artù...".
"Sei sempre il solito idiota!".
' E voi siete sempre il solito asino! '.
Avrebbe voluto urlare il giovane servitore al futuro erede al trono di Camelot, ma, quella volta, al contrario delle altre, si era trattenuto.
E non perché avesse paura delle conseguenze.
No, proprio no.
Era abituato, ormai, alla gogna e alla lunga serie di umiliazioni pubbliche a cui veniva settimanalmente (se non giornalmente) sottoposto.
Non aveva ribattuto solo perché non ne aveva davvero il tempo.

Era tutto il giorno che l' intero enturage di servitori di re Uther e figlio faceva su e giù per il castello, lustrando persino i cardini delle porte delle segrete.
Camelot doveva prepararsi al meglio per accogliere in maniera egregia un ospite molto particolare.
Camelot si stava preparando ad accogliere re Miraz, un sovrano che veniva da una terra lontana.
Una terra che oggi tutti chiamava Telmar, ma che anticamente aveva un nome diverso.
Re Miraz era potente. Molto potente.
E soprattutto, temuto.
Tutti erano a conoscenza della ferocia con cui aveva scacciato le creature magiche dal suo regno, perché esse avevano ucciso Caspian IX, suo fratello, e rapito suo nipote, il principe Caspian X, futuro erede al trono di Telmar.

Nel corso dei tre anni di regno, la sua sete di potere sembrava aumentata a dismisura, così come il suo esercito.
Dotato di un potere immenso, aveva invaso e conquistato tutte le terre confinanti con Telmar, non avendo pietà nè del popolo, nè dei sovrani, nè delle loro consorti e, soprattutto, dei loro eredi.
Fortunatamente, questo periodo di razzie sembrava essersi placato da un paio di mesi, e Camelot non ne era stata vittima.

Qualche settimana prima di tutto quel trambusto, era giunta una missiva in cui il suddetto re comunicava di voler visitare il regno del grande Uther Pendragon per ' puro piacere '.
Quell' ultima affermazione aveva fatto rizzare i peli dietro la nuca di Uther, che aveva immediatamente distribuito a servitori, cavalieri, consiglieri e quant' altro i compiti da svolgere.
Tutti avevano avuto qualcosa da fare.
Soprattutto Artù, era stato messo alle strette dal padre.
Avrebbe dovuto fare da ' guida ' a re Miraz, mostrandogli le meraviglie di Camelot.
Si sarebbe dovuto comportare in maniera impeccabile, da degno erede di un regno prospero e sereno.
Solo che la troppa ufficialità infastidiva il somaro ereditario, che veniva quotidianamente avvertito dal padre di non comportarsi mai in maniera avventata, perché Miraz era pericoloso, e il minimo errore avrebbe potuto provocare una guerra che avrebbero sicuramente perso.
Il suo esercito era formato da truppe interminabili, e Camelot sarebbe caduta nelle sue mani in pochissimo tempo, nonostante il valore del principe e dei suoi cavalieri.

Proprio per questo, Artù, torturato dal padre, non faceva altro che torturare a sua volta il povero Merlino, che, già avvertito dal vecchio Gaius sulla malvagità di questo re, non faceva altro che pensarci, col risultato di diventare ancora più maldestro del solito.
Questa catena di S. Antonio sembrava impossibile da spezzare.
E chissà cosa sarebbe accaduto una volta che il ' tanto atteso ospite ' avesse messo piede a Camelot!
La sola idea faceva rabbrividire il giovane mago.
Un altro re che ce l' aveva con le creature magiche...
Avrebbe dovuto fare il triplo dell' attenzione (a dire il vero spesso e volentieri molto scarsa) che faceva solitamente.

"Merlino, ma è mai possibile che tu sia diventato più idiota del solito?? Ti ho detto che devi sbrigarti, e sei ancora fermo qui, a lucidare questo stupido candelabro!
Lo sai cosa potrebbe accadere se tutto non fosse perfettamente in ordine per l' arrivo di Miraz??".
Il giovane aveva inghiottito rumorosamente.
Il suo pomo d' Adamo sembrava aver fatto una capriola.
"N- non lo so Artù, cosa potrebbe accadere?".
Il principe, biondo, dagli occhi azzurri, con le spalle larghe e il fisico massiccio, proprio come un principe delle fiabe, gli si era avvicinato a pochi centimetri.
Solo che, in quel frangente, non aveva proprio niente di fiabesco.
Guardava Merlino con gli occhi iniettati di sangue.
"Potrebbe scoppiare una guerra. Ecco cosa potrebbe accadere".
Aveva scandito le parole una ad una, con un tono di voce da far venire i brividi.
Il mago, che fino a poco prima aveva retto il suo sguardo, si era affrettato a distoglierlo, fissando insistentemente il candelabro che ora stava lucidando con maggiore celerità.
"Ecco, vedo che hai capito".

Artù si era sporto dalla finestra.
Poteva vedere tutti impegnarsi al massimo nello svolgere i compiti loro assegnati.
Sperava solo che tutto questo fosse sufficiente.
Con persone come Miraz, tutto diventava terribilmente difficile, e la possibilità di commettere anche il più piccolo errore cresceva esponenzialmente.
"E, Merlino, quando hai finito in questa stanza, provvedi a lavare tutte le lenzuola delle stanze di questo piano. Pretendo che siano più candide della neve".
E, dicendo  ciò, era uscito dalla stanza, sbattendo con violenza la porta alle sue spalle.
Al mago non era rimasto altro da fare se non tirare un profondo respiro e cercare di non pensare a quanto tempo ci avrebbe impegato per lavarle tutte.

                                                                                                        ***

"Non ce la faccio più Gaius! Sono SFINITO".
Il povero Merlino era rientrato nella modesta abitazione che divideva col cerusico a notte fonda.
Aveva da poco finito di lavare le lenzuola, e purtroppo non aveva potuto utilizzare la magia, perché non era l' unico servo ad utilizzare il lavatoio.
Per questo, colto dalla stanchezza, si era lasciato scivolare al suolo, con le spalle poggiate alla porta d' ingresso.
Per colpa del contatto ripetuto con l' acqua, le sue mani si erano raggrinzite, diventando simili a quelle di un anziano.

"Artù ti ha dato un gran da fare, quest' oggi..." - Gaius aveva versato una sostanziosa dose di zuppa in una ciotola - "Vieni a tavola, ragazzo... E mangiane quanta ne desideri. Affrettati... E' ancora calda".
Rincuorato dalle parole affettuose di colui che per lui era come un padre, si era alzato, nonostante le proteste della sua schiena, e si era seduto a tavola, avventadosi sulla zuppa offertagli.
Era davvero ottima.
Se non ci fosse stato Gaius, era certo che avrebbe fatto un sacco di cose davvero stupide che lo avrebbero portato ad essere scoperto.
Rabbrividiva al solo pensiero delle conseguenze.
Il vecchio cerusico si era seduto accanto a lui, e lo osservava mangiare, in silenzio.

"Credetemi, Gaius, non ho mai fatto tanta fatica in vita mia. Mi fanno male anche muscoli che non pensavo di avere. Non credo di farcela ad andare avanti così...".
L' uomo sorrideva.
"Abbiamo tutti un gran da fare per via di questo evento, mio caro Merlino...".
Il giovane aveva annuito, chinandosi sul piatto di nuovo stracolmo.
"Merlino...".
"Umm?".
Il tono grave di Gaius non gli piaceva affatto.
"Promettimi che farai attenzione. Lo so che non faccio altro che ripeterlo, ma sono molto in pensiero per te, ragazzo mio".
Lo guardava con due occhi talmente dolci da far provare una stretta al cuore a Merlino.
Era davvero un uomo speciale.
"Miraz è pericoloso. Molto più pericoloso di Uther.
Se avesse solo il minimo sospetto di quale sia la tua vera natura, non si limiterebbe a condannarti a morte".

Gli doleva il cuore ad essere così duro con lui, ma doveva esserlo, per il suo bene.
Aveva visto Merlino diventare paonazzo.

"Miraz gode nel vedere le persone soffrire. Ti torturerebbe egli stesso, infliggendoti le pene più dolorose. Facendoti implorare la morte".
"Gaius, io...".
"Io ho paura ragazzo. Vorrei tanto che tu fossi ad Eldor, adesso".
Merlino si stava torturando il labbro inferiore.
Non era un tipo che scappava di fronte ai problemi, ma sta volta, avrebbe davvero voluto essere lontano.
Solo che non ne aveva avuto il cuore.
Per quanto Artù fosse un asino zuccone, non lo avrebbe mai lasciato solo in un momento come quello.

"Andrà tutto bene Gaius. Vi prometto che starò attento".
E, nonostante il timore dilagasse in lui, aveva sorriso al suo buon amico, prima di mettere da parte la ciotola ormai vuota e dirigersi verso la sua stanza.


                                                                                                                                                                                                                               Continua....

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Ciao a tutti!!
Voglio ringraziare chiunque abbia speso un po' del proprio tempo leggendo questo capitolo.
E' la mia prima storia su Merlin, e sono molto elettrizzata!
Spero che vi sia piaciuto.
Ora, dopo i convenevoli, vorrei fare delle precisazioni.
Anche se negli avvertimenti ho spuntato su Cross- over, non lo è al 100%.
E, questa volta ho deciso di fare un esperimento: solitamente, scrivo tutta la storia, e man mano revisiono i capitolo prima di postarli...
Sta volta, invece, ho deciso di scrivere e postare man mano, dunque, non ho ancora in mente un' idea precisa di ciò che ne verrà fuori!
Mi auguro di non avervi spaventato!
=)
Bè, credo di aver detto anche troppo!
A presto!
Un bacione!
Cleo




   
 
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