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Autore: KuromiAkira    22/05/2011    6 recensioni
Seguita dai suoi pokémon andò verso casa sua, sempre sperando di poter riflettere in un luogo a lei familiare ma, ormai rassegnata, non ebbe alcuna reazione quando lesse ciò che c'era scritto nel cartello: 'Casa di Kris'
[Pokémon Cristallo + crossover con altri giochi]
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Crystal, Lyra / Kotone
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Note iniziali: Salve, qui è Kuromi che vi parla! Finalmente sono riuscita ad andare avanti con questa fiction, ideata prima delle due precedenti su Pokémon che ho pubblicato ad aprile ma che, tra blocchi dello scrittore e crisi di ispirazione, son riuscita a continuare solo ora.
A essere sincera non so se si capirà molto. Io stessa fatico a capirla, questa fiction XD È stato difficile scriverla e non è nemmeno esattamente ciò che avevo in mente all'inizio.
L'impostazione originale, però, ho dovuto scartarla perchè non riuscivo a trovare una spiegazione logica a ciò che scrivevo XD Non so se questa versione ce l'ha, invece. Ma almeno sono rimasta fedele all'idea di base, ecco XD
Tra gli avvertimenti ho messo 'Cross-over' e 'What If' però non sono certissima che siano esatti per definire questa fiction.
Comunque, non è un cross over con un altro videogioco/anime/ecc. Ma siccome almeno per questo capitolo non voglio anticipare nulla rimando le spiegazione a un altro momento. (che poi forse è intuibilissimo già dall'introduzione XD)

Come sempre: i protagonisti qui hanno troppe cose in comune e ho faticato sulle ripetizioni. Ho fatto del mio meglio ma penso di aver ripetuto troppe volte i nomi. Accetto suggerimenti nel caso voleste darmene qualcuno.

Chiedo venia anche per eventuali errori di battitura. Scrivo nel blocco note e non ho il correttore automatico o la classica lineetta rossa di Word. Rileggo i capitoli mille volte (modificandoli e facendo nuovi errori, di solito) ma qualcosa mi sfugge sempre, di solito. Anche qui: se notate qualcosa fatemelo sapere.



Crystal's World
Capitolo 1




Il rumore di un treno che attraversa i binari.
Questa era la prima cosa che aveva sentito Kotone dopo aver ripreso i sensi. (O forse era stata l'ultima prima di perdere i sensi?)
Non sapeva nemmeno dire se quel suono era reale o no. Era talmente abituata a sentirlo a Fiordoropoli che era strano che, questa volta, avesse fatto così caso a quel rumore.
Ma non era il momento di pensarci, si disse, mentre si rialzava lentamente da terra. Piuttosto, non si ricordava bene cosa le era successo.
Una volta in piedi, si voltò alla propria sinistra, portandosi inconsciamente una mano sulla nuca come per placare con quel gesto il forte mal di testa, e fissò la torre radio.
- Ma certo! Stavo usando il teletrasporto al Centro Globale! - ricordò l'allenatrice.
Nel suo lungo viaggio aveva conosciuto allenatori provenienti da altre regioni lontane e non era raro, per lei, scambiare i pokémon con loro tramite i servizi del GTS.
Questa volta stava usando il pannello per il teletrasporto, avendo voluto vedere i video lotta, ma qualcosa doveva essere andato storto.
La luce del pannello, che normalmente la circondava durante lo spostamento da un piano all'altro, si era spenta all'improvviso e aveva sentito 'qualcosa' spingerla via.
Dopodichè, il buio.
Non aveva idea di cosa fosse successo e come si fosse poi ritrovata fuori dall'edificio.
Si voltò all'indietro, come se volesse osservare ciò a cui stava pensando.
- Cosa? - esclamò.
Davanti a lei vide, al posto del pezzo di terra dove si ergeva la sede del Centro Globale, un'immensa distesa d'acqua, separata dal terreno da un recinto chiaro.
Avanzò appena, incredula. Come poteva essere sparito non solo il centro, ma persino il suolo sotto ad esso?
Pensando di dover chiedere a qualcuno si accorse delle altre stranezze.
Prima di tutto le strade erano deserte.
I colori delle case e degli alberi erano spenti, come sbiaditi.
Alzò lo sguardo al cielo e notò che era grigio, senza sole ma non sembrava fossero le nuvole a causare quell'effetto.
Non udiva alcun suono, nemmeno il vento o quello delle onde del mare.
Si avvicinò al recinto, osservando l'acqua. Era immobile come, pareva, tutto il resto.
Quella era sicuramente Fiordoropoli: c'era la torre radio, la stazione e poteva vedere, da dove si trovava, anche il tetto del centro commerciale.
Eppure, non solo la scomparsa del Centro Globale, ma anche l'aria che si respirava la metteva a disagio.
Entrò alla torre radio, trovandola vuota.
Salì al primo piano, poi provò in stazione, salendo anche sul treno, corse fino al centro pokémon e al centro commerciale ma ovunque era uguale.
Non c'era anima viva.
Il silenzio di quella città era opprimente e Kotone, confusa, provò un senso di terrore.
Agitata, prese il pokégear e lo aprì. L'orologio funzionava quindi il tempo passava, nonostante l'apparenza.
Guardò la rubrica. Il primo numero era quello di Hibiki e lo chiamò.
Sperava di sentire almeno la sua voce, come capitava spesso. L'amico d'infanzia la chiamava molte volte per darle consigli, informarla di qualche novità o solo per salutarla.
Eppure non sentiva nemmeno squillare, in quel momento. - Non c'è campo? - si chiese, con voce tremante, guardando il display.
Era forse un sogno? Quella situazione era troppo assurda. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo.
Cominciò a correre uscendo dalla città, fino ad arrivare al percorso 34.
Si piegò appena, poggiando le mani sulle ginocchia, riprendendo fiato.
Poi alzò la testa, guardando la pensione pokémon.
Il nonnino, che, sorridendo gentile, rimaneva sempre a fianco della casa ad attendere gli allenatori che avevano lasciato dalla moglie i loro pokémon, non c'era così come gli allenatori che sostavano tra i sentieri o nell'erba e che spesso la sfidavano.
- P-perchè? - si chiese prima di tornare a correre, fermandosi all'entrata del Bosco di Lecci. - È un incubo! Questo è un incubo, vero? - mormorava nella corsa.
Un lampo di lucidità le permise di pensare di poter usare un pokémon.
Prese lo zaino e, nervosamente, cercò le pokèball.
- Pidgeot! - urlò, quasi disperatamente, sperando rispondesse alla sua chiamata.
In effetti aveva sempre un pokémon accanto a sé, a seguirla per le città e i percorsi e, anche se era rientrato nella sfera quando erano arrivato al centro Globale, ora che si trovava all'aperto avrebbe dovuto esserci anche un pokémon insieme a lei.
Temeva quindi fossero spariti anche loro, oltre che tutta la popolazione di Fiordoropoli.
La pokèball si aprì e, dalla luce che ne uscì apparve, volteggiando in aria, il pokémon volante.
Pidgeot salutò allegro la sua allenatrice, volandole attorno, e Kotone, sollevata nel vederlo, lo abbracciò.
- Oh, Pidgeot, almeno tu ci sei! -
Percependo dall'abbraccio dell'umana una certa inquietudine il pokémon pigolò preoccupato.
- Non so cosa stia succedendo. Sono spariti tutti. Avevo paura che anche voi pokémon... - non riuscì a concludere la frase, agitata com'era.
Pidgeot si guardò attorno, poi annuì con la testa come per confermare che anche lui aveva l'impressione ci fosse qualcosa che non andava.
Kotone chiamò anche gli altri pokémon, volendo più compagnia possibile. Solo altri due pokémon uscirono, Meganium e Quagsire.
La ragazza li fissò qualche istante come se stesse attendendo che gli altri tre pokémon uscissero. Ma non successe.
- E gli altri? - chiese preoccupata, prendendo le altre tre sfere. - Shinx? Numel? Bidoof? -
Aveva da poco cominciato ad allenare i pochi pokémon originari dalle regioni di Hoenn e Sinnoh che si trovavano, in certi giorni, anche a Johto e proprio loro mancavano all'appello.
- Oh, no, e se fossero usciti dalla sfere quando è successo quella cosa al pannello del teletrasporto? -
Gli altri tre pokémon si guardarono tra loro e si avvicinarono alla loro padrona, ormai in lacrime.
Attirarono la sua attenzione e scossero la testa in segno di diniego.
- S-scusate - mormorò lei sfregandosi gli occhi. - È solo che... tutto questo... non ci sto capendo nulla! E ho talmente paura... -
Aveva affrontato tante difficoltà, durante la sua avventura. Non si era mai arresa ed era sempre andata avanti con coraggio fidandosi dei suoi pokémon e delle sue capacità ma questa volta era molto diverso.
Si inginocchiò a terra coprendosi il volto, non riuscendo più a evitare di piangere.
- Mi ritrovo da sola e tre pokémon sono fuggiti chissà dove, magari sparendo insieme al Centro Globale. E questo posto ora è così spaventoso... -
Meganium, Pidgeot e Quagsire scossero nuovamente la testa. Il pokémon d'erba indicò col musino le tre sfere ancora in mano a Kotone.
La ragazza cercò di capire cosa volesse dirle.
- I pokémon... non sono usciti dalle pokèball? - intuì e le creaturine annuirono.
Stando insieme dentro la borsa loro riuscivano a capire quando e chi usciva dalle sfere, anche se di loro spontanea volontà.
E non era ciò che quei tre pokémon avevano fatto.
- Quindi non vogliono uscire? -
Ancora, i pokémon negarono. Erano svaniti da un momento all'altro, senza uscire.
- Sono... spariti? - capì l'allenatrice, sempre più spaventata e confusa - Come tutta la gente? -
Ebbe conferma dai pokémon e fissò le sfere.
Al GTS era successo qualcosa, un errore forse. E lei si era ritrovata per strada, in una Fiordoropoli senza Centro Globale e senza abitanti, dove tutto sembrava fermo e senza vita.
Non riusciva a ragionare bene ma non trovava delle spiegazioni logiche e ciò che le stava accadendo.

Improvvisamente alzò la testa - Pidgeot, voliamo altrove! Forse nelle altre città qualcuno c'è! - esclamò.
Il pokémon annuì, rassicurato dalla ritrovata sicurezza della sua allenatrice, seppur nella sua voce ci fosse ancora un'ombra di paura, si accovacciò per permetterle si salirgli in groppa mentre gli altri due compagni di viaggio rientravano nelle loro sfere.
Girò ovunque, a Johto, visitando tutte le città ed entrando in ogni casa o edificio.
Urlava a squarciagola, sperando che qualcuno le rispondesse, controllava in ogni angolo ma la situazione era identica a quella della più grande città della regione.
Quello era un mondo grigio e triste e l'ansia era tale che Kotone non riusciva quasi a respirare.
Abbracciò i suoi pokémon che le si erano avvicinati per confortarla seppur anche loro preoccupati per quello che stava succedendo.
Era esausta e non sapeva più cosa fare o cosa pensare.
Aveva avuto modo di notare alcune differenze dalla Johto che ricordava: oltre al Centro Globale anche la zona safari era sparita e così anche il parco lotta e il pokéathlon.
Sembrava che quella non fosse la stessa regione da cui veniva.
Sospirò profondamente, nel tentativo di calmarsi. La situazione non l'aiutava ma disperarsi non sarebbe servito a nulla.
Doveva riflettere bene, doveva esserci una soluzione. - Voglio andare a casa - dichiarò. Forse, nel luogo dov'era cresciuta, sarebbe riuscita a ragionare.
Pidgeot obbedì nuovamente e volò a Borgo Foglianova.
Appena scesa, Kotone corse a sud-est della città, verso la casa di Hibiki, prima ancora di andare nella propria abitazione, nella vana speranza di trovare il suo amico.
In fondo al cuore sapeva che, se tutti erano spariti nel nulla, c'erano ben poche possibilità di incontrare proprio il ragazzo ma voleva provarci comunque.
Quagsire fece per seguirla ma Meganium lo bloccò, scuotendo la testa. Meglio attenderla fuori.
La ragazza entrò senza bussare, controllò il piano terra poi corse al primo piano ma la casa era vuota, esattamente come tutte le altre.
- Hibiki... - sussurrò appoggiandosi al muro.
Era sola con tre pokémon, ormai doveva arrendersi a questo fatto.
Sola, e non sapeva cosa stesse accadendo e perchè, come tornare alla sua Johto, se quella era un'altra Johto, almeno.
I tre pokémon erano rimasti fuori dalla porta, ad aspettarla e quando la videro Kotone aveva un'espressione triste.
- Siamo soli... - li informò, ma quello era chiaro fin dall'inizio a tutti loro.
Sospirò, e nel farlo le cadde l'occhio su un cartello, lì dove era abituata a vedere una cassetta delle lettere.
Un'altra delle tante differenze, pensò, e ormai abituata a queste cose lesse ciò che c'era scritto sperando di trovare conforto nel leggere nero su bianco il nome di Hibiki.
Ma non le fu concesso nemmeno questo, infatti spalancò gli occhi e si avvicinò al cartello.
- 'Casa del professor Elm'?! - esclamò. - Ma lui e la sua famiglia abitano al primo piano, sopra il laboratorio! - aggiunse e, nel farlo, si voltò nella direzione in cui c'era il grande edificio.
Decise di controllare e si diresse verso il laboratorio, passando per la casa a sud-ovest della città, trovandolo più piccolo di quel che ricordava, privo del primo piano.
- La casa del professore è al posto di quella di Hibiki... che non esiste? - si chiese pensando, ormai, di essere finita in un'altra dimensione. Oppure nel passato. Ma anche in quel caso non si spiegava perchè non ci fosse anima viva da nessuna parte, né come ci fosse finita lei lì.
Seguita dai suoi pokémon andò verso casa sua, sempre sperando di poter riflettere in un luogo a lei familiare ma, ormai rassegnata, non ebbe alcuna reazione quando lesse ciò che c'era scritto nel cartello: 'Casa di Kris'
  
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