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Autore: Shari Deschain    26/05/2011    4 recensioni
Leggermente stordito dall'alcool bevuto e dall'odore di incenso che permea quella strana tenda in cui è stato trascinato contro la sua volontà, Stefan guarda dapprima il proprio braccio, poi il tizio scuro che glielo sta stringendo e infine Lexi.
«Ricordami perché lo sto facendo», biascica rivolto a quest'ultima.
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lexi, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Wanted dead or alive '
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Warning: Pre-serie, Fluff
Wordcount: 1197 (FDP)
Disclaimer: TVD è di L.J. Smith e di quegli adorabili stronzi di Julie e Kevin. Se mi pagassero per fare questo, sarei la donna con il lavoro più bello del mondo dopo la Dobrev.
N/A: Scritta per il TVG!Fest vampiregeometry, prompt Lexi/Stefan – tatuaggio, e per il meme dei 15 OTP, con il prompt “Dettaglio” datomi da alexiel_fay 
─ Io non lo so da dov'è uscita e perché è uscita come è uscita, dev'essere il caldo. So solo che è una vita che dovevo a Lizzie_Siddal una storia su quel benedetto tatuaggio di Stefan e il prompt di Alexiel mi ha fatto venire in mente un sacco di cose e... e questa doveva essere una drabble. UNA DRABBLE, capite? *piange lacrime prolisse*
─ Sono una studentessa universitaria, faccio ricerche per default. Tutta la spiegazione del significato della rosa nera è una combinazione tra google e le mie speculazioni personali.
─ Dedicata alle suddette Alexielfay e Lizzie Siddal, perché siete team Lexi e tanto basta XD






Bugia e contraddizione





Essere un vampiro, tra le altre cose, comporta certi specifici privilegi, e uno di questi è il non subire il dolore. Per lui però la questione è un po' diversa, si ritrova a pensare Stefan, mentre fissa gli intricati ghirigori di fumo che si alzano da un bastoncino di incenso, perché a causa della sua dieta il dolore non scompare mai del tutto, semplicemente si attutisce, diventando un prurito leggero e più sopportabile, ma comunque fastidioso.
Come questo pizzicore al braccio, ad esempio.
«Non ti muovere», brontola la voce strascicata di un anziano uomo di colore.
«Non mi sto muovendo!», protesta Stefan. L'uomo scuote la testa, facendo così tintinnare le decine di campanellini che gli adornano le orecchie, e poi biascica qualcosa in un'altra lingua, che Stefan non riesce nemmeno a riconoscere.
«Su, non fare il bambino e sta' fermo», interviene una terza voce, divertita e decisamente femminile.
Leggermente stordito dall'alcool bevuto e dall'odore di incenso che permea quella strana tenda in cui è stato trascinato contro la sua volontà, Stefan guarda dapprima il proprio braccio, poi il tizio scuro che glielo sta stringendo e infine Lexi.
«Ricordami perché lo sto facendo», biascica rivolto a quest'ultima.
Lexi sorride, deliziata, mentre con gli occhi segue l'ago nero che scivola lentamente sulla pelle dell'amico, tracciando i contorni di petali scuri.
«Perché mi hai promesso che lo avresti fatto»
«Non ricordo di aver promesso niente del genere»
«Beh, lo hai fatto», replica Lexi, senza smettere di guardare il tatuaggio. «Eri ubriaco», aggiunge poi, a mo' di spiegazione.
«Estorcere promesse ad un ubriaco è un reato»
«Non è vero»
«Beh, dovrebbe esserlo», ribatte Stefan, poi sospira, rassegnato. «Posso almeno sapere che cosa mi stai facendo imprimere sulla pelle per l'eternità?»
Lexi considera per un attimo la domanda, poi sorride e fa cenno di no con la testa.
«No, è una sorpresa»
«Ma è il mio braccio!», protesta con veemenza il vampiro, facendo sussultare il tatuatore.
«Non ti muovere!», ripete il vecchio.
Lexi comunque non si lascia impressionare e scuote appena una mano, come a voler cacciare via un insetto fastidioso.
«Faceva parte dell'accordo lasciarmi scegliere il tatuaggio», precisa.
«Lexi. Ero ubriaco»
«Smettila di accanirti su questo dettaglio»
«Non è un dettaglio», borbotta Stefan, esasperato. «Se non fossi stato ubriaco non te l'avrei mai permesso»
«Non ti muovere!», sbotta ancora l'uomo, ringhiando appena e calcando un po' di più sull'ago, quasi a volerlo avvertire che alla prossima mossa l'avrebbe infilzato senza troppi complimenti.
Stefan sbuffa e piega indietro la testa, fino ad appoggiarla contro il tessuto della tenda.
Il pizzicorio al braccio continua ad essere fastidioso da morire, ma ormai ci si è quasi abituato.
Anche mentre fissa distrattamente il cielo stellato oltre il buco al centro del tepee, può sentire lo sguardo divertito di Lexi fisso su di lui, e mentre mentalmente la maledice appena, si ritrova a sorridere a sua volta, senza nemmeno sapere il perché.
Forse è semplicemente ancora ubriaco.

Meno di mezz'ora dopo sono già fuori dalla tenda odorosa di incenso e inchiostro, e una benda bianca fascia il braccio destro di Stefan dal gomito fino alla spalla.
Dopo aver scostato un po' la garza per osservare meglio il suo nuovo tatuaggio, il vampiro lancia un'occhiataccia all'amica.
«Non per mettermi a piangere sul latte versato, ma... una rosa nera? Non ti sembra un po'...», Stefan esita, indeciso su che parola usare.
«No, non mi sembra», taglia corto Lexi.
«Non mi hai neanche lasciato finire la frase!»
Lexi alza le spalle, poi lo afferra per mano e, con un gridolino contento, lo trascina verso un'altra bancarella illuminata. Stefan sospira, si massaggia le tempie con la mano libera, e come sempre la lascia fare.
Per un po' continuano a girovagare pigramente per la grande fiera, osservando sia i venditori che gli artisti di strada, e Stefan nota che Lexi, ora fermamente aggrappata al suo braccio appena tatuato, sembra sempre più contenta e rilassata.
Per un processo di osmosi che non gli è molto chiaro, e nonostante il caldo soffocante, l'odore nauseabondo di dolci e il lento pulsare della pelle gonfia sotto il tatuaggio che si fa sempre più fastidioso, anche lui inizia a sentirsi più tranquillo e sereno.
È uno dei motivi per cui ama la compagnia di Lexi più di quella di chiunque altro.
«Sai, in realtà il tuo tatuaggio ha un significato preciso», riprende all'improvviso la vampira bionda, mentre si fermano a guardare lo spettacolo di un giocoliere solitario. «Ci ho pensato molto»
Stefan alza le sopracciglia, scettico.
«E quale sarebbe questo significato?», domanda comunque, mentre il giocoliere passa le estremità dei suoi bastoni sul piccolo falò ai suoi piedi, accendendo gli stoppini. Quando inizia a farli girare in aria la piccola folla intorno a loro urla divertita.
«È una bugia e una contraddizione», risponde intanto Lexi, voltandosi verso di lui e cercando di assumere un'espressione misteriosa, determinata a non lasciarsi scoraggiare nemmeno dalla smorfia diffidente dell'altro.
«Le rose nere non esistono in natura, o almeno questo è quello che pensa la maggior parte delle persone. Io le ho viste con i miei occhi, e so che esistono. E questa è la bugia», inizia a spiegare, sorridendo. Non sottolinea l'analogia con i vampiri perché dal modo in cui lui aggrotta la fronte capisce che Stefan è perfettamente in grado di coglierla da solo. Incoraggiata dalla sua attenzione, si decide a continuare.
«Ma la rosa in generale è il simbolo dell'amore, della passione, della bellezza... della vita, insomma. Il nero invece è il colore della morte, quindi una rosa nera è una contraddizione in sé stessa»
“Come noi”, pensa Stefan, ma non lo dice.
Nella sua testa passano un mucchio di riflessioni diverse, alcune decisamente troppo complicate per lo stato attuale delle sue facoltà mentali.
«Eppure», continua Lexi, ora senza guardarlo. «Io penso che una rosa nera sia comunque una cosa bellissima. Triste forse, ma bella. E speciale»
Il giocoliere fa volare i bastoni un'ultima volta, poi li afferra e li spegne con un soffio. La gente intorno grida ancora più forte e poi comincia ad applaudire.
«Sei più ubriaca di me», replica alla fine Stefan, debolmente, senza sapere cos'altro dire.
Lexi piega appena la testa e si stringe ancora di più contro il suo braccio.
«E poi ovviamente c'è il significato originario di tutte le rose», aggiunge sottovoce. Stefan sospira, ma anche stavolta non può fare a meno di chiedere.
«Ovvero?»
Lexi sorride e facendo leva contro il suo braccio si alza in punta di piedi, fino a sfiorargli l'angolo della bocca con le labbra.
«Il segreto», sussurra contro la sua pelle calda.
Stefan lascia scivolare lo sguardo dal suo volto malizioso al resto della piazza: la gente sciama intorno a loro come un piccolo fiume, urtandoli appena, e senza degnarli di uno sguardo.
Loro due sono decisamente la cosa più strana lì in mezzo, ma nessuno se ne rende conto.
Nel frattempo Lexi gli gira intorno fino ad afferrargli l'altro braccio, in modo da poter appoggiare la testa sulla sua spalla.
«Allora, non pensi che sia estremamente adatta a te?», domanda poi, alzando il volto sorridente fino ad incrociare il suo sguardo.
«Non solo a me, direi», risponde Stefan, sorridendole a sua volta e passandole un braccio intorno alla vita, per riprendere poi a camminare tranquillamente tra la gente.

 
   
 
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