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Autore: alister_    27/05/2011    4 recensioni
Non sa perché le sue gambe l'abbiano portata nel bar peggio frequentato della periferia di Tokyo. Forse per prendersi un attimo di tregua dal mondo in un luogo dove nessuno la conosce, o forse per incontrare una persona che la conosce e può capire come si senta in quel momento.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hwoarang, Ling Xiaoyu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'All hope is gone [or maybe not]'
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Timeline: pre Tekken 6

Word Count: 486

Note: Scritta per il Multifandom Drabble Fest di it100 , con il prompt "Tekken, personaggi a scelta, bar malfamato"


 

Mescolando automaticamente il suo analcolico alla frutta con una cannuccia rosa, gli occhi fissi sul bancone sporco, lascia penzolare le gambe dall'alto sgabello. Con la divisa scolastica ancora addosso, attira su di sé gli sguardi di tutti gli avventori del locale. Non se ne cura: sa come difendersi, e, in quel momento, ha ben altro per la testa.
Non sa perché le sue gambe l'abbiano portata nel bar peggio frequentato della periferia di Tokyo. Forse per prendersi un attimo di tregua dal mondo in un luogo dove nessuno la conosce, o forse per incontrare una persona che la conosce e può capire come si senta in quel momento.
E, infatti, sente scivolare una figura alta e tonica sullo sgabello accanto al suo.
-Hai la sbornia triste?-
Xiaoyu alza appena gli occhi per scorgere di sottecchi una capigliatura rosso fuoco; inerte, si lascia sottrarre dalle mani il bicchiere ancora pieno.
-No-. Hwoarang le restituisce l'analcolico con una smorfia, la traccia delle sue labbra impressa appena sul bordo di vetro. -Perché quel broncio, allora?-
-Non hai visto?- chiede lei, alzando disorientata gli occhi scuri a guardarlo.
Lui fa spallucce.
-Sono stato impegnato- dice, con il solito tono strafottente. Ed esibendo il suo sorriso da mascalzone patentato, indica un piccolo graffio che gli segna la guancia destra, unico segno dell'ennesima rissa di strada in cui ha ricoperto il ruolo di vincitore.
Senza dire una parola, Ling si alza ed esce fuori dal locale, lasciando il drink quasi intatto sul bancone.
Hwoarang, preso in contropiede, è costretto ad affrettare il passo per non perderla di vista. Le strade della periferia sono stranamente vuote e silenziose: c'è qualcosa, in quella calma spettrale, che gli ricorda i mesi del suo servizio militare e quell'aria di incertezza che si respirava in Corea.
Scorge Xiaoyu dall'altra parte della strada, in piedi davanti alla vetrina di un negozio di elettrodomestici. Quando la raggiunge, vede, e capisce.
I televisori in esposizione riproducono in continuazione un unico video. Jin Kazama, elegante nel suo completo firmato, gli sembra improvvisamente un estraneo, anziché il rivale di sempre.
Non si sente l'audio, ma il titolo che accompagna le immagini è abbastanza eloquente: Jin Kazama nuovo capo della Zaibatsu. “Estenderemo al mondo il nostro potere a qualunque costo”.
-Ma che cazzo...-
Ling si volta a guardarlo. Il suo volto è spettrale e i suoi occhi sono due pozzi di incertezza e sconforto, totalmente privi della luce di allegria che è solita animarli.
-Si è bruciato quei due cazzo di neuroni che aveva- dice Hwoarang, insolitamente serio, passandosi una mano sulla fronte sudaticcia. -Ma lo faremo rinsavire. A costo di prenderlo a calci in culo fino a farlo svenire, lo faremo tornare in sè-.
Non sa se sia per la sicurezza con cui pronuncia quelle parole o se sia per il “noi” che utilizza, ma Ling si sente stranamente confortata e, per la prima volta nella giornata, sorride.

   
 
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