Non smettere di lottare.
- Noi prendiamo i nostri miracoli lì dove li troviamo,
- annulliamo le distanze e a volte contro ogni previsione,
- contro ogni logica,
- li
tocchiamo.
- “Ce
la faremo, Edward. Ce la faremo.” Piagnucolò lei, accarezzandogli la guancia
mentre lui, la guardava cercando sicurezza; una sicurezza che non trovò.
- Gli
occhi di Bella erano gonfi e contornati da occhiaie nere, segno delle numerose
notti trascorse senza dormire e a vegliare lui.
- Stava
lottando, per se stesso , per Isabella ma soprattutto per il loro bambino,
ancora nel ventre della madre che molto probabilmente sarebbe nato senza
vederlo neppure.
- “Promettimi
che andrai avanti..” , disse ad un tratto fissandola dritta negli occhi. “Promettimi
che non farai sciocchezze. Non posso andarmene sapendo di lasciarti così..”, le
sue parole terminarono in un singhiozzo.
- Mai
gli era capitato di perdere così il controllo, specialmente quando era con sua
moglie.
- Anche
Isabella cercava spesso di non piangere in sua presenza, volevano essere forti,
volevano essere l’una la pira dell’altro.
- Ma
quella volta, nessuno dei due ci riuscì.
- Bella
si accasciò sul suo petto e inspirò l’odore del marito, che anche se intriso di
ospedale e morfina sapeva ancora di miele, lillà e sole.
- Quel
profumo di cui lei si ubriacava spesso, quel profumo senza il quale lei non ce
l’avrebbe fatta.
- “No..
io .. non posso.” Rispose afferrandogli la maglia e tenendola stretta, “Io non
ti lascerò andare via.. Tu non morirai, hai capito?”
- Edward
le sorrise e le accarezzò la guancia. “Morirò, e tu dovrai andare avanti senza
di me.”
- Gli
occhi di Bella furono attraversati da una luce strana, e tutta la rabbia
repressa venne fuori, in quel momento esatto. “No.Non morirai. Qui dentro c’è
tuo figlio, maledizione!” Urlò tra i singhiozzi indicando il leggero rigonfiamento
del suo ventre. “Ti sta aspettando. Vuole essere cullato dalle braccia di suo
padre, vuole essere portato al parco, vuole che gli insegni a giocare a
baseball, e vuole che entrambi i suoi genitori lo accompagnino il suo primo
giorno di scuola..”
- Due
lacrime percorsero le guance di Edward. “Vuole che tu lotti, Edward.. e anche
io. Non posso farcela senza di te, non posso…”
- “Vieni
qui.” Sussurrò lui, allargando le braccia e facendo molta attenzione alla flebo
di morfina attaccata al suo braccio.
- Perplessa,
si sedette sul letto e lui con la poca forza rimastagli la attirò a sé,
facendola aderire completamente al suo corpo.
- Si
strinsero forte.
- Le
mani di Edward le circondavano la vita e continuavano ad carezzarle la pancia,
mentre ancora delle lacrime amare gli marcavano il volto.
- Lui
voleva lottare, voleva. Ma non ne aveva più la forza.
- Anche
lui inspirò l’odore dei capelli al profumo di fragola di Bella, e desiderò
morire in quell’istante preciso e non sotto i ferri.
- “Ti
amo Edward… non lasciarmi, ti prego.”
- Lui
le baciò la tempia e poi il naso, e infine le labbra.
- “Sono
stanco.”
- “Lo
so.” E nascose il viso e le lacrime nel
suo collo. “ Lo so, ma fallo per me, fallo per noi. Dì al dottore che vuoi
sottoporti all’intervento..”
- “La
percentuale di riuscita è poco meno del..”
- “Del
38,8%. Se non ci provi, non ci sarà nemmeno quella. Io ho bisogno di te…”
- Edward
sospirò lentamente e per quella frazione di secondo il dolore scomparve. “Se
dovessi morire sotto i ferri?”
- “Non
morirai.. Morirai se non ti farai operare. Morirai senza averci provato, e non
è una cosa che posso accettare. Non vedrò morire mio marito.”
- “Come fai ad esserne così certa?” Sussurrò con
gli occhi lucidi mentre si fissavano intensamente.
- “Perché
ti amo, maledizione. Perché voglio che mio marito rimanga con me sempre.. perché
voglio essere io la prima ad andarmene..
p..”
- E
non riuscì a continuare perché dei
singulti le scossero il petto e altre lacrime
si aggiunsero a quelle già sul suo volto.
- Si
baciarono, un bacio lento, umido, fatto di labbra e lingua, fatto di amore..
fatto di speranza ma soprattutto fatto di dolore.
- “D’accordo.”
Le sussurrò lui all’orecchio, “D’accordo amore.”
- -
- Due mesi dopo, Edward non aveva più il cancro.
-
Note
Magari succedesse sempre così.
Questa One-Shot è vera, o almeno è presa spunto dalla situazione di una amica di mia mamma. Quello che cambia però è purtroppo il finale.
Suo marito non ha potuto vedere il suo bambino e credo che non ci sia cosa più... brutta, triste, ingiusta.
Avevo bisogno di scrivere su questo, per sfogarmi molto probabilmente.
Grazie a tutti quelli che hanno letto queste poche righe.
Martina.