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Autore: Sparrowhawk    31/05/2011    2 recensioni
Una raccolta di fic musicali sulla mia coppia preferita in Avatar, la Leggenda di Aang, ovvero la Toko. In queste storie troverete Zuko e Toph alle prese con dieci diversi situazioni in cui, i due, si ritroveranno a riscoprirsi più amici o innamorati di quello che potrebbero essere nella realtà dei fatti.
Un modo come un altro per dare sfogo alla mia fissazione per loro due insomma!
Il tutto prende spunto da una sorta di gioco o, se volete di esperimento. Con l'aiuto del mio fidato mp3 in modalità shuffle mi sono data alla scrittura senza fermarmi a pensare neanche un secondo e lasciando che le parole fluissero mentre la canzone di turno andava.
Spero possa piacere.
Genere: Comico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Toph, Zuko
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo Generale: Ten songs for You
Titolo: Awake and Alive
Fandom: Avatar - La leggenda di Aang
Personaggi: Zuko; Toph - Il resto della gang
Rating: Verde
Genere: Song-fic
Note: La canzone è degli Skillet

«I'm at war with the world and they
Try to pull me into the dark
I struggle to find my faith
As I'm slippin from your arms»

Zuko davvero non comprendeva come le cose, ad uno come lui, riuscissero sempre ad andare male.

 

Ci aveva provato, ci aveva provato davvero a far capire agli altri che era cambiato, stavolta sul serio. Che non avrebbe più anteposto niente e nessuno a ciò che era giusto. Che ora capiva in cosa aveva sbagliato e che aveva tutte le intenzioni di caricarsi sulle proprie spalle gli errori commessi non solo da lui stesso, ma da tutta la sua famiglia.

 

Più provava a dialogare con loro però, più veniva respinto. Ogni suo tentativo andava bellamente in malora, accentuando non solo l'antipatia che gli altri provavano nei suoi cofronti, ma persino la stupidità che lui credeva di aver sempre posseduto in un certo senso.

 

Quella era la sua vita, la sua e di nessun altro, ma per quanto stesse lottando erano sempre le altre persone a bollarlo con qualche titolo indesirato prima ancora di averlo ascoltato.

 

Che si stesse incapponendo a lottare con qualcosa che mai avrebbe potuto cambiare?

Che il suo destino fosse davvero già scritto?

 

Zuko abbassò lo sguardo, sconfortato, mentre gli altri -Aang, Katara e Sokka- non facevano altro che scrutarlo sin dentro all'anima. Scavavano quegli occhi, facendolo sentire enormemente a disagio: era fin troppo facile intuire a che stavano pensando e, se solo ne avesse avuto la forza o il desiderio, Zuko avrebbe potuto vedere riflessi in quelle iridi ogni brutto momento che la sua presenza aveva causato loro.

 

«Perchè dovremmo fidarci di te, si può sapere?»

 

La voce di Katara, per quanto si era decisamente aspettato più risentimento da lei che dagli altri, lo colse alla sprovvista. Deglutì, piano, incapace di rispondere a quella domanda.

Per quanto poteva continuare con il discorso che era cambiato e tutto quanto, nessuno li avrebbe persuasi a dargli retta.

 

«Andiamo Katara, adesso stiamo esagerando!» disse poi la giovane dagli occhi chiari, quella a cui Zuko aveva bruciato i piedi -accidentalmente, sia chiaro- non più di qualche ora prima.

 

Zuko la fissò, interdetto, così come d'altro canto fece anche il resto del Team Avatar.

 

«Sono l'unica che lo capisce qui o anche voi avete notato che Zuko è un Dominatore del Fuoco e che noi necessitiamo di un'insegnante per Aang?»

 

Sokka posò una mano sulla sua spalla, scuotendo il capo. «Scusa tanto ma tu sei entrata nel gruppo un pò dopo...hai idea di quello che ci ha fatto sino ad ora?»

 

«Ok ok, non dico di proclamarlo sin da ora nostro migliore amico a vita ma, accidenti, non possiamo di certo fare gli schizzinosi!»

 

«Ci ha sempre trattati alla stregua di animali da cacciare, Toph!» sbottò Katara.

 

«Anche io vi tratto sempre male, eppure mi sopportate!» rispose a tono la ragazzina cieca, andando a fatica verso Zuko «Ha detto che si scusa, che volete di più?! Si è perfino offerto di diventare nostro schiavetto!»

 

«No, io ho detto prigioniero...» mormorò il ragazzo, puntualizzando.

 

Toph si girò un poco verso di lui, squadrandolo da capo a piedi. «Dì un pò, ma da che parte stai. Io qui sto cercando di farti un favore. Non mi interrompere.»

 

Zuko si zittì, improvvisamente affascinato da quel comportamente insolito. Non aveva mai visto una persona fare così, nemmeno Mai parlava a quella maniera.

 

«Non so davvero se sia il caso...» disse allora Aang, pensieroso.

 

«Sentite, Zuko avrà sbagliato, ma chi non sbaglia? C'è qualcuno fra noi che può dire di non aver mai commesso un errore in vita sua?»

 

Calò il silenzio e Toph, soddisfatta, incrociò le braccia di fronte al petto.

 

«La vita è la sua e se ha finalmente fatto ammenda non possiamo che essere grati al cielo. Nessuno ha il diritto di giudicare le decisioni prese da un'altra persona...per quanto alle volte sbagliate possano essere.»

 

Si girò verso di lui e gli mollò una sonora pacca sulla schiena, ghignando come suo solito.

 

«Almeno adesso ha imboccato una via giusta!»

 

Zuko la guardò, sconvolto, assistendo al contempo al totale cambio di espressioni degli altri presenti. Gli avrebbero dato una possibilità e lui, finalmente, si sarebbe potuto riscattare. Era tutto merito di Toph.

 

«Ehi...ehm, grazie per avermi aiutato.» le disse dopo, verso sera, poco prima di andare tutti a coricarsi.

 

Toph alzò le spalle e lo guardò storto. «L'ho fatto solo perchè così potrò escogitare ad una maniera per vendicarmi.»

 

«Vendicarti?»

 

«Mi hai bruciato i piedi. Non è una bella sensazione sai?»

 

Zuko arrossì leggermente. «Scusa per quel-!»

 

Gli arrivò un'altra pacca sulla schiena, stavolta forse un pò più forte di quella di prima. «E smettila di scusarti, non voglio pentirmi di averti fatto entrare nel gruppo. L'idea di avere un'altro preoccupato cronico in giro potrebbe non piacermi molto.»

 

Ci fu un attimo di silenzio qui: Zuko si mise a guardare le stelle, splendenti come diamanti nel cielo nero ed immenso; Toph invece, dondolando i piedi oltre il confine del tempio dell'Aria, si limitava a fissare il vuoto, ancora incapace di usare le sue capacità per vedere.

 

«Cosa ti ha condotto qui, Zuko?» chiese allora la ragazzina, senza però girarsi a guardarlo «Hai avuto una sorta di rivelazione o...?»

 

Lui sorrise. «Più o meno.» le rispose, scompigliandosi i capelli. «Ho passato tutti questi anni senza sapere bene che cosa davvero volevo, dando per scontato che ciò che era meglio per me era riottenere il mio posto al fianco di mio padre...riottenere il mio onore. Una volta che l'ho riavuto però non mi sono sentito come mi ero aspettato. Avevo tradito l'unica persona che aveva sempre creduto in me per avere ciò che volevo e avevo anche stroncato sul nascere quella che poteva essere una buona amicizia...»

 

«Wow. Ne hai fatte di idiozie.»

 

«Già.»

 

«Ma ora...ora sei qui.»

 

Zuko la guardò, gli occhi dorati a studiarla. «Ora sono qui.»

 

«E non te ne andrai senza aver lottato, vero?»

 

«No.» disse lui, sicuro «Ora so qual'è il mio posto, ho fatto chiarezza nella mia mente e non mi arrenderò sino a che non avrò...non avremo ottenuto giustizia.»

 

Toph si mise a ridere. «Beh, ti do il mio più caloroso benvenuto nel Team allora!»

 

Il giovane non smise di guardarla neanche per un secondo, continuando a fissare quel grintoso sorriso sul volto di Toph. Aveva una risata cristallina, sagace, una di quelle che ti irritava in principio forse perchè veniva usata come arma contro di te, ma che alla fine non poteva fare a meno di trascinarti.

 

E fu così. Si mise a ridere anche lui, contento di aver trovato già qualcuno con cui poter parlare. Qualcuno che sembrava accettarlo, alti e bassi.

«I'm awake Im alive
Now I know what I believe inside
Now its my time
I'll do what I want cause this is my life
here, right now
I'll stand my ground and never back down
I know what I believe inside
I'm awake and Im alive»
  
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