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Autore: Ily Briarroot    31/05/2011    4 recensioni
Fino ad ora per Ai è stato tutto solo un sogno... ma cosa succederebbe se si ritrovasse faccia a faccia con ciò di cui ha sempre avuto timore?
Genere: Dark, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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OLTRE IL SOGNO

 

Avevo fatto in tempo a vedere la pistola puntata lentamente su di me, e qualcosa di forte che mi colpiva lo stomaco subito dopo, prima di crollare a terra. Non mi resi conto di essere sul pavimento gelido finchè non lo sentii pungente sotto le gambe. Inizialmente mi parve che il mondo fosse tutto a un tratto sottosopra;  soltanto dopo qualche secondo – o forse minuto – realizzai di essere io quella a terra.

“Addio, mia cara Sherry… “.

La sua voce impastata dal fumo continuava a palpitare nella mia testa, nonostante fossi sicura di averla sentita soltanto qualche attimo prima. Il dolore si mescolava a quel timbro che mi attanagliava la gola e che, durante quegli anni, non mi sembrava vero di riuscire a immaginare. La stessa voce che associavo incredibilmente al colore nero, il buio, quello delle profondità del mare in cui vivevano gli squali. Il nero che una volta faceva parte di me, che ho odiato tanto. Che mi incuteva timore e odio, vendetta, al tempo stesso.

Premetti sullo stomaco e quella mossa fece inevitabilmente più male. Potevo soltanto rimanere immobile, fissando per quel poco che la visuale offuscata mi permetteva l’arma nuovamente puntata contro di me. Sentii l’uomo che la impugnava ridere, i capelli biondi appartenenti a un falso angelo. Un angelo nero come la notte senza stelle. Senza alcuna luce.

La sua risata si spense nel momento stesso in cui altri passi echeggiarono in quel luogo tetro e mi ricordo che li percepivo uno ad uno, contando quanto tempo ci avrebbero messo per raggiungerci.

Gin si voltò ed io chiusi un attimo gli occhi, controllando il respiro, ogni minima mossa. Un altro nodo mi si bloccò in gola, i battiti cardiaci aumentarono come volessero uscire dal petto. Il dolore era atroce, ma riuscii a restare ferma. Ero abituata, al dolore.

 

“What… ? Oh, I’m so sorry… “.

 

La voce di una donna, quella donna, mi mozzò il respiro nei polmoni. Il rumore dei tacchi sul pavimento si arrestò dopo che lei venne avanti, superando l’uomo che aveva leggermente abbassato la pistola. La vidi e la ricordai subito, bella come allora. Il volto per nulla deturbato dagli anni, senza il benché minimo segno della vecchiaia. I capelli biondi ordinatamente legati le ricadevano sulla schiena e nei suoi occhi del colore del ghiaccio vedevo soltanto soddisfazione.

 

“My dear… io non volevo arrivare a questo punto. Purtroppo… mi ci hai costretta”.

 

Il suo accento giapponese era perfetto, nonostante i suoi lineamenti tipicamente americani. Gemetti, dopodiché tornai a concentrarmi su quello sguardo che mai più avrei voluto vedere. Per nulla al mondo. Guardai Chris Vineyard e capì che non ci sarebbe stato più nulla da fare.

 

“Aspetta, Vermouth. Sai che voglio essere io a farlo”.

 

Gin mi si avvicinò e mi sollevò quel tanto che bastava per fissarmi, afferrandomi per il colletto della giacca. Si voltò di nuovo verso di lei e solo allora vidi che questa aveva sollevato la sua, intimando all’uomo di appoggiare la propria a terra.

 

“Quella persona non avrà nessun problema se sarò io a farlo… do you understand?”.

 

Gin fece una smorfia di disprezzo e si allontanò da me, affiancandola. Sentivo la sua voglia di uccidermi, sentivo che voleva davvero essere lui a farlo. Era ciò che bramava da tre anni, ciò da cui ero sempre sfuggita. Sorrisi, consapevole del fatto che aveva perso. Non era mai riuscito a trovarmi, né ad avermi. Morivo, ma con la certezza che lui non mi avrebbe mai più fatto niente. Con la certezza che aveva fallito.

 

“Goodbye, my little princess”.

 

Un ghigno. E un altro sparo. Il suo volto, il volto di un giovane dai capelli castani mi tornò alla mente nel buio totale. L’unica mia ancora di salvezza, il mio solo appiglio. Forse sarebbe tornato di nuovo per salvarmi, forse dovevo solo aspettare.

Lui era lì, da qualche parte. Se avessi scorto quella luce, un po’ più in là, l’avrei visto. Chiusi gli occhi con un pensiero fisso in mente; Akemi, starò con te.

 

 

 

 

 


  
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