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Autore: Epicuro    03/06/2011    8 recensioni
Una moglie irritata, un avvocato femminista, un marito negato e un cane conteso. Ce la farà Shura a risolvere un pericoloso inghippo diplomatico a favore del Santuario? E Radamante riuscirà a fare il cascamorto per aiutare il suo signore?
Nonostante il titolo riprenda Lost Canvas la fic si rifà alla serie classica di Saint Seya e si colloca dopo la fine della saga di Ade.
Genere: Comico, Demenziale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Capricorn Shura, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi, padroni e dei: il nuovo Grande Sacerdote!'
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Chi spera, chi concretizza e chi ci dà un taglio!

 

 

Mentre Ade e Persefone erano impegnati alla sagra della polenta....

 

«É tutto così romantico Radamante!»

«Sono contento che il sottofondo degli urli dei dannati ti piaccia, Penelope!»

 

Radamente e Penelope stavano facendo una romantica passeggiata lungo la sponda del Cocito (Come si suol dire, de gustibus).

«Radamnte, raccontami della tua vita, voglio sapere tutto di te!» chiese l’avvocato stringendosi al braccio della Viverna con occhi sognanti.

«Bhe, non c’è molto da dire... sono nato alle Isole Fellows da una famiglia di lord, sono diventato un spectre e me le sono prese da Kanon.»

«E come sei finito nell’esercito di Ade?»

«Sono sempre stato appassionato di mitologia greca e accanito studioso del medioevo e quando ho saputo dell’esistenza di corsi per diventare una sorta di cavaliere con tanto di armatura, bhe... non mi sono fatto sfuggire l’occasione!»

«Quindi hai scelto il nero per caso?» chiese sorpresa l’avvocato.

«Più che tutto per il design delle supplici, e ne è valsa la pena! Questa armatura non è uno spettacolo? I cloth di Atena mica hanno una livrea come questa e poi l’oro fa troppo tamarro, mentre il nero snellisce, da classe e non passa mai di moda!» spiegò Rada pavoneggiandosi come un tacchino mentre Penelope stava letteralmente sbavando.

«Concordo, l’oro dopo un po’ dà noia!»

«Devo però ammettere che mi hanno fregato. Sul volantino pubblicitario dei corsi era menzionato anche l’uso della spada, che però non ci hanno insegnato ad usare. Solo mani nude, niente armi bianche, che delusione!»

«E come mai sei diventato così devoto ad Ade?»

«Veramente sono ateo, ma quando un vassallo giura fedeltà al suo signore deve seguirlo in guerra e in pace. Deve dare la vita per la causa del proprio sovrano e io farò il mio dovere per la monarchia, come ogni inglese che si rispetti. God save de Queen!» rispose Rada portandosi una mano sul cuore.

«The king, vorresti dire!» rise Penelope.

«Sì, appunto!» poi guardando l’orologio: «Sono quasi le sette, che ne dici se ti preparo una bella cenetta romantica, per noi due soli, a lume di candela, sul terrazino dei mie appartamenti privati?»

«Certamente, che domande!» rispose Penelope saltando in braccio a Radamante.

«Il menù prevede ostriche, roast beef con salsa piccante e fragole con fonduta di cioccolato!»

«Tutto molto afrodisiaco!» rise Penelope che già pregustava il dopo cena, mentre mordicchiava delicatamente il collo della Viverna.

“Però, focosa la ragazza! Questa missione inizia a piacermi!” pensò il Gigante infernale mentre si dirigeva con la sua vittima verso le sue stanze.

 

Poco dopo...

 

«Sommo Radamente è proprio necessario?» Valentino, contrariato e con un violino in mano, guardava malissimo il suo superiore, alle prese con la cucina.

«In una cenetta romantica non può mancare il violinista! Non lo sapevi?»

«Non potevate chiamare Pharaoh? Io non so suonare nemmeno i coperchi delle pentole!»

«Pharaoh è sparito insieme alle divinità gemelle. Ho il sospetto che vogliano mettere su un gruppo rock!* Comunque rilassati. Devi solo far finta di suonare perché metterò lo stereo di sottofondo.»

«Come volete sommo Radamante» rispose l’Arpia con evidente poco entusiasmo.

La cena a lume di candela passò lentamente tra le effusioni dell’avvocato e dello spectre. Penelope faceva il piedino alla Viverna sotto il tavolo, mentre Rada le passava le fragole bagnate nel cioccolato da bocca a bocca, cosa che faceva scoccare un bacio ad ogni frutto. Dal canto suo Valentino faceva finta di suonare, mentre cercava di trattenere i conati di vomito; gli sembrava di essere finito per sbaglio in una storia Harmony e la cosa lo inquietava notevolmente.

Quando finirono di desinare il gigante infernale congedò il sottoposto, che non se lo fece ripetere due volte:

“Ok che mi chiamo Valentino, ma questo è troppo! Domani vado all’anagrafe e mi faccio cambiare nome prima che questo autore mi trasformi in un paffuto cupido!!!” pensò lo spectre mentre si allontanava il più possibile dagli appartamenti della Viverna. (sì, lo so, sono fissato con il nome dello specrte dell’Arpia, perdonatemi!)

Intanto Penelope non aveva perso tempo e appena il terzo incomodo sparì dalla sala, si alzò ed andò a sedersi in braccio dello spectre attaccandosi come una sanguisuga alle sue labbra. Radamante dovette scostarla da se per poter riprendere fiato:

«Ehi, anche noi spectre dobbiamo respirare!»

«Scusa, ma mi attizzi una cifra! E dopo anni passati in bianco in attesa di Aiolos...» Penelope si alzò, posò la punta del suo piede, con decolté a spillo, sul petto dello spectre e lo fece cappottare indietro con la sedia.

«... non vedo l’ora di andare finalmente in rosso e tu fai al caso mio!» L’avvocato piombò come un rapace sul suo obbiettivo, mentre Radamante rimase completamente sconvolto ed esclamò:

«Com’è possibile che tu abbia un cosmo pari a quello di un saint d’argento?»

«Perché prima di diventare avvocato ero un saint d’argento! Per la precisione quello del Tucano!»

Radamente rimase a bocca aperta mentre Penelope, ormai seduta a cavallo del suo addome, tolse a botta sicura la parte superiore della supplice della Viverna.

«E come fai a sapere come si smonta la mia supplice?»

«Al fondo dei manga ci sono le istruzioni!»

«Ah! Comunque non ho intenzione di farmi mettere sotto da una donna, soprattutto se è un saint di Atena!» E Radamnte rovesciò la situazione portando sotto di se l’avvocato, per poi farle saltare i bottoni della camicetta.

«Violento! Mi pace!» esclamò Penelope.

«Oh, sì, so essere molto violento...» rispose Rada intento a sganciarle il reggiseno, mentre la baciava sul collo. Penelope inarcò il dorso per facilitargli l’operazione, cosa che però provocò un sonoro CRAC.

«OUCH! Maledetti problemi alla schiena! Si fanno sentire sempre nei momenti meno opportuni!»

Radamente si fermò: «Tutto bene?»

«No, aiutami ad alzarmi!»

I due quindi si rialzarono dal pavimento e Penelope si massaggiò la schiena dolorante.

«Cosa è successo?»

«Durante una missione ho riportato gravi danni alla spina dorsale. Sono sopravissuta per un pelo, ma la schiena è rimasta danneggiata, per questo ho deciso di diventare avvocato. E adesso, quando faccio movimenti bruschi, questo è il risultato!»

«Quindi sta sera non...» chiese deluso la Viverna.

«No, scoccia anche a me, credimi.» rispose mortificata l’avvocato per poi chiedere: «Per caso hai dell’antidolorifico?»

 

Intanto Shura e Pandora avevano deciso di fare l’after guardando i film di Tarantino e avevano svaligiato il frigo bar di Ade.

«Adoro Kill Bill! E Uma Thurman mi piace molto come attrice!» disse Pandora mentre si abbuffava di popcorn: «E i pigiama party sono fortissimi!»

«Io preferisco le brune, ma cambiando discorso, qui cose allegre non le organizzate mai?» commentò Shura.

«No, agli inferi non si è mai fatta festa!»

«Neanche i pigiama party? Tutti almeno una volta ne hanno fatto uno, pure io che non sono esattamente il simpaticone della combriccola delle dodici case! Quella sera a casa di Aiolos c’era pure Shaka, anche se ha dormito tutto il tempo... o forse era sveglio... non ricordo.»

«Io non ho mai avuto amici» Pandora rispose abbassando lo sguardo.

Shura le accarezzò dolcemente il viso e la costrinse delicatamente a guardarlo negli occhi.

«Ora ci sono io!» Pandora avvampò, per poi assumere un’espressione strana, tra chi sta per scoppiare a ridere, ma si trattiene.

«Perché quella faccia?»

«Perché hai i baffi di cioccolato!» Shura aveva infatti appena finito di ingozzarsi con le tortine al cacao, che Ade teneva nascoste nel comodino per i momenti di sconforto.

Pandora si asciugò le lacrime dal ridere e proseguì: «E tenendo conto che hai la faccia di Ade, la cosa è alquanto comica ed imbarazzante allo stesso tempo!»

«Me ne ero dimenticato! Non sai quanto è fastidioso per me! E poi quella supplice di plastica è scomodissima!» disse il saint pulendosi la bocca.

«Se devo essere sincera ti preferisco con la tua faccia, che con quella di Ade!»

«A chi lo dici!»

«Comunque grazie per questa serata, mi sto divertendo molto!» disse con le guance rosse rosse la sacerdotessa.

«Sono felice, era questo il mio obbiettivo! Se ti fa piacere potresti farti un weekend al Grande Tempio, così potrai conoscere ragazze della tua età ed andare al cinema o a fare shopping con loro. Cassandra, la ragazza di Milo, è simpatica. Poi, se riesco a convincere il G.S. a lasciarmi uscire dal Santuario, ti potrei portare al mare.»

«Non sono mai stata al mare! Ho sentito dire che è di un azzurro meraviglioso»

«E il profumo della salsedine è qualcosa di indescrivibile!»

«Mi piacerebbe tantissimo!»

«Allora non farti problemi, ti ospito io!»

«Però non so se è fattibile! Insomma, sono la sacerdotessa di Ade e non credo che il mio signore mi permetterà di frequentare il Grande Tempio!»

«Dopo un saint di Atena che veste i panni di Ade, credo che una tua vacanza al Santuario non sia così impossibile, non credi?»

Pandora sorrise: «Forse hai ragione, ma non voglio farmi illusioni.»

«Parlane con Ade al suo ritorno e poi fammi sapere. Le porte della casa del Capricorno per te saranno sempre aperte, ma cerca solo di non infilzare Ikki con il tridente, ho finisco nelle grane con Atena! La Fenice è fra la rosa dei suoi cinque leccapiedi raccomandati»

«Ci proverò, ma non garantisco nulla. Se ti trovi un pollo flambè per cena, sai cosa è successo!» e i due scoppiarono a ridere pensando a Ikki con una mela in bocca tra ciuffi d’insalata. Shura però si bloccò di colpo:

«Che c’è, ho fatto qualcosa che non andava?» chiese preoccupata Pandora.

«Tu no, io sì! Ho lasciato gli spectre a fare addominali nello scorso capitolo e non mi sono ricordato di farli smettere! Sarà meglio che corra a congedarli prima che schiattino tutti, o poi Ade chi lo sente!» e Shura scattò come un fulmine verso l’arena della Giudecca sperando di trovarli ancora vivi, per poi infuriarsi cuccandoli a giocare a calcetto.

 

Nel frattempo... Ade e Persefone....

 

«Allora, sei ancora intenzionata a divorziare?» chiese Ade alla moglie, mentre passeggiavano lungo il viale alberato che portava alla loro villa.

«Devo ammettere che oggi mi hai stupito, ma ho paura» rispose la dea guardando le stelle luminose nel cielo. Le costellazioni brillavano come diamanti nel nero del cosmo.

«Di cosa?»

«Ho paura che sia solo una farsa, Ade.»

«Non sono il tipo che ama scherzare, lo sai bene»

«Ma chi me lo dice che domani non sparirai nuovamente per seguire qualche altro tuo sogno stupido? Sono stanca di aspettare chi non si fa mai vivo, sono stanca di andare a dormire la sera in un letto freddo e vuoto e alzarmi al mattino sperando di vederti al mio fianco. Se devo continuare a vivere così preferisco dirti addio.»

Ade abbassò lo sguardo: «Non era mia intenzione farti patire tutto questo, te lo assicuro, e non ho parole per giustificarmi, ma ero accecato dall’invidia.»

«Invidia?»

«Invidia nei confronti degli umani, del loro mondo colorato e allegro, della loro capacità di sorridere e far festa nonostante le difficoltà. Invidio la loro capacità di dare un senso alla vita nonostante duri un battito di ciglia, mentre a noi dei sfugge come sabbia tra le dita, era dopo era. La nostra immortalità a volte ci fa perdere il gusto dell’esistenza»

«Per questo hai perseverato nell’incarnarti in un umano nonostante i risultati?» Persefone guardò Ade e il dio annuì:

«Prendere possesso di un corpo umano era l’unico modo per sentirmi vivo in qualche modo, ma ogni volta la rabbia aumentava perché comprendevo che non avrei mai potuto essere come loro. Non avrei mai avuto l’autorizzazione a lasciare il mio ruolo di gestore degli inferi. A forza di risiedere nel regno dei morti, la mia anima ha finito per morire poco alla volta e io ho iniziato a desiderare di far provare agli uomini la desolazione e la disperazione che provavo, trasformando il mondo intero nel mio regno.» Ade strinse i pugni e abbozzò un sorriso: «Non sai quanto avrei voluto avere dei figli...» gli occhi del re infero erano lucidi «... ma quale genitore avrebbe il coraggio di far crescere i propri figli all’Inferno?»

«Ade perché non me ne hai mai parlato? Perché hai sempre finto che andasse tutto bene? Orgoglio?»

«No. Era perché volevo che almeno tu vivessi serena, ma ho sbagliato! Non puoi nemmeno immaginare quanto mi siano mancate le tua braccia, il tuo sorriso, il tuo calore!»

«Ma ero tua moglie!» sbottò la dea prima di portarsi il viso in lacrime tra le mani: «Sono stata veramente una stupida, avrei dovuto intuirlo da sola quello che si agitava nel tuo animo. Infondo anch’io come moglie non sono stata un gran ché. Ade perdonami... io...»

Il dio degli inferi prese fra le sue braccia Persefone e, posandole un dito sulle sue labbra, le face capire di stare in silenzio.

«Non dirlo nemmeno per scherzo, e comunque sarei stato talmente stupido da allontanarti. Tu sei la cosa più bella che mi sia capitata, senza di te non so dove sarei finito, il brutto e che l’ho capito troppo tardi! Anch’io non mi sono reso conto che il mio comportamento ti provocava un tale dolore e non mi è passato per la mente che qualcuno avesse potuto avere bisogno di me»

«Io avevo bisogno di te, Ade, e ne ho bisogno ancora!»

«Allora resta, non più solo come moglie, ma anche come mia regina, perché sia io che il mio regno abbiamo un tremendo bisogno di averti vicino. Solo tu puoi portare i colori nell’ade e nel mio cuore.» Il re degli inferi sollevò il viso della moglie per poterla guardare negli occhi e la dea sorrise.

«Non avrei mai pensato di sentirti pronunciare queste parole! Quindi posso ristrutturare l’inferno e darti una mano a risistemare il tribunale infernale?» chiese incredula Persefone.

«Sì, basta solo che non diventi il paradiso di Hello Kitty. Infondo è dal medioevo che non facciamo cambiamenti.»

«Già, da quando avevi assunto quel poeta fiorentino per dei nuovi progetti... Dante Alighieri, se non ricordo male!»

«Sì, lui. So che non avevi approvato»

«Personalmente preferivo la struttura dell’Ade mitologico. La gente non si divertiva, ma almeno non pativa tormenti per l’eternità solo per aver schiacciato una zanzara! Dovevano proprio far incavolare di brutto Zeus per beccarsi una tortura!»

«Quindi resti al mio fianco?»

«A una condizione» sorrise maliziosa la dea.

«Ti prego, per un’altra festa di paese tregua! Ho bisogno di riprendermi da questa!»

«Veramente pensavo di testare il tuo rendimento!»

«Rendimento? Quale, quello aziendale? Non ti facevo così affarista!»

Persefone rise: «Ma no, sei proprio arrugginito! Intendevo il tuo rendimento tra le lenzuola! E data la tua risposta noto che il test va assolutamente fatto. Insomma devo pur capire se vale la pena darti una seconda opportunità! Ti sei quasi sempre beccato umani dell’altra sponda e sai com’è... non si sa mai!»

«Cosa!? Brutta pianta infestante! Ti faccio vedere io se non ne vale le pena!» e Ade prese in braccio la moglie recandosi verso il portone della loro villa, mentre Persefone faceva partire l’imitazione della Litizzetto.

«Dai Ade, mi compri il calippo? Mi porti a Gardaland? Facciamo come l’imperatore Ciupa Ciupa in mezzo ai cactus della serra?»

“O dei, è partita! Mi sa che questa notte dovrò impegnarmi!” e Ade, con un sorriso soddisfatto e pregustando la notte calliente aprì il portene di casa, che si richiuse alle spalle delle due divinità occupate da amoreggiare come due piccioni su un cornicione.

 

Intanto, mentre Ade e Persefone si lasciavano travolgere dalla passione, un’altra coppia si accingeva a pregustare una notte di piacere...

 

Giudecca, stanze del Garuda.

 

Violante canticchiava un motivetto dei Gemboy mentre affilava una katana, quando Eaco uscì dalla doccia per recarsi nella sua stanza da letto.

«Pucci Pucci! Hai messo il completino che ti ho comprato! Sei pucciosissima!»

Violante non lo calcolò e continuò imperterrita ad affilare la lama.

«Violettinainaina, perché stai affilando un’arma? In Saint Seiya non si usano!»

«Lo so, ma adoperarle per affettare cetrioli non è vietato!»

«Come vuoi, ma un coltello normale non è più comodo?»

«Sì, ma è meno d’effetto!»

«Come preferisci! Ti aspetto a letto cucciolotta! Questa sera sadomaso ROARR!»

«Non aspettavo altro, ma questa volta cambiamo, tu sotto e legato e io sopra»

«Mi piace la tua audace intraprendenza!»

Rispose malizioso lo spectre mentre Violante lo incatenava al letto.

«Scusa, ma è proprio necessario legarmi come un salame? Le solite manette non bastavano?» chiese interdetto il Garuda.

«No perché questa sera ho in mente qualcosa di speciale per te!» E Violante, dopo aver chiuso il lucchetto brandì la katana.

«Violetta che vuoi fare con quella? Non avrai mica intenzione di...»

Violante lo guardò con occhio maligno mentre rivolgeva un ghigno malefico e terrificante al superiore.

«Oh! NO!» disse lo spectre terrorizzato.

«Oh! Sì!» gli fece eco la danna mentre abbassava la lama....

«VIOLANTE FERMATI, LA MIA APPENDICE MI SERVE! ARGH! NOOOOOOOO!!!!!»

 

Intanto, nelle stanze di Radamante...

 

L’urlo del Garuda fece sobbalzare Penelope.

«Rada, cosa è stato?» chiese l’avvocato alla Viverna.

«Eaco e Violante. Sadomaso estremo credo.» rispose lo spectre senza scomporsi mentre pescava dal mazzo di carte un due di picche.

«Loro a divertirsi e noi a giocare a scala 40! Come li invidio!»

«A chi lo dici!»

I due emisero un lungo sospiro e ritornarono a concentrarsi sulla partita.

 

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* Per chi non lo sapesse, Tanatos, in Lost Canvas, suona il flauto e Ipnos la lira (o viceversa, non riesco mai a distinguerli XD!).

 

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I fan di Radamante mi perdonino per aver demolito l’entrata tra le truppe di Ade del Gigante in questo modo....

 

.... per le fan di Eaco, mi dispiace tanto, ma da ora in poi dovrete rivolgere i vostri pensieri ad altri valorosi guerrieri della serie, Violante non gli ha lasciato scampo!

 

PER CASO, VISTO IL TEMA PICCANTE DEL CAPITOLO, DEVO CAMBIARE RATING ALLA STORIA?

 

 

  
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