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Autore: Lines    04/06/2011    3 recensioni
*spoiler* Questa fanfic è basata su avvenimenti dell'ultima puntata di Glee,solo che a me non è piaciuto il finale,quindi l'ho.. cambiato, a mio dire, migliorato! Se avete gia' visto la puntata, poi fatemi sapere quale dei due preferite! E' una one-shot abbastanza lunghetta,quindi prendetevi il vostro tempo e vi ringrazio nel caso in cui decidiate di leggerla tutta. Un bacio!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurt Hummel, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Rachel Berry, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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New York, New York.
Rachel si trovava nel centro di Times Square, avvolta in un discutibile cappottino a righe color gelato e traballante per l’emozione su un paio di scarpe gialle in vernice.
Era talmente fiera di se stessa, talmente orgogliosa, talmente emozionata che per un attimo Broadway non le sembrava così lontana, che per un attimo sentì di essere sulla strada giusta per diventare una celebrità. Si stava trasformando in uno di quei suoi adesivi a forma di stella, lei, Rachel Berry, sarebbe diventata quell’adesivo.
Mentre Artie addentava un panino con chiken salad*, Kurt canticchiava, Puck programmava atti di vandalismo memorabili e Finn cercava di fare il ragazzo maturo, un unico sentimento li trascinava verso un obiettivo comune, abbagliante di luci della ribalta e di vittoria.
“Ehi,come va conJesse?”  Finn, con quel suo passo da camierere degli Addams e le mani in tasca a dissimulare l’importanza di quella domanda, non appena la squadra fu entrata nell’albergo mega-lusso che li avrebbe ospitati in quei favolosi giorni, si avvicinò a Rachel.
“Mmmh, bene, credo, mi riempie di messaggi… Ma non voglio distrazioni: niente ragazzi  fino alla nostra vittoria!”
Sì, come voleva lei… New York, città dei sogni che s’avverano…Forse, anche dei cuori che si riparano?
Una volta riuniti nella sciccosissima camera d’albergo, il Professore si dileguo’ dicendo che aveva delle scartoffie da compilare, mollando i ragazzi a scervellarsi per produrre qualcosa di cantabile per conto loro: per quanto tenera fosse la canzone di Brittany, quello che serviva loro era un po’ di magia newyorkese.
“Tutti i grandi compositori, musicisti, sognatori sono passati di qua!” Esclamo’ Puck, che non vedeva l’ora di immergersi in quel mondo fatato, così lontano e diverso dal loro quartiere di periferia…
“No aspetta, il Professor Shue ha detto…”  Protesto’  Finn,  sempre con quel suo fare da lecchiamoilculoaRachel.
“Non dobbiamo scrivere le canzoni, New York le scriverà per noi!” Fu Quinn a dare la spinta al gruppo, desiderosa di uscire per non pensare alla sua recente rottura con Mr Grillo Parlante.
Così, fra hot dog e panchine, fontane e passanti, negozi e parrucchieri (Quinn desiderava ardentemente dare un taglio alle cose vecchie, inclusi i suoi capelli) le strofe venivano fuori da sole e il gruppo si ritrovava le parole in testa come per magia, come se qualcuno le avesse gia’ scritte e coreografate per loro.
“Che c’è, Berry?” Domando’ Puck, rosicchiando un Popsicle*.
“Niente, sono solo… Preoccupata. Per Jesse, per le nazionali e per… Finn.”
“Che ha fatto Lerch ancora? Basta che lo dici e gliele suono io!” Disse, ammiccando all’amica.
“Continua a lanciarmi strane occhiate, mi chiede di Jesse, mi sta perennemente addosso… Non riesco a concentrarmi per scrivere le canzoni, se ogni volta che incrocio il suo sguardo mi sembra di essere un Cupcake davanti a Lauren, senza offesa per la tua dolce metà…”
“No problem. Sai, non guarda neanche me come guarda quei cosi alla crema. La amo. Comunque, penso che dovresti soltanto rilassarti, siamo a New York, baby! Al diavolo Finn, Jesse e tutto quanto! Sciogliti un po’!”
“Io sono scioltissima. A proposito, quella bomba ipercalorica ti sta colando sui jeans.”
“Mmmh, forse dovresti farlo notare a Lauren…” E le lanciò un’occhiata inequivocabilmente equivoca.
Maiale!” Rachel scoppio’ a ridere, e abbraccio’ con vigore quel ragazzo così spensierato e sicuro di sé…Quanto lo invidiava, certe volte.
 
“Penso che una delle canzoni dovrebbe essere un duetto fra me e Rachel…” Asserì Finn con cautela, mentre gli altri uomini della compagnia si ingozzavano l’enorme bocca di patatine grondanti unto o giocherellavano con i fogli di carta.
“Per me va bene, io voglio solo vincere!” Assentì Mike, pragmatico e sintetico come sempre.
“La vera questione è: cosa aspetti a chiederle di uscire? Uno di quegli appuntamenti smielati, sai, tipo film che ti fanno crescere la vagina se li guardi fino alla fine, ed è tua!”
“Uscire? Ma se ora è tutta presa da Jesse…” Gia’, Jesse Superfico St James. Sempre in mezzo alle palle.
“Eddai, siamo a New York, la città dell’amore!”
“Non efa Pafigi?” Sam ogni tanto se ne usciva con delle frasi a caso, sembrava un po’ stralunato, come se stesse pensando ad altro… ma probabilmente si stava solo chiedendo quanti chili di patatine al formaggio è in grado di mangiare un essere umano prima di farsi scoppiare il fegato.
“Amico, però, stai attento… Oggi al parco le ho parlato e le ho consigliato di rilassarsi, di prendere le cose come capitano e di smetterla di preoccuparsi. Tuttavia, potrebbe anche non accettare l’appuntamento, ha detto NO DISTRAZIONI fino alla vittoria, no? Quindi dovresti dichiararti dopo le nazionali, abbiamo ancora una giornata abbondante prima di risalire sull’aereo, quindi avrai tutto il tempo di sbattertela.”
“Forse hai ragione…” Aspetta, sbattertela?!
“Ah, e piantala per favore di sbavarle addosso. Fai un po’ pena.”
“Io non le sbavo addosso!” Non così tanto, almeno. Non spesso. Cioè, quando dormo non lo faccio. Ok, lasciamo perdere.
“Ragazzi, Che ne dite di andare a fare una sorpresina alle signore?”
“Che genere di sorpresina?” Artie sollevo’ gli occhi da Angry Birds*  per cercare di capire cosa avesse in mente quel pazzo senza ritegno.
“Oooh, una moooolto speciale. Puckerman Show is going on! Sam, hai ancora della salsa tartara?”
 
 
“Ehi, posso avere un attimo di tregua?! Sto scrivendo un capolavoro!” La ragazza sbuffo’, e rimpianse di avere dimenticato le sue cuffie nello zaino di Finn.
“Rachel, possibile che tu debba sempre rompere le palle? Molla quella penna coi lustrini e prendi un cuscino, all’istante!” Mercedes stava assalendo Quinn con quello che restava di un cuscino triplo strato in pura piuma d’oca, mentre la bionda si esibiva in mosse alla Matrix per evitare che le cuscinate le scompigliassero il caschettino tagliato di fresco.
“Beh, tanto è tardi e il mio cervello non è abbastanza fresco, quindi quello che scriverei sarebbe solo una mediocre (seppur meravigliosa in quanto scritta da me) canzoncina da recita delle elementari… Perciò… Fatti sotto!” E con uno scatto felino agguanto’ un guanciale per sprimacciarlo direttamente sulla faccia della nera, colta di sorpresa.
“Santana, ma secondo te la Luna di quale tipo di formaggio è fatta? Quello coi buchi non può essere, se no ci sarebbe una pioggia di topi. Quei buchi che si vedono devono essere le miniere dalle quali i topi estraggono il formaggio e lo inviano sulla Terra, non c’è altra spiegazione.” Brittany si era accovacciata sul davanzale e studiava il cielo povero di stelle con lo sguardo di una bambina di sei anni.
“Di qualunque formaggio vuoi che sia fatta, Brit.” La moretta abbracciò la sua amica con forse troppa enfasi e le schioccò un tenero bacio sulla guancia, cercando di trasmetterle tutto l’amore profondo che sentiva per quella ragazzina dagli occhioni grandi. La prese letteralmente in braccio e la sdraiò fra le piume dei defunti cuscini, appoggiando il suo volto sul quel pancino piatto e caldo, ignorando la battaglia cruenta che si stava scatenando sulle loro teste.
“Santana…”
“Sì?”
“Ti voglio bene.”
“Anche io, tanto, Brittany.” Piu’ di quanto tu immagini. E poi si addormentarono nella loro piccola bolla.
Cos’è stato?!” Urlo’ Quinn, con un tono decisamente sopra gli ultrasuoni dovuto all’isteria da messa in piega rovinata.
“Ho sentito qualcosa anche io… Veniva… Dal bagno…” Tina non riusciva a respirare a causa della valorosa battaglia appena combattuta, ma sembrava abbastanza preoccupata.
“Non è niente, ragazze, siamo razionali. Nessuno può essere entrato di soppiatto dalla finestra camminando sul cornicione fino a camera nostra. E’ totalmente, assolutamente inverosimile.”
“Ti odio, Berry. Ora vai a controllare senza fare storie!” Mercedes la spinse senza troppi riguardi verso la porta dell’immensa stanza da bagno, avvolta in una densa nube di oscurità e di incenso alla cannella, mischiata al nauseante aroma alla fragola dello shampoo di Tina.
Con passi leggeri degni del suo Eccellente in danza classica, Rachel sgattaiolo’ all’interno del bagno e, armata di phon e spazzola, procedette verso la finestra, che effettivamente era aperta.
All’improvviso si accese la luce e sullo specchio davanti a se’ pote’ leggere la scritta YOU GONNA DIE rosso sangue, e quindi nel riflesso vide alle sue spalle una figura incappucciata che sbucava dalle tendine della doccia, brandendo una pericolosissima arma da fuoco e grondante sangue dalla bocca e dalle mani.
Nello stesso istante, tre ninja si materializzarono alle sue spalle ed invasero la stanza delle sue ignare compagne. Oh, che morte terribilmente teatrale e scenografica per una stella nascente della musica!
AAAAAAAAAAAAAAH! Ti prego non uccidermi, ti darò tutto quello che vuoi!Ti supplico, risparmia questo bel faccino!”
Altre urla di dolore provenivano dalla stanzetta oltre la porta serrata del bagno, magari erano di Quinn, la piu’ carina, e anche la prima a soccombere violentata dagli assassini immondi.
Poi una risata viscerale la riporto alla realtà: quello davanti a lei non era un maniaco, ma Noah Puckerman che brandiva una pistola giocattolo trovata nelle patatine, imbrattato di salsa tartara dei nachos. Quello sullo specchio non era sangue, ma il cadavere del rossetto nuovo di Quinn spalmato a dovere.
E come apprese poco dopo, i tre ninja violentatori altri non erano che Finn, Sam e Mike.
Tu, infido verme schifoso! Mi hai fatto prendere un infarto! E se foste caduti dal cornicione?! Ci sarebbero mancati membri per le nazionali e avremmo perso in partenza! Ti odio ti odio ti odio!” La brunetta era fuori di sé, e quasi fumava di rabbia e di vergogna nel suo pigiamino rosa di seta, mentre sferrava inefficaci destri al pezzo di un Noah che si stava letteralmente pisciando addosso da ridere.
Ahahahahah, Berry! Sul serio, dovevi vedere la tua faccia! IM-PA-GA-BI-LE! Spero che questo scherzetto ti abbia fatto… sciogliere un po’, ma forse ho ottenuto l’effetto contrario! Eri pietrificata!” Dicendo questo, allungò una sgrinfia ancora colante di salsa e la passò nella frangetta della ragazza furente.
“Uscite tutti immediatamente da qui! FUORI! O chiamo il Professore, anzi no, chiamo la polizia!”
Le altre ragazze erano ancora rannicchiate in un angolino della stanza con le lacrime agli occhi.
Tutte,tranne Lauren, che dopo avere afferrato coraggiosamente uno dei ninja e avergli scoperto il volto per dargli un cartone sul naso, si era trovata davanti la bocca chilometrica di Sam contorta in una smorfia di terrore, e ora stava in piedi davanti alla porta con il biondino ancora per le mani.
“Finn, da te non me lo sarei mai aspettato. Mi sembrava che stessi cercando di fare la persona civile e responsabile, in questo branco di fannulloni, e invece ti trovo a fare queste pagliacciate. Mi hai delusa.”
“Ma Rachel, io… E’ stata un’idea di Noah… Volevamo solo…”
“FUORI. DI. QUI.”
Cavolo, mai una giusta ne combino. Se prima non avevo possibilità, adesso ho perso anche le speranze di cantare un duetto con lei. Bella mossa, Finn. Mai ascoltare Puck quando si tratta di faccende di cuore, devo scrivermi un post-it.
 
La mattina seguente Kurt, che si era ben guardato dal prendere parte allo scherzo ed era rimasto tranquillamente in camera con Artie (cercando di fargli capire che cravatta a pois e gilet marrone vanno d’accordo come i cavoli a merenda)  era entrato con radioso entusiasmo in camera delle ragazze ed aveva cercato di svegliare Rachel. Considerato che la ragazza non dava segni di vita, si era rivolto a Mercedes, che per una brioches da Tiffany avrebbe donato la sua anima al Diavolo.
“Per tutte le Vuitton del mondo, quanto sono buoni questi dolcetti!”
“Eh gia’, puoi dirlo forte, Folletto. Allora, cosa mi racconti, come va con Mister Usignolo? E’ un po’ che non ci facciamo una chiacchierata!” Mercedes aveva gia’ ingurgitato la sua brioches e parte di quella di Kurt, e ora si stava godendo il sapore dolce e corroborante di un caffe’ al triplo cioccolato.
“Bene, sai, stiamo gia’ progettando di trasferirci qui, a New York, dopo il college. Prenderemo un appartamento in affitto, io lavorerò come stilista o qualcosa del genere e lui sogna di scrivere un libro!”
Gia’, quanti sogni… Lui, Blaine, un’isola in cucina… due poltrone su cui leggere il giornale… Serate passate a parlare delle loro vite, a cantare e a cucinare per Blaine…*
“Kurt? Sei su questo mondo,pronto?!Ho detto WOW,CHE BELLO,SONO FELICE PER VOI.”
“Ah sì, scusami, Mercedes. E tu invece? Chissà perché ho il sospetto di essermi perso qualcosa…”
Mercedes abbassò lo sguardo e notò quanto fossero orribili i mocassini leopardati dell’amico. Le arrossirono le guance color cioccolata, prese un bel respiro e si preparò a confessare il suo piu’ grande segreto.
“Ecco, in effetti, una cosina è successa…”
“Una cosina tipo?”
“Tipo che io e…Sam…Ecco…Hai capito,no?”
TU E CHI FATE COSA?!?!” Kurt salterellò sul posto un paio di volte, fece una piroetta, sputò con un urletto gran parte del moccaccino e si buttò fra le braccia burrose di Mercedes.
“Però voglio che rimanga un segreto, sai, è gia’ un casino con Finn,Quinn,Rachel e chi piu’ ne ha piu’ ne metta… Me lo prometti? Decideremo insieme se e quando rendere la cosa pubblica, ma sicuramente dopo le nazionali.”
“Hai la mia parola, giuro sul mio autografo di Lady Gaga! Comunque,raccontami i dettagli…”
Aspetta, ma, quello non è il professor Shuester?!
“Sì, ma dove va a quest’ora? Si sta intrufolando in quel teatro! Seguiamolo!”
“Aspettami! Sono una signora io, non mi metto a correre per le Aves così all’improvviso!”
 
Broadway.
Il sogno di una vita, la vita che vorrebbe avere vissuto.
Lui, che era finito a fare da insegnante di quarta segata in un liceo di periferia.
Will Shuester: marito fallito, ballerino mancato, artista incompreso, amante mediocre.
Non sapeva neanche tenersi stretta Emma, non aveva mai avuto il coraggio di ribellarsi alla sua ex-moglie, di far valere le sue idee.
La Silvester continuava a dargli del filo da torcere e i fondi per il Glee erano sempre piu’ scarsi.
Il Glee Club, forse l’unica cosa riuscita bene della sua vita da secondo classificato.
Quei ragazzi stavano diventando la sua vita, ma… Broadway. Eccola lì, a un passo. April lo avrebbe accolto a braccia aperte, bastava una telefonata, lì, in quel momento, e la sua vita sarebbe cambiata per sempre.
Avrebbe realizzato un sogno, il sogno di una vita vissuta dietro le quinte.
Ecco, senza accorgersene era sul palco di quel teatro lasciato aperto. I passi venivano da soli, la voce scoppiava nel suo petto e urlava la sua libertà, urlava il suo sogno.
 
 
The stars collide
We come back to life
We come back to life
The sparks will fly
One look in your eyes
My heart's open wide
I know time's running out now
But we'll hold back the sun somehow
See the sky?
we've still got tonight
we've still got tonight*
 
“Kurt…” Mercedes era rimasta attonita davanti a quello spettacolo: il professore aveva messo così tanto cuore in quell’esibizione, così, a cappella, su un palco rubato, che trasudava gioia di vivere dagli occhi e dalla voce. Era nato per quel palco.
“Lo so, cara. Evidentemente, anche lui ha il suo sogno. E ci sta rinunciando per noi, per il Glee. Vediamo di meritarcelo, ok? Ora andiamo, che se ci becca in giro sarà costretto a sospenderci e non potremo neanche tentare di far fruttare il suo sacrificio!”
 
Quinn! Per l’amor del cielo, piantala di monopolizzare il bagno, devo farmi le sopracciglia!” Santana stava perdendo la pazienza, quella bionda stava diventando intrattabile, acida ed egoista. Beh, piu’ del solito.
“ E’ tutto tuo…” Quinn uscì dalla porta e fece per sedersi, quando Santana la strattono’ e si mise ad urlarle contro.
“Insomma, Quinn! Fra te e Finn è finita, piantala di fare l’incazzata con il mondo,VOLTA PAGINA!”
“Io NON VOGLIO voltare pagina! Io…Noi…Eravamo le piu’ popolari, e ora guardaci… Persino RACHEL ha un fidanzato…” Quinn stava mandando a puttane un’ora di trucco meticoloso con lacrime grandi e amare di gelosia.
“Sentimi bene, biondina. Non avere un ragazzo non significa valere di meno di chi ce l’ha. Se è andata così è perché lui non è innamorato di te, ma, mi spiace dirtelo, di Rachel Berry. E se è così, beh, peggio per lui! Che vada con la nasona rompiscatole! Guardati, sei la piu’ bella qua dentro. Sei tutto ciò che una ragazza vorrebbe essere. Quindi, cara mia, piantiamola di fare la rompipalle e adoperiamoci per trovare un Uomo degno di questo nome! Il mondo non ha scritto FINN HUDSON sulle chiappe! Sveglia!” Santana si era lasciata trasportare dal suo lato emotivo, quello che ogni giorno celava dietro troppo rimmel.
“Io… Ci proverò, ma… E’ difficile, stare lì, e vedere come la…Guarda… Non mi ha mai guardata così, mai…” Altre lacrime rigarono quel volto angelico, ora sconvolto dai segni del pianto.
“Lo so, che è difficile. Ma devi essere forte. Non fare la bambina capricciosa, Quinn. Lo vuoi perché lui vuole un’altra, ok, ti ha mollata. Ma pensi davvero che Finn sia il meglio a cui puoi aspirare? Andiamo, è la caricatura scoordinata di uno SCARSO giocatore di football! Ti sei anche fatta tagliare i capelli, in segno di cambiamento, e ora che fai, tradisci il clichè femminile per eccellenza?”
Quin accennò un mezzo sorriso e abbraccio’ la moretta, mentre Brittany, che aveva assistito alla scena, disegnava cuoricini e arcobaleni per aria a dimostrare il suo affetto.
 
 
E finalmente, il Big Day.
Centinaia di persone in abito da sera affollavano le scale e l’entrata del grande teatro, le squadre indossavano gia’ i costumi di scena e la tensione elettrica si poteva tagliare con un microfono.
Le Nuove Direzioni scintillavano nei loro abiti neri coi lustrini, radiose ed esaltate come mai prima di quel momento.
Quinn aveva ritrovato l’ombra di un sorriso e Puck, che strano a dirsi a volte di faccende di cuore ci capiva davvero, faceva di tutto perché la biondina fosse perennemente occupata a parlare o che comunque non avesse modo di fermarsi a fissare Finn (che guardava Rachel).
Mercedes e Sam si scambiavano occhiate complici da lontano, piene di tenerezza.
Kurt gongolava guardando i risultati del suo corso di cucito: aveva confezionato personalmente tutti gli abiti del Glee.
In quel momento arrivo’ un messaggio sullo schermo del suo Iphone:
I truly love you. Good Luck and Courage :) B.Per Hermes,quanto amava quell’uomo!*
Tina e Mike si scambiavano dolci bacetti orientali, Artie lucidava freneticamente le lenti immacolate degli occhiali da vista e Lauren sfogava l’ansia pre-performance in una scatola di ciambelle formato maxi.
Brittany e Santana si coccolavano su una poltroncina in pelle,in attesa della prima esibizione, e Rachel, cercando di ignorare le occhiate trapassa-schiena di Finn, scriveva un messaggio a Jesse. Lui gliene aveva inviati millemila, almeno a uno doveva rispondere. In quel momento si rese conto di quanto quel ragazzo importasse per lei: se avesse voluto davvero, ora sarebbe tra le braccia di Hudson a godere della gelosia di Quinn. Lui non aveva occhi che per lei, lo avevano notato tutti. Eppure rimaneva lì, a sorridere davanti a un display troppo luminoso per la penombra della sala, come una bambina a cui la mamma dice che è la piu’ bella. Dopo la performance lo avrebbe chiamato, aveva deciso.
 
Ormai mancava poco al loro turno, e Rachel stava andando in camerino a sistemarsi il trucco, quando sentì una mano che la strattonava con poca grazia.
“Ehi…” Finn era rosso, paonazzo, praticamente fluorescente.
“Finn, scusami ma mi sta colando l’eye-liner e fra cinque min…” Venne interrotta a metà frase da un paio di labbra familiari che si premettero sulle sue. Subito lo allontanò e interpose uno scudo invisibile di qualche metro fra i loro corpi.
“Finn, ascoltami. Io non sono innamorata di te. Ti voglio bene, certo, ma non in quel senso. Pensavo che lo avessi capito, ho cercato di non darti illusioni e di starti lontana il piu’ possibile. Io sto con Jesse, adesso, lo capisci? Fai parte del mio passato. Questo è ilmio sogno, Finn, e anche il tuo. Per favore, non rovinare tutto. Ci tengo alla nostra amicizia… Onestamente, penso che la cosa che dovresti fare sia cercare di chiarire con Quinn. Lei è fatta per te. Ho sofferto molto per colpa sua, così come lei ora soffre vedendo come mi guardi. Vai da lei, a tentare di baciarla, non da me. Buona fortuna, Finn.”
Il ragazzo stava ascoltando parole che già conosceva. Forse aveva solo bisogno di essere tirato giu’ dal pero. Era andato da lei per chiederle di uscire dopo la performance, poi aveva tentato un ultimo bacio disperato, ma non si era illuso piu’ di tanto. E’ vero, se ne era accorto. Quinn era a pezzi. Magari, parlandole, avrebbe potuto farla sentire meglio. Ora doveva pensare alla canzone, prendere un bel respiro e sperare di non inciampare in quelle scarpone di vernice.
 
“Professor Shue?”
Kurt, dannazione! Fra due minuti andiamo in scena, cosa ci fai qui?!
“Volevo solo dirle grazie. Grazie per aver fatto sì che il nostro sogno si realizzasse rinunciando al suo. L’ho sentita cantare, su quel palco. So che dovrebbe punirmi per questo ma spero che rimanga il nostro piccolo segreto. Lei ama la musica piu’ di tutti noi messi assieme. E so anche di April e del suo ingaggio, a cui ha detto di no per stare con noi a queste nazionali. Non ho diffuso la voce perché pensavo che non avrebbero capito, non avendo visto quello che ho visto io. Comunque vada, grazie, Professor Shuester.”
Will abbraccio’ quello scricciolo impomatato come avrebbe abbracciato un figlio, quel figlio che non aveva mai avuto da sua moglie ne’ da nessun altra. Poi, senza dire una parola, torno’ a sedersi e vide le code del completo di Kurt agitarsi al ritmo di quella corsa gioiosa.
 
Rachel era al centro del palco. Ripeteva mentalmente le parole della canzone, respirava a ritmo dell’intro e si preparava al suo grande momento. Dall’altra parte del palco c’era Kurt, emozionato come non lo aveva mai visto, entusiasta per il suo ruolo centrale e tutto agitato nella nuvola di pailettes supplementari che aveva applicato al proprio abito. Si scambiarono uno sguardo d’intesa, poi le cortine si separarono e il sogno iniziò.
                                                          Face to face and heart to heart,
                                                                We’re so close and so fall apart.
                                                                             I close my eyes, I look away       
                                                                                                          That’s just because I’m not ok.*
 
Quella canzone era stata scritta da Finn, ed era chiaro a chi fosse dedicata. La seconda parte dell’esibizione vedeva come protagonisti Brittany, Artie, Santana e Tina, che finalmente avevano il loro pezzetto di sogno.
 L’esibizione si concluse in una cascata di applausi, un abbraccio comune sul palco e una standing ovation.
Uno sguardo in particolare trafisse la folla e arrivo’ a Rachel Berry, l’unico che non si sarebbe mai immaginata di incrociare.
Come sentì quei caldi occhi addosso a lei, si lanciò in platea con agilità da ballerina, ignorando le occhiatacce della gente e venne presa al volo con sorprendente tempismo da un sudato, adorabile, plateale, innamorato Jesse St James.
 
“Allora, Professore, quanto ci siamo classificati?” Un coro di vocine nervose assaltava Will, che cercava disperatamente di leggere la scaletta della top ten.
“Ragazzi…Io…Ho brutte notizie…”
“Vuole dire che quelle bellone in abito bianco ci hanno battuto con quella coreografia sculettante? Andiamo, non è possibile!” Mercedes era fin troppo sicura che il Professore stesse scherzando.
“No, voglio dire che… Ci toccherà comporre un’altra canzone con coreografia Finn-proof! Siamo in parità coi Vocal Adrenaline! Abbiamo tutta l’estate per prepararci alla sfida finale!”
“Come sarebbe a dire SPAREGGIO?! Diavolo, lo sapevo che non dovevo tirare su il morale a quella Sunshine, è colpa mia, l’ho motivata troppo!” Rachel si stava teatralmente fingendo di strappare i capelli, mentre Jesse cercava di impedire alla sua fidanzata di rendersi calva.
“Ragazzi, per me abbiamo vinto noi. Siamo stati carinissimi su quel palco e Finn non è inciampato. Anche se con la mia canzone sul bicchiere avremmo stracciato tutti, io dico che abbiamo vinto noi.”
Con uno slancio improvviso, Santana, in mezzo alla folla, saltò addosso a Brittany e le stampo’ un sonoro bacio a stampo, fra lo stupore generale.
Lei semplicemente sorrise e la abbracciò, sussurrandole qualcosa nell’orecchio.
 
 
 
 
Liceo McKinley, primo giorno di scuola dopo New York.
Quinn, possiamo parlare un attimo?”
Cos’è,Rachel è troppo impegnata a pomiciare con Jesse per interessarsi a te? Beh, mi spiace, ma io non sono la fidanzata di riserva di nessuno.” La bionda cercava di fare la dura, ma l’acidità del suo tono di voce veniva inesorabilmente tradita dall’espressione dei suoi occhi.
Mi dispiace. Sono stato un completo cretino. Non avevo occhi che per lei, e per questo non mi accorgevo di quanto tu stessi male. Una persona mi ha detto che siamo fatti l’una per l’altro. Sai, penso abbia ragione. Nel senso, quando mi sono messo a cantare a casa tua davanti ai tuoi genitori, quando parlavo con la radiografia di quella che credevo essere nostra figlia, al ballo, quando sono venuto a prenderti a casa e tu eri bellissima in quell’abito azzurro… Tu meriteresti dimeglio, Quinn. Però se mi vuoi io sono qua. Siamo adolescenti e di cavolate ne combiniamo tante, davvero tante. Però se mi rivuoi io adesso ho capito e ti voglio. Ti voglio, Quinn. Di’ qualcosa, ti prego…”
Dimostramelo. Dimostrami che non sei tornato da me perché sono popolare e carina ma perché mi vuoi per quella che sono, perché sono io, Quinn Febray. Forza. Hai due minuti.” Quinn reggeva lo sguardo del ragazzo con un’intensità tale da costringerlo a guardare altrove. Lui, non sapendo cosa fare, si spostò in mezzo al corridoio e inizio’ a canticchiare una canzone a volume impercettibile. Poi si formo’ un cerchio di studenti curiosi intorno a lui e quindi prese il coraggio a due mani e lo spinse dentro la sua voce.
 
You’re my falling star,
you’re the get away car
 you’re a line in the sand when I go too far
you’re a swimming pool on an August day
you’re the perfect thing to say.
You’re every line, you’re very word, you’re everything.*
 
Sei tutto per me, solo che non lo sapevo. Ti amo, Quinn.”
 
 
 
Altra scuola, altra caffetteria, uniformi rosse e blu e un paio di occhi nocciola attenti a seguire un discorso.
“…E dovevi vedere il Professore su quel palco! Era straordinario, davvero, non pensavo…E poi Tiffany è stato come essere in un film di Audrey Hepburn! Quanto avrei voluto che tu fossi lì con me a condividere tutto questo… Soprattutto sull’aereo, dannazione, ci hanno rifilato deiVogue di almeno due mesi fa!” Mentre Kurt parlava e parlava e parlava, Blaine, dall’altro lato del tavolino, pensava a quanto fosse bello poter avere qualcuno con cui divedere ogni cosa, e che in un futuro avrebbero potuto stare così, a parlarsi davanti a unoStarbucks, per sempre.
“Kurt?”
“Dimmi!”
Ti amo.”
“Anche io ti amo, Blaine. Anche se la tua cravatta è della scorsa stagione.”
 
 
I ragazzi del Glee avevano un’estate davanti, piena di progetti, sogni, aspettative, delusioni, forse.
Poi a Settembre avrebbero dovuto affrontare di nuovo su un palco gli acerrimi nemici, e strappare loro il primo premio a colpi di corde vocali.
Ma tutto cio’ non importava, l’importante era quello che avevano imparato in quei lunghi mesi gli uni dagli altri, le scelte sbagliate, i fidanzati rubati e restituiti, le rosse perse e poi ritrovate, le storie finite e quelle appena sbocciate, le lacrime versate e le canzoni cantate.
 
Tutto cio’ pensava Will Shuester, mentre prendeva posto in prima fila, accanto ad Emma, nello sgangherato teatro cittadino di Lima ,Ohio.
 
 
                                                        Note dell’Autrice
Era un bel po’ che non scrivevo nulla,e ehm,al posto che studiare filo, ho prodotto questa one-shot.
Accidenti, è molto lunga, spero che non vi siate annoiati ^^”
Comunque, l’ho fatto perché non ero per niente soddisfatta del finale proposto dalla Fox L
Quindi mi sono inventata un bel “What if…” basato sulla puntata originale!
Ecco alcune precisazioni (asterischi in ordine di apparizionexD):
1)Tipicamente americano,fidati,c’è gente che ci campa con quei sandwiches xD
2)E’ uno di quei ghiaccioli colorati dalla forma equivoca °w°
3)E’ un gioco per Iphone in cui devi uccidere dei maiali verdi.
4)E’ una citazione a una fanfiction di Carolina, conosciuta come Twiggy Lawson qui su EFP. E’ in Inglese ed è bellissima, ma non vi spoilero nulla, spero che la metta online così potrete gustarvela
5)E’ la canzone che Will canta sul palco nella puntata originale.
6)Citazione del primo messaggio che Blaine invia a Kurt quando deve affrontare Karovsky
7)Canzone originale cantata nella puntata 2x22 da Finn e Rachel.
8)Everything- Michael Bublè
 
Grazie per averla letta,lasciate una recensione e verrete ricambiati,se vi va!
Un bacio
Lines.                                            
 
  
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