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Autore: BloodyEmily    06/06/2011    13 recensioni
Prendete il vostro Gameboy. Accendetelo.
Vi ricordate di quel mondo popolato da creature chiamate pokémon, che per molti erano un parte della loro infanzia?
Vi ricordate di Ash, Brock e Misty?
Oppure, con l'adolescenza, avete rimosso tutto?
A tutti coloro che amano i pokémon,
sempre e comunque!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Diario di un ex allenatore



A tutti coloro che amano i pokémon,
sempre e comunque!


"Ognuno ha un sogno che gli riempie il cuore,
un viaggio da compiere, un destino da assecondare.
A portata d'immaginazione, esiste un luogo magico
in cui creature magnifiche, dotate di poteri incredibili,
aiutano a realizzare i sogni: č il mondo dei Pokémon.”



Caro diario,
oggi ho avuto la conferma che la mia prof di pedagogia č appena tornata da Follilandia! Mancano solo cinque giorni alla fine della scuola, e quella donna ha avuto la brillante idea di farci fare una ricerca.
« Solo per arrotondare le medie,» ha commentato piatta.
Grazie tante, dircelo un po' prima no?
Tema: educazione e diseducazione dei mass media.
Ora, sebbene una simile richiesta posta a pochi giorni dalle vacanze, mi fa venire voglia di sputarle in un occhio, ho cercato ugualmente informazioni per fare un lavoro come si deve.
Ho scoperto delle cose agghiaccianti!
Secondo G. dell'Aglio, uno studioso cattolico, i Pokémon, Dragon Ball e molti altri anime, sono prodotti da una setta satanica cino-giapponese ,e l’87% dei bambini che assistono a questi programmi, diventano rapidamente iper-aggressivi, violenti, ribelli, disobbedienti, ipocriti e in loro nasce il desiderio di uccidere, e molti di loro l’hanno fatto, in preda a vere e proprie possessioni sataniche.
Per questo motivo i Pokémon furono proibiti in Giappone del 1999.
Pokémon infatti significa “Pocket Monster”, ovvero mostro tascabile, sono 150 angeli caduti dal cielo, dunque demoni, ciascuno con un potere malefico particolare. Pikachu, ad esempio significa “100 volte piů potente di Dio”.
Sono scioccata! Io che ho visto ogni singola puntata, piů i film fino alla terza serie, sono normale. Oddio, insomma.
Di sicuro non mai cercato di uccidere nessuno! E non ho mai subito possessioni sataniche!
Scuoto la testa e corrugo le sopracciglia pensando che sto tizio ha cercato, invano aggiungerei, di rovinare una buona fetta della mia infanzia.
Tsé, setta satanica.
Tsé, Pikachu piů potente di Dio. Ma dove?
Quel topo giallo evidenziatore finiva al tappeto per buona parte degli incontri!
Perň ora che ci rifletto, č passato parecchio tempo da quando ho sentito nominare l'ultima volta i Pokémon. Quasi una vita fa.
Il mio primo ricordo risale al lontano inverno del 2000, quando ero una bambina di sette anni che imitava in tutto e per tutto il suo cuginetto, lo stesso che mi ha introdotto nel mondo della Nintendo con Pokémon Rosso. Ero rimasta affascinata da quel gioco, tanto da battermi con mia madre per ricevere, come regalo del compleanno, il caro vecchio Gameboy Color con un gioco dei Pokémon.
Fu proprio quel mattone blu scuro che mi proiettň in un mondo surreale, fatto di pokéball e scontri mozzafiato. Come per tutti, la mia avventura iniziň nel laboratorio del professor Oak che mi chiese di scegliere uno dei tre starter. Presi Charmander, perché pensavo, e penso tutt'ora, che fosse uno dei pokémon piů potenti.
A quei tempi non c'era Internet, o meglio nessun bambino si sarebbe solo sognato di andare a vedere eventuali soluzioni sul computer, anche perché dubito fortemente che c'erano. L'unico modo era confrontarsi con gli amici.
Purtroppo, avendo scelto un pokémon di fuoco, affrontare le prime palestre fu un impresa titanica, dato che Brock e Misty detenevano rispettivamente roccia e acqua. Era chiaro fin dall'inizio che io e Charizard ci saremmo dovuti fare un culo cosě!
Sono sempre stata una tipa coerente,- un po' pazza, forse,- ed avendo iniziato con Charizard, dovevo finire con Charizard. Poco importava chi fosse l'avversario.
« Emily guarda che la prossima palestra č quella di Sabrina. Sabrina. Psico,» mio cugino mi guardava allibito, chiedendosi lecitamente da chi avessi ereditato quella dose di follia.
Inarcai le sopracciglia, saccente,« si puň fare, Ste, si puň fare!»
Ero cosě, non cambiavo pokémon, nemmeno in svantaggio. Volevo batterne sei da sola! Sempre con Charizard!
E poi, quando finalmente possedevi tutte le otto medaglie, c'era la Lega da affrontare. La Lega, con la “L” maiuscola. Per chi č cresciuto a Pokémon Rosso e Blu, era il chiodo fisso, l'ossessione di ogni allenatore, principiante o veterano. Oggi, invece, ha perso il suo significato, e pure i Superquattro e il Campione non sono piů quelli di una volta.
Per noia, una volta ho accettato di aiutare una mia cuginetta a continuare il suo gioco Pokémon Bianco e per poco non mi č preso un infarto. Grafica eccellente, non c'č che dire, ma vogliamo parlare dei tre starter?
Quando gli ho visti mi č quasi venuto da piangere: hanno sostituito Charmander con un maialino! Un maialino, per la miseria!
« Ti piace il mio Tepig?»
No comment.
Cyndaquil e Torchic sono accettabili, ma quella roba č un eresia, infanga il buon nome dei pokémon di fuoco.
Ho provato a giocarci, ma ho smesso quasi subito. Il gioco era lento, troppo lento, io troppo impaziente: conoscevo la routine, sapevo giŕ cosa sarebbe successo in ogni momento, come quando arrivi dal primo capopalestra con il tuo starter di livello di gran lunga superiore al resto della squadra.
Ammetto di esserci rimasta di sasso quando comparivano dei pokémon ed io non avevo la pallida idea a quale elemento appartenessero. Pensare che, una volta, li sapevo tutti e 151 a memoria.
D'altronde, battere un capopalestra dopo undici anni č tutta un'altra cosa: non provi piů la tensione del momento, l'esultazione per la vittoria, sei passivo davanti allo schermo come se quello se facessi una cosa tanto per farla.
Come tutti, sono cresciuta, e lentamente ho cominciato ad abbandonare quell'universo che credevo cosě indispensabile. Forse perché non ero piů spronata nemmeno da Stefano, o forse perché, cocciuta, mi ero comprata tutte le versioni successive fino alla Smeraldo, senza provare un minimo del precedente divertimento.
Ci sarebbe da aprire una parentesi su Pokémon Giallo, dove non mi sono divertita per niente, ma eviterň dicendo solamente che avrei preso a bastonate Pikachu per la sua testardaggine a fare il figetto. (Il che avvallerebbe la tesi del Piero Angela sopra)
« Ehi brutto pezzente, non sei diverso dagli altri. Fila nella pokéball!» avrei voluto gridargli.
Fino a poco tempo fa, lo ammetto con una certa vergogna, avevo persino dimenticato quello scatolone cosě a lungo custodito con cura nel mio armadio, contente i Gameboy, i giochi, le figurine, persino il mio pupazzo di Charmander che avevo chiesto cosě a lungo.
Poi, perň, succede quello che meno ti aspetti: ti ricordi.
Le giornate passate a scegliere ogni singola mossa di Charizard.
I pomeriggi passati a ingozzarsi di quelle merendine con il medaglione di cioccolato bianco su cui erano disegnati i Pokémon. Facevano schifo, ma dovevo assolutamente avere tutte le calamite. A quel tempo, se non avevi le calamite dei pokémon non eri nessuno.

Gli scambi delle carte dopo la scuola.
Gli album da completare.
Il cartone animato su Italia1 il pomeriggio.
Le lotte tra me e Stefano, Charizard contro Blastoise.
Prima volta che ho provato una sorta di nostalgia per un posto che non esiste.
Sono cambiata, ma so benissimo che una parte della bambina che ero č ancora dentro di me, ed č per questo che, fregandomene altamente dei miei diciott'anni, impugno con un certo orgoglio il mio fedele Gameboy Blu.
Pronta a spolverare la cassettina di Pokémon Blu, pronuncio parole che farebbero sorridere gli allenatori di una volta.
Gotta catch 'em all.




Dunque... ho scritto questa pagina di diario per staccare un po' la spina da quel mostro succhia neuroni chiamato scuola. (Mancano cinque giorni, posso resistere!!)
Volevo raccontare di come sono cambiati i Pokémon nel corso del tempo. Non disprezzo le nuove serie, ma quelle vecchie, quelle della mia infanzia, saranno sempre nel mio cuore.
Tutto ciň che ho scritto č vero, cugina rompipalle compresa.
Consiglio di leggere questa ff sentendo una canzone che ha fatto sognare molti:http://www.youtube.com/watch?v=9ZQ1IUk27yQ


  
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