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Autore: Sirhe    07/06/2011    1 recensioni
Siamo nel 1492, anno della scoperta dell'America. Una ragazza, per uno sventurato caso, si ritrova sulla nave di Colombo...
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2 Agosto 1492, Palos, Spagna.

Caro diario, il caldo dà alla testa a molti uomini, ho sentito dire persino che un uomo, un certo Cristoforo Colombo, vuole raggiungere le Indie Orientali senza passare per le terre arabe. Al mercato ne parlavano due uomini, probabilmente marinai, e da quanto ho capito questo Colombo vuole raggiungerle per mare. Ma non per un mare qualunque, bensì per il Grande Mare. Sì, il caldo gli ha dato alla testa. Però sono curiosa, nessuna donna occidentale ha mai messo piede ad Oriente, e voglio essere la prima. Infondo ci sono i miei fratelli ad aiutare mia madre e mio padre con i campi… Ma avrò il coraggio di lasciarli per seguire quel pazzo? Deciderò domani, data per cui è fissata la partenza.

3 Agosto 1492, porto di Palos, Spagna.

Caro diario, il destino ha deciso per me. Questa mattina ero in una botte vuota, e stavo spiando quel Colombo di cui ti ho parlato ieri: volevo capire se era proprio deciso a partire. Stava parlando con dei marinai, indicando tre navi: mi sembravano due caravelle e una nave ammiraglia. O almeno credo che stesse parlando con i marinai, siccome non so bene come sia fatto, ma dicono che sia italiano, e senz’altro l’uomo che spiavo non era spagnolo. Ho scoperto più tardi che la nave ammiraglia, su cui credo sia salito Colombo, porta il nome di Santa Maria, mentre le caravelle sono la Nina e la Pinta. Comunque, mentre ancora cercavo di capire le intenzioni del possibile Colombo, non mi ero accorta (e non potevo accorgermene, siccome lo spiraglio da cui osservavo tutto non permetteva un’ampia visuale), che alcuni uomini stavano caricando le stive delle navi con casse e botti, tra cui… Quella in cui mi ero nascosta. Capii cosa stava succedendo soltanto quando mi sentii sollevare… Ed ora eccomi qui, nascosta nella stiva della Santa Maria, a scrivere il mio diario di bordo. Ho appena sentito una voce, diceva qualcosa come: “Uomini, levate l’ancora, si parte!”

Sento che siamo davvero partiti, la nave ondeggia impercettibilmente poiché siamo ancora nel porto.

Ora ondeggia di più: abbiamo lasciato Palos.

10 Agosto 1492, Santa Maria, Grande Mare.

Caro diario, per fortuna non sono debole di stomaco! Poco dopo la partenza ero terrorizzata, ma adesso la paura se n’è andata, e anche se sento la mancanza di un bel brodo caldo, posso dire di trovarmi bene. Essendo nella stiva il cibo non manca, e ormai mi sembra che la nave sia ferma, tanto il mare è calmo. Ma meglio non dirlo, porta sfortuna.

Nella stiva i giorni passano tutti uguali, e talvolta mi chiedo se il tempo non si sia fermato. Purtroppo non posso uscire sul ponte, né andare a prua e vedere l’acqua che si divide a metà al nostro passaggio. Non potendo uscire all’aperto non riesco a vedere se c’è luce o è buio, perciò devo contare il passare del tempo in base al numero di volte per cui la mia pancia reclama cibo. Spero di non aver contato male! Ogni due o tre giorni, inoltre, qualche marinaio scende nella stiva e prende qualcosa da mangiare per tutto l’equipaggio, e ho rischiato un paio di volte di farmi scoprire. Mi chiedo per quanto tempo durerà ancora questo viaggio: procediamo a vele spiegate, il vento in poppa, ma nessuno ha ancora avvistato terra, e fremo dalla voglia di salire sul ponte e osservare quell’infinita distesa blu che stiamo attraversando. Riuscirò a resistere alla tentazione?

In qualsiasi caso ti devo lasciare, arriva un marinaio a prendere del cibo!

15 Agosto 1492, Santa Maria, Grande Mare.

Caro diario, non capisco cosa stia succedendo. Se prima il mare era stranamente calmo, ora lo è ancora di più. Anzi, sono quasi sicura che la nave non si muova… Già, non mi sbaglio, siamo fermi. Non credo che sia possibile che siamo già arrivati… Insomma, non sono trascorse nemmeno due settimane! Dunque dobbiamo esserci fermati su una qualche isola, immagino. Non sapevo che ce ne fossero lungo il tragitto, ma infondo cosa posso saperne, io, del mare?

Più tardi.

Non è normale, non sento nessuna voce, nessun passo… Non capita mai, c’è sempre qualche marinaio che se ne va di qua o di là. Oh, aspetta, ora che tendo le orecchie sento delle voci… Maledizione, non riesco a distinguere che un lieve brusio, mentre di solito riesco ad ascoltare le chiacchiere dell’equipaggio (è divertente, sai?). Ma questa volta non le sento bene, forse sono più lontani… Ma certo! Come ho fatto a non pensarci? Se davvero ci siamo fermati su un’isola, tutti gli uomini saranno scesi… Oh, quanto darei per scendere anch’io!

Ma… Oh no, spero solo di sbagliarmi, ma molto probabilmente prenderanno altro cibo, lo porteranno nella stiva… Sì, i passi si avvicinano, qualcuno sta scendendo qui sotto, devo nascondermi!

1 Settembre 1492, Santa Maria, Grande Mare.

Caro diario, scusa se non ho scritto prima, ma, per così dire, non ero nella mia forma migliore. L’altro giorno non mi sbagliavo, hanno rifornito la stiva, ma avevo un ottimo nascondiglio, e nessuno mi ha vista. Vorrei solo sapere dove ci siamo fermati, ma niente da fare, i marinai non ne hanno parlato tra di loro.

In qualsiasi caso ora ho un problema: ti ricordi che ti avevo detto di non essere debole di stomaco? Bene, non avevo ancora incontrato il vero Grande Mare, agitato, ricco di correnti che ci spingono nella direzione sbagliata, freddo e molto, molto umido ovviamente. In effetti qui nella stiva potrebbero crescere le alghe, tant’è umido. Ma non è certo quello il peggiore dei miei problemi. No, il problema è che è molto mosso e la nave ondeggia di continuo. Spesso sto male, come l’equipaggio…

Questa notte è stata davvero terribile, sentivo le onde che sapevo essere infinitamente alte infrangersi sul fianco della nave, che più volte si è piegata, prima a babordo e poi a tribordo, facendo rotolare da un lato all’altro le varie casse e botti. Persino io, con un paio di capriole, mi ritrovavo in pochi secondi da tutt’altra parte! Questa notte nessuno ha chiuso occhio. Talvolta le onde superavano il lato della Santa Maria, e imbarcavamo acqua. Inoltre hanno dovuto ammainare le vele e mettersi a remare per evitare di finire fuori rotta.

Sentivo, rannicchiata in un angolino, i passi correre sul ponte… Erano tutti al lavoro e, fidati, ce n’era un sacco! Ancora adesso sento lo sciabordio delle onde, ma per fortuna è niente in confronto a questa notte. Lo ammetto, per tutto il tempo che sono stata rannicchiata in un angolo (non so bene quanto sia durata la tempesta) non ho fatto che lanciare maledizioni alla mia curiosità: se non fosse stato per quello ora non sarei in questa situazione! Comunque, non so quando potrò scrivere di nuovo, con il mare così agitato…

12 Ottobre 1492, luogo sconosciuto.

Caro diario, da giorni ormai i marinai avevano avvistato terra e poco fa l’abbiamo raggiunta. Per fortuna! Non ne potevo più, senza contare che le provviste cominciavano a scarseggiare… Tutti erano talmente indaffarati che sono potuta salire sul ponte senza che nessuno si accorgesse della mia presenza. E, finalmente, anch’io ho avvistato terra. Eppure c’era qualcosa che non andava… Le Indie Orientali… Non erano assolutamente come me le aspettavo: niente città, niente piazze, niente mercati… E, soprattutto, niente porti. Abbiamo attraccato un po’ così, senza tanti riguardi, seguiti dalla Nina e dalla Pinta. Ripeto, nessuno si è accorto di me. Sono scesa e ho messo piede su quello strano posto. Ho notato la perplessità negli occhi dei marinai: quindi non siamo nelle Indie Orientali. Ma allora, dove siamo finiti?

  
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