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Autore: alister_    08/06/2011    11 recensioni
C'era stato un tempo in cui aveva avuto dei sentimenti.
Klaus e la sua famiglia.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elijah, Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Word Count: 314

Avvertimenti: Klaus centric, flashfic, angst

N/A: scritta per il TVG!fest, con il prompt Elijah/Klaus, famiglia. Un grosso grazie a Lizzie_Siddal che ha letto e dato l'okay in anteprima, rassicurandomi sui tempi verbali :D

 

 

 

 

C'era stato un tempo in cui aveva avuto dei sentimenti.

Si era arrabbiato, infiammato, infuriato. Aveva alzato la voce e tirato oggetti da una parte all'altra della stanza, ed immancabilmente era finito con la faccia premuta a terra, la vista appannata dalle lacrime e dal sangue.

Non era soltanto il dolore a farlo piangere. Un insieme di paura, rabbia e amarezza lo bloccavano al suolo, inerme e capace soltanto di lasciarsi sfuggire singhiozzi e lamenti, come un bambino.

Per quanto si ripromettesse di restare in silenzio, non ci riusciva mai. Perché per lui le punizioni duravano ogni volta molto più che per i suoi fratelli. Troppo.

Interminabili minuti di calci, pugni e cinghiate seguivano ogni diverbio, ogni sciocco pretesto di discussione. Almeno finchè non interveniva puntualmente lui.

Basta, padre, sta sanguinando!”

Allora vedeva raggiungerlo a terra suo fratello maggiore, quello a cui era più vicino di età e più legato. Elijah pagava con lo stesso trattamento la sua intromissione, ma dopo un paio di colpi suo padre se ne andava, e li lasciava a medicarsi le loro ferite. Mai avrebbe infierito sui suoi figli più di quanto fosse necessario, a meno che non si trattasse di Klaus.

Così finivano a pulirsi il sangue a vicenda, in silenzio, mentre loro madre faceva capolino con una tinozza d'acqua e uno sguardo colpevole.

Con gli occhi che gli bruciavano per il tentativo di trattenere altre lacrime, Klaus si chiedeva ogni volta che cosa avesse fatto per meritare una tale discriminazione.

La chiave dell'enigma era arrivata solo tempo dopo: suo padre gliel'aveva sputata addosso con una sferzata di frusta, la stessa che usava per le bestie.

Sei un bastardo, sei solo sangue sporco”.

Quelle parole che l'avevano ferito più di ogni insulto e umiliazione, ora non fanno altro che strappargli un sorriso.

Non avrebbe mai pensato, suo padre, che dal sangue sporco sarebbe nato il futuro.

   
 
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