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Autore: HachiXHikaru    12/06/2011    2 recensioni
L’Acqua e il Fuoco sono due elementi opposti.
Il Fuoco è rosso, l’Acqua è azzurra.
L’Acqua genera la vita, il Fuoco la distrugge.
Il Fuoco crea gli incendi, l’Acqua li spegne.
L’Acqua e il Fuoco non potrebbero mai convivere in armonia, sono troppo diversi.
Ma che succederebbe se il Fuoco si innamorasse dell’Acqua?
Se i due elementi entrassero in contatto uno sopraffarebbe l’altro.
Ma che succederebbe se entrassero in armonia?
Si verrebbe a creare qualcosa di nuovo, qualcosa di magico e potente.

Ma Fuoco e Acqua potrebbero mai entrare in armonia?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katara, Quasi tutti, Zuko
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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1. “Rain”
Una ragazza dai lunghi capelli castani stava guardando fuori dalla finestra ormai da più di un'ora; fissava le piccole gocce di pioggia che scendevano sul terreno. Le piaceva la pioggia, le piaceva poter guardare quell'acqua cadere giù, le piaceva la sensazione delle gocce sulla pelle e le piaceva l'odore che prendeva la terra. Probabilmente questo era dovuto al fatto che il suo elemento era l'acqua. Per la precisione lei era una dominatrice dell'acqua, come molti altri che vivevano nel villaggio; questo fatto aveva resto il fratello maggiore un po' geloso; lui non era capace di dominare quell'elemento, ma solo di usare un boomerang cosa che, lei evitava di dirgli, non gli riusciva neanche molto bene. Posò una mano sulla finestra e cominciò un po' a giocare con le gocce che erano cadute sul vetro; sorrise, le piaceva davvero tanto la pioggia.
-Katara-
Non si voltò, ma continuò a guardare l'acqua; era davvero affascinante. Si sentì chiamare una seconda volta, ma non rispose neanche a quella, infine il fratello le andò alle spalle sbuffando.
-Katara potresti almeno rispondere quando qualcuno ti chiama-
Si voltò verso il castano e sorrise.
-Scusami Sokka... Ma stavo ammirando la pioggia...-
Lui si grattò la testa, non riusciva a capire cosa ci trovasse di così bello.
-Comunque volevo avvertirti che è quasi pronta la cena... Quindi vedi di non rimanere qui in eterno...-
Gli fece la linguaccia e gli rispose che sarebbe venuta a breve, poi tornò a guardare fuori e la sua attenzione fu attirata da delle strani luci che provenivano dal bosco che c'era sulla collina accanto al villaggio. Fissò ancora un po' confusa quei bagliori, finchè l'ennesima chiamata del fratello non la fece dirigere verso la cucina.

Il generale fece cenno ai soldati di rimanere in silenzio fino a nuovo ordine. Si mise a guardare il villaggio, popolato da quegli ignari dominatori dell'acqua che presto avrebbero cessato di esistere; accennò un sorriso. Li avrebbero presi alla sprovvista e questa sarebbe stata la loro rovina, poveri ingenui.
-Generale...-
Guardò male uno il sottoposto che aveva osato parlare; quello deglutì, ma continuò.
-Generale... Ma non le sembra un po' avventato attaccare i dominatori dell'acqua proprio durante un temporale?-
Sbuffò, che ingenuo.
-Quale momento migliore di una notte come questa?-
-Ma il loro dominio sarà potenziato... Avranno molta acqua a disposizione...-
-Dimentichi che noi abbiamo il sostegno dei dominatori della terra-
Il giovane dominatore del fuoco era, se possibile, ancora più confuso e il generale sbuffò ancora.
-Non importa che tu capisca, non è il tuo compito... Tu devi solo attaccare al mio segnale, hai capito?-
Annuì, e si zittì per la felicità del suo superiore, che riprese a guardare il villaggio. Probabilmente a quest'ora stavano tutti cenando tranquilli nelle loro case, in fondo durante le notti di pioggia quei miserabili abbassavano la guardia. Sorrise un'ultima volta, prima di ordinare ai suoi uomini di attaccare.

-E oggi il mio boomerang è tornato persino indietro!-
Katara e i genitori risero.
-Questo è un bel progresso Sokka-
Commentò la madre tra le risa e la figlia annuì; il castano sbuffò.
-Guardate che non c'è mica niente da ridere!-
In quell'istante udirono come un grido soffocato che proveniva dal villaggio e il padre dei due ragazzi si alzò per controllare, la moglie lo seguiva con lo sguardo assieme ai figli; a Katara tornarono in mente per un istante le luci che aveva intravisto nel bosco e un brivido le percorse la schiena. Sentirono l'uomo urlare di mettersi in salvo e sobbalzarono alzandosi tutti e tre contemporaneamente in piedi; la madre li guardò e ordinò ai figli di scappare per la porta posteriore, dirigersi verso il bosco e non fermarsi fin quando non avessero raggiunto il rifugio. Correre più veloce che potevano era d'obbligo. Sokka prese il braccio della sorella e la trascinò via con sé, lei non ebbe neanche il tempo di abbracciare la madre che sorridendo assicurò loro che li avrebbero raggiunti presto. Il castano si mise a correre, come era stato ordinato, e si diresse verso il bosco sulla collina, poco più lontano c'era il rifugio del villaggio; la sorella veniva trascinata e, a fatica, cercava di correre anche lei. La pioggia bagnava i due e, finendo negli occhi, a tratti disturbava la visuale.
-Sokka forse dovremmo tornare indietro...-
-Hai sentito che hanno detto mamma e papà, dobbiamo raggiungere il rifugio!-
La ragazza cercò di voltarsi indietro, per vedere cosa stesse succedendo e sgranò gli occhi. Dominatori del fuoco e della terra li stavano attaccando, ma per quale motivo? Delle lacrime cominciarono a rigarle il viso. Perchè tanta crudeltà? Il fratello la strattonò, segno che doveva mettersi a correre più veloce. I piedi calpestavano quel terreno bagnato, e dei momenti Katara rischiò di scivolare; finalmente, dopo una lunga, lunga corsa, i due fratelli raggiunsero il rifugio. Sokka chiuse velocemente la porta e cominciò a sbirciare fuori dalla finestrella, sperando di non notare nessuna figura nemica; la castana, intanto, si era rannicchiata in un angolino, quello più buio, quello più lontano dalla finestra. La pioggia continuava a cadere e si tappò le orecchie per non sentirne il rumore. Quel suono era troppo fastidioso e irritante per lei; odiava la pioggia.
  
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