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Autore: Beads and Flowers    17/06/2011    1 recensioni
Attenzione! Questa è la terza delle Saghe MEREH. Leggere solo questa può causare effetti collaterali anche gravi, non sottoministrare sotto ai 6 anni (a meno che non vogliate bloccare al vostro seccante fratellino minore la crescita).
In questa saga, i MEREH e la Tata Arianna andranno in una piacevole vacanza attorno al mondo insieme, chi per una ragione, chi per un' altra.
L' ultima Tata, quella dolce ed apprensiva, riuscirà finalmente a domare le cinque forze dell' adolescenza? Scopritelo, con l' aiuto delle 10 regole per una bella vacanza, il vostro PC, tanta pazienza per ritardi e simili e (naturalmente)una voglia matta d' andare in vacanza con i MEREH!!!
Genere: Comico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Tate contro i MEREH'
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In Vacanza con i ME  R  EH


1) Scegliere la Meta

 
 

La bara venne fatta calare con estrema lentezza nella fossa. Tutt’ attorno, riecheggiavano i lamenti ed i gemiti dei cari alla morta. Erano in molti: ex- alunni e colleghi di scuola, innumerevoli donne di servizio, amiche ed amici ormai scordati da tempo. Tutti i loro pensieri erano rivolti alla morta:
 
Cara Franca, sei morta cercando di difendere i tuoi ideali.
Riposa in pace, dolce Franca. Preghiamo tutti per te.
Cara professoressa MarciaUrto, ti volevo bene, anche se eri un po’ severa.
Perchè?
Perchè, perchè?
Perchè sei dovuta morire?
Perchè ci hai lasciato?
Perchè non ci lasci  un segno?
Perchè sei morta prima  di poter vedere i tuoi sogni realizzati?
Perchè sei morta prima  di poter capire questo nostro mondo?
Prima di poter aiutare più persone bisognose?
Prima di potermi ridare i miei cento euro, stronza?
 
Tra tutti i suoi conoscenti, erano due le più appariscenti. Una sulla sedia a rotelle, vecchia, gobba, con i capelli grigi e gli occhi di fuoco. L’ altra, bella, giovane, alta, bionda, con un’ espressione amareggiata. La prima era senza dubbio la più seria, la seconda quella che versava più lacrime.
Dopo il funerale, tutti si ritrovarono a pranzo, a parlare della morta e delle sue gesta. Ma l’ argomento più piccante e discusso rimaneva la causa della sua morte. Infatti, perchè franca MarciaUrto non era morta ne’ di malattia ne’ di vecchiaia, bensì assassinata. Questo era stato confermato dai genitori degli alunni della scuola dove Franca svolgeva il ruolo di Preside, la TetraPack. Assassinati tutti: lei, i professori e le bidelle. Ma nessuno genitore sapeva dire chi, con precisione, fosse stato e perchè. Quest’ ignoranza era dovuta al fatto che gli alunni loro figli avevano formato un gigantesco muro umano, separando i genitori dalla scena di sangue. In molti tra i parenti sostenevano di aver udito all’ incirca sette voci, altri mille. Quest’ ultima opinione era senza dubbio più plausibile, in fondo come avrebbero fatto sette ragazzini a sterminare un personale formato da circa cinquanta adulti? Impossibile, no?
No?
“E INVECE SI’!”
Tutti i conoscenti della MarciaUrto si voltarono di scatto verso il tavolo del ristorante da cui proveniva quella voce acuta. La donna sulla sedia a rotelle stava sbattendo con insistenza i pugni sul tavolo, totalmente incurante della giovane ragazza che la stava implorando di femersi.
“Camilla... Camilla, ti prego...”
“NO! No, ora basta! Sono stufa, capito?! STUFA! Nessuno mi ascolata mai, quando parlo di loro.”
“Loro chi, nonnina?” le chiese un giovane fresco fresco di laurea. Camilla (il cui cognome era Rizzi) si alzò di scatto dalla sedia a rotelle e, marciando noncurante delle grida isteriche della bionda giovinetta, lo prese per il colletto e, guardandolo fisso negli occhi, disse:
“Credi in Dio, ragazzo?”
“B-be’... ecco... io... vede...”
“RISPONDIMI!”
“V-va bene, va bene! Sì, credo di credere nella credenza di un  Dio, ma questo ce c’ entra?”
“Hai presente Satana?”
“...Sì...”
“...Loro sono i suoi figli.” E con questo tornò a sedersi sulla sedia a rotelle. Tutti i presenti si stavano chiedendo come avesse fatto ad alzarsi e a sollevare il ragazzo per il colletto. L’ accompagnatrice della donna, invece, le mise la mano su di una spalla e mormorò, sottovoce:
“Camilla... Ora che Franca non c’ è più, io non so che fare... sono l’ ultima rimasta delle Tate, loro mi verrano di sicuro a prendere. Cosa credi che dovrei fare per salvarmi?”
“Non puoi. Li ritroverai comunque all’ inferno.”
La ragazza emise un gemito disperato.
“Quindi, per me non c’ è prorpio speranza?”
“L’ unica è scappare. Scappare, scappare finchè non giungerai in un luogo fuori dalla loro portata.”
“Mi stai consigliando di lasciare l’ Italia?”
“Sono solo una povera matta, ma è questa la mia opinione. Sta a te scegliere se seguirla o meno.”
“Sai, tutta questa situazione è matta. Sei l’ unica che può darmi un consiglio adatto.”
“Arianna AmorProprio, sei l’ unica che rispetti ancora dopo la sciolta delle Tate alla Riscossa. Voglio solo il tuo bene, e quindi il mio consiglio è solo uno: scappa.”
“...D’accordo. Ho un’ idea, giusto l’ alro giorno una mia amica mi ha offerto un viaggio attorno al mondo con la sua compagnia aerea, la compagnia ‘Ali di Carta’. E’ molto economica, mi costerà pochissimo.”
“Ottimo. In fondo, non hai molta scelta. O si muore o si scappa quando in mezzo ci sono i M.E.R.E.H.”
 
 
 
In quegli stessi identici istanti, da qualche parte nel Molise, nei pressi del villaggio CastoFiore. Il Maniero, nella sala da pranzo dei M.E.R.E.H.
 
“Raga’! Raga’! E’ arriavata ‘a posta!”
“COSA?! Brutto rapper schifoso, dammi subito le mie lettere, senza sbirciarle!”
“Nun te faccio promesse...”
“Roberta, lascialo... se gli sradichi un braccio non potrà porgermi il mio settimanale sul veleno.”
“Uff, OK. Senti’ un po’, non è che, conoscendoti, ti sei scordato di squartare il postino, vero?”
“Certo che no! Pe’ chi m’ hai preso?! L’ ho lasciato sul vialetto, perchè c’ era più posta del solito. Vedemo... ah, ecco ca’: Bummino, ca’ c’ è la polvere da sparo c’ avevi ordenato e... dovè Klara?”
“L’ ultima volta che l’ ho vista, stava intrecciando i capelli della bambola vodoo.”
“Ca’ c’ è ‘na lettera pe’ lei, da un certo... ‘n certo... ‘n certo うがい.”
“Da chi??!!”
“Da ‘n certo... うがい.”
“WTF??!! La smetti di reppeggiare, cazzo?!”
“Mica è colpa mia. ‘Sta lettera viene da ‘o Giappone.”
 
Eccomi qua! Nik, hai per caso detto Giappone?! Fa’ un po’ leggere... Oh miei Dei!
 
“Hai risolto questo sciocco ed inutile mistero che molto probabilmente ci condurrà a morte sicura? No, perchè spero sinceramente che tu ne sia venuta a capo.”
 
A dire il vero, sì. L’ ha scritta un mio caro amico,うがいをげっ.  *
 
“Ovvero?”
 
Un baldo giovanotto, il cui sogno era quello di divenire monaco shinto nell’ Hokkaido. Lo conobbi durante il mio viaggio attorno al mondo. A quanto pare è riuscito a realizzare il suo sogno, seppur molto giovane, e mi invita nel suo tempietto per qualche giornata.
 
“Forte. Io, invece, ho ca’ ‘na lettera dal Sud America. Me dicono che in un villaggio i miei commerci nun sono poi così fruttiferi.”
“Ma non avevi smesso di spacciare droga?”
“Ho cuntinuato solo in tre paesi, ‘o giuro!”
“Mpf! Almeno i mandarini-cocaina hanno molte vitamine.”
“Bummino... bum-bum.”
“Che c’ è, Bummino? Vuoi sapere cun esattezza ‘u se trova ‘o villaggio? Garda, è ‘o villaggio Terrón de Tierra.”**
“...BUM BUM!”
“...Ma che me’ stai ‘a prende’ pe’ ‘o culo!?”
“Bum...bum-bum!”
“...Cazzo...”
“Cosa?”
“Robe’, te ne parlo dopo, va bene?”
“Ehrm... OK. Io ce l’ ho della posta?”
“Si’, du’ lettere. ‘Na da Valeria e Federico.”
 
Persiste ancora nel tormentarti?!
 

“Purtroppo sì.  Dice di venirli a trovare in una specie di manicomio in Siberia... Ci farò un pensierino. E l’ altra, cosè?”
“Viene dalla Foresta Nera, in Africa... ma chi te conosce là, se sei solo ‘na brutta Metallara asociale?”
“L’ ACARO!”
“Appunto, nun te conosce nessuno. Giusto gl’ insetti magna-polvere.”
“Ma che hai capito, ignorante! L’ ACARO, ovvero l’  Associazione Cannibale Alternetivamente Rispettosa Ovunque.”
“Me posso permette’ de ditte ch’ è veramente un nome de merda?”
“No, permesso negato. Comunque, mi hanno invitato ad una specie di conferenza.”
“Forte! E Gabrie’, chesta ca’ è pe’ te!”
“Fa’ vedere... ah, già la mia rivista. Vediamo un po’.” mormorò Gabriele, sprofondando in un’ assorta lettura.
“C’ è qualche articolo interessante?”
“Uhmm... più o meno. Qui c’ è un articolo su di un veleno molto potente che si può trovare solo in Cina. Mi piacerebbe andarne alla ricerca. E a pagina 14 dicono che niente è più pericoloso del morso di un coccodrillo egiziano. Mi fa venire voglia di fare un viaggetto in Egitto, sapete?”
“Ragazzi, ho un’ idea. Sapete che ultimamente sono un po’ giù, a causa della morte di Mitruccio. Mi servirebbe una vacanza, perchè non cogliere la palla al balzo?”
“Perchè io odio le palle da cogliere al balzo. Sono così... così... rimbalzose!”
“Stai zitto, Gabriele, non vedi che sto cercando di fare un discorso cruciale per il corretto svolgimento della trama?! Dicevo, Nik deve andare in Sud America, io in Africa ed in Siberia, Gabriele vuole andare in Cina ed in Egitto e Klara è stata invitata in Giapone da quel suo amico. Risultato? Le principali fermate indispensabili per una vacanza attorno al mondo! Be’, veramente mancano New York e Parigi, ma credo che si possano aggiungere alla lista.”
“Per me va bene. Stando alla mia rivista, c’è il 12% delle possibilità che l’ aereo precipiti e che noi caschiamo sfracellandoci il cervello.”
 
Buona idea quella della vacanza. Mi piacerebbe rivedere i luoghi della mia prima vita da spirito racchiusa in una bambola di legno.
 
“Bhummm... Bum bum!”
“Sì, va bene anche pe’ mì. Robè, te posso parla’ n’ attimo in privato?”
“Certo, come no.”
Mentre Gabriele correva su a scegliere la compagnia aerea, Klara faceva le alige con il suo solito anticipo e Bummino faceva esplodere con molto e peculiare entusiasmo alcune micette nascoste nei cuscini, Roberta e Nik si riunirono nel salotto.
“Allora? Che cos’è tutto questo mistero?”
“E’ Bum-bum. E’ semplicemente entusiasta di andare al villaggio Terrón de Tierra.”
“Ho capito. Ma perchè?”
“...Perchè...” Nik era il campione delle pause drammatiche “...Perchè...”
“Nik, se non me lo dici entro tre secondi farò in modo che tu venga ricordato per sempre come Nik, il coglione senza coglioni.”
“OK, OK! Statte calmina, Robe’! Dicevo, è molto entusiasta perchè...”

BUM!

“...Cosa credi avrà distrutto, questa volta?”
“Me sembra sia ‘o tetto. Comunque, questo prova canto er picciotto sia eccitato: Terrón de Tierra è ‘o villaggio dove meglio vendevo, ma gli affari sono calati da quando è arrivata una missionaria che ha depistato i paesani.”
Roberta, che stava ammirando le tegole cadute nel giardino dal tetto ormai in pezzi, si girò di scatto verso di Nik, gli occhi sgranati.
“M-missionaria? Ma non sarà mica... non starai insinuando che...”
Nik annuì piano, rivolgendole uno sguardo preoccupato. Roberta non voleva crederci. Non era possibile che la missionaria fosse...
“Ti prego.” mormorò “Ti prego, dimmi che non è Linaria.”
Il rapper, scatenando la disperazione di Roberta, annuì.
 
 
Angolo dell’ Autrice:
Ziao! Dunque dunque dunque... per prima cosa, scusate il fantomatico ritardo, ma credo che ormai ci site abituati.
Secondo, come saprete, ogni anno a delle formiche femmine spuntano le ali ed è il segno che sono diventate adulte. Ma un formicaio ha deciso di eseguire il rito d’ iniziazione in casa nostra e mia madre, da brava sterminatrice qual è, le ha spruzzate tutte quante d’ insetticida. Non potete neanche immaginare quanto io sia depressa. E’ la cosa più disgustosa, pietosa e terribile che io abbia mai visto. Figuratevi, con uno scontrino ho sollevato le formiche che per miracolo si erano salvate e le ho portate in giardino, lontano dalla furia della mia genitrice. Ne ho salvate appena quindici su un migliaio. Vi chiederete cosa c’ entri questo con la storia, ed infatti non c’ entra proprio niente. Ma avevo bisogno di uno sfogo. Chiamare le mie compagne di classe, m’ avrebbero sbattuto in faccia il telefono gridando “FAI SCHIFO!!!”. Chiamare le mie migliori amiche, era troppo tardi, probabilmente stavano dormendo. I miei professori, non credo avrebbero apprezzato. In famiglia, sono tutti dalla parte della sterminatrice. Vi prego, non considerate le cose qui scritte, sono attualmente presa dallo sconforto che mi ha dato la vista di quei poveri corpicini contorti e straziati dal veleno... Dio, mi viene da piangere.
Terzo (questa è la terza saga, quindi questa è la terza notifica, mi pare logico) le notifiche!

*うがいをげっ: E’ giapponese, per chi non l’ avesse capito, si pronuncia U gai geppue letteralmente significa Ruttino Gargarismo.
** Terrón de Tierra: E’ spagnolo e vuol dire Zolla di Terra.
 

Infine, Terza Saga dei MEREH, Istruzioni per l’ Uso:
 

1.       Preparatevi a colossali ritardi.
2.       Preparatevi a risolvere tutti i vostri dubbi (fatemi sapere quali sono, magari con un messaggio o in un commentino).
3.       Alla fine della Saga ( e quindi di tutte le avventure dei MEREH :( ) vorrei fare un sondaggio sul vostro personaggio (o personaggi) preferito/i, ergo fatemi sapere quali sono! :)
4.       E, last but not least,
            Buone Vacanze A Tutti Voi!!!

   
 
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