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Autore: Roby_Marauder    17/06/2011    6 recensioni
Una breve one-shot sugli ultimi attimi di vita di Learco
accanto a Dubhe.Spero che vi piaccia.
Tratto dalla fic:
Dubhe aprì e chiuse la bocca, come se non ci fosse aria che bastasse a riempirle i polmoni. Si gettò sul corpo esile e rannicchiato di Learco abbracciandolo con forza. Gli macchiò la camicia da notte azzurrina di lacrime e si scostò con gli occhi gonfi e arrossati.
Buona Lettura!
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dubhe gli teneva la mano sempre più gelida stretta tra le sue. Ormai era nera come la pece e fredda come la morte.
Il rantolare di Learco era per lei una tortura. Il respiro si faceva sempre più affannoso e agonizzante e il colorito sempre più cereo. La pelle raggrinzita dalla vecchiaia era tesa per il dolore.
Dubhe mormorava con la voce strozzata e ridotta a un sussurro una lenta litania: una monotona e triste preghiera.
Una lacrima bollente le solcò la guancia e percorse ogni singola fessura della pelle del viso per poi insinuarsi sotto il colletto. Anche lei era invecchiata, dopotutto la soglia dei 70 si avvicinava sempre più inesorabilmente.
Guardò il volto dell'amato farsi sempre più pallido.
Quando erano ancora due ragazzi, due ingenui fanciulli, la loro passione era stata ardente, scottante. Non avevano saputo resistere l'uno all'altra e si erano sostenuti reciprocamente.
Quante avventure avevano vissuto insieme! Nella mente della vecchia ladra, che di notte era stata la regina della città di Makrat, della quale conosceva ogni
singolo angolo, iniziarono a fare breccia vecchi ricordi.
La volta in cui aveva baciato per la prima volta Learco, il loro amore clandestino, la prima notte in cui si erano sentiti complementari, si erano amati.
Il corpo ormai non più tanto agile della regina fu scosso dai singhiozzi che gli mozzarono il fiato in gola. Anche lei era stata colpita dal morbo e il suo corpo ne aveva subito le conseguenze sia interiormente che esteriormente.
Trasse un lungo respiro.
Il corpo del marito si fece sempre più molle sul morbido e candido letto della stanza reale.
Come avrebbe potuto superare la perdita della persona che amava di più oltre suo figlio Neor?  Avvicinò di più la sedia al letto di morte di Learco e lo accarezzò delicatamente sul viso quasi completamente annerito dall'oscura malattia.
Nessuno mago e nessuna magia erano riusciti a guarirlo. Nemmeno Teana, la quale aveva dedicato tutta se stessa alla risoluzione di quel male che aveva spento la vita di migliaia di persone del Mondo Emerso.
Learco aprì gli occhi: i suoi occhi un tempo vigili, attenti e luminosi si erano tramutati per via della malattia e dell'avanzare dell'età in spenti, vitrei.
Le labbra, aride e raggrinzite, si storsero in quello che doveva essere un sorriso, ma che sembrava tanto un ghigno malefico.
-S-sei ancora q-qui Dubhe?- rantolò Learco con volce flebile. Dubhe si riscosse dai suoi pensieri e rivolse al marito un caldo sorriso.
-Io sarò SEMPRE qui, Learco- assentì Dubhe con decisione. Gli occhi le si velarono di lacrime nuovamente quando vide l'aria corrucciata del re.
-Dubhe, non m-mi va che t-tu stia tutto i-il giorno con m-me- balbettò Learco con un tono sempre più sofferto.
-Oh tesoro...ma io ti amo, ti amerò fino alla fine! Io vivo per te Learco, non sopporto la tua lontanaza!- ringhiò Dubhe in preda all'angoscia.
Il re cercò di girarsi sul fianco, ma il dolore lancinante alle piaghe gli bloccarono il fiato in gola, bloccandolo sul posto. La moglie accorse subito in suo aiuto aggiustandogli con dolcezza i cuscini dietro la schiena.
Learco chiuse gli occhi: nel fare quel gesto, sembrò più vecchio e stanco che mai.
-Dubhe...- iniziò il vecchio -promettimi che quando me ne sarò andato, s-starai molto tempo con Amina...l-lei ha bisogno solo di essere a-ascolatata. Kalt...be'...lui è un ometto, saprà c-caversela da solo e...- cercò di finire, ma un ascesso di tosse, gli fece morire le parole in gola.
Dubhe gli premette un dito sulle labbra mormorando -Stttt. Non sforzarti troppo. Sei debole. Adesso cerca di riposare...domani ne riparleremo-
Di nuovo il vecchio viso del re fu storto da quel sinistro ghigno.
-Cara, credo che q-questi siano i miei u-ultimi attimi sul Mondo Emerso. Non voglio, ma sento il bisogno di darti il mio ultimo saluto- disse poi amaramente.
La regina fu scossa da un sussulto.
-No. Non dirlo nemmeno Learco. No- cercò di convincere più se stessa che il marito. - Non puoi andartene. Non DEVI andartene. Io ho bisogno di te, ho bisogno della tua forza, del tuo amore, del nostro amore!- continuò con foga.
-Oh Dubhe, v-vorrei crederci anch'io tesoro...- disse il re, la cui voce ormai era un lamento.
Dubhe aprì e chiuse la bocca, come se non ci fosse aria che bastasse a riempirle i polmoni. Si gettò sul corpo esile e rannicchiato di Learco abbracciandolo con forza. Gli macchiò la camicia da notte azzurrina di lacrime e si scostò con gli occhi gonfi e arrossati.
-Dubhe, amore mio, anche se non sarò più fisicamente accanto a te, rimarrò per sempre qui- concluse il re e dicendo questo poggiò il dito raggrinzito e annerito sulla parte sinistra del petto di sua moglie: dove batteva ardentemente un cuore.
-Addio, Dubhe- sussurrò mentre una lacrima solitaria e fredda come il suo corpo defunto, si insinuava tra le pelli morte del viso. L'anima di colui che aveva donato al Mondo Emerso tanti anni di pace, lasciò il corpo che aveva occupato.
La regina abbassò per un'ultima volta la testa e pensò con amarezza: " Addio Learco. Re della terra Sole".


Note D'autrice= =( Che tristeeee questa ficcy! Spero che vi abbia toccato o almeno accarezzato il cuore.
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