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Autore: Ixia    17/06/2011    6 recensioni
Qualsiasi giorno puo’ essere IL giorno. Quello in cui cambia tutto, quello in cui la vita prende e non torna mai piu’ la stessa. Il giorno in cui tocca partire, per conquistarsi il futuro.
Qui si parla di quel giorno, e di una ragazza; di un genio pigro dal cuore ormai arido; di un nemico assetato di vendetta e chissa’, forse di tanto altro. Di una Konhoa che firma lo sfondo come la discesa di una stella cadente che, chissa’ perche’, sale verso il cielo.
Questa e’ la nostra storia.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Quella mattina il cielo era plumbeo.
Grigio, come l’acciaio delle armi.
Pesante, come l’oppressione che i combattenti sentivano nel petto.
Era un cielo da battaglia.
 

I lacci dei sandali che si stringono, la zip della maglia che sale.
Infila i guanti, ne saggia la presa.
Sistema i capelli, di quel colore cosi’ fuori luogo.
Ora puo’ andare.

 
 
I sei ninja sostavano davanti alle porte della foglia.
Davanti a loro l’Hokage li osservava con occhi scuri, una muta raccomandazione che aleggiava sopra le loro teste.
-Mi raccomando Shikamaru. Tornate interi.-
 

I capelli troppo lunghi oggi proprio non vogliono stare a posto.
Prende l’elastico azzurro, quello che lei le aveva regalato.
Cosi’ va meglio.
Ora puo’ andare.

 
Entrarono in silenzio dentro la boscaglia, seguendo un rigido schema.
Nemmeno un ramoscello si frantumava al loro passaggio, cosi’ silenziosi da sembrare incorporei.
Le menti concentrate, i muscoli tesi allo scatto.
In fondo, erano le migliori forze della foglia.
 

Sguaina la katana, e non può fare a meno di rimanerne affascinato.
Quella lama ha visto troppe battaglie… Proprio come lui.
La fissa alla schiena, stringe la cinta.
Ora puo’ andare.

 
Ad un cenno del comandante, e tutto il gruppo’ giro’ simultaneamente.
Sapevano perfettamente dove avrebbero incontrato il loro nemico.
Il terreno sotto i loro piedi correva senza sosta, mentre Konhoa, alle loro spalle, spariva.
 

Uno sguardo ad una foto, il giubotto da Jounin viene chiuso da mani gentili.
Degli occhi rossi troppo umidi, un rapido bacio.
La paura di perderne un altro…
Ma, purtroppo, ora si puo’ andare.

 
Finalmente il gruppo rallento’, fermandosi in un’ampia radura.
Si disposero su due righe, rimanendo immobili.
Il vento cominciava ad alzarsi, sferzando le fronde degli alberi con insistenza.
Il suo suono sembrava quasi un gemito continuo.
 
 

Una lunga boccata, il fumo che si perde nel vento.
Chiude la mente ai ricordi, ritrova la calma.
Si sente chiamare, cicca sulla ringhiera del balcone.
Ora puo’ andare.

 
I sei ninja attensero in silenzio, respirando lentamente l’odore del nemico.
Sapevano di averlo davanti, di non potergli sfuggire
Automaticamente serrarono i ranghi, avvicinandosi gli uni agli altri.
La battaglia stava per cominciare… Ed il piano aveva inizio.
 

Cinque ninja, cinque storie che riprendono vita.
Tutti pronti per il gran finale…
 Che adesso puo’ cominciare.

 
 
 
 



-Buongiorno ninja di Konhoa!-
La voce si alzò chiara dalla boscaglia e al suo suono i sei ninja furono percorsi da un brivido.
La figura ridente di Hidan emerse dagli alberi con il suo solito incedere sbeffeggiante. Disturbato da quel suono, un gruppo di uccelli si alzò in volo con un frullio di ali, oscurando per un solo istante il sole.
-Vedo con mio grande piacere che avete deciso di partecipare alla mia vendetta!-
Mosse alcuni passi verso i suoi avversari, saggiando con i sandali e con lo sguardo il terreno di gioco.
I visi dei ninja erano tesi, rigidi come le loro pose. I loro sguardi lo tenevano sotto stretta sorveglianza, mentre l’atmosfera cominciava a farsi pesante.
L’immortale ghignò, rendendosi conto che quella volta non sarebbe stato facile competere con un gruppo così agguerrito. Sembravano sapere il fatto loro quei mocciosi. E soprattutto non sembravano aver voglia di perdere. Non contro uno come lui.
Decise quindi di attuare la sua tecnica più efficace, senza precludersi un sogghigno divertito. Il suo sguardo percorse le file dei suoi avversari, soffermandosi su Ise e Tora.
-Ciao bambolina!- mosse la mano in segno di saluto,  ma la ragazza non mosse un muscolo. L’immortale si volse verso il ragazzo, aguzzando lo sguardo. –E tu chi sei?-
Rimase una manciata di secondi in riflessione, con una mano ad accarezzarsi il mento. –Sai, assomigli tanto ad un tizio che ho massacrato venti anni fa… Ehi, fallito,- fece rivolgendosi alla figura rigida del Nara. –Non era quello sfigato del tuo maestro?-
Tora serro’ la mascella, respirando profondamente.
Cerchera’ di irritarvi., aveva detto Shikamaru-sensei il giorno prima. Vuole che perdiate la concentrazione.
Strinse i pugni, sostenendo lo sguardo del nemico
-Noooo! Ma dai! Sei addirittura suo figlio!- rise sguaiatamente quello, sgranando gli occhi. Si stava divertendo come un bambino nel giorno di Natale.
-Oh, allora per te riservero’ un trattamento speciale. Proprio come per la bambolina.-
Strizzo’ l’occhio ad Ise, avvicinandosi di piu’. –Non ti preoccupare dolly, sei sempre la mia preferita.-
Ise si ritrasse istintivamente, lasciando trasparire il suo profondo disgusto.
-Shikamaru, ma sei sicuro che sia sano di mente?- mormoro’ Sakura, incredula.
Quell’uomo avevo lo stesso atteggiamento di un bambino al parco giochi, non di un pericoloso nukenin. Un bambino al parco giochi con una perversa luce negli occhi.
-Ehi ehi ehi!- esclamo’ l’immortale ad alta voce, additando incredulo in viso di Sasuke. Era tutto eccitato. –Tu sei il fratellino di Itachi! Ma quanto sei cresciuto!-
L’Uchiha gli rivolse un’occhiata assassina e istintivamente Hidan fece un passo indietro.
-Woo-hoo. Tu devi essere veramente forte.- ridacchiò. Poi si volto’ nuovamente verso Shikamaru, sorridendo.
-Mi sento onorato. Hai chiamato tutti questi ninja solo per me? E’ fantastico. Jashin oggi sara’ contento di ricevere cosi’ tanti sacrifici.-
Nominato il Dio il tono cambio’. Diventò piu’ sottile,  trasformando l’aria spensierata in gioia omicida.
Quell’uomo era da brividi.
Cammino’ ancora per una manciata di secondi, rimanendo a fissare il volto impassibile del Nara. Poi la sua espressione si apri’ in un ghigno sadico, e dall’interno del mantello estrasse il suo bastone.
-Beh, mie cari ninja di Konhoa, sono veramente lieto di vedervi tutti qui per me. E’ veramente da troppo tempo- la sua voce tremo’ dall’eccitazione –che non massacro qualcuno come Jashin comanda. Veramente troppo…-
Fra le loro fila calo’ un forte clima di tensione. La quiete prima della tempesta.
-Vi uccidero’ tutti, non vi preoccupate. Uno ad uno. Ma visto che siete venuti cosi’ numerosi…- l’uomo pianto’ il bastone a terra, ed estrasse un pugnale da dietro la schiena. –avro’ bisogno di un piccolo aiuto.-
La lama brillo’ per un secondo, per poi  incidere a fondo nell’avambraccio del nukenin. Un rivolo rosso si disegno’ sul suo polso, facendo scivolare a terra alcune gocce vermiglie.
Ise e Tora si scambiarono uno sguardo preoccupato, entrambi confusi. Cosa diamine stava succedendo?
Hidan chiuse gli occhi, godendo a pieno l’estasi di quel momento. Alzo’ il braccio sanguinante, biascicando una nenia incomprensibile. Il suo sangue continuava a colare a terra, mentre la chiazza rossastra si allargava ai suoi piedi.
Sakura serro’ la mano sull’impugnatura del suo kunai, avvertendo una fitta di inquietudine in fondo allo stomaco. Aveva un terribile presentimento.
Hidan riapri’ gli occhi, portando le mani in alto verso il cielo.
-Grande Jashin!- chiamo’, spalancando gli occhi. –Io ti chiedo il potere della creazione. Aiutami!- grido’, ponendo le mani rivolte verso terra –Contro questi infedeli. Fai sorgere i tuoi guerrieri!-
In quel momento la chiazza rossa ai piedi del nukenin sembro’ prendere vita. Si divise in piu’ linee e velocemente si mosse sul terreno, andando a comporre tre distinti sigilli.
-Sono schemi di evocazione…- sussuro’ Sakura, incredula. Hidan rivolse di nuovo il viso verso il cielo, mentre le linee rosse ai suoi piedi cominciavano ad illuminarsi.
-Lode al grande Jashin!- grido’, slanciando le braccia verso l’alto.
I sigilli risplendettero, animati da un’energia sconosciuta. Al loro interno vi si raduno’ una grande quantita’ di terra, che andava plasmandosi. Roccia, sassi, sabbia, terriccio… Tutto si riuniva all’interno di quegli strani segni, amalgamandosi in figure sempre piu’ grandi e minacciose.
-Sta riportando in vita qualcosa!- esclamo’ Sakura, lanciando uno shuriken in direzione del sigillo, seguita dall’ANBU e da Tora. Le armi vennero respinte e sbalzate lontano da un misterioso campo di forza. Hidan proruppe in una risata sguaiata, gettando indietro la testa.
-Questa e’ la grandezza dell’immenso Jashin, stupidi infedeli!-
I sigilli risplendettero di una luce bianca ed abbagliante, che per una frazione di secondo accecò lo sguardo. Quando finalmente riacquistarono la vista, rimasero spiazzati dallo spettacolo incredibile che si presentava davanti ai loro occhi: tre giganteschi guerrieri, interamente fatti di terra che si ergevano al fianco di Hidan.
Alti quasi tre metri e con braccia cosi’ grosse da poter sradicare una quercia, li osservavano con i loro occhi rossi senza iride. Erano spaventosi, e dal loro sguardo non sembravano neanche tanto amichevoli.
-E questa diavoleria cosa e’?- sibilo’ l’Uchiha frai denti. Sakura scosse il capo, confusa.
-Non ho mai visto nulla di simile. Shikamaru, ha mai usato questa tecnica con voi?-
Il Nara scosse il capo, senza pero’ staccare lo sguardo dalla figura del nemico.
-Io forse so cosa sono…- sussurro’ Ise, con un tono un po’ scosso. I cinque ninja della foglia si misero in ascolto. –Nel libro delle cronache parla di questi… cosi. Li chiama “golem”, se non sbaglio.-
-Golem? E che cosa sarebbero?- le chiese Tora, che le stava accanto.
-Sono creature della mitologia antica, proveniente da altre terre lontanissime. I golem sono dei fantocci di terra che possono essere evocati ed usati come schiavi.-
-Quindi quelle bestie sono totalmente assoggettate al volere del nemico?- chiese l’ANBU, lanciando attraverso la maschera da gatto uno sguardo di sbieco all’avversario.
-Si, esattamente. Essi seguono la volonta’ di chi li ha creati.-
Sei sguardi corsero alle figure dei mostri rocciosi, seguiti da un momento di sconforto generale.
-E per caso quel libro raccontava pure come ucciderli?- sussurro’ l’Uchiha, serrando la presa sulla sua spada. La ragazza scosse il capo, desolata.
-No, nemmeno una parola. Raccontava solamente che il golem ha un punto di raccoglimento dell’energia, dove e’ racchiuso “l’alito di vita”. Senza di quello, non puo’ vivere. Quindi io suppongo che per uccidere un golem si debba colpire il punto di raccoglimento… Ma non ho assolutamente idea di dove si trovi.-
-Beh, abbiamo alcune informazioni…- mormoro’ il Nara, riprendendo ad analizzare con occhiate critiche quelle strane creature. -..sempre meglio di niente.-
-Dobbiamo fare in modo di ricavarne altre…- il Nara si volto’ verso Tora, lanciandogli uno sguardo di intesa. –Tora? Facciamo come al solito.-
Il ragazzo annui’, senza poter trattenere un sorriso orgoglioso. Chiuse gli occhi, pregando che tutto andasse bene. Compose una lunga sequenza di sigilli con le mani, e successivamente il vento prese a vorticare. Davanti a lui sembro’ formarsi una piccola tromba d’aria che poi si plasmo’, trasformandosi in un perfetto clone del giovane Sarutobi.
-Futon Bushin*, vero?- chiese Sakura. Il ragazzo non emise un suono, ma annui’.
Il clone parti’ all’attacco, scagliandosi verso la prima creatura. Spicco’ un balzo e calo’ un colpo diretto al viso del golem.
Immediatamente il gigante rispose, intercettando la sua caduta e colpendolo con un pugno. Il clone venne malamente sbalzato all’indietro, ma in un istante fu di nuovo in piedi.
-Tora, ora attaccalo da un’altra parte.- gli ordino’ Shikamaru.
-Cosa state tentando di fare?- chiese Hidan, che in tanto si divertiva a guardarli fallire. –Non avete capito che non potete fare nulla contro la grandezza di Jashin? Rassegnatevi e lasciatevi massacrare!-
-Ma nemmeno per sogno…- sussurro’ il ragazzo, mentre il suo clone si muoveva sicuro verso il gigante di terra. Gli scivolo’ alle spalle, e lo colpi’ dritto in mezzo alle scapole con un kunai.
Il golem inizialmente non reagi’, lasciando che la lama penetrasse nel suo corpo. Poi, sotto lo sguardo incredulo del suoi avversari, la inglobo’ al suo interno, senza riportare nemmeno una ferita.
-Assomiglia un po’ al clone di sabbia di Gaara..- penso’ Sakura, concentrata.
Shikamaru annui’. –Lo stavo pensando anche io. E come lui, essendo formato di un materiale instabile, ha la capacita’ di ricreare il proprio corpo a piacimento.-
Ci fu un attimo di silenzio.
-Beh, questa si che e’ una notizia confortante…- borbotto’ Ise, demoralizzata.
Aveva sempre sognato di fare a pugni con un essere formato da materiale instabile. Bah.
Shikamaru scosse il capo, sorvolando sul sarcasmo di sua figlia. -Tora, ora usa l’altro attacco. Deve essere uniforme… E mi raccomando, fa che il chakra sia ben visibile.-
-Va bene.-
Il clone riparti’ all’attacco. Quella volta non prese la mira, ma salto’, portandosi il piu’ vicino possibile al golem.
-Stupidi idioti! Smettetela di affaccendarvi come formiche! Il vostro destino è segnato!- urlo’ Hidan, rivolgendo delle occhiate sprezzanti al bushin di Tora.
-Tenetevi forti ragazzi.- mormoro’ il ragazzo. Poi, uni’ le mani a formare un sigillo.
Ed il clone esplose.
Sì, esplose, liberando una gigantesca raffica di vento.
Ise pianto’ i piedi, rischiando di essere sbalzata per il forte contraccolpo.
Porto’ lo sguardo sul gigante. Poteva distintamente vedere delle lame di chakra unirsi ai colpi sferzanti del vento, attaccando il golem da ogni lato.
Era una tecnica veramente devastante.
-Ok Tora, scioglila!- grido’ il Nara, senza staccare lo sguardo dal nemico. Il ragazzo obbedi’, e nella radura torno’ la quiete.
-Stupidi piccoli bastardi…- grido’ Hidan, sdraiato per terra in mezzo alla polvere. Era stato scaraventato malamente sul terreno dalla tecnica del Sarutobi, e non sembrava avergli fatto molto piacere. –Vi puniro’ per questo!-
-Ragazzi si sta scaldando. Abbiamo pochi minuti prima che ci attacchi.- mormoro’ il Nara, rivolgendosi al gruppo. –Tramite l’attacco di Tora sono riuscito a raccogliere alcune importanti informazioni. Penso di aver capito il punto debole del golem.-
-E’ nel viso, vero?- chiese Ise, rivolgendogli uno sguardo complice.
Suo padre le sorrise, mal celando una lieve vena d’orgoglio nello sguardo. -Esattamente.-
-Da cosa lo hai capito?- chiese Sakura, stupita.
-Beh, gli attacchi di Tora mi hanno dato la possibilita’ di osservare gli schemi difensivi di quel bestione. Quando gli attacchi erano rivolti al corpo in generale, la risposta e’ stata quasi nulla, se non assente. Quando invece si spostavano al viso, la reazione era istantanea. La motivazione e’ ovvia: li’ e’ nascosto l’alito di vita.-
-Ma dove, esattamente?- chiese Sakura. Il Nara scosse il capo.
-Questo ancora non lo so.-
-Sensei, guarda.- lo chiamo’ Tora, indicandogli con lo sguardo un punto preciso del corpo del golem. –Tutti gli attacchi che ho fatto con le lame di vento sono stati curati ed assimilati. Tutti tranne uno. Lo vedi, quel piccolo taglio in mezzo agli occhi? Ecco, sembra che li non sia capace di rimarginarsi.-
-E’ vero… bravo Tora. Abbiamo la soluzione del nostro enigma. Colpite dritti in mezzo agli occhi…-
-E cosa succedera’?- chiese l’ANBU, rivolto al grande genio.
Shikamaru ghigno’. –Crollerà a terra come un ammasso di terriccio.-
 
 
 
 
-Itachi! Itachi!- chiamo’ una vocina. –Fermati!-
-Shhhh! Zitta Kushina. Lasciami in pace.-
Il pianerottolo di villa Hyuuga era totalmente sgombro, mentre da un’unica finestra spalancata filtravano i raggi di un’alba incipiente.
Due bambini sostavano davanti al davanzale attenti a non far rumore, lanciandosi intorno occhiate vigili. Uno dei due stringeva in mano una corda attorcigliata.
-No, non posso. Non puoi andare la fuori! Hai sentito Sakura-sama e Sasuke-sama… Hanno detto che e’ tremendamente pericoloso!-
-Non mi importa nulla. Sono un ninja, voglio aiutarli!-
-Ma potresti morire!-
-Non. mi. importa.-
Il bambino le volto’ le spalle, dirigendosi verso la finestra sull’ampio giardino di ciliegi. Quel giorno Kushina stava diventando veramente noiosa.
Bah, stupide donne…
Aveva appena posato una mano sul cornicione che la piccola lo prese per mano, costringendolo a girarsi.
-Ma importa a me!-
I suoi occhi bianchi per un attimo tremarono, poi si abbassarono a fissare il pavimento.
-Ti prego Itachi-kun… Non voglio che tu muoia. Io ti voglio bene.-
Il piccolo Uchiha a quelle parole si senti’ arrossire fino alla punta dei capelli.
Ma proprio in quel momento quella maledetta doveva mettersi a fare questi discrorsi? Proprio quando lui voleva andare in missione per salvare i suoi genitori?
Mosse un passo verso la bambina, impacciato.
-Anche io ti.. ti voglio bene, Kushi-chan. Ma mamma e papa’ sono in pericolo… Ed anche Ise. Ed io non posso rimanere qui a non fare niente... Io so che posso aiutarli.-
Lei sospiro’, consapevole che non l’avrebbe mai convinto a cambiare idea.
-Va bene Uchi, allora voglio venire con te.-
-NO!- urlo’ il bambino, mentre una tremenda ansia gli era salita in petto. Si lanciò un’occhiata preoccupata intorno, poi trascinò la bambina lontana dal davanzale.
–Tu devi rimanere qui! E’ troppo pericoloso per te! E se ti rapissero? E se ti facessi male? Sei la figlia dell’Hokage! Tutti vorrebbero farti del male.-
La ragazzina si erse in tutta la sua statura, rivolgendogli uno sguardo fiero.
-Non mi importa nulla. Uchi, o tu esci da questa casa con me, o non lo fai affatto. Non ti mando da solo in pasto a degli spietati ninja… Se non mi permetti di venire con te, giuro che vado a svegliare papa’.-
-Ma Uzu! Ragiona… Potresti farti male!- tento’ di convincerla il bambino, sentendosi messo con le spalle al muro.
Lei scosse il capo. –Non.  mi.  importa.-
Raccolse la corda di lenzuola che il piccolo Uchiha aveva fabbricato e la fisso’ con un nodo all’inferriata. Poi prese il suo kit ninja, e se lo attacco’ alla cinta.
-E poi, caro il mio Uchiha, avrai bisogno di me la’ fuori. IO..- sottolineo’ la ragazza girandogli attorno –..al contrario tuo posso usare la mia abilita’ innata. Almeno eviteremo di rimanere uccisi.-
Itachi arrossì, piccato. Balbettò qualche frase incomprensibile, poi maledì la bionda Uzumaki.
-Si, sai usare il Byakugan, ma come tecniche io sono molto piu’ bravo! So usare il Katon, cosa che tu, mia cara, non sai fare. Vedrai quando mi apparira’ lo sharingan… Saro’ inarrestabile!-
Lei ridacchio’, sapendo di averlo punto sul vivo. Gli diede un rapido bacio sulla guancia, poi sorrise. –Allora, comandante Uchi, siamo pronti per la missione?-
Lui rimase imbambolato per un secondo, mentre gli effetti di quel lieve contatto si facevano sentire.
-Comandante Uchi?- lo chiamo’ la bambina, sventolandogli la manina davanti alla faccia.
Lui si riprese, dandosi un contegno. –Ehm si, certo… Andiamo Uzu, che si fa tardi.-
 
 
-Voi, stupidi idioti! Atei senza Dio, bastardi che verrete ammazzati come bestie al macello! Voi! Veneratori di idoli pagani, io vi faro’ conoscere il vero dolore!-
Hidan stava continuando ad insultarli ininterrottamente da un minuto buono. Il suo limite di sopportazione (molto basso) sembrava essere giunto al punto massimo, il che non presagiva nulla di buono per i poveri ninja di Konhoa.
Sei ninja, di cui tre ragazzi, contro un pazzo fanatico con tre giganti semi-immortali fatti di terra.
Beh, la situazione non era la piu’ rosea.
-..perche’ voi, feccia pagana che insozzate il mondo con i vostri culti, non sapete nulla del Vero Dio! Jashin, ascoltami! Io li uccidero’ nel tuo nome!- Poi, all’improvviso, si rivolse ai tre guerrireri. –Andate! Andate e massacrateli!-
A quelle parole i tre golem sembrarono prendere vita. Una nuova luce li pervase, mentre le tre gigantesche sagome si scagliarono verso il piccolo gruppetto di ninja.
-Ma mi raccomando…- sussurro’ Hidan, rivolgendo il suo migliore sguardo omicida verso il Nara. –Lui lasciatelo a me.-
-SHIKA!- grido’ Ise, mentre veniva costretta ad indietreggiare, insieme a tutti gli altri, nel folto del bosco. Shikamaru era rimasto solo davanti al nemico.
-Non ti preoccupare Ise! A lui ci penso io!- le rispose il Nara, tentando di mostrarsi sicuro. –E ricordatevi del piano!-
La ragazza lo vide voltarsi, dandole le spalle. –NO! NO! SHIKAAAA!- urlo’, mentre Tora la afferrava per la vita allontanandola dal golem.
Li avevano separati, avevano lasciato che Hidan si battesse da solo con Shikamaru. Questo non era per niente un fattore positivo, visto che il loro piano si basava soprattutto su un attacco combinato.
Erano divisi, soli, e senza informazioni.
Ise continuo’ a gridare, sentendo il mondo crollargli addosso ancora una volta.
Dentro di se’ qualcosa le diceva che quella sarebbe stata l’ultima volta in cui avrebbe visto suo padre.
 
 
 
 
-SASUKE! ALLA TUA DESTRA!- grido’ Sakura, lanciando un kunai-bomba in direzione del golem che aveva appena tentato di spappolare la testa di suo marito con un pugno.
L’Uchiha si accorse appena in tempo dell’attacco, e fuggi’ veloce accanto alla moglie.
L’esplosione della carta bomba fu assordante, ma i due ninja non mossero un muscolo.
Quando il fumo si fu diradato, davanti a loro si presento’ l’immagine del gigante con un braccio semi-squagliato. La mano era completamente disintegrata, e dal braccio cadeva terra.
-Si!- gioi’ la donna, con un gesto di vittoria –Allora e’ possibile distruggerli! Non e’ vero quello che ha detto Shikamaru!-
-Aspetta a cantar vittoria Sakura.- mormoro’ l’altro, alzando la mano. –Guarda.-
La donna segui’ la direzione indicata dal dito di Sasuke e dovette ammettere con se stessa che sì, aveva gioito troppo presto.
Davanti a lei il gigantesco golem stava ricostruendo la propria mano utilizzando la terra del suolo. Quando la ricostruzione fu ultimata, il gigante rivolse lo sguardo rosso verso di loro, ringhiando.
-Penso tu lo abbia fatto arrabbiare, Sakura.-
In quel momento da un punto imprecisato alle loro spalle si alzarono due tremendi ruggiti. Sakura e Sasuke si guardarono per un attimo, riconoscendo poi la voce di Tora gridare qualcosa.
-Oddio Sasuke, i ragazzi!- mormoro’ la donna, piena d’angoscia. –Non possono farcela da soli contro due di questi mostri! Dobbiamo aiutarli!-
L’Uchiha bofonchio’ qualcosa, palesemente scocciato. –Hmpf, principianti.-
Scese dal ramo dove lui e sua moglie si erano nascosti, mentre il golem dietro di loro ruggiva irato.
-Su, andiamo Sakura. E stai attenta a quel coso la’ dietro… Penso ti detesti.-
Cominciarono a correre, seguiti a ruota dai passi pesanti del gigante. Era tremendamente grosso e pesante, ma possedeva comunque una straordinaria velocita’. Riusciva a seguirli senza alcuno sforzo, nonostante Sasuke fosse rinomato per la sua rapidita’ in battaglia.
-Sakura, dove sono?- le chiese. Lei chiuse gli occhi, concentrandosi sulla scia di chakra lasciata dalla Yamanaka.
-A nord-ovest. Quasi a trecento metri da qui.-
-Ok. Muoviamoci.-
Corsero ancora per una manciata di secondi, per poi sbucare finalmente in un altro ampio spiazzo verde fra gli alberi. Sembrava quasi una piccola pianura, dove era stata ingaggiata una battaglia all’ultimo sangue fra i tre ragazzi e i due golem.
L’erba per terra era bruciata in piu’ punti, segno che l’ANBU scelto da Sasuke per la missione aveva cominciato a darsi da fare.
Senza alcun risultato, ovviamente.
I tre ragazzi combattevano l’uno accanto all’altro, con una formazione triangolare. Ise si poneva al vertice, dando consigli ai due ragazzi su dove e come attaccare.
Esattamente come suo padre fungeva da mente, ma aveva gia’ compreso che quella era una battaglia senza speranza.
-Sasuke!- grido’, quando vide i due ninja sbucare dalla boscaglia. La sua espressione divenne fiduciosa.
–Avete ucciso il..- comincio’, ma quando vide il terzo gigante sbucare alle spalle dei nuovi arrivati, non pote’ trattenere uno sbuffo demoralizzato.
Altro che ucciderlo, avevano deciso di organizzare una festa.
In quel momento vide il braccio del golem alla sua sinistra dirigersi verso la figura di Tora, che in quel momento stava sostenendo l’altro ragazzo nel combattimento con l’altro gigante.
Lancio’ la sua ombra all’attacco, decisa a prendere finalmente la situazione in mano. La linea nera corse rapidissima verso il mostro, andando a cercare…
Ehi, ma come era possibile?
Quei mostri non avevano ombra!
-TORA!- grido’, non potendo fermare il movimento del gigante con la sua tecnica. La ragazza si getto’ su colpo dell’amico, salvandolo da un trauma cranico.
Crollarono a terra, uno sopra all’altro.
-Ehi, stai bene?- chiese la ragazza al giovane Sarutobi, che aveva comunque battuto la testa a terra nella caduta. Lo vide spalancare gli occhi, e poi, con uno scatto felino, trascinare entrambi a destra.
Rotolarono, mentre un pugno gigantesco del golem si abbatteva nel punto esatto in cui si erano trovati un istante prima.
Tora le strinse di piu’ le braccia intorno al corpo, vedendo un nuovo pugno arrivare dall’alto.
-UCHIHA!- grido’ il ragazzo, ribaltando un’altra volta le posizioni per schivare l’ennesimo colpo. –COSA CAZZO FAI LI IMPALATO?! AIUTACI, NO?!-
Ise vide una sagoma nera saettare nella loro direzione, e poi una gigantesca luce bianca accecarli, seguita un ruggito agonizzante.
Quando la luce si dissolse, il braccio del mostro giaceva a terra, quasi vetrificato, mentre nella mano di Sasuke crepitava il chidori.
-Ise,- la chiamo’ l’Uchiha, per assicurarsi che stesse bene. Lei annui’. –Di lui mi occupo io, mentre Sakura prendera’ quello laggiu’. Tu, Tora e Noburo ce la fate a tenere a bada questo?-
La bionda annui’, con espressione seria. –Certo.-
L’Uchiha sguaino’ la katana, rivolgendole uno sguardo scuro. –Bene. Allora il piano diventa questo. Eliminare i golem, e poi procedere con il sigillo. Capito?-
-Perfetto.-
-Bene. Mi raccomando, sta a te il comando.-
Poi si allontano’, seguito a ruota da un golem parecchio vendicativo.
Li vide sparire all’interno della foresta, lasciandoli soli con quel gigante.
Respiro’ a pieno, poi si volto’.
Forse c’era ancora una speranza di salvare suo padre.
 
 
Nel mentre, quasi ad un kilometro di distanza, Shikamaru e Hidan si fronteggiavano nella radura.
La situazione era abbastanza equilibrata, e il genio di Konhoa sembrava essere padrone della situazione.
Come al solito Hidan si lasciava trasportare dalle sue farneticazioni, distogliendolo dal combattimento. Questo fattore aiutava molto il Nara che, non ascoltandolo, poteva utilizzare quei momenti di tregua per elaborare strategie.
Purtroppo pero’, Hidan sembrava averlo capito, e stava tentando in tutti i modi di fargli saltare i nervi.
-Ehi, deficiente!- lo chiamo’ dopo l’ennesimo attacco andato a vuoto. –Lo sai cosa faro’ dopo averti ucciso? Mi ripassero ben bene tua figlia, e poi la tagliero’ in tanti pezzettini. Che ne dici?-
Il Nara induri’ la mascella, ma non rispose.
-Sai, e’ veramente carina. Ma non ho mai capito, perche’ sua madre e’ scappata dal villaggio? Era stanca di stare con un fallito come te?-
Ancora niente.
-Daaaai, confidati con il buon vecchio Hidy. Cosa hai fatto, avevi un’altra?-
Il Nara si irrigidi’ impercettibilmente. Movimento che non sfuggi’ agli occhi del nemico.
-Noooo, ma davvero? Sai, non ti facevo cosi’ bastardo. Fartela con un’altra e poi metterla in cinta. Sublime, davvero.-
Shikamaru strinse i pugni, sentendo una rabbia cieca montargli dentro.
-Ecco perche’ si e’ nascosta in quel paesino sperduto… Non voleva che tu la trovassi. Beh, ha fatto tanta fatica per nulla, visto che a te non te ne e’ fregato un cazzo di andarla a cercare. Povera mamma di Dolly, quasi mi dispiace di averla massacrata.-
-Stai zitto.- sibilo’ Shikamaru, tremendo di rabbia.
-Cosa? No, assolutamente. E poi, non sto dicendo nulla di diverso dalla verita’. Sei un bastardo Shikamaru Nara, proprio come me. Non ci puoi fare nulla, e’ nel tuo DNA. Prima o poi, farai del male anche a tua figlia.-
-Non ti azzardare…-
-A fare cosa? A dire che prima o poi anche lei ti lascera’? Lo faccio e non mi frega un cazzo. E quando lo fara’, se non l’ammazzo prima, ci saro’ io a ucciderla come ho fatto con sua madre.- rise forte, con gusto. –Che pena che mi fa. Quando ha capito chi fossi, era tutta preoccupata per te… Mi ha guardato con certi occhi, terrorizzati. Ti amava molto..- fece con voce stucchevole, mentre davanti a lui il calmo genio della foglia stava perdendo il controllo.
-E tu invece hai preferito scoparti qualcun’altra…-
-BASTA!-
-No no, non basta… Perche’ non ti lasci andare, eh? Fai il vero uomo per una volta. Smettila di fare il coniglio che si nasconde dietro il suo cervello. Vieni qui a vendicare la tua donna…-
-Io ti uccido.-
-Si, bravo, continua cosi’…-
-Io ti ammazzo!-
Shikamaru parti’ all’attacco, preso da un’ira incontrollabile.
Aveva perso la testa, la calma, il ragionamento.
Era caduto nella trappola del nemico, anzi, ci si era buttato dentro da solo.
E se Shikamaru Nara perdeva il controllo, allora diventava un ninja qualsiasi.
Anzi, forse anche di meno.
Era vulnerabile ed avventato come tutti i ragazzini.
Ma in quel momento non c’era nessuno capace di farlo tornare in se’.
Anzi, ci sarebbe stato, ma era troppo lontano preso da un’altra battaglia.
Lei era troppo lontana per salvarlo.
 
 
-Ehi Uchi, ma sei proprio sicuro di aver preso la strada giusta?-
-Shhh, zitta Uzu. Piu’ che altro, perche’ non vedi di accendere il tuo Byakugan?-
-No, meglio di no. Sai, lo riesco a tenere per pochi minuti, meglio accenderlo quando saremo piu’ vicini alla battaglia.-
-Ok Uzu, contenta tu.-
I due bambini avanzavano a tentoni nella boscaglia, scavalcando cespugli e tronchi caduti. Fuggire da villa Hyuuga era stato semplice, ma ora scattava la parte peggiore della missione.
-Uchi..- chiese ad un certo punto la bambina tagliando con un fendente un ramo sporgente. -Ma qual e’ il nostro piano?-
Ci fu un attimo di silenzio, accompagnato da suono del frusciare degli arbusti del sottobosco di Konhoa.
-Ehm… Non lo so.-
-Come non lo sai?-
 Scavalcarono un grosso tronco di albero caduto, atterrando al suolo con un lieve tonfo.
-Non ho avuto molto tempo di prepararmi! Ieri ho sentito la conversazione fra Ise e papa’, e ho deciso di partecipare. Non e’ che io mi sia preparato qualche strategia…-
La bambina sbuffo’, alzando lo sguardo verso il cielo. –Sei proprio un disastro Uchi, per fortuna che sono venuta con te. Saresti sicuramente morto alla pr..-
-SHHHH!- fece il bambino, acquattandosi dietro ad un cespuglio.
La bambina lo segui’.
-Guarda.- il ragazzino sposto’ alcune frasche, lasciando intravedere una grande pianura al di fuori del bosco.
-Ma che cos’e’ quel coso?-
-Non lo so! Ma sta attaccando Ise e Tora-san! Li vedi?-
-Si! E quell’altro tizio chi e’?-
-Bho, sara’ un ANBU…-
I due bambini si guardarono, un po’ impauriti.
Quel mostro non rientrava assolutamente nei loro piani. Ma era arrivati fino a quel punto… Non potevano arrendersi ora.
Si scambiarono uno sguardo complice, proprio come quelli che si scambiavano sempre prima di compiere qualche brutto pasticcio.
-Pronto Uchi?- chiese lei, mettendo la mano rivolta verso il basso davanti a lui.
Il bambino vi poso’ la sua sopra, sorridendo fiducioso.
-Prontissimo Uzu.-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ixia’s_____________________
Ta-daaaaan!
Buonasera ragazzi, oggi faccio prestissimo!
Battaglia cominciata.. Allora, cosa ne pensate? Sta prendendo una piega troppo contorta?
Mi piacerebbe sapere quali sono le vostre impressioni… Ovviamente se ne trovate il tempo.
(Soprattutto… I personaggi sono OOC? Oddio, sono troppi!)
Vabbè ragazzi, ringrazio tutti quelli che commentano, che hanno messo la storia fra le preferite/seguite e anche solo chi leggerà.
A prestissimo ragazzi, penso che mercoledì il capitolo sarà on-line.
Un bacione a tutti!
 
Ixia
   
 
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