Anime & Manga > Pandora Hearts
Segui la storia  |       
Autore: Fiamma Drakon    18/06/2011    0 recensioni
«Il sangue dev’essere stato estratto prima che venisse ridotta così» commentò Vincent.
«E poi cosparso con cura sul suo corpo» continuò Gilbert in tono freddo, orripilato dalla scena nonostante per sua stessa natura fosse avvezzo agli spargimenti di sangue.
«Chiunque l’abbia fatto dev’essere di sicuro un pazzo» asserì Oz con certezza mista a disgusto, cingendo sua sorella in un abbraccio consolatore «Perché una cura dei minimi dettagli per una cosa del genere non è per niente normale».
Genere: Dark, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
3_In ritardo
Dark, creepy and... sweet?
3. In ritardo

Il suo padrone camminava senza posa avanti e indietro davanti alla finestra, nel piccolo andito che il tavolo del buffet aveva creato con la parete.
Più lo guardava camminare, più aveva la sensazione che non riuscisse a trovare un poco di pace interiore, cosa che si ripercuoteva inequivocabilmente anche sul suo atteggiamento.
I suoi occhi azzurri erano corrugati in un’espressione stizzita e contrariata, la sottile linea delle sue labbra piegata in una smorfia colma di disappunto. In mano stringeva un calice colmo di un liquido scarlatto e denso dall’odore misto di ferro e vita.
Il mantello nero frusciava attorno al suo corpo, frustandogli debolmente le gambe un momento, allargandosi e svolazzando nell’aria l’attimo dopo. Il fatto che fosse vestito di nero - come era consuetudine per le occasioni speciali nella sua famiglia - contribuiva a dargli un aspetto se possibile ancor più minaccioso.
In effetti, l’occhio esperto del suo servitore era riuscito a carpire esattamente il genere di sentimento che gli si agitava nel petto, simile al montare di una tempesta ormai prossima.
«Sono in ritardo. Perché ci stanno mettendo così tanto? Sarà successo qualcosa? Tsk...! Quel Jack Bezarius ne avrà pensata qualcun’altra delle sue...!».
«Elliot, calmati. Stai rompendo il bicchiere...».
Il ragazzo alzò gli occhi verso il servo, quasi infuriato per l’aver osato riprenderlo, poi li abbassò sul calice che stringeva in mano - notando che effettivamente presentava qualche sottile crepa vicino al punto in cui lo stava stringendo - e ne tracannò il contenuto in un solo breve sorso.
«Sono in ritardo, Reo!» esclamò con veemenza, posando sul tavolo il bicchiere con forza, fronteggiando a viso aperto il suo interlocutore.
Quest’ultimo inclinò da un lato il capo, ritirandosi nelle spalle.
«Ti sta colando del sangue dalla bocca...» esclamò, alzandosi e avvicinandoglisi per tergerlo con un dito.
Elliot orientò da tutt’altra parte lo sguardo, imbarazzato per la ripresa.
«Non è questo il punto...» commentò, improvvisamente mansueto, spostando di nuovo gli occhi e fermandoli sul dito di Reo, sporco di rosso.
Lo leccò facendo attenzione a non ferirlo coi canini ancora sproporzionati a causa della sete.
«Staranno per arrivare. Comunque, sei tu che hai insistito per precederli qui» lo rimproverò pacatamente il servitore, ignorando il gesto poco signorile del suo padrone.
Elliot continuò ad infischiarsene di tutte quelle che erano etichettate sotto il nome di "buone maniere" e proseguì nel leccargli il dito.
Sentire la carne viva e pulsante tra le sue labbra, così vicina ai suoi canini sproporzionati, lo rendeva smanioso di lacerarla per far sgorgare ancora altro sangue. Reo parve accorgersi della sua brama crescente, poiché tolse la mano dalla sua stretta e schioccò le dita, facendo apparire nelle mani del vampiro un altro calice di sangue.
«Bevi quello» esclamò, accennando al calice.
Elliot fissò il liquido rosso, poi lo tracannò con un moto di stizza, appoggiandolo sul tavolo assieme all'altro bicchiere che aveva precedentemente già svuotato un paio di volte.
In quel momento la gente cominciò ad entrare lentamente dall'ingresso principale.
Il vampiro si sorprese di vedere che sembravano traumatizzati, tristi, in netto contrasto con lo spirito della festa.
«Elliot...»
«L'hai notato anche tu?» domandò il Nightray, serio.
Reo assentì, cupo.
«Sembra che sia successo qualcosa» disse, ma l'attenzione del vampiro era stata catturata da un altro particolare: tra la folla che fluiva dalla soglia non riusciva a scorgere i suoi fratelli, né tantomeno a vedere i Bezarius - Jack in particolare.
«Dove sono tutti?».

«Allora, signor Nightray?».
Gilbert si alzò in piedi per fronteggiare dirimpetto i due personaggi appena materializzatisi dietro di lui.
Anche Oz si alzò, ma squadrò il sopravvenuto con un certo divertimento negli occhi, anziché diffidenza, come il vampiro.
«Break... è da tanto che non ci vedevamo!» lo salutò allegramente, piegando leggermente di lato la testa, sorridendogli.
Xerxes gli sorrise a propria volta, assumendo un cipiglio leggermente infastidito.
«Sei rimasto il solito fastidioso bambino, Oz» replicò.
Nel suo tono era debolmente percepibile una nota d'affetto.
Gilbert osservava Break, guardingo: non riusciva a dimenticare "l'incidente" dell'ultima luna piena.
Anche adesso Xerxes dava l'impressione di essere in uno stato che di umano aveva solo l'apparenza.
Il suo colorito era cereo e l'unico occhio visibile era di un rosso che ricordava decisamente quello del sangue. Sotto la palpebra inferiore l'acuta vista di Gilbert riusciva a distinguere un sottile strato più scuro, sintomo di qualche notte d'insonnia - anche se la sua natura faceva sì che la perdita di sonno non costituisse una rinuncia così grande per il suo organismo.
I corti capelli bianchi erano leggermente arruffati, come il pelo scompigliato dal vento.
Indossava - come suo solito - una camicia viola scuro, un paio di pantaloncini neri che gli arrivavano alle ginocchia ed un paio di stivaletti bianchi aperti lungo tutto il polpaccio, coordinati con la giacca bianca che rivestiva il suo esile profilo dai gomiti in giù.
La luce lunare illuminava la sua figura solo in parte, donandogli  un delicato e mistico equilibrio tra luce ed oscurità: i capelli risplendevano come argento, per poi sfumare nel buio, così come il suo viso - la metà coperta in parte da un ciuffo di capelli era ben visibile, ma l'altra era buia, cosa che rendeva l'occhio uno sfavillante rubino racchiuso nelle tenebre.
Il suo sorriso era uno scintillare quasi abbagliante di denti perfettamente bianchi, simili a zanne.
«Non ho intenzione di morderti, Gil. Non mi piace la carne di vampiro: è povera di sangue» esclamò con voce densa di scherno.
Gilbert corrugò lo sguardo.
«A cuccia, Xerxes. Non è questo il momento per i tuoi inutili giochetti».
Glaciale e diretto, l'uomo alle spalle dell'albino avanzò, portandosi in prima linea, in modo che tutta l'attenzione fosse rivolta a lui.
I capelli rossi frusciavano ad ogni suo minimo movimento, così come il lungo mantello scuro che gli copriva le spalle e che arrivava fin quasi a terra.
Il completo nero era elegante e formale e gli scendeva, aderente, fino alle ginocchia.
«È arrivato, finalmente, duca Barma. La stavamo aspettando».
Jack si affiancò a Oz e Gilbert, seguito da Oscar.
«Da questa parte» esclamò Jack, voltandosi e guidando Barma e Break verso la scena del delitto.
I due uomini lo seguirono senza emettere un fiato, lasciando indietro il Nightray ed il Bezarius più giovane, i quali, dopo un momento di incertezza, li seguirono.
Il duca Barma si avvicinò per primo alla donna, esaminandola da una distanza estremamente ravvicinata, percorrendo con lo sguardo tutto il suo corpo, come in cerca di un dettaglio che gli era sfuggito.
«Pietrificata ~ ♥» constatò quasi allegramente Xerxes, saltellando attorno alla vittima, piegandosi e spostandosi per osservarla da varie angolazioni.
«Con tanto di servizio make up gratuito ♪» aggiunse nell’osservarle il viso tinto di rosso, come se si stesse divertendo.
«Piantala Xerxes, sii serio» lo riprese gelidamente il duca dai capelli rossi, scoccandogli un’occhiataccia di sbieco, per poi rivolgere la propria attenzione a Jack e lo zio, in silente attesa assieme ad Oz e Gilbert.
«È stata pietrificata da una magia potente ed irreversibile. Non si può fare più niente per lei» sentenziò senza la minima traccia emotiva nella voce.
Sembrava che la questione non lo riguardasse minimamente, che non gli facesse né caldo né freddo.
«Barma è così distante da tutto...» commentò Gilbert tra sé, fissando il nobile con una punta d’astio: non gli piaceva il suo estraniarsi da tutte le emozioni. Glielo rendeva più antipatico.
Oz  notò con la coda dell’occhio il mutare dell’espressione del vampiro ma non disse niente.
Jack fece un passo avanti, lo sguardo serio.
«Chi può essere stato?» domandò.
Rufus rimase un momento in silenzio, come se dovesse rifletterci. I due si scrutarono negli occhi in modo penetrante, quasi volessero infiltrarsi l’uno nella mente dell’altro.
Infine, Barma si decise a pronunciarsi: «Non una creatura comune, questo è certo. Escludi anche noi stregoni: nessuno è capace di creare un incantesimo del genere».
Jack sussultò lievemente alla notizia, che gli piovve addosso come una cascata d’acqua gelida.
«Non ha proprio nessuna idea di chi possa essere stato?» chiese di nuovo.
«Non amo ripetermi, signor Bezarius» controbatté il duca, la voce simile ad una raffica di stilettate di ghiaccio «Non riesco ad individuare nessuna categoria di mostri capace di fare una cosa del genere. Continua a chiedermelo perché non capisce o perché cerca di farmi riconoscere la lacuna nelle mie conoscenze? Perché in tal caso sappia che la mia pazienza non è illimitata».
Era arrabbiato ed era palese. Gilbert riusciva a percepire l’aria attorno a sé vibrare delle onde emanate dal duca, sintomo concreto della sua rabbia: quando uno stregone provava emozioni particolarmente intense, la sua aura tendeva ad emetterle sottoforma di onde d’urto.
Oz non l’aveva mai visto arrabbiato sul serio, ma dalle voci che aveva sentito circolare in proposito era meglio tenerlo buono e tranquillo: le vittime delle sue sfuriate avevano cambiato tutte quante paese, per essere assolutamente certe di non incrociarlo più in giro nemmeno per errore.
Suo cugino irrigidì la postura ma mitigò lo sguardo.
«Scusi la mia insistenza, duca».
«Indagherò in merito a quanto accaduto. Se esiste un mostro capace di una cosa simile, senz’altro riuscirò a reperire informazioni su di lui» annunciò Barma, girandosi a dar le spalle ai Bezarius, allontanandosi con un frusciare del mantello.
Break si attardò presso gli altri.
«Per il momento portate via il corpo, neh?» esclamò, stucchevole, poi il suo sguardo assunse repentinamente un cipiglio serio e inquietante.
«Cercate di limitare le voci. Intralcerebbero le indagini» sentenziò, l’occhio che sfavillava di una luce pericolosa.
«Andiamo, Xerxes!» lo richiamò all’ordine Rufus, già lontano.
«A presto. Bye bye ~ ♪» si congedò l’albino agitando una mano, ogni traccia di minaccia svanita completamente dal suo viso.
Si affrettò quindi a seguire lo stregone.
Oz e Gilbert sbatterono le palpebre, stupiti.
«Ogni volta che lo vedo è sempre più strano...» commentò il giovane zombie «... sicuri che non si è perso qualche rotella per la strada?».
«Non è un cadavere semovente...» gli fece notare il vampiro, suscitando nel suo interlocutore un indignato “ehi!”.
«Però è comunque inquietante...» continuò il moro.
Jack sospirò, deluso e affranto: nemmeno il duca Barma era riuscito a fornirgli alcun dettaglio utile a scoprire l’assassino. Se nemmeno lui aveva idea di chi potesse essere stato, allora non sapeva proprio a chi altro chiedere.
Sentì una mano posarglisi sulla spalla, al che lui si voltò.
«Ehi, vai dentro con gli altri. Qui ci penso io» gli disse suo zio, sorridendogli consolatorio.
Il ragazzo lo guardò un attimo, poi annuì, quindi si rivolse agli altri due: «Oz, Gil! Andiamo dentro anche noi. Ci staranno aspettando!».

«Bezarius?!».
Elliot finalmente era riuscito ad individuare uno dei suoi fratelli tra la gente e si era affrettato a raggiungerlo per lamentarsi del suo ritardo e mettere in luce la propria puntualità, ma quando gli si era avvicinato non era riuscito a trattenersi al vedere chi teneva per mano.
«Buonasera, Elliot...» salutò cortesemente la giovane Ada Bezarius, accennando un inchino imbarazzato.
Il Nightray le rivolse un’occhiata iniettata d’odio puro, per poi spostare la propria attenzione sul fratello.
«Sei in ritardo» puntualizzò, severo, poi lanciò uno sguardo di sbieco alla ragazza bionda al suo fianco e aggiunse: «Tsk...! Di certo è colpa sua».
Il suo servitore apparve alle sue spalle, un’ombra silente che osservava la scena.
Vincent stirò le labbra in un sorriso velenoso.
«No, non è stata colpa sua. Mi sono offerto io di portarla qui, al sicuro» spiegò in tono criptico e vagamente divertito.
«Al sicuro?» ripeté il più giovane, senza riuscire a capire.
Reo riuscì a scorgere Ada tremare, cosa che lo mise in allerta.
«È successo qualcosa?» chiese.
«Oh, guarda chi c’è. Elliot, finalmente ti sei deciso a farti vedere...!».
Il vampiro voltò le spalle a Vincent al suono di quella voce a lui tanto familiare quanto odiosa.
«Oz... Bezarius...!».





Angolino autrice
Et voilà! Finalmente riesco a scrivere e pubblicare il terzo capitolo! *W* Sperando che sia gradito <3
La fatica di riuscire a trovare una razza di mostro che si adattasse a Rufus e Break °-° non avete idea XD
Anyway, ringrazio Ely_Van Baust per la recensione allo scorso capitolo e quanti hanno aggiunto la fic alle preferite/ricordate/seguite.
Al prossimo chappy! ^^
F.D.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pandora Hearts / Vai alla pagina dell'autore: Fiamma Drakon