.:AFTER
SCHOOL-LEAVING EXAM:.
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CAPITOLO
1: Un lungo, interminabile, stressante viaggio…
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Non ce la
faceva più a stare costretta in quello spazio incredibilmente stretto,
ormai non si sentiva più neanche le gambe…Eppure le avevano garantito che quei sedili garantivano la massima
comodità in qualsiasi condizione, ma a giudicare dai dolenti crampi che
aveva al sedere erano tutt’altro che ergonomici. E come se non bastasse,
il bambino seduto a pochi centimetri da lei aveva riempito fino all’orlo
il quinto sacchetto per il vomito nell’arco di due ore; ancora si stupiva
che la mamma non l’avesse preso e gettato fuori dal
finestrino. E quel dannatissimo, fottutissimo spiffero di aria condizionata che fuoriusciva dalla bocchetta
superiore e che non accennava a calare le arrivava dritto dritto tra capo e
collo; pazienza, almeno la sua morte sarebbe passata alla storia…Le
pareva di vedere già i titoli: “Diciottenne sfigata muore
decapitata dalla bocchetta difettosa dell’aria condizionata”.
Inutile
dirlo, Chichi detestava i viaggi in aereo con tutto il cuore.
E come al solito si era fatta infinocchiare dalle sue migliori
amiche, che cercavano sempre di coinvolgerla in assurde “avventure a tuo
rischio e pericolo”, come diceva Bulma.
Ma
perché si era lasciata convincere? Le Isole Yoshi
erano così lontani dalla sua calda, accogliente e confortevole
casetta nella Città dell’Ovest…sarebbe bastato un tuffo in
piscina per stare freschi, magari sorseggiando una bibita ghiacciata con tanto
di spicchio di arancia sul bordo del bicchiere e ombrellino di carta colorato
come effetto finale…
E
invece…no!
E tutto questo movimento perché “le vacanze dopo gli
esami di maturità si vivono una volta sola”, continuava a ripetere
C18 da due settimane di seguito. Era talmente euforica per la fine delle lezioni scolastiche…anzi, per la fine delle sue giornate da
liceale, che non aveva fatto altro che pensare alla meta delle vacanze estive,
da trascorrere categoricamente con le compagne di scuola.
Bè,
detto, fatto.
Con il
suo indiscutibile carisma e la sua innata
capacità di persuasione(o soggezione, come si preferiva chiamarla),
aveva trascinato con sé Chichi, Bulma e Lunch, con le quali aveva
stretto un rapporto idilliaco sin dal primo giorno di liceo, a bordo di
quell’aereo di linea che Chichi avrebbe preferito abbattere prima del
decollo. Nessuno fu in grado di dire come ci fosse riuscita,
ogni volta che le veniva rivolta la domanda cambiava rapidamente discorso;
fatto sta che per qualche oscuro quanto improbabile motivo era riuscita a
procurarsi in un colpo solo quattro biglietti niente di meno che per una delle
richiestissime Isole Yoshi a propria scelta.
Ovviamente
le ragazze, che si immaginavano un week-end in
campagna o magari al lago, che era un lusso a cinque stelle per le loro misere
tasche, ne furono entusiaste: spiagge bianche, mare limpido e cristallino,
palme con tanto di noci di cocco, bei ragazzi… E niente in cambio! …Escludendo la promessa di non assillare più C18 con
la faccenda dei biglietti. Ma a parte questo,
cosa avrebbero potuto desiderare di più?
Solo una
di loro non ne era del tutto entusiasta…
“Chichi!
Insomma, vuoi mettere via quella risma di carta?!”
esclamò Bulma, sfilando il libro di letteratura di mano alla ragazza dai
capelli color ebano seduta accanto a lei. Chichi le lanciò
un’occhiata seccata e si riprese il libro con un deciso strattone.
“Ridammelo
subito! Cosa c’è di male?!”
sbraitò riaprendo il grosso libro alla pagina in cui era stata
interrotta.
“Suvvia…animo,
ragazza!!” disse Bulma con un sorriso furbetto.
“Se ancora non te ne fossi accorta, gli esami di
maturità li hai conclusi la settimana scorsa…! Ora puoi anche
dedicarti a letture più impegnative!”
Chichi
sollevò lo sguardo dal libro e squadrò la ragazza dai capelli
azzurri, della stessa tonalità dei suoi occhi, credendo che stesse
parlando seriamente.
“Letture
più impegnative?” chiese sconcertata. “Ma…Cosa
c’è di più impegnativo del testo di filosofia moderna,
secondo te?”
“Bè…”
mormorò Bulma colpendo l’amica sulla testa con un giornale
arrotolato. “Questo, per esempio…”
“Ahia!”
Chichi prese il cilindro, ma prima che potesse spiegarlo C18 si sporse dal
sedile posteriore e lo rubò con mossa felina.
“Oh,
Dio!! LUNCH, GUARDA QUI!!”
esclamò con molta foga la biondina, dando di gomito alla ragazza dai
capelli blu che sonnecchiava nel posto accanto.
“Hmm…Che
c’è?” farfugliò Lunch
stropicciandosi gli occhi, la voce ancora impastata di sonno.
“Guarda
qua…” disse C18 porgendogli il giornale.
“Oh…!
…Bè, che cos’ha di tanto speciale? È
solo un bel fusto coperto da un asciugamano striminzito, non ci trovo
niente di che…”
Questa
era Lunch: timida, dolce e carina, la tipica donnina
di casa, ma provate solo a farla arrabbiare e dovrete vedervela con lei e i
suoi inaspettati cambiamenti di personalità.
“Ma
Lunch, come fai rimanere
indifferente di fronte a uno spettacolo come quello?!” esclamò
Bulma scandalizzata. “Chissà quanti dèi simili incontreremo quando arriveremo là!!”
“A
proposito” intervenne Chichi riappropiandosi della rivista. “quanto
manca all’atterraggio? Non ne posso più, ancora un altro conato da
parte di quel bambino e giuro che prendo il paracadute
e mi butto di sotto!”
“Oh,
ormai manca poco, giusto un’altra oretta…” disse C18.
“UN…UN’ORETTA?!” gridò la moretta sull’orlo di una
crisi di nervi. “M-ma sono sette ore che siamo costrette in questi due
metri quadrati di spazio!! Prima
dell’atterraggio io sarò già diventata
claustrofobica”
“Dai,
Chichi, si vive una volta sola!” la consolò Bulma. “E comunque qui non è poi così male…Almeno,
il cibo è passabile! Potrei anche farci un pensierino per la mia
sistemazione futura, lo sai?”
“Se ti riferisci alle carote tritate e a quella disgustosa
pappetta di mele…” replicò Chichi stizzita. Aveva
accuratamente evitato di toccare il vassoio che la hostess
osava chiamare “pranzo”, nutrendosi esclusivamente di cracker
stantii che si era infilata nello zaino prima di partire da casa.
Srotolò
il giornale e lesse i titoli di copertina.
“ ‘Ragazzi & Intrallazzi, le nuove
tecniche di seduzione per l’estate’ …Sarebbe
questa la lettura più impegnativa?”
“Lo
metti in dubbio?” disse Bulma. “Cos’altro
c’è di utile per una vacanza? Di certo non quei libroni che ti
porti sempre appresso! Non ti viene mai il mal di schiena?”
“Bah…Non
credo che rientri nei miei interessi…” bofonchiò
distrattamente la moretta gettando il giornale in grembo all’amica.
“Ma come siamo lunatiche oggi!” la stuzzicò
Bulma puntandole un dito vicino all’occhio. “Cos’è, forse avresti preferito crogiolarti sul terrazzo
di casa tua? Io sarei già morta di depressione!”
“No,
solo che mi sembra stupido allontanarsi di così tanti chilometri da casa
per le vacanze della maturità!” sbottò Chichi.
“Ma
se non vai alle Isole Yoshi a diciotto anni quando hai
intenzione di andarci?” chiese Lunch vispa. “Sono la moda del
momento!”
“N-non
volevo dire questo…” cercò di spiegarsi Chichi, ma Bulma la
interruppe prontamente.
“E dai, amica mia, sono convinta che una volta arrivate ti
ricrederai! Vedrai, ci divertiremo un sacco
insieme!”
“E chissà che tu non incontri qualcuno…”
aggiunse C18 maliziosa.
Chichi
arrossì e distolse lo sguardo. “Io non ho mai avuto molta fortuna
con i ragazzi, lo sapete benissimo…!” Ricordava perfettamente le
sue passate esperienze: aveva già sperimentato a sue spese che i
ragazzi, quando vogliono, sanno come farti sentire una principessa, ma al
dunque si dimostrano dei veri maiali. E ne era
terribilmente dispiaciuta.
“Oh,
se è per questo neanche noi!” disse Lunch
con un sorrisetto. “Per il momento non ci pensiamo e godiamoci il resto
del viaggio, ok?” Si stiracchiò e poggiò il viso sul palmo
della mano, scrutando affascinata il manto di nuvole bianche fuori
dal finestrino.
“Ben
detto, Lunch!” confermò Bulma.
“L’importante per ora è rilassarci!” Detto questo
aprì Ragazzi & Intralazzi e sprofondò nella lettura
del test Sei un uomo o un babbuino?
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Nello
stesso momento, qualche centinaio di metri più sotto, una
elegante nave da crociera infrangeva la delicata distesa azzurrina
dell’oceano, sollevando ondate d’acqua limpida al suo passaggio.
Era
davvero imponente, chiunque sarebbe stato disposto a pagare tutto l’oro
del mondo per salirvi a bordo anche solo per darvi
un’occhiata: c’erano tre piscine all’aperto e due
idromassaggi al chiuso, bar disseminati in ogni angolo del ponte, sale da
gioco, maestosi saloni da ballo dove si svolgevano ogni sera esilaranti feste
di gala o in maschera…
Il
massimo del comfort con poche centinaia di milioni di
dollari.
“…peccato
che noi non possiamo usufruirne!” si lagnò per l’ennesima
volta un ragazzo piccoletto, basso e pelato all’amico alla sua destra.
“È
inutile che continui a ripeterlo, Crilin” disse spazientito Radish
ravviandosi la scura chioma spettinata. “I patti erano chiari, mi sembra…O viaggiamo di frodo o niente vacanze! Anzi,
ringraziami che vi ho fatto salire a bordo senza farci
beccare!”
“Scusa”
mormorò Crilin in soggezione. Quando voleva, il
possente Radish sapeva come spaventarlo. “È solo che non ho mai
viaggiato come un clandestino…E per di più su una nave come questa!!”
“E comunque non manca molto all’arrivo, quindi smettila
di rompere e taci!”
“Aah,
non vedo l’ora, sono cinque giorni che cerco di non vomitare qui
dentro…Non sopporto più di dormire in questo coso!” disse
Nappa –che, al contrario, in quanto a capelli scarseggiava, sistemando il
telone blu che copriva la scialuppa di salvataggio in cui si erano sistemati.
“E
dove cavolo sono andati Vegeta e Kakaroth?!”
sbraitò Radish sollevandone un lembo e distruggendo tutto
l’accurato lavoro di Nappa, che gli sferrò uno scappellotto sulla
nuca.
Anche
Crilin sbirciò sul ponte. “Eccoli là!”
“Deficienti,
così si faranno scoprire!”
A pochi
centimetri di distanza dal nascondiglio improvvisato, poggiati sulla ringhiera
bianca ricoperta di salsedine, vi erano due ragazzi. Uno era alto, robusto, con
una curiosa chioma nera spettinata e un perenne sorriso stampato sulle labbra;
l’altro era leggermente più basso, capelli neri
sparati in alto, imbronciato e seccato.
“Smettila
di fare il sentimentale, Kakaroth!” Il più basso, che poggiava
sulla ringhiera con la schiena, rimproverò l’amico incantato a
scrutare l’orizzonte. “Mi fai venire da vomitare!”
“E
tu smettila di chiamarmi Kakaroth, Vegeta” disse l’altro, pacato. “Preferisco essere chiamato Goku, se non ti
spiace…”
“Scusa,
avevo dimenticato che il tuo sacro nome non si
tocca!” replicò Vegeta incrociando le braccia al petto.
“La
tua ironia non mi fa nemmeno il solletico…Guarda là,
invece!”esclamò Goku indicando l’oceano. “Non sei
incredibilmente colpito da quanto possa essere
sconfinata la superficie della Terra?”
“Qui
di sconfinato ci sono solo le tue ascelle pezzate” ribattè
Vegeta, troppo orgoglioso e annoiato per perdersi in quei disgustosi
salamelecchi. “Senti, io torno là” disse dando le spalle a
Goku. “Non mi interessa se vieni buttato al
mare, anzi, mi farebbero un gran piacere!” Camminando lentamente,
sollevò il telone e vi sparì sotto.
Goku
chiuse gli occhi e godette per qualche secondo dell’aria salmastra che
gli scompigliava i capelli. In effetti, se non avesse
approfittato della decisione che suo fratello e i suoi amici avevano
preso una volta terminati gli esami di maturità, non avrebbe mai potuto lustrarsi
gli occhi con quei luoghi sconosciuti che da sempre bramava di visitare…
Certo che
le Isole Yoshi era stata una scelta così
frettolosa…Solo uno scapestrato come suo fratello avrebbe potuto farsi
venire in mente l’opportunità di viaggiare come clandestini a
bordo della prima nave attraccata che avrebbero trovato! Non avevano abbastanza
soldi per permettersi una sistemazione più
accettabile. Ma, tutto sommato, l’idea non gli era dispiaciuta: amava i
rischi e le sfide, e quella era la situazione
più adatta, soprattutto se eri accompagnato dai tuoi migliori ami…
“KAKAROTH!!
CHE TU SIA DANNATO!!” esclamò Nappa
sbucando fuori all’improvviso dalla scialuppa di salvataggio sotto lo
sguardo orripilato di Crilin. Lo afferrò per la collottola e gli
portò il viso a pochi centimetri. “È
“Ah…Buongiorno,
Nappa!” esclamò allegramente Goku. Quello era il suo modo di
richiamare l’attenzione e lui ci aveva fatto l’abitudine da
parecchio tempo, ormai. “Sì, ora vengo…”
A
malincuore, Goku lanciò un’ultima occhiata al panorama e si
diresse verso la scialuppa sotto lo sguardo attento di Nappa. Vi si
arrampicarono dentro e spianarono il telone in modo da essere ben coperti.
“Cavolo,
senti che puzza di alcool qua dentro…è
peggio di una topaia!” disse Goku tapapndosi il naso e scansando da un
lato alcune bottiglie di birra vuote.
“Tutto
bene, Goku?” chiese Crilin al suo migliore amico.
“Ma certo!” rispose Goku con un gran sorriso.
“Scusate se sono uscito di nuovo allo scoperto,
ma non riesco a rimanere per tutto il tempo chiuso qua sotto!”
“Uff…Sei
davvero strano, Kakaroth…Avresti potuto prendere da nostro padre, invece
che dalla mamma!” sbuffò Radish rivolto al fratello. Era risaputo
che Radish, il loro genitore, era un uomo severo e austero.
“A proposito, Vegeta…” disse Goku ignorando il
fratello e rivolgendosi al ragazzo taciturno e imbronciato, che era sul punto
di addormentarsi dalla noia. Questi sollevò una palpebra e si
limitò a fissarlo, in attesa di sentire quello
che aveva da dire.
“…La
cosa più sconfinata qui è la fronte di Nappa! Guarda, sembra che
non abbia una fine!”
Nappa si
passò una mano sulla pelata, indignato. “Amico traditore! Quando arriveremo te la vedrai con me!”
“Dai,
incontro a cinque! Appena sbarchiamo da questa villa
mobile!!” propose Radish entusiasta.
Crilin
spalancò gli occhi, contrariato. “E io
che volevo andare in spiaggia…”
ppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppp
CONTINUA…
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Oddio…ce l’ho
fatta!!…Era già qualche giorno che mi frullava per la testolina
questa idea per Dragon Ball…Se non l’avessi buttata giù
sicuramente sarei diventata matta!
Comunque, per il momento cosa ne pensate? So che
questo è più una specie di prologo, ma mi auguro che vi stimoli
la curiosità! E vedrete che i colpi di scena,
gli amori e le situazioni esilaranti non mancheranno di certo!
Aspetto commenti! Per me è molto importante, visto che
questo è il mio primo tentativo su uno dei miei manga/anime preferiti!! Sia che vi piaccia o che vi faccia schifo, COMMENTATE!!
Un bacio,
Alessandra
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*Per chi non lo sapesse o per chi non se lo ricordasse, Lunch è quella ragazza che ogni volta che starnutisce
si trasforma in una criminale, oltre che cambia il colore dei capelli da blu a
biondi!