Metamorphosis
~ una promessa
è una promessa
Who will I belong to when the day just won’t
give in?
La Città di
Smeraldo era tutta in festa, perché l’erede al trono era stata
ritrovata. Non ci voleva molto a capirlo. Anche uno zuccone come lui ne era in
grado.
Però, ecco, Jack
non era così contento come
tutti gli altri. E i suoi nuovi amici lo avevano guardato come se fosse
impazzito, e gli avevano fatto domande, e avevano cercato di fargli capire
quant’era importante che la Principessa Ozma di
Oz fosse tornata a casa – ma, davvero, non ci riusciva, ad essere felice come
loro. E così, tutti si erano accorti che per una volta il sorriso inciso
nella buccia della sua testa di zucca non aveva nulla di allegro.
« Jack? »
Insomma, non è
che non gli facesse piacere per i suoi compatrioti. Conoscendo Tip, era sicuro
che Oz avrebbe avuto la migliore delle principesse. Ma,
per l’appunto, lui aveva
conosciuto Tip. Tip l’aveva
creato, gli aveva dato quella testa sorridente, gli aveva insegnato a muoversi
e gli aveva parlato di quella Dorothy che amavano tutti e gli aveva fatto
credere che non si sarebbero mai separati.
E adesso...
« Jack? »
E adesso, Tip era Ozma. E Ozma era di tutti. Non
era sicuro che Ozma avrebbe potuto mantenere la
promessa di Tip; e lui come avrebbe
fatto senza di lei?
« Jack, mi stai ascoltando? »
E il Testa di Zucca
rimasto solo nel giardino splendente sobbalzò, e voltandosi ritrovò
gli occhi scuri che conosceva bene a un soffio da sé.
Ozma era in punta di piedi,
aggrappata al suo panciotto con tutte le dita, il viso corrucciato in un’espressione
offesa. Jack rimase lì a sorriderle stupidamente come al solito –
e a pensare che, sì, in fondo era sempre Tip, solo con i capelli
più lunghi e i tratti più dolci e le mani più morbide e...
Ma no, non lo era, non era più
Tip. Era Ozma.
« Perché non
stai festeggiando? Non sei felice? »
« No, Principessa. Non
sono felice. »
Stupido com’era,
non poteva pensare di mentirle pur di farle piacere.
Gli occhi scuri si
spalancarono, le dita si ritrassero, e Ozma
tornò pian piano a poggiarsi sui piedi fasciati dalle scarpette di raso,
tanto diverse dagli stivalacci di un tempo. E il suo
volto confuso assomigliò più che mai a quello di prima mentre la voce le s’incrinava
appena.
« Perché no? »
Jack chinò il
capo, e desiderò tanto che quel sorriso intagliato non ci fosse.
« Perché ora
è tutto diverso, e noi non saremo più insieme. »
Per un lunghissimo
istante, il silenzio fu rotto soltanto dalla musica e dalle risa e dai canti
provenienti dal palazzo reale che il saggio Spaventapasseri aveva restituito
alla legittima sovrana. Lo Spaventapasseri, certo. Lui avrebbe capito. Non era
lui che s’intristiva ogni volta che si parlava di quella Dorothy, e s’impensieriva,
e per un po’ non parlava con nessuno, perché lei gli mancava ancora?... Eppure, Jack non poté fare a meno
di dirsi che lo Spaventapasseri non
era solo, che aveva il Boscaiolo, e che adesso in qualunque momento avrebbe
avuto anche Ozma. Ozma era
di tutti.
Avrebbe tanto voluto che fosse soltanto sua.
Fu lei a strapparlo da
quell’abisso di tristezza, sollevando di nuovo i suoi soliti occhi fieri
e incrociando le braccia con la stessa aria del bambino cocciuto che se ne
andava in giro con la Polvere della Vita nella pepiera.
« No che non lo sarà. Tu resterai sempre con me. Sei o non sei il mio Jack? »
E Jack la guardò
fisso fisso, e pensò che doveva esserci qualcosa
di sbagliato nelle stelle, quella notte, perché la luce bianca che
irradiavano sulle guance di Ozma si stava stranamente
tingendo di rosso.
E pensò anche
che, in fondo, Ozma era sempre Tip, e Tip manteneva sempre
le sue promesse.
« Allora » gli
sorrise lei; « ora che è tornato un po’ di sale in quella tua
zucca, mi faresti da cavaliere alla mia festa? »
E quando – grato,
adesso, del proprio sorriso festoso – l’abbracciò forte, gli
parve che per la prima volta non si ritraesse: come se adesso fosse più
giusto di prima.
« Dovrò
chiamarti ‘mamma’? »
« No. ‘Ozma’ andrà benissimo. »
Era la prima volta che ricambiava un suo abbraccio.
Don’t
ever say goodbye.
Spazio dell’autrice
Era da un
secolo che volevo farlo. E finalmente l’ho scritta. *-*
Dunque. Premesso
che, come ormai tutti sapete, il mio OTP per eccellenza – in questo fandom... e oltre! xD – è
lo Spaventapasseri x Dorothy, non ho potuto fare a meno di soffermarmi un po’
su Jack e sul suo rapporto con Tip/Ozma. Tip è
un ragazzo, è il creatore di Jack, e il Testa di Zucca arriva persino a
chiamarlo ‘padre’ in segno della propria riconoscenza; Tip è,
essenzialmente, il punto di riferimento di un personaggio dall’apparenza
improbabile quale è Jack. Ma poi, sorpresa!, ecco che si scopre che Tip
in realtà non è Tip, perché la vecchia Mombi
ha pensato bene di trasformare la Principessa Ozma in
un bambino quando era piccolissima, per impedire a chiunque di rintracciarla. E
io mi sono detta che, quando Glinda ha riconsegnato a
Ozma la sua vera natura, Jack deve esserne rimasto
molto confuso.
Devo confessare
che preferisco di gran lunga la versione maschile di Ozma,
che trovo molto più umana e divertente; però, forse, se lei fosse
rimasta un ragazzo, Jack non si sarebbe mai sentito ricambiare uno dei propri
abbracci. <3
I versi
sono tratti da Flowers for a ghost, Thriving Ivory; una canzone splendida, che in cuor mio associo più allo
Spaventapasseri, ma che qui, con Jack, ci stava d’incanto.
Aya ~