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Autore: FairyCleo    22/06/2011    2 recensioni
"Con una decisione che sembrava ormai non appartenergli più, aveva serrato le palpebre, cercando di concentrarsi il più possibile per recuperare le ultime energie angeliche rimastegli. Doveva provare a tornare indietro, doveva almeno provare a rimediare a quell’errore che lo avrebbe marchiato a vita.
Ed ecco che una flebile luce aveva improvvisamente invaso la stanza, una flebile luce fuoriuscita da quel corpo che probabilmente non avrebbe neppure dovuto produrla.
Stremato, e dopo aver preso un lunghissimo respiro, Castiel aveva aperto gli occhi.
Quello che aveva temuto, era apparso davanti ai suoi occhi chiaro come il sole.
Aveva nascosto nuovamente il viso tra le mani, stavolta per nascondere un pianto impossibile da controllare.
Le sue ali, le sue maestose e candide ali, le stesse che aveva mostrato a Dean il giorno in cui gli si era rivelato, erano diventate un ammasso informe di piume mutilate e grondanti sangue.
Ma la cosa peggiore non era stata l’aveva visto ciò. La cosa peggiore, era stata l’aver notato che le poche superstiti, quelle che partivano dalle sue scapole, stavano diventando nere come la pece".
Genere: Angst, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Lucifero, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quinta stagione
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Luce


"Hai finito di dettare leggere, Lucifer. Lascia stare Castiel".
 
Damon aveva esordito con quella frase ad effetto mentre Dean e Sam avevano puntato contro il Diavolo i loro fucili, pronti a sparare.

Grazie al vampiro era stato uno scherzo fare fuori i demoni che erano stati messi di guardia al nascondiglio del Diavolo. Era veloce, sicuro, potente, e il suo viso deforme era in grado di incutere un bel po’ di paura.

Ma Lucifer non sembrava per nulla impressionato o preoccupato. Con estrema noncuranza, si stava pulendo i jeans con la mano, fingendo indifferenza.

"Cosa dovrei fare, Damon? Dovrei tremare, adesso?".

Gli occhi del vampiro erano iniettati di sangue. Se avesse potuto, gli avrebbe strappato il cuore fuori dal petto, ma era certo che sarebbe stata fatica sprecata perché quel mostro non poteva avere un cuore.

"Ti conviene ascoltarlo, Lucifer".

Celine era diventata più combattiva che mai. Stava emanando un’energia potentissima, liberando in aria delle scariche di pura elettricità.

Dean e Sam avrebbero dovuto sentirsi in inferiorità rispetto ai loro alleati, ma così non era. Erano pronti a tutto pur di salvare Castiel, e per fare ciò avevano dovuto liberarsi totalmente della paura.
Morire era stato già messo in conto da entrambi, e sarebbe stato un onore farlo nel tentativo di salvare Castiel.

"Non c’è che dire, hai proprio uno strano gruppo di amici al tuo seguito. Un potente serafino, un bellissimo vampiro, un ragazzo con il sangue ibrido e uno riportato indietro dall'Inferno...".
"Poche storie Lucy. Lascia andare Cass".

Dean non aveva abbassato il fucile, nonostante sapesse fin troppo bene che non avevano nessuna possibilità di ferirlo, men che meno di ucciderlo.
 
"Non capisco perché lui vi stia tanto a cuore..."- aveva detto Lucifer, indicando Castiel - "Dopotutto, è solo un peso per voi. E' solo un essere umano, uno sciocco e inutile essere umano.
Non farà altro che rallentarvi e indebolirvi. Guardate dove vi ha condotti, guardate! A causa sua, siete piombati esattamente nella tela del ragno!" – e aveva spalancato le braccia in un gesto plateale per enfatizzare le sue parole.

Celine non era riuscita più a trattenersi, irritata oltre ogni dire da tanta crudeltà, e aveva liberato un’energia angelica che mai prima di allora avevano avuto l’opportunità di vedere.
Dean, Sam, Cass e persino Damon, erano stati costretti a schiacciarsi contro il pavimento per minimizzare gli effetti dell'onda d'urto che li aveva travolti.

Il serafino si era scagliato contro il caduto senza alcuna esitazione, pronta a scrivere la parola fine a quella storia che non avrebbe proprio dovuto esistere.
 
*
 
Lo scontro tra i due titani si stava rivelando spaventoso, e Lucifer, purtroppo, stava avendo la meglio su Celine.
Né Dean, né Sam erano stati in grado di seguirne i movimenti, e lo stesso valeva per Damon, rimasto immobile a lungo prima che si rendesse conto di una cosa fin troppo palese, una cosa che gli aveva fatto raggelare il sangue, perché era certo che Cass sarebbe rimasto vittima dello scontro.

Aveva cercato di rimettersi in piedi nel tentativo disperato di aiutare sua sorella, incurante di proteggersi da quei colpi che continuava a fendere l'aria, incurante delle decine di ferite che erano comparse sul suo corpo.

Era umano. Era un semplice essere umano, e sapeva che non avrebbe potuto fare niente contro Lucifer.
 
“Cass, allontanati” – le aveva urlato Celine – “Allontanati da qui!”.

Un urlo agghiacciante aveva seguito quelle parole, segnando la fine di quello scontro
Il Diavolo aveva colpito Celine dritta al cuore, e lo aveva fatto con il suo stesso pugnale.
Un fiotto di luce accecante aveva seguito quel gesto così vile. Un fiotto di luce accecante aveva decretato la morte della sorella di Castiel.

 
*

"HO VINTO! HO VINTO!".

Era riuscito nel proprio intento. Lucifer aveva ucciso Celine, aveva ucciso quella sciocca presuntuosa, e adesso nessuno avrebbe potuto anche solo lontanamente pensare di fermarlo, nessuno avrebbe potuto ostacolare i suoi piani.

Cass era crollato al suolo, inerme, incapace di credere che quella fosse la realtà. Sua sorella era morta per salvarlo, la sua Celine non c'era più, ed era solo colpa sua.
Di lei non era rimasto che l’involucro sanguinante del suo tramite, di lei ormai non c’era rimasto più niente.

Era tutto perduto. Ogni speranza era diventata vana, e Cass era fermamente convinto che fosse solo colpa sua.

"Cass! Devi venire qui, Cass! DOBBIAMO ANDARCENE!" - Dean aveva urlato quella frase con tutto il fiato che aveva in gola. Dovevano provare a fuggire, doveva portarlo via da lì prima che fosse troppo tardi, doveva almeno provarci.

"Lui… Lui… Ha ragione" – aveva detto in un sussurro appena udibile, in un sussurro strozzato da quella desolante sensazione di dolore - "Io… Io sono solo un peso... E’ solo colpa mia se Celine è morta. E’ tutta colpa mia e della mia inettitudine".

Lucifer non riusciva a credere alle proprie orecchie. Castiel aveva appena ammesso la propria colpevolezza. Castiel aveva appena detto che lui aveva ragione! Forse, alla fine, avrebbe avuto ancora l’opportunità di farsi dire di sì, e questo per via di quelle sciocche emozioni umane che erano in grado di confonderlo e di renderlo una preda facilmente plasmabile.

"Cass! No Cass no! Non devi neanche pensare ad una cosa del genere! Tu non hai fatto niente! Cass, mi devi ascoltare! CASS!” - Dean non riusciva a credere che Cass potesse aver formulato un pensiero tanto assurdo, un pensiero tanto abominevole. Non era colpa sua, non lo era affatto! E non poteva permettergli di cadere ancora una volta nella trappola del Diavolo, non dopo che Celine era morta per salvarlo.
 
Ma lui non lo stava ascoltando. Castiel non aveva occhi che per il corpo inerme del tramite di sua sorella, e Lucifer sapeva che quello era il momento di insistere, che quello era il momento più opportuno per farlo cedere.

"Sì Castiel, tu sai che ho ragione. Lo sai perfettamente... Sai benissimo che in questa forma sei solo un peso, e che le cose possono cambiare solo se verrai con me. Sai che se lo farai tutto sarà diverso, tutto sarà più giusto. Sai che sono l’unico che può rimettere le cose a posto, Castiel. E sai che sono l’unico che potrebbe ridarti indietro tutto quello che desideri".

Quello che desiderava. L’unica cosa che avrebbe voluto sarebbe stata sentire di nuovo la voce di sua sorella, vederla in vita. E forse, se fosse andato con Lucifer, questo poteva essere possibile. Per questo, tremante, aveva deciso di dirigersi verso colui che un tempo era stato il più bello tra tutti gli angeli, perché voleva sistemare le cose, perché voleva avere indietro sua sorella.

"Cass, no, ti prego, fermati!”.

Non poteva lasciarglielo fare, Damon non poteva permettergli di compiere una sciocchezza simile.
Per questo aveva cercato di balzare su Castiel, ma Lucifer lo aveva preceduto, imponendogli una punizione talmente crudele da farlo accasciare al suolo tra urla spaventose. Damon stava letteralmente bruciando vivo.

"Damon! No!” – Sam era corso nella sua direzione nel tentativo di aiutarlo, ma era stato tutto inutile. Era come se il vampiro si trovasse sotto il sole cocente di mezzogiorno, e l’odore delle sue carni era diventato insopportabile.

"C-Cass… Caaasss!!" – Damon non voleva arrendersi. Doveva fare qualcosa, doveva cercare di fermarlo, doveva impedire a Castiel di dire di sì al Diavolo, ma non riusciva neanche più a pensare. Il dolore delle sue carni che bruciavano era diventato insopportabile, e sperava solo di perdere i sensi da un momento all’altro. Forse, se Cass avesse visto di che morte orribile lo aveva fatto morire Lucifer, avrebbe capito che non poteva seguirlo.
 
“Dean!" – Sam non sapeva cosa fare – “FA QUALCOSA!”.

Ma Dean non si era mosso e Cass aveva cominciato a piangere.
Forse, era giunto il momento di agire, ma il sangue demoniaco che aveva bevuto sarebbe stato in grado di aiutarlo a mettere fuori gioco il Diavolo?

Purtroppo, non lo era stato. Sam aveva provato ad imporre su Lucifer il controllo mentale che gli aveva permesso più volte di esorcizzare uomini posseduti dai demoni, ma sul Diavolo non avevano avuto nessun effetto. Non gli avevano fatto neppure il solletico! Alla fine, sfinito, era caduto a terra in ginocchio.

"Sammy… SAM!".

Dean non avrebbe mai creduto di potersi mai trovare davanti ad una scena così dolorosa, davanti ad una scena così straziante. Damon stava letteralmente bruciando vivo, Sam era piegato in due dalla fatica e Cass… Cass stava per consegnarsi definitivamente alla causa primaria di tutti i mali, all’odio in persona.
E lui, misero essere umano, non sapeva più cosa fare per far cessare tutto quel dolore, non sapeva più cosa fare per salvare la vita a chi amava più di ogni altra cosa al mondo.

Lucifer continuava ad avanzare fiero verso di lui, sicuro di portare a compimento i suoi loschi scopi al più presto.


“Vuoi che la smetta, non è vero, Castiel? Vuoi che la smetta di fare del male a quella nullità, non è così? Vuoi che loro non siano più in pericolo? RISPONDI!”.
“Lasciali in pace…”.
“Se vuoi che lo faccia, dei venire con me”.
“Io…”.
“Vieni con me!”.
“NO!”.
 
Furioso, Lucifer aveva fatto in modo che cadesse in ginocchio, piegandosi alla sua volontà.
 
“Tu dovrai obbedirmi, sarai al mio fianco quando arriverà il momento, tu mi affiancherai durante l’Apocalisse, ed io…”.
“NO CASS! NON LO DEVI ASCOLTARE!” – Dean aveva cercato di avvicinarsi ad entrambi, ma era stato tutto inutile. Cera come una barriera invisibile, qualcosa che gli stava impedendo di avvicinarsi quanto sarebbe bastato per rassicurare Cass, per mettergli anche solo una mano sulla spalla.
Non gli importava di soffrire, non gli importava se il Diavolo lo avesse o no ucciso, doveva almeno provare. Doveva provare a far ragionare Castiel.
“Cass!”,
“Dean…” – non voleva che lo raggiungesse. Non voleva che anche lui finisse vittima delle atrocità commesse da Lucifer a causa sua – “Vai via”.
“Sì, Winchester! VAI VIA!”.
E Dean si era chinato in avanti, tossendo una copiosa dose di sangue, incapace di mascherare il dolore causatogli da quel mostro.
“NO! Smettila, ti prego!”.
“Dimmi di sì, Castiel, ed io la smetterò. Lascerò vivi tutti i tuoi amici, non torcerò loro neppure un capello. Te lo giuro. Io non mento. Io non mento mai”.
 
Aveva avuto il coraggio di dirgli ancora una volta che lui non mentiva.
Lui, che poco prima aveva creato ricordi fasulli di un passato che non sarebbe più tornato, lui, che gli aveva promesso qualcosa che non poteva dargli, lui, che voleva solo raggiungere i suoi scopi, aveva cercato di raggirarlo un’altra volta.
 
Ma non gliel’avrebbe più permesso. Lui non avrebbe più permesso a Lucifer di imbrogliarlo, lui non avrebbe più permesso a quel mostro di usarlo per fare del male ai suoi amici.
Per questa ragione, Castiel era caduto in ginocchio, prostrandosi davanti a lui.
Per questa ragione, Castiel aveva aspettato che il Diavolo si avvicinasse, bramando di possederlo.
Per questa ragione, aveva afferrato il pugnale angelico di Celine che reggeva tra le mani ancora sporco del suo sangue, e per questa ragione, l’aveva spinto nel proprio petto, trafiggendosi il cuore.

"CAAAAAAAASSSSSSSSSSSSS!!!!!".

Avevano urlato il suo nome, nonostante la fatica, nonostante il dolore che stavano provando.

Dean aveva creduto di morire. Il suo cuore si era ridotto in mille pezzi, squarciato da dolore così grande causato dall’aver visto il suicidio del suo amico.


“No… Castiel… No…”.
 
Il Demonio non era stato in grado di agire, colto alla sprovvista dal folle gesto di quello sciocco essere umano. Lo aveva visto cadere all’indietro, grondando sangue e lacrime.
Aveva perso. Il suo piano non sarebbe stato portato a compimento. Castiel era morto, e lui non aveva abbastanza forza per riportalo in vita. Non avrebbe potuto avere accanto il soldato che aveva bramato, l’alleato perfetto. Aveva perso, sì, ma aveva ancora a disposizione il suo sangue, quel sangue che emanava l’odore più inebriante che avesse mai avuto l’opportunità di accarezzare i suoi sensi.
 
Per questa ragione il Diavolo non si era perso d’animo. Per questa ragione, il Diavolo aveva estratto la lama da quel petto ormai senza vita, osservando per pochi istanti il liquido scarlatto prima di portarlo alle labbra, e leccarlo avidamente sotto gli sguardi attoniti e sconvolti dei presenti.
Solo che qualcosa di diverso era accaduto, qualcosa che nessuno era riuscito a spiegarsi, qualcosa che aveva fatto scomparire dal volto del Demonio anche la più remota traccia di godimento.

"Ma cosa…? Cosa..? No! No! NO!".
Aveva lanciato lo stiletto contro il muro, guidato solo e unicamente dall’ira.
Con gli occhi iniettati di sangue, si era girato verso Damon, ancora in fiamme, ancora in preda ad un dolore fisico che nessuno avrebbe mai dovuto sopportare.
"TU! MALEDETTO! TU!".

Dean aveva approfittato dell’avanzare di Lucifer verso Damon per correre da Castiel. Stava ancora espellendo sangue dalla bocca, e qualcosa gli stava dicendo che il suo stomaco sarebbe presto diventato simile ad una poltiglia, ma non gli importava. Doveva raggiungere Castiel, doveva provare a parlargli, doveva pregare lui o chiunque altro ci fosse all’ascolto affinché potessero restituirgli il suo amico.


"Cass… Cass… No…” – la vista del suo corpo martoriato era stata troppo anche per uno come lui, anche per uno che aveva affrontato la morte e alla fine era riuscito ad imbrogliarla. Cass non avrebbe mai dovuto trovarsi in quella condizione. Cass non era stato creato per morire, non privandosi della propria esistenza con le sue mani, almeno. Castiel avrebbe dovuto vivere in eterno o avrebbe dovuto soccombere durante un’epica battaglia per la salvezza del mondo intero, non per salvare le loro vite. Perché, per quanto quel gesto avesse potenzialmente salvato il mondo intero dal piano malefico ordito dal Demonio, Dean sapeva che era stato solo per salvare loro se si era piantato quel pugnale nel petto, Dean sapeva che Cass era morto solo per permettere a loro di scappare – “Non avresti dovuto farlo…Non avresti dovuto… Avremmo trovato una soluzione… Avremmo… Io…”.

Dopo aver recuperato un minimo di energia, Sam aveva provato a raggiungere Damon e a fargli scudo dall’attacco del Demonio, ma era stato tutto inutile ancora una volta, perché gli era bastato dargli uno schiaffo per scaraventarlo lontano.

"Gli hai dato da bere il tuo sangue immondo!” – gli aveva gridato contro, prendendolo a calci – “TU HAI ROVINATO TUTTO! TUTTO!”.
Damon aveva iniziato ad urlare con maggiore forza, vinto dalla furia di Lucifer.
Voleva ucciderlo, voleva privarlo di quella sua inutile esistenza, ma prima voleva farlo soffrire come non aveva mai fatto soffrire nessuno, voleva che quella nullità implorasse la morte, voleva che lo supplicasse di ammazzarlo.

“SMETTILA! BASTA!” – Dean era distrutto. Perché infierire in quel modo? Perché continuare su quella linea? Aveva perso, non c’era più modo per lui di utilizzare Castiel per i suoi scopi, e anche se questo lo stava in minima parte rincuorando, non avrebbe potuto alleviare definitivamente il suo dolore.
Avevano perso troppo in quello scontro impari, troppo.
Celine era stata annientata, Cass si era suicidato, Damon stava bruciando vivo e stava cedendo sotto i colpi di Lucifer, e lui e Sam erano completamente impotenti. Avevano perso tutti, tutti. Nessuno ne sarebbe uscito vincitore. E mai, mai come il quel momento, avrebbe voluto avere il suo angelo accanto.

“Dove sei Cass…? Dove sei?”.
 
Non avrebbe saputo come spiegare quello che era accaduto da lì a breve, non avrebbe saputo come spiegare il perché, all’improvviso, una luce intensa e calda come mai nessuna si stava propagando dallo squarcio ancora sanguinante sul petto di Castiel.

Dean era stato costretto ad indietreggiare, appiattendosi contro la parete, mentre osservava incredulo le ferite richiudersi e il sangue dissolversi su quel corpo così piccolo che fino a qualche tempo addietro era appartenuto a Jimmy Novack.
La luce stava diventando di secondo in secondo sempre più intesa, e adesso non si stava propagando più solo dalla ferita ormai richiusa, ma era un’emanazione della sua stessa pelle, di quella pelle bianca e splendente che era tornata perfetta come un tempo.
 
E poi, Cass aveva aperto gli occhi, sollevandosi di scatto dal suolo.
Ma non era stata quella la sola cosa che aveva fatto venire a Dean le lacrime agli occhi, no, perché dietro la sua schiena, dietro la schiena di Cass, sei splendide paia di enormi ali dalle piume bianche e dorate avevano fatto capolino, mostrandosi in tutta la loro maestosità.
 
“Cass…” – aveva sussurrato Dean, il cui cuore era di nuovo colmo di speranza – “Cass…” – aveva ripetuto, anche se sapeva bene che chi aveva davanti fosse molto, molto di più del semplice angelo che lo aveva salvato dall’Inferno.


Lucifer si era bloccato di colpo, incredulo davanti a quello che i suoi occhi gli stavano mostrando. Castiel era morto, si era suicidato e lo aveva fatto davanti a lui, come poteva essere tornato indietro? Chi aveva osato intercedere a suo favore?

Dean ne aveva approfittato per raggiungere suo fratello, che pian piano stava riacquistando i sensi perduti durante la botta presa contro il muro, ma lo aveva fatto senza staccare mai gli occhi di dosso da Castiel.
Non stava più sanguinando, e anche Damon aveva smesso di bruciare. Evidentemente, il Diavolo era  troppo distratto da quello che stava accadendo per curarsi di loro.
 
“Io-io non capisco… Tu! Come hai fatto a…? Io…” – ma poi, l’aveva visto. 
Lucifer aveva visto che accanto a quella figura così grande, così maestosa, si era affiancata una luce intensa, una luce che non avrebbero dovuto vedere, una luce che avrebbe dovuto bruciargli gli occhi come era accaduto a Pamela, ma che invece stava infondendo loro qualcosa di simile alla speranza.
 
“Dean, ma cosa…?”.
“Ce l’hanno fatta, Sam. Alla fine, Celine e Cassiel sono riusciti a ritrovarsi”.
 
“NON VI PERMETTERO’ DI TOCCARMI! VOI NON POTETE BATTERMI! IO SONO LUCIFER, IO SONO LA STELLA DEL MATTINO! ED IO VI UCCIDERO’! IO VI UCCID-NOOOOOO!”.
 
Non avrebbero mai saputo com’erano andate le cose.
Sam, Dean e Damon avevano chiuso gli occhi e si erano tappati le orecchie dopo che una voce, la voce di Celine, aveva detto loro che quello era l’unico modo per non riportare danni, riaprendoli solo nell’attimo in cui quella raffica di forte vento fortissima che li aveva investiti era cessata.
 
Era durato tutto meno di un istante, ma di Lucifer non c'era traccia più alcuna traccia.
 
Con grande esitazione, Dean era stato il primo a schiudere gli occhi, seguito poi da Sam e da Damon, scoprendo che gli unici presenti in quella stanza oltre a loro erano Castiel e Celine, e che nonostante brillasse di luce pura, il serafino non avrebbe provocato nessun danno ai loro corpi fatti di carne e ossa.

Era tutto passato. Dean Damon e Sam erano di nuovo in perfetta salute, proprio come se non avessero mai sofferto per mano del Demonio.
 
“Ma cosa… Cosa è successo?”.
“E’ finita, Dean…” – era stata Celine a parlare, con quella sua voce così calma, così rassicurante – “Non siamo riusciti ad ucciderlo, non è nelle nostre possibilità, ma lo abbiamo indebolito. Ora, avete tutto il tempo per trovare il modo di fermarlo definitivamente”.
 
Continuavano a non capire come ciò fosse possibile, ma al momento non gli importava. Cass era vivo, Lucifer era altrove, e non c’era niente di più importante di quello al momento. Il resto avrebbe potuto attendere. Ora, l’unica cosa che contava era riabbracciare Castiel.

"Dean... Sam..." – aveva ricominciato a parlare – “Dovete prendervi cura di Cass”.

"Che significa, Celine? Che vuoi dire?" - Sam non riusciva a capire. Aveva solo visto Cass irrigidirsi al suono di quella voce che riuscivano ad udire solo nella loro mente e nel loro cuore.
"Cassiel è vivo Sam... Lo è sempre stato, ma aspettava solo il momento adatto per manifestarsi".
I tre ragazzi la stavano ascoltando, desiderosi di capire, di sapere, mentre Castiel continuava a stare in silenzio, al suo fianco.
"Cass vi ama, qualunque sia la sua forma. Vi ama più della sua stessa vita. Ti ama più della sua stessa vita, Dean, è proprio per questo che è riuscito a sentirti, anche se nella sua precedente forma lui non ti ha mai conosciuto”.
“Vuoi dire che sono stato io a…”.
"Sì, Dean. Il vostro legame è molto più profondo di quello che pensi. Non so come abbia fatto, ma è tornato indietro, ed io sono venuta qui insieme a lui”.
 
Erano tante, erano tantissime le domande che avrebbero voluto fargli, ma non ce n’era il tempo, perché, senza che loro potessero fare nulla per impedirlo, Celine stava svanendo.
"Celine, ma tu stai...?".
"Questo non è il mio posto Damon. Non più, ormai. Sarò sempre accanto a Cass. Non potrà più vedermi, ma potrà sentirmi”.
Castiel aveva chiuso gli occhi, sempre in silenzio, cercando di reprimere una smorfia di dolore.
"Damon, sei stato un amico prezioso, una persona importante che gli ha permesso di comprendere cosa sia davvero la fiducia" - sembrava che stesse parlando come se per la loro amicizia non ci fosse alcun futuro - "La tua eternità ha finalmente trovato uno scopo, Damon Salvatore, e la tua anima ha finalmente raggiunto la pace".
Gli occhi di ghiaccio di Damon erano colmi di stupore. Si era sempre chiesto dove si trovasse la sua anima, ed ora aveva avuto la conferma da parte sua che non fosse all’Inferno, fra le grinfie del Diavolo.

"Cass…” – nella voce di Celine c’era stato un fremito – “Io devo andare...".


Non era stato in grado di frenare le lacrime. Sapeva che Celine sarebbe sempre vissuta nel suo cuore e nella sua memoria, che lui avrebbe sempre potuto sentire la sua presenza, ma poteva essere abbastanza proprio ora che si erano ritrovati?
Non avrebbe mai ringraziato a dovere quella creatura così bella e splendente.
 
Celine aveva sacrificato la propria vita pur di salvarlo, ripagando il debito che sentiva di avere con lui.
Non sapeva dove sarebbe andata, adesso. Gli era stata data solo quella breve opportunità di tornare per sistemare le cose, e lei era certa che ciò fosse stato possibile solo grazie all’intervento del Padre, di quel Padre che tutti credevano morto, ma che in realtà non aveva mai abbandonato i suoi figli.
 
Non voleva che Castiel piangesse, ma sarebbe stato ingiusto chiedergli di fare in contrario.
Così, fra la commozione generale, Celine era andata via, con la consapevolezza di aver fatto tutto quello che era nelle sue possibilità per salvare chi l’aveva amata senza nessuna condizione.
 
Continua…
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E così, siamo arrivati quasi alla fine.
Mi si stringe il cuore, soprattutto per la sorte toccata alla mia Celine.
Era quello il suo destino, lei doveva sacrificarsi per amore.

Per ora vi saluto, ma ci rivedremo per l’epilogo.
Un bacio grandissimo!
Grazie di tutto!
Cleo

 
   
 
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