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Autore: Talpina Pensierosa    23/06/2011    7 recensioni
- Guardiamo il lato positivo: potrebbe pio-
- Non dirlo, potrebbe succedere. Non abbiamo avuto molta fortuna tra queste rovine.
- Zukooo, ne abbiamo già parlato: atteggiamento più positivo, ricordi?
- Prima o dopo le trappole?

[Missing moment de "The firebending masters"]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aang, Zuko
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo:  Padri
Fandom: Avatar- The last Airbender
Betakuruccha 
Personaggi:  Aang, Zuko
Rating: Per tutti/ Verde
Genere: Generale, Introspettivo
Avvertimenti: One-shot, Missing Moment
Disclaimer: Tutto dei legittimi proprietari
Note: Dopo mesi che dimentico di pubblicare conservo  questa storia, ecco una one-shot ambientata durante il periodo di tempo in cui Zuko e Aang stavano appiccicati alla grata dalla colla ne “The Firebending Masters”.
- Che io ricordi, Zuko non aveva mai detto direttamente a qualcuno quello che gli era successo, e Aang mi sembra abbastanza curioso e sfacciato per chiederglielo -e poi, una giornata intera senza muoversi? Di qualcosa dovevano parlare xD
- Che vi piaccia o meno, è colpa di kuruccha che la voleva online x°D
- E HO FINITO GLI ESAMI, YEEEEEE *__________*



- Guardiamo il lato positivo: potrebbe pio-
- Non dirlo, potrebbe succedere. Non abbiamo avuto molta fortuna tra queste rovine.
- Zukooo, ne abbiamo già parlato: atteggiamento più positivo, ricordi?
- Prima o dopo le trappole?
- Prima! O almeno così credo.
- … era sarcasmo.
- Oh, non sono bravo con quello, è Sokka il ragazzo della carne e del sarcasmo.
- Che c’entra la carne?
- Non so, s’è sempre definito in quel modo.

Zuko sospirò: certo, non si aspettava che il Viaggio alla Ricerca del suo Vero Io delle Radici del dominio del fuoco sarebbe stato così… noioso.
Rimanere incollati ad una grata non era certo il modo migliore per trascorrere la giornata -per lo meno, una nuvola li salvava dall’accecante luce del sole.
Stava per sospirare di nuovo, quando si accorse che Aang lo stava osservando.
-… Potresti smetterla? Sei inquietante.
- Come ti sei fatto la cicatrice?

A quella domanda così schietta e diretta, se avesse potuto, Zuko sarebbe arretrato ; in quella situazione, si limitò a girare il capo dall’altra parte.
- Perché lo vuoi sapere?
- Perché me lo sono sempre chiesto, e non te l’ho mai domandato prima perché cercavi di uccidermi.
- Quindi non sapete niente?
- Se l’avessi saputo non te lo avrei chiesto. Ma perché la fai tanto lunga?
- Perché… è complicato. Non l’ho mai detto a nessuno.
- Nessuno lo sa?!
- No, chi lo doveva sapere lo sapeva e basta. E chi era curioso non lo andava certo a chiedere a me.
- Andava, appunto.

Zuko rimase un paio di secondi in silenzio, cercando una maniera per dirlo in maniera chiara per non suscitare altri quesiti.
-È stato tre anni fa, prima che fossi esiliato. Beh, in realtà è stato il motivo per cui sono dovuto andare via.
Aang rimase in silenzio, percependo la delicatezza del discorso.
- Sai cos’è un Agni Kai?
- Uno scontro tra dominatori del fuoco se non sbaglio.
- Esatto. Durante un consiglio di guerra contestai la proposta di un generale, e per l’offesa ne dovetti affrontare uno, e ne uscii ferito.
- Quindi è stato quel generale a farti la cicatrice?
- No.
Zuko si morse leggermente il labbro, prima di dire, in un soffio:
- È stato mio padre.

Percepì distintamente il corpo dell’Avatar che si irrigidiva, e se lo avesse guardato in viso probabilmente avrebbe trovato un’espressione mista di stupore e rabbia.
I due rimasero in silenzio, lasciando che l’atmosfera si appesantisse.
- … Oh suvvia, l’hai chiesto e l’hai saputo, non sentirti in colpa adesso.
- Non mi sento in colpa! Però… diciamo che la cosa mi spaventa. Non credevo che un padre potesse fare qualcosa di simile.
- Beh, si vede che non hai molta esperienza in quel campo.

Aang tacque assorto per un momento, con aria un po’ seria un po’ malinconica.
- Me l’avevi già detto qualcosa di simile, al Polo Sud, che io non sapevo niente dei padri.
Però, appunto perché non ne ho mai avuto uno, so che ci sono cose che i padri dovrebbero fare.
Zuko non rispose, pensando che s’era già parlato troppo di Ozai.
- E poi guarda che io una specie di padre lo avevo!
- Ah sì?
- Sì, era il monaco Gyatso. Mi ha praticamente cresciuto lui, ma poi…
Aang rimase in silenzio, lasciando la frase sospesa.
- Forza, io ho parlato, ora tocca a te.
- … mi volevano separare da lui e sono fuggito. Poi c’è stata la tempesta, l’iceberg, Katara e il resto lo conosci. Ho il timore di averlo deluso, ma questo non potrò mai saperlo.

Zuko sospirò: non gli si confaceva il ruolo di risollevatore di morali -era il ruolo dello zio quello, diamine! ma si sforzò.
- Beh, conoscendoti non credo che lo sia stato, cioè, insomma, è difficile pensar male, ecco.
A quel tentativo impacciato, Aang non poté fare altro che sorridere, e cercare di ricambiare.
- Lo stesso vale per te.
- Peccato che il fatto stesso di parlare con te e non tentare di catturarti deluda mio padre.
- Non era a lui che mi riferivo.
Il dominatore del fuoco aprì gli occhi e li riabbassò, melanconico per quell’inattesa menzione.

- Cambiando discorso, non credi che quella nuvola assomigli alla testa di Appa?
- A me ricorda una pecora.
- E quell’altra invece è la testa di Momo!
- Certo che ti piacciono gli animali.
La malinconia precedente e i rimpianti furono spazzati via dalla risata genuina dei due ragazzi, facendo tornare il sorriso sulle loro labbra.
  
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