Serie TV > Carabinieri
Ricorda la storia  |      
Autore: B_Regal    23/06/2011    4 recensioni
Ce lo ricordiamo il finale di Sottocopertura? Paola e Andrea sulla spiaggia.. lei che gli chiede se ha qualcuno che lo aspetta a Roma, lui che risponde che c'è solo la sua scrivania.. il bacio.. e poi? che cosa è successo dopo? Me lo sono sempre chiesta, e in questa OS ho provato a immaginarmelo.. ci sarà, finalmente, il tanto atteso Happy End?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il mare era agitato, in quel tardo pomeriggio di fine ottobre, e le onde si infrangevano prepotenti sulla spiaggia, provocando un rumore stranamente rilassante.
Loro sedevano uno accanto all’ altro, senza parlare, ognuno con lo sguardo perso all’ orizzonte, e con la testa persa in chissà quali pensieri..
“Allora?”
Paola voltò la testa di scatto, e si accorse che lui la stava fissando. “allora che?”
“andiamo, Paola. Dobbiamo pur dirci qualcosa.. no?”
“Già. Il problema è cosa..”
“magari potremmo cominciare cercando di dare un significato a questo bacio..”
Lei non disse niente, e tornò a fissare il mare.
“Paola, i silenzi hanno distrutto tutto quello avevamo costruito tra noi due, in passato. Vuoi che accada di nuovo?”
“perché, cosa c’ è da distruggere adesso?” domandò, con una punta di acidità, involontaria.
“ho capito, ci risiamo. Allora se è questo che pensi, posso anche andarmene..”
Fece per alzarsi, ma lei gli posò una mano sulla gamba “no, aspetta..” aspettò che tornasse seduto, poi si girò leggermente verso di lui con tutto il corpo “hai ragione.  E’ che.. io davvero non so che dire. Sono così confusa, Andrea. Io.. io credevo di averti dimenticato. Invece è da quando sei ricomparso che.. mi sembra di essere tornata indietro nel tempo..”
“è così anche per me.. ma è una cosa buona, no? Fingiamo di essere davvero tornati indietro, dimentichiamo quello che è successo e ricominciamo daccapo..”
“come la fai facile, tu..”
“no, non la faccio facile. E’ solo che non mi piace ripetere gli errori del passato..”
“e se non fossero stati errori?”
“che vuoi dire? Che è stato un bene che la nostra storia sia finita?”
Lei sospirò “la nostra storia, come la chiami tu, non c’ è mai stata. E non c’ è mai stata perché non poteva esserci, e non potrà esserci mai. Siamo due carabinieri, te lo ricordi?”
“non mi sembravi di questo parere, quella notte al casale..”
“quella notte fu uno sbaglio!”
“però quando lo dissi io, per errore, ti arrabbiasti..”
“perché ancora non avevo analizzato bene la situazione..”
“analizzato? Paola non stiamo parlando di un caso, qui! Si tratta di noi!”
“appunto Andrea! Di noi! Due carabinieri che non avrebbero mai potuto stare insieme!  Abbiamo sbagliato.. tutti e due! Ci siamo fatti prendere dall’ entusiasmo, senza pensare alle conseguenze..”
“già, poi però tu hai rimediato subito.. hai fatto i bagagli e te ne sei andata, lasciandomi come un povero scemo..”
“tu non capisci..”
Questa volta fu lei a cercare di andarsene, e lui a trattenerla “e allora spiegami..”
“non ha importanza adesso..”
“la ha per me.. la ha perché ho bisogno di capire se sono stato uno stupido, a star male per una che mi aveva dimenticato subito..”
“io non ti ho dimenticato, anzi. Sono stata male anche io quando me ne sono andata, non immagini quanto..”
“ma allora perché te ne sei andata, eh?” le chiese, alzando il tono della voce “perché? Andava tutto bene, dopo il venticinquesimo di Capello.. stavamo bene!”
“appunto!  È proprio questo il problema.. che io stavo bene con te, troppo!”
“non ti capisco..”
“Andrea, io non volevo soffrire ancora, non di nuovo, non dopo quello che avevo passato a causa del deficiente che c’ è stato prima di te!”
“io non ti avrei fatto mai soffire..”
“tu no, ma l’ Arma si! Le regole sono chiare.. io e te non avevamo futuro!  Ci saremmo dovuti separare per forza, e ci sarei stata troppo male, capisci?”
Andrea la guardò sconvolto “Non posso crederci! Per questo te ne sei andata?”
“non è una motivazione così stupida come pensi..”
“si invece! Si.. perché c’ erano mille alternative! Potevi parlarmente, potevamo trovare una soluzione! Ma almeno l’ avremmo fatto insieme! Ca**o, non ci posso credere!”
“Ma che soluzione, eh? Che soluzione? Lasciare l’ arma era la soluzione! Ma io non potevo..  forse sono egoista, ma ho lottato troppo per diventare un carabiniere Andrea, contro tantissima gente. E abbandonare significava arrendersi, darla vinta a tutti quelli che dicevano che non ce l’ avrei fatta!”
“lo so, ed è per questo che non avrei mai permesso che tu lasciassi l’ arma!”
“e io non avrei permesso che la lasciassi tu! Lo vedi, non c’ erano soluzioni..”
Lui la fissò con rabbia “beh, quanto meno potevi dirmi qual’ era il problema, invece che farmi soffrire come un cane per tutto quel tempo!”
“pensavo che facendoti credere che non ti amavo, ci saresti stato male di meno!”
“di meno? Di meno? No Paola, tu non ti rendi conto..”
“no, tu non ti rendi conto! tu hai sofferto per il mio abbandono, e questo non lo metto in dubbio. Ma lo sai che cosa ho provato io nel frattempo? Ho vissuto per anni con la consapevolezza che ci amavamo ma che non potevamo stare insieme. Con la consapevolezza che avevo distrutto io la nostra storia, che mi stavi odiando, mentre io ti amavo! E ti amavo così tanto da essere disposta a farmi disprezzare da te, pur di sapere che almeno ti saresti messo l’ anima in pace, e che avresti guardato avanti, prima o poi.. Ma tu come al solito non capisci mai niente!”
Si alzò, scuotendosi per togliersi la sabbia di dosso
 “Paola, aspetta..”
“a questo punto può anche finire qui. Piacere di averti rivisto.. “
“smettila!”
“Vaffanculo Andrea! Tornatene dalla tua scrivania, che è meglio!”
“Dai, ti prego.. aspetta!”
Ma lei era già corsa via.
 
 
Aveva guidato con le mani così strette al volante, per la rabbia, che adesso si ritrovava i polsi completamente arrossati.  Cercava di non pensare alla discussione avuta con Paola, ma era impossibile. Soprattutto adesso che lei gli aveva spiegato le motivazioni che l’ avevano spinta a lasciare città della pieve. E pensare che davvero per tutto quel tempo aveva creduto che lei non lo amasse, che l’ avesse solo usato. Se n’ era perfino fatto una ragione. E invece.. aveva sbagliato tutto. Vista sotto quel punto di vista, si sentiva pure uno stupido ad aver pensato così male di lei. Infondo, per quel breve periodo in cui erano stati insieme, lui l’ aveva percepita la sua sincerità. L’ aveva sentito che quell’ amore era vero. Ma, dopo che se l’ era vista andare via cosi, che cosa poteva pensare? Non avrebbe mai immaginato che Paola avrebbe fatto un gesto del genere. Non perché non fosse abbastanza altruista, anzi, ma si aspettava un comportamento diverso da lei. Non era il tipo che scappava di fronte alle situazioni. Di certo, se l’ aveva fatto, significava che davvero si era sentita divorata da una situazione ben più grande di lei.
Andrea era confuso. Si sentiva frastornato.. mille sensazioni si affollavano dentro di lui. Era amareggiato per come si erano lasciati, dispiaciuto per quello che gli aveva detto Paola, arrabbiato perché quelle cose non gliele aveva dette prima.
“perché non ti sei fidata di me, maledizione!” sussurrò, passandosi le mani tra i capelli.
Il leggero bussare dietro la porta lo costrinse a ricomporsi.
“avanti..”
“Capitano..” disse un giovane appuntato “il Generale la aspetta nel suo ufficio!”
“si, vengo..” si alzò, e seguì deciso il ragazzo.
 
 
Paola era chiusa in camera da mezz’ ora; era salita di corsa dicendo che era stanca e che voleva riposarsi. Nessuno aveva fiatato, era chiaro che fosse successo qualcosa e le avevano discretamente augurato buon riposo. Poi si erano messi a confabulare tra di loro, cercando di capire perché fosse così arrabbiata.
“ma non è che le hanno detto che ci saranno conseguenze per quello che ha fatto?” domandò Matteo.
Antonio scosse la testa “ma no, è già stato stabilito che l’ ha fatto per aiutare un collega!”
“secondo me c’ entra quel tipo..” sbottò il Maresciallo “non mi piace per niente!”
“pure secondo me!” aggiunse Leandro “infondo sono usciti insieme prima!”
“vabbeh ragazzi non sono affari nostri comunque..” esclamò Sandro, zittendo tutti. Lui lo sapeva bene che cosa era successo. Non che gli avessero detto qualcosa, ma li conosceva bene, ed era sicuro che avevano finito per litigare come al solito. Decise che, se Paola non fosse scesa per cena, avrebbe chiamato Andrea per chiedergli spiegazioni. E magari per provare ad aiutarli.
“quasi quasi gli preparo un bel piatto di pasta bello piccante, come piace a lei..” fece Matteo.
“ma figurati se pensa alla pasta, Mattè! Tu di donne non capisci proprio niente!” lo rimbeccò Antonio, uscendo dalla stanza.
“eh, ha parlato l’ esperto..”
 
Lei intanto, se ne stava rannicchiata sul letto, lasciando che le lacrime scendessero, adesso che nessuno poteva vederla. Sapeva di aver reso chiaro a tutti il suo stato d’ animo, ma non era riuscita a fare di meglio. Ci stava troppo male per quello che era successo.  Quel bacio le aveva fatto toccare il cielo con un dito, e avrebbe voluto tanto lasciarsi andare, buttargli le braccia al collo e dirgli che lo amava. Ma come al solito, aveva fatto prevalere la sua razionalità, e aveva cominciato subito a pensare alle cose più negative.. al fatto che non poteva funzionare, che non avrebbero potuto vivere il loro amore,e  che quindi dovevano per forza separarsi. Per un momento desiderò di non averlo mai incontrato. Credeva di essere riuscita a dimenticarlo, con Daniele, invece rivederlo gli aveva fatto capire che ne era ancora innamorata come due anni fa, anzi, forse ancora di più. Ma davanti a lei, vedeva solo un grande muro. Non c’ erano possibilità, era evidente. Il regolamento parlava chiaro. Niente storie tra colleghi.  Che poteva fare, lasciare l’ arma? Per un attimo la sfiorò anche l’ idea, ma sapeva che lo avesse fatto, non sarebbe stata più lei. E poi Andrea davvero non gliel’ avrebbe mai permesso. Lui  sapeva quanti sacrifici aveva dovuto fare per poter indossare la divisa. Lui la conosceva. E anche per questo si sentiva così bene, quando stavano insieme. Con Andrea lei poteva essere quello che era davvero, a trecentosessanta gradi. Carabiniere, donna, bambina. In quei giorni, nonostante la paura, l’ ansia, il pericolo, si era sentita viva come non sentiva da tempo. E adesso, dopo un’ ora che era andato via, sentiva solo il vuoto, dentro di sé.
 “Paola, è pronta la cena.. scendi?”
Sentendo la voce di Sandro, si alzò e andò ad aprire.
“Ehi..”
“che fai, vieni?”
“no, non ho fame.. non mi sento molto bene, questa giornata mi ha distrutta. Ci vediamo domani, ok?”
Sandro la scrutò “ehi, va tutto bene?”
“si.. cioè, insomma..”
“avete litigato, vero?”
“già. Ma non mi va di parlarne adesso, te lo spiego domani!”
“figurati, non ti preoccupare. Spero solo che si risolva presto. Tu riposati!”
“si, grazie! Ciao Sandro!”
Richiuse la porta, e con un sospirò tornò a gettarsi a peso morto sul letto.
 
Il giorno dopo, la vita sembrava essere tornata alla normalità, per entrambi.
Paola era appena stata dal Maggiore, che le aveva ufficialmente detto che non ci sarebbero state conseguenze, dopo quello che aveva fatto. Lei ne fu sollevata, ma in quel momento, era l’ ultima cosa di cui le importava.
Quella mattina non era di turno, così ne approfittò per andare a fare una corsetta mattutina. Aveva bisogno di schiarirsi le idee.
Il telefonino cominciò a squillare, e lei lo prese immediatamente, sperando che fosse lui. Rimase delusa quando vide sul display la parola “casa”.
“pronto?”
“Paola, amore..c ome stai?” fece la donna, all’ altro capo, con una voce piena d’ ansia.
“bene, perché?” chiese, confusa.
“abbiamo sentito al telegiornale dell’ arresto di quel boss.. hanno detto che eri coinvolta anche tu!”
“ah si? Ne hanno parlato in tv? Non lo sapevo!”
“si, è da stamattina che se ne parla.. allora, stai bene?”
“si mamma, sto benissimo..”
“e cos’è quella voce, allora?”
Lei abbassò la testa. Non le sfuggiva niente.
“sono solo un po’ stanca, ma va tutto bene, davvero!”
“con Daniele, come va?”
Paola si morse il labbro “ecco.. io.. noi ci siamo lasciati!”
“che cosa? Ma quando?”
“qualche giorno fa..”
“mi dispiace, tesoro! E come mai?”
“abbiamo capito che non ci amavamo, punto. Ma va bene così, non ne ho sofferto!”
“davvero?” chiese la donna, poco convinta.
“davvero!”.  ‘ero troppo impegnata ad amare un altro uomo’, aggiunse dentro di sé. Ma ovviamente, non rivelò questo piccolo dettaglio.
“va bene, ci credo, allora ti lascio lavorare. Ti saluta anche papà. Ci vieni a trovare, uno di questi giorni?”
“vedo che posso fare..” rispose solamente. Non aveva nessunissima voglia di vedere i suoi, si sentiva troppo giù “ciao, mamma!”
Mise via il cellulare, continuando a camminare. Senza rendersene conto, era arrivata alla spiaggia. Vedere quella spiaggia dove si erano scambiati l’ ultimo bacio le fece male. L’ assalì quasi un senso di nausea, tanto che dovette voltarsi e correre via. Sentiva ancora le parole di lui che gli rimbombavano nella testa. Quel “non posso crederci” sussurrato con delusione, i suoi occhi duri che l’ avevano ferita peggio di una pugnalata in pieno petto.
Accellerò la corsa, cercando di chiudere la mente. Non voleva pensare. Voleva dimenticare, dimenticarsi di lui come era già riuscita a fare già una volta.
Una fitta la costrinse a fermarsi. Stava esagerando.. quel ritmo era troppo forte anche per lei. E poi, non serviva a niente. Non riusciva comunque a toglierselo dalla testa.
 
Si rigirava il cellulare tra le mani, tormento dal quel dubbio che non riusciva a risolvere.
La chiamo, o non la chiamo?
Avrebbe voluto farlo. Voleva senire la sua voce, che già gli mancava da morire. Voleva chiarire la loro ennesima discussione, voleva dirle finalmente quanto l’ amava.
Ma gli mancava il coraggio. E poi aveva paura, paura che lei gli chiudesse il telefono in faccia. Che non volesse parlare con lui.
All’ improvviso, un’ illuminazione. Velocemente cominciò a scorrere la rubrica, sperando di avere ancora quel numero. Fu fortunato.
La persona rispose dopo pochi squilli.
“pronto?”
“sandro? Sono Andrea!”
“oh, Andrea! Come stai?”
“bene, grazie.. tu?”
“tutto bene.. ma non è per questo che mi chiami, vero?”
“come sta?”
“è quello che vorrei sapere pure io, se riuscissi a parlarle. Ma è da ieri sera che non si fa vedere.. si è chiusa in camera e non è scesa neppure per la cena. E stamattina è uscita prestissimo..”
“ho capito. Credo sia colpa mia.. abbiamo avuto una discussione, ieri!”
“si, lo so. Me l’ ha detto, quando sono andato a chiamarla..”
“e ti ha detto altro?”
“no, non voleva parlarne.. però non stava bene, Andrea, aveva appena pianto..”
Quello abbassò il capo. Quelle parole lo fecero sentire tremendamente in colpa.
“mi sento un cretino, Sandro..”
“che hai combinato?”
“Abbiamo parlato, mi ha spiegato perché è andata via da città della pieve.. lei mi amava, capisci? Ed è andata via per questo.. per scappare da una relazione che secondo lei non aveva futuro..”
“si, lo so.. me ne ha parlato una volta!”
“ma perché non me l’ ha detto? Potevamo trovare una soluzione.. che senso aveva farci soffrire così tutti e due?”
“se ti avesse detto la verità l’ avresti lasciata andare via?”
“No, certo che no! Io ero davvero innamorato di lei..”
“lo so, e lo sa anche lei, ed è per questo che ti ha mentito. Pensava di farti sentire di meno il peso di questa storia impossibile, facendoti credere che non ti amava.. l’ ha fatto per te Andrea!”
“lo so, e mi sono sentito un verme quando me l’ ha detto.. anche perché l’ unica cosa che ho saputo fare è stata arrabbiarmi! Ma ci sono rimasto troppo di sasso.. ri rendi conto del tempo che abbiamo sprecato? E’ assurdo! È che lei è così dannatamente cocciuta.. e poi non si fida di me! “
Sandro sospirò “ma possibile che non riuscitate a trovare un punto di incontro, voi due? Eppure vi amate così tanto..”
“io non lo so perché, ma ogni volta che cerchiamo di parlare seriamente, finiamo per litigare!”
“l’ unica cosa che posso dirti, è di cercare di chiarire. Siete innamorati persi l’ uno dell’ altra, ieri vi scambiavate certe occhiate, che ho davvero temuto che se ne accorgesse pure Valeri. Non rovinate tutto per delle stupide incomprensioni. Non importa chi ha sbagliato, in passato.. dimenticate tutto, e non buttate via questa opportunità..”
“si, hai ragione..”
“adesso io devo andare.. mi raccomando, pensaci. Ciao Andrea!”
“Ciao Sandro, grazie.”
Quando chiuse la comunicazione, aveva deciso cosa fare.
Doveva riconquistarla, a tutti i costi. Stavolta non avrebbe persa.
 
 
Paola si era buttata sul lavoro con tutte le sue forze, convergendo su quella indagine tutti i suoi pensieri, in modo che nessuno scivolasse su Lui. Ormai si era messa l’ anima in pace. Quell’ incontro era stata una breve parentesi, che andava rimossa.
Ovviamente però, il discorso venne fuori quando si trovò di pattuglia con Gigante.
“Io lo so che ho sbaglianto ad andare via così, Sandro, ma l’ ho fatto in buona fede.. credevo che sarebbe stato meglio per tutti..”
“Paola nessuno pensa che tu l’ abbia fatto con cattiveria.. ma mettiti anche nei suoi panni, si è sentito abbandonato così, all’ improvviso, quando sembrava andare tutto bene tra voi, cosa doveva pensare?”
“che ero una str**onza! Ed è proprio quello che volevo.. che mi odiasse, che capisse che non lo meritavo. E poi non potevo fare altrimenti, se gli avessi detto la verità, non mi avrebbe mai lasciato andare!”
“e forse è proprio questo il punto..  se avesse saputo, avrebbe provato a fare qualcosa, e non avreste dovuto rinunciare al vostro amore..”
“ma cosa, Sandro? Non si poteva fare niente! E comunque non è nemmeno questo il punto.. io capisco che si sia sentito preso in giro, ma ha reagito come se mi fossi divertita, a farlo soffrire! Non capisce quanto ci sono stata male pure io..”
“ma si che lo capisce, ed è anche questo secondo me che non riesce ad accettare. il fatto di essere rimasto all’ oscuro, senza avere la possibilità di fare qualcosa per te e per lui. Ma sono sicuro che ha capito il tuo gesto.. e forse si sente anche un po’ in colpa, per quello che ha pensato di te..”
“non è quello che mi ha fatto capire..”
“sei sicura di avergliene dato il tempo? O sei scappata senza neanche farlo parlare..”
Lei lo scrutò attentamente “tu che ne sai?”
“ti conosco!” gli rispose sorridendo.
Lei non sembrò convinta, ma c’ era un lite in corso fuori, e dovettero abbandonare la discussione.
 
Erano le sei e mezza, e avevano appena chiuso il caso. Stava per salire in camera, quando fu bloccata dalla voce di Sandro.
“Paola, cambiati e vieni fuori.. dobbiamo andare a fare un controllo!”
Lei annuì, contenta. Per un' altro paio d’ ore, avrebbe evitato di pensare.
Ci mise meno di dieci minuti. Indossò jeans, stivali e una maglia nera e si riversò sulle scale, infilandosi il giubbino di pelle.
Una volta fuori si guardò intorno, cercando Sandro con lo sguardo. Di lui non c’ era traccia. Si spinse fino alla cabina telefonica, sperando di vedere la sua auto parcheggiata da qualche parte, ma niente.
Si voltò per tornare in caserma, ma si sentì afferrare saldamente e coprire la bocca con una mano.
Cercò di liberarsi, ma la presa era troppo forte.  Cominciava a spaventarsi.
“shhh!”
Un sussurro, dritto nell’ orecchio destro. Un sussurro che stranamente la rassicurò. Quel tocco, quel profumo.. le sembravano familiari.
“non fare niente..”
Non c’ erano più dubbi. La sua voce l’ avrebbe riconosciuta tra mille “Andrea.. sei tu?” lui non rispose, e continuò a tenerla stretta “Andrea, sei impazzito? Qui davanti poi..”  eppure non oppeneva resistenza. Il contatto con la sua pelle le toglieva ogni difesa.
“non c’ è nessuno, a quest’ ora. Ora ferma..” la lasciò, giusto il tempo di coprirle gli occhi con una benda.
“ma che cavolo fai?”
Andrea l’ abbracciò di nuovo da dietro, e avvicinò la bocca al collo di lei “ti fidi di me?”
“no..” rispose dispettosamente lei.
“eppure in questi giorni, avevo capito il contrario..”
“ho solo aiutato un collega!” rispose, cercando di rimanere impassibile all’ alito caldo di lui che le solleticava il collo.
“ah.. peccato, questo non cambierà le mie intenzioni.. dai, vieni con me..” le afferrò la mano, trascinandola lentamente.
“si può sapere che vuoi fare? Dai, lasciami andare!”
“attenta, qui c’ è il marciapiede..” l’ avvertì, ignorando le sue lamentele “ora ti apro lo sportello.. entra in auto, ecco così.. no, non ti togliere la benda!”
Lei sbuffò, sedendosi “la smetti con questa pagliacciata?”
“e tu la smetti di lamentarti sempre? Per una volta, fai fare a me..”
“per una volta.. è da quando ci siamo incontrati che fai tu!”
“appunto, lasciami il comando un altro po’..”
“tu sei pazzo..”
“non è la prima volta che me lo dici..” le rispose tranquillamente, mentre guidava per le stradine di tarquinia.
“dove stiamo andando?”
“non ti avrei messo la benda se avessi voluto dirtelo..”
“Andrea, io..”
“io.. io.. non sei cambiata per niente..”
“posso parlare un attimo senza essere interrotta?”
“no, non devi dire niente adesso. Aspetta..”
Paola si rassegnò, aspettando di giungere a destinazione. Nonostante tutto, si sentiva felice. Andrea era tornato da lei. Questo doveva pur significare qualcosa..
“siamo arrivati..”
“bene!” fece per togliersi la benda ma lui si sporse su di lei per bloccargli le mani “Non ancora!”
Lei non si mosse più, un po’ anche per l’ emozione di sentirlo così vicino a lei. Poteva percepire quel viso a pochi millimetri dal suo.
Andrea fece sfiorare i loro nasi, poi, anche se a malincuore, si staccò. Scese dalla macchina, fece il giro, aprì la portiera della ragazza e la prese per mano “vieni..”
Lei si lasciò guidare “dove siamo?”
“tra un po’ lo scoprirai..”
Ma Paola già cominciava a sospettare qualcosa. Sentiva il rumore inconfondibile del mare, e l’ odore dell’ aria salmastra.
“ancora un po’.. ci siamo quasi.. ecco, fermati qui.. siamo arrivati..”
Finalmente le tolse la benda, e per la prima volta, da quando era arrivato, si guardarono negli occhi.
“salve, Brigadiere..”
“Capitano..” rispose lei. Poi si guardò intorno. E rimase esterrefatta. Non erano solo in spiaggia. Erano su quella spiaggia. Quella dove si erano lasciati appena un giorno fa.
“allora, ti ricorda qualcosa questo posto?”
“perché mi hai portata qui?” gli chiese, guardandolo.
“perché voglio ricominciare d’accapo. Guarda la data sul mio cellulare..” esclamò, mostrandoglielo.
“25 ottobre?” rise lei.                               
“esatto. Ieri..”
“tu sei matto..”
“Paola, mi dispiace di averti aggredita, ieri..” cominciò, mentre si sedeva sulla sabbia, e lui la imitava “Non volevo, sul serio. E’ solo che, ci sono rimasto davvero male.. mi sono sentito preso in giro per l’ ennesima volta..”
“Non era questa la mia intenzione. Io credevo di fare la cosa giusta.. ho sbagliato, lo so, ma mi sono sentita veramente persa.. non sapevo che fare, qualsiasi soluzione mi sembrava sbagliata.. avevo una paura tremenda.. avevo paura di non poter stare con te, avevo paura che ci avrebbero separati, quando avessero saputo.. non avrei potuto sopportarlo, ti amavo troppo, non ce l’ avrei fatta a stare lontana da te.. e così sono scappata, pensando che dovevo dimenticarti il prima possibile..” fece una pausa, asciugandosi una lacrima che le stava scendendo prepotentemente sul viso “ mi sono comportata come una vigliacca, eppure in quel momento mi sembrava l’ unica soluzione. Così come mi sembrava l’ unica soluzione quella di farti credere che non ti amavo. Non volevo che soffrissi come stavo facendo io.. credevo che sarebbe stato più facile per te dimenticare quello che c’ era stato.. mi dispiace se ti ho fatto stare male, davvero.. scusami..”
Andrea lasciò per un attimo la mano di lei, che teneva stretta tra le sue, e le tappò la bocca con un dito “basta,  non dire più niente.. vieni qua!” la tirò a se e la strinse, mentre lei liberava sulla sua spalla le lacrime e i singhiozzi che aveva trattenuto fino a quel momento “sono io che devo chiederti scusa, per non aver capito subito. Sono un’ idiota. Mi dispiace..” le sussurrò, accarezzandole i capelli. Poi la fece staccare e le prese il viso tra le mani “basta piangere, adesso..” avvicinò lentamente le sue labbra, sfiorandole appena. Assaporò per un attimo quel calore, poi approfondì il bacio, accarezzandole quasi con avidità il viso e i capelli.
Quando si staccò, le accarezzò una guancia “è qui che eravamo rimasti, no?”
“prima del litigio? Si..”
“perfetto, allora ricominciamo da qui. E comincio io.. perché adesso ho trovato il coraggio di dirtelo. Cioè, a dire il vero, è difficile anche adesso. Ma lo faccio lo stesso, perché non posso più rischiare di perderti ancora. Io ti amo, Paola. Non sai quante volte avrei voluto fartelo sapere, ma, non so perché, non ci sono mai riuscito. E’ stupido, no? Il temerario Capitano dei Ros che ha paura di proncinciare due paroline.. eppure è cosi. Perché quando sto con te io, mi sento semplicemente un uomo. E la cosa più strana, è che è una sensazione bellissima. Ti guardo e sento che le missioni e tutto quello che ho sempre sognato, non hanno più importanza. Perché ci sei tu, e questo mi basterebbe per tutta la vita..”
Paola lo fissava impietrita, incapace di proferire parola. Non avrebbe mai immagiato che Andrea Ferri potesse dire certe cose, mai. E invece era li, davanti a lei, a tenerle le mani e ad aprirle il suo cuore.
“Andrea..”
“no aspetta.. fammi finire. Sai, forse sarebbe romantico se ti dicessi che ti ho amata dal primo momento che ti ho vista, quando mi hai arrestato..” e sorrisero insieme, nel ricordare quel momento “non è cosi. Non ti ho amata così, all’ improvviso. Io ti ho conosciuta lentamente, e giorno dopo giorno, ho scoperto la persona meravigliosa che eri. Più stavo con te, più pensavo che la punzione che mi avevano dato, si stava rivelando un premio. E più stavo con te, più avevo voglia di stare con te. Perché ci stavo bene, come non ero mai stato con nessun’ altro nella mia vita. Ed è stato così, gradualmente, che ho capito che mi stavo innamorando.. ed era difficile, ammettere una cosa del genere. Poi quando ho accettato la cosa, e ne ero pure felice, te ne sei andata, e ti giuro che è stata dura Paola, tantissimo. Ma ora non importa.. perché quando ti ho rivista, dentro quel bar, ho capito che non è cambiato niente in questi anni, che ti amo esattamente come ti amavo prima, anzi, forse di più, e non ho nessuna intenzione di lasciarti sfuggire di nuovo. Non mi importa delle regole, dei superiori e di tutto il resto. Io voglio stare con te, perché solo così riesco a dare un senso alla mia vita..”
Paola sentiva le mani tremare, e probabilmente se ne era accorto pure Andrea, perché gliele stava stringendo con più forza.
“che fai? Adesso che puoi parlare.. non dici nulla?” le disse, per incoraggiarla.
Per tutta risposta, lei allargò le braccia, e gli si gettò completamente addosso, stringendolo con quanta forza teneva in corpo “ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, tiamo!” glielo ripeteva senza sosta, continuando a stare avvinghiata a lui. Piangeva di nuovo, ma questa volta di gioia. Si sentiva scoppiare di felicità.
“ok, ho afferrato il concetto!” rise lui “mi stai facendo male però adesso, amore!”
“scusami..” rispose lei, staccandosi “è che non puoi capire quanto  mi sento felice, in questo momento! Io.. non ci speravo più, te lo giuro!”
“sinceramente neanche io!” replicò, prima di stampargli un bacio sulle labbra “non mi sembra vero di averti detto tutto questo..”
“a chi lo dici.. ma adesso come faremo?” gli chiese, mentre si accolava tra le sue braccia.
“uhm.. ci chiameremo ogni giorno, anzi ogni ora.. e verrò a Tarquinia tutte le volte che posso, e lo stesso farai tu a Roma. Oppure ci vediamo a metà strada..”
Paola sorrise “scemo, non intendevo questo!”
“ah no?”
“no, dico con i superiori..”
Lui alzò le spalle “Mica devono saperlo per forza..”
“si, ma.. io non voglio nascondermi, Andrea! Voglio vivere la nostra storia alla luce del sole.. voglio che lo sappiano tutti!”
Andrea sorrise, e le baciò la nuca, intenerito da quella dolce lamentela “va bene, allora lo diremo! Appena torno a Roma, parlo con Fabio!”
“pensi che ti appoggerà? E’ cosi.. inflessibile!”
“beh.. non sarà molto contento, credo. Ma siamo amici, mi darà una mano lo stesso..”
“e se invece non lo fa? Come facciamo?” domandò sconcolata.
“vedremo.. una soluzione la troveremo! Stai tranquilla, che non ho alcuna intenzione di lasciarti sfuggire un’ altra volta! Non mi scappi più!”
Paola alzò lo sguardo verso di lui “ma io non voglio sfuggirti, questa volta.. Piuttosto..” aggiunse, staccandosi e mettendosi di nuovo di fronte a lui “piuttosto lascio l’ arma..”
“Ehi, questi discorsi non li voglio sentire, ok? Nessuno dei due lascerà l’ arma, soprattutto tu! Chiaro?”
Lei annuì, poi lentamente si avvicinò di nuovo a lui, e posò le labbra sulle sue.
“senti, al massimo..” fece Paola, quando si staccarono “aspettiamo che vai in pensione.. tanto quanto manca? Quattro, cinque anni?”
Andrea la guardò torvo “ha-ha.. simpatica..” fece per afferrarla ma lei fu più veloce e si alzò di scatto.
“ecco, lo vedi? Stai perdendo pure i riflessi?”
“Ne sei sicura?” si alzò anche lui e si avventò nella sua direzione. Si rincorsero lungo la riva, fino a quando Andrea non riuscì ad afferrarla per un braccio, ma lei cercando di scappare, scivolò sulla sabbia, trascinando pure lui.
Risero, poi tornarono a baciarsi, con la stessa passione di prima; Andrea fece scivolare le mani sotto la sua maglietta, e lei trattenne un risolino mentre gliele bloccava “Andrea..”
“che c’ è..” mugulò lui, scendendo con la bocca sul collo di lei.
“non qui!”
“è buio, non ci vede nessuno!”
“e se ci scoprono? Che figura.. Siamo due carabinieri!”
“ah si?” rispose lui, senza mai smettere quel gioco “Non me lo ricordo più..”
“che scemo..” rise lei, poi afferrò il colletto della camicia dell’ uomo, e scese con le mani fino a trovare il primo bottone. Li sbottonò, uno per uno, poi si stese su di lui.
Dal mare si levava il melodioso rumore delle onde, che si infrangevano sulla riva con lo stesso impeto dei due innamorati che stavano facendo l’ amore sulla spiaggia.
 
 
 
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Carabinieri / Vai alla pagina dell'autore: B_Regal