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Autore: Rota    26/06/2011    0 recensioni
L'idea del logo non era venuta a una persona qualsiasi, all'interno del piccolo Comitato - no, decisamente no.
Ivan Braginski era quello che, a ben vedere, aveva la mente più macchinosa, più portata alla propaganda fine e incisiva. Era una dote che gli scorreva semplicemente nel sangue, come l'attitudine tipica a non ammettere mai di avere torto, neanche una volta.
Lui più di tutti aveva compreso sulla propria pelle come una metà del mondo non riuscisse a capire i piaceri dell'altra metà.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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5. So ask yourself is the loving really strong?



¿ǝʌoן sı ǝɹǝɥʍ

L'idea della canzone non era venuta a una persona qualsiasi, all'interno del piccolo Comitato - no, decisamente no.
Elizabeta Hèdervàry era una persona fondamentalmente allegra, decisa e diretta, che adorava le feste e i balli, stare con la gente e ridere in compagnia. Una donna di mondo con un divorzio alle spalle e tante delusioni d'amore, seppur non vecchia ma neanche troppo giovane.
Eppure, brillavano di vitalità i suoi occhi, anche al mattino.
Lei aveva fatto parte di quella metà del mondo che non riusciva a capire appieno i piaceri dell'altra metà.
Natalia era il nome della prima donna che l'aveva baciata, a quel mondo. Natalia aveva lo sguardo più duro del ghiaccio e delle movenze da gran signora - ma diceva di trovare bellissimo il suo sorriso e incantevoli le sue mani, ogni volta che le loro dita si intrecciavano nel vuoto.
L'aveva trovata folle, aveva detto di amare gli uomini e soltanto gli uomini: non altro davvero sul quella Terra.
Natalia era stata fastidiosa. 
Insistente, troppo. Importuna, troppo. Indisponente, troppo.
Lesbica, fin troppo.
Elizabeta l'aveva allontanata con ogni mezzo - eppure, eppure davvero si ritrovava a stringere quel corpo, a baciare quelle labbra così spesso da star troppo male.
Non riusciva a credere, non riusciva a vedere niente di giusto nello sguardo così pieno d'amore che quella creatura meravigliosa le rivolgeva, ogni volta che erano sole.
Piano, con calma, con la pazienza degna di uno stalker, Natalia l'aveva fatta entrare nel Comitato, le aveva fatto conoscere le persone che lì lavoravano e vivevano.
Così, una volta, persino davanti a Francis, Elizabeta si era lasciata baciare senza scappare via o guardarla male - avevano sorriso di felicità, tutti.
Quando la Marcia partì, lei era vicina a Natalia. Senza mano a stringere la mano, ma le spalle si toccavano e gli sguardi si incrociavano.
In mezzo a tutti loro, Elizabeta non si era sentita così strana, così sbagliata e debole. Sorrideva, contagiando tutti con il suo sorriso sincero, ballando assieme ai passanti e alle persone.
Forse, anche per lei, era arrivato il tempo di amare davvero.

   
 
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