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Autore: B_Regal    28/06/2011    3 recensioni
Questa OS è nata proprio il 19Marzo di quest'anno, e mi è venuta in mente così, di getto, pensando alla ricorrenza che cade in questo giorno.. vi ricordate qual'è? Beh, qualcuno sembra averlo proprio dimenticato.. eppure c'è una bella sorpresa, che lo attende..
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Andrea stava chiudendo a chiave il cassetto con le pratiche del caso di quel pomeriggio, quando la suoneria del telefono inondò l’ ufficio.
Ne aveva impostata una apposta per lei, quindi non ebbe bisogno di guardare il display per capire chi fosse.
Lo afferrò e se lo portò velocemente all’ orecchio destro “amore!”
“dove sei?”
Lui rise, mentre cercava le chiavi dell’ auto da qualche parte sulla scrivania “ciao, eh!”
“ciao! Dove sei?”
“sto venendo..”
“si, ma dove sei?” insistette quella.
“in ufficio!” ammise Andrea “ma sto uscendo!”
“Ma Andrea, sono le nove meno un quarto! Avevi detto che saresti tornato prima!”
“Lo so, lo so. Mi dispiace. Ma ti giuro che tra dieci minuti sono là!”
“sbrigati!”
“ma si può sapere il motivo di questa serata speciale, si o no?”
“non posso voler cenare con il mio fidanzato, scusa?”
“Non ci provare, cara mia! Ti conosco.. questa non è una cena normale, c’ è qualcosa che mi nascondi!”
Paola sbuffò, mentre poggiava i piatti sul tavolo “Ancora? Ma non riesci, per una volta, a fare a meno di indagare? Sei carabiniere nell’ animo, proprio!”
“ah, io? Senti chi parla!”
“e pure polemico! Vabbeh comunque muoviti.. ti aspetto!”
“ok, ti amo!”
“Il fatto che ancora non ti abbia mandato a quel paese nonostante i tuoi ritardi mi fa pensare che si, forse anche io ti amo..”
“scema!” la rimbeccò lui, poi chiuse la telefonata e posò il cellulare in tasca, soffocando una risata.
 
Provò una strana sensazione quando entrò nel grosso cancello verde del palazzo. Gli succedeva sempre, ogni volta che, varcando la soglia, pensava che stava torando a casa.
A casa loro. Sua, e della donna che amava.
Non era stata facile la decisione di andare a convivere. Soprattutto per Paola, che aveva paura che stare troppo insieme avrebbe fatto emergere di nuovo i loro caratteri non particolarmente facili, e che avrebbero finito per litigare continuamente, come succedeva a città della pieve.
Per fortuna invece, dopo 5 mesi andava tutto bene, e la sua vita sembrava finalmente aver preso la piega giusta.
Quando fece scattare la serratura della porta, si portò silenziosamente all’ interno dell’ abitazione, e raggiunse la cucina cercando di fare il minor rumore possibile.
La vide lì, dietro i fornelli,  con un grembiule bianco che copriva il vestitino nero a maniche corte, e i capelli ciondolanti sulle spalle.
Le si avvicinò, la prese per un fianco e le baciò il collo.
“Buonasera, bella signorina! Aspetta qualcuno?”
Lei rise e mosse il collo per sottrarsi al solletico, poi si voltò per poterlo guardare in faccia.
“in realtà si, il mio fidanzato. Ma vede.. lui non riesce mai ad abbandonare la sua scrivania, ed è in ritardo, percui accetto volentieri la sua compagnia!”
“Ma per caso il suo fidanzato è quel bellissimo capitano che mi ha chiesto di consegnarle queste?” le chiese per poi alzare il braccio e porgerle un mazzo di rose rosse.
“bellissimo?” sorrise, dolcemente, mentre afferrava i fiori “mah.. così dicono..”
“E cosa direbbe se sapesse che ci sto provando con lei? E’ un tipo geloso, mi pare..”
“Magari è la volta buona che impara a rispettare gli orari..”
Andrea abbassò lo sguardo, sorridendo mestamente “colpito..”
“e affondato!”
“comunque sei bellissima..”
“e tu un ruffiano!” rise, osservando la sua espressione colpevole “vabbeh.. sta volta ti perdono! Dobbiamo festeggiare..”
“Festeggiare cosa?” chiese allarmato “ho dimenticato qualcosa?”
Paola non potè fare a meno di scoppiare a ridere quando lo vide così in difficoltà “no, tranquillo.. nessun anniversario!”
“e allora cosa?”
“te lo dico dopo,! Dai, andiamo!”
Si sbottonò la divisa della giacca, mentre si dirigevano in salone. Paola aveva apparecchiato a lume di candela.
“hai cucinato tu? Vuoi punirmi per il ritardo?”
“Cretino! Guarda che metto tutto via e me ne vado a dormire!” sbottò lei.
“No,  per carità! Ormai sono curioso.. devo sapere che cosa vuoi festeggiare!”
“ah, solo per questo? E io che pensavo che volessi passare un po’ di tempo con me!”
“Ma io voglio passare molto di più di un po’ di tempo con te.. tra le lenzuola, però!”
Lei alzò gli occhi, esasperata “chissà.. magari se ti comporti bene, più tardi.. c’ è posto anche per quello!”
“Non vedo l’ ora..” rispose, mentre si sedeva “Ma come hai fatto a preparare tutta questa roba? Non eri in servizio oggi?”
“Si, ma sono uscità un po’ prima.. e poi, a essere proprio sincera, mi sono fatta dare una mano da Rosa..” confessò, alludendo alla signora che viveva accanto a loro.
“ah, ecco il trucco!”
“che vuoi farci.. te lo dovevi immaginare, quando hai deciso di convivere con una tua collega! Ti potevi scegliere una bella casalinga tutta ricette e ferro da stiro..”
“c’ hai ragione.. ma vedi, purtroppo non resisto al fascino della divisa..”
“una cuoca? Ha la divisa bianca..”
“mi piace scura..”
“cameriera?”
“Con i gradi..”
Paola alzò le spalle “e allora ti devi adeguare..”
“lo farò.. ho un grande spirito di addamento, io!”
“vedo..”
Si sorrisero, tornando a mangiare. Era così il loro rapporto. Stavano continuamente a punzecchiarsi,  a prendersi in giro. E a loro piaceva così. Le avevano sempre derise quelle coppiette tutte coccole e bacetti. Non che tra di loro non ci fossero rapporti affettuosi, anzi. Ma qualche presa in giro qua e là ci stava sempre bene.
“oggi ho parlato con mia madre, ci ha invitati a casa domenica..”
“ah, ok..”
“ci saranno delle persone, però..”
“che tipo di persone?”
“Parenti, credo..”
“oddio, Paola..”
“vabbeh, che vuoi che sia..” minimizzò lei.
“effettivamente, dopo aver superato la prova ‘papino’.. posso affrontare tutto! a meno che non siano tutti come tuo padre..”
“No, no tranquillo.. non sono così terribili..”
“E va bene,  infondo un cavaliere per la sua principessa deve affrontarli certi pericoli, no?”
Paola lo guardò con falsa ammirazione “oh, mio prode..”
Lui rise, e allontanandò la fochetta dalla bocca gli mandò un bacio.
 
 
Finito di cenare, cominciarono a sparecchiare insieme, mentre la musica alla radio faceva da sottofondo.
“allora, me lo dici adesso cosa abbiamo festeggiato?”
“beh, dimmelo tu..”
“Eh, se lo sapessi..”
“ma come? Davvero non ci sei arrivato?”
Lui si bloccò sull’ uscio del salone, confuso “No. Dovevo?”
Paola si rassegnò al fatto che doveva aiutarlo lei a capire “che giorno è oggi?”
“Sabato?” domandò come se fosse la risposta più ovvia del mondo.
“Si, dico la data..”
“19 Marzo..”
“esatto. E che cos’ è il 19 Marzo?”
Andrea la fissò “che cos’ è il 19 Marzo?” ripetè.
“sei vergognoso, Andrea!” rise Paola “scommetto che non gli hai nemmeno fatto gli auguri!”
“ma a chi?”
“a tuo padre!”
“ah!” esclamò lui, portandosi una mano sulla fronte “giusto, è la festa del papà!”
“bentornato, Capitano Ferri!!! Ci siamo arrivati!” lo prese in giro.
“che testa! Non l’ ho neanche chiamato.. e chi la sente mò mia madre! Mi sa che mi conviene farlo subito..” poi si bloccò “aspetta, ma che c’ entra? Perché noi abbiamo festeggiato la festa del papà?”
Paola gli sorrise, e osservò divertita e intenerità l’ espressione  del suo compagno diventare da confusa, a sbalordita.
“Paola.. non stai cercando di dirmi che.. insomma, tu non.. oddio.. si? Tu sei..”
“si..” rispose annuendo con la testa “questa è la tua prima festa del papà, amore mmio!”
“sei incinta! Paola, sei incinta!” Rise gioiosamente, poi si precipitò su di lei per stringerla il più forte possibile “non ci posso credere! Un figlio! Un figlio nostro!”
Lei si godette il calore del suo corpo, e le sue esclamazioni di felicià, mentre cercava di trattenere le lacrime prepotenti che già le pungevano gli occhi.
“Dio, Amore mio.. Non mi sembra vero!” si staccò da lei e la baciò con impeto sulle labbra “Ma.. stai piangendo?”
Paola alzò le spalle “sono gli ormoni!”
“si, dicono tutti così..” Sorrise, e le prese il volto tra le mani “avremo un figlio, amore. Ci pensi? E’ la notizia più bella che potessi darmi!”
“Sei contento, quindi.. menomale!”
“Contento? Sono al settimo cielo! Ma che avevi dubbi?”
“Beh, in realtà ho pensato che poteva essere troppo presto per te..”
“No, non è troppo presto! E’ il momento perfetto.. ci amiamo, finalmente stiamo insieme, e adesso aspettiamo un bambino. E’ perfetto. E’ tutto perfetto..” Le baciò uno zigomo, e l’ attirò di nuovo a sé.
“Sarai un papà meraviglioso..”
“dici? Speriamo..” ammise lui. Infondo, aveva avuto a che fare molto poco con i bambini piccoli.
“Ne sono sicura..”
“anche tu comunque sarai una mamma meravigliosa..”  continuò a baciarle la guancia, mentre la teneva abbracciata, poi spostò una mano dalla schine di lei e gliela posò sul ventre “non vedo l’ ora di conoscerti..” sussurrò, e Paola sorrise intenerita, mentre poggiava la sua mano su quella di lui.
E, inconsciamente protetta dalle mani dei suoi genitori, una nuova vita cresceva nel ventre della donna.
  
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