Fanfic su attori > Orlando Bloom
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Autore: NiNieL82    12/03/2006    1 recensioni
Canterbury. In una casa risuonano le risate e il vociare di tante persone. Orlando è tornato a casa dopo un lungo periodo di lavoro fuori casa. Una lunga fila di persone conosciute o no lo accolgono a braccia aperte. Lui sembra poco interessato. Sta raccogliendo i cocci dopo la fine della sua storia con Kate e spera in uno scossone. Che non tarderà ad arrivare quando qualcuno busserà alla porta di casa. Qualcuno con cui non parla da tanto, troppo tempo: la sua 'migliore amica' Erika.
Da quel momento, per entrambi, le cose cambieranno in una sequela di avvenimenti che segnerà le loro vite, quelle delle loro famiglie e dei loro amici
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I ringraziamenti per ultimo

I ringraziamenti per ultimo…
Buona lettura.


EPILOGO:
Capitolo 30: Un salto nel tempo.

Canterbury, cinque anni dopo…

La macchina si bloccò davanti alla casa. Egle sorrise e disse:
“Dai andiamo” e si voltò verso il sedile posteriore. Dietro c’erano i due piccoli gemelli che aveva avuto due anni prima. 
Si era separata. Ma viveva comunque felice. Aveva tutto. Un buon lavoro, figli meravigliosi. L’amore, lo poteva trovare anche più in la.
I due bambini scesero dal macchina e presero il pacco da portare dentro la casa. Quando bussarono aprì Nina. 
Anche lei era cambiata. Davvero tanto. Era rimasta sposata con il marito, aveva avuto un bambino e ne aspettava un altro. E anche lei aveva un lavoro meraviglioso, che le apriva nuovi sbocchi.
Sabrina era diventata una professoressa e insegnava a Boston. Anche il suo matrimonio era finito, ma aveva deciso di far stare i figli vicino al padre e rimanere quindi in America.
Egle entrò e abbracciò la sorella:
“Fa freddo fuori?” chiese Nina prendendo il cappotto di Egle.
Egle sorrise e disse:
“Un po’”
Nina sorrise e si voltò la stanza era piena di gente. 
C’era Mark, l’eclettico stilista che aveva preso il bouquet al matrimonio ma di sposarsi non ne voleva proprio sapere.
Lizza, che aveva conosciuto un musicista e ora si era sposata e aveva avuto una bambina meravigliosa che aveva chiamato Lidya.
Valentina, che era ritornata in Inghilterra solo per la festa dato che, dopo la scelta di Erika, aveva conosciuto un uomo e aveva deciso di tornare a Novara, in Piemonte, in Italia, dove si era stabilita e viveva tranquilla, con la sua famiglia.
Francis aveva aperto una catena di ristoranti e il suo successo non aveva fine. Viveva ancora col marito e aveva una mezza intenzione di adottare un bambino. 
Dominic, dal canto suo abbracciava la bella moglie, Evangeline Lilly, conosciuta sul set di LOST. Era cambiato anche lui, niente da dire.
Elijah era ancora scapolo e felice. Aveva avuto storie importanti, ma tutta naufragate. E, a trent’anni suonati cercava ancora l’anima gemella.
Billy era diventato un ottimo papà. E Viggo. Beh! Lui vive in un mondo tutto suo.
Egle si guardò intono e disse:
“Pronta?”
Nina sorrise e diede il cinque alla sorella. Avevano una missione da svolgere e riguardava Erika la sorella più piccola.
“Ma sai dov’è? Vero?” chiese Egle a Nina.
La rossa si guardò intorno e voltandosi verso la mora disse:
“No. L’ho persa”
“Ma non ci credo. Non è possibile che tu la debba perdere ogni volta che veniamo a Canterbury…” disse Egle spazientita.
Ad un tratto sentirono della risate arrivare da fuori, accompagnato dal ciglio di un’altalena.
E si voltarono a guardare.

Erika e Orlando attesero il loro primo figlio con ansia.
Certo. La stampa, per quanto Erika avesse deciso di stare lontana dai riflettori fino alla nascita del bambino, aveva cercato di prendere più notizie possibili.
E in parte c’erano perfino riusciti. Poi, i due, lasciarono Los Angeles e decisero di passare un po’ di tempo a Londra, lontani dalla mondanità e dalla città degli angeli. 
Nella capitale inglese, riuscirono a trovare la loro dimensione e, quando la gravidanza volse al termine, lasciarono Londra per trasferirsi a Canterbury, dove Erika avrebbe partorito con affianco Laureen e Sonia.
Così, nell’agosto del 2006, nacque Henry Frank Colin Bloom, il primo erede Bloom dopo la nascita di Orlando.
Naturalmente, dall’unione di due ragazzi così belli, non poteva che nascere un bambino bellissimo, con i capelli riccissimi e di color castano chiaro e gli occhi simili a quelli del padre.
Erika stette lontana dai riflettori per quasi due anni. Poi, progettò un mega ritorno girando un film col marito, che valse ad Orlando la tanto agognata Nomination agli Oscar. 

La carriera dei due prometteva bene. Solo che, una volta o due all’anno tornavano a Canterbury, affinché il piccolo Henry potesse passare un po’ del suo tempo con i nonni.
Così, quell’anno, per Natale, decisero di organizzare una festa a casa di Sonia Bloom per festeggiare tutti assieme.

Orlando rideva mentre spingeva Erika sull’altalena. 
Lei tirava su i piedi il più che poteva, urlando divertita. Era come ritornare bambini per loro. Ed era quello il lato bello della loro storia. Riuscire a ricordarsi di quando ancora non erano sposati. Di quando erano bambini e giocavano su quell’altalena o sulla casa sull’albero.
Orlando stava appunto spingendo la ragazza, quando, senza un motivo, bloccò l’altalena e la baciò.
Erika lo fece fare, rispondendo sorridente. Era bello che, dopo sei anni di matrimonio, per loro, fosse come se non fosse passato un solo giorno.
“Ti amo..”disse il ragazzo, accarezzandole una guancia.
“Anche io” rispose dolce Erika.
Orlando sorrise ed Erika, guardandolo negli occhi, disse:
“Quest’altalena significa molto per noi..” 
Orlando rise e toccò una delle catene che rimanevano appese. E serio rispose:
“Uhm! Qua abbiamo fatto pace. qua ti ho chiesto di sposarmi.. “
“Qua hai preso tanti calci..” rise Erika.
Orlando chinò la testa e disse:
“Meno male che il naso non me l’hai rotto con un calcio…” 
“Per romperti il naso hai fatto tutto da solo…” rise Erika ancora. E poi disse, seria: “Ieri qualcuno mi ha tirato un calcio…”
Orlando la guardò aggrottando la fronte. Chi poteva fare una cosa simile senza che lui se ne accorgesse?
Erika lo guardò e disse, ancora:
“Anche prima qualcuno lo ha fatto…”
“Dimmi chi è che vado a dirgliene quattro..” disse il ragazzo serio.
“Dovrai aspettare qualche mese..” rispose vaga.
“Perché?” chiese Orlando senza capire.
“Beh! Diciamo che, presto, non saremo più in tre..” disse con un sorriso la ragazza.
Orlando sorrise felicissimo. Aveva aspettato tanto di sentirselo di nuovo dire. Cinque anni. Ed ora.. Eccolo. Sarebbe stato padre. Abbracciò Erika e la strinse forte, sussurrandole all’orecchio un piccolo: “Grazie!”
Erika sorrise e lo baciò, mentre Egle e Nina si avvicinavo ai due.
Dovevano parlare di lavoro. Erika e Orlando lo sapevano benissimo.
Ma la cosa bella è che, per un amore grande, ma che aveva trovato espressione e modo di esistere in quegli anni, un altro, poco più in là, cominciava a sbocciare. E il luogo del reato era sempre lo stesso. 

Nella piccola casa sull’albero Henry faceva vedere un bruco morto alla piccola Lydia. 
La bambina lo guardò schifata e disse:
“Che schifo! Non mi piace.. Buttalo via..”
Henry sorrise. E affacciandosi alla piccola finestra della casa sull’albero, butto il piccolo cadavere del bruco. Poi si mise a sedere vicino all’amica e disse, sorridente:
“La mia mamma mi ha raccontato che qua, quando era piccola come me, veniva a giocare col mio papà…”
Lydia sollevò la testa e guardò la casetta. Poi, guardando davanti a se corrugò la fronte e disse:
“Allora la tua mamma e il tuo papà sono sposati da quando erano piccoli?”
Henry sollevò entrambe le sopracciglia. Quello che aveva detto Lydia, da una parte aveva senso. Poi scosse la testa e disse:
“No! Il papà ha detto che era il migliore amico della mamma e che poi, n giorno si sono innamorati..”
Lydia sbarrò gli occhi e indicandosi disse:
“Come noi?”
Henry ebbe quasi un colpo. La piccola Lydia non poteva diventare sua moglie, sarebbe stato troppo.. strano?
Si sollevò e disse:
“Che schifo!”
Lydia annuì. Rimasero qualche secondo lontani, poi fu lo stesso bambino a prendere la parola e dire:
“Però i grandi si sposano tutti. La zia Sammy, la zia Valentina, mamma e papà, la tua mamma e il tuo papà, zio Billy e zia Alison, zio Dom e zia Evangeline…”
Lydia strinse gli occhi. Non capiva dove voleva arrivare il compagno di giochi. Ma fu Henry ad illuminarla, dicendo:
“Se mi devo sposare, allora voglio sposarmi con te. Così giocheremo per tutta la vita…”
“Ma i grandi non giocano” sorrise Lydia.
“I miei genitori si..” disse contrariato Henry.
I due bambini si guardarono e tesero il dito. Una promessa è una promessa.
E stringendo il mignolo, Henry disse:
“Prometto che quando sarò alto come papà e avrò la barba mi sposerò con Lydia Dawson. E che giocherò con lei per tutta la vita…”
Lydia sorrise e disse:
“Prometto anche io che quando diventerò alta… Non come la mamma, ma di più, e avrò quelle cose grandi come zia Erika, allora mi sposerò con Henry Bloom e che ci giocherò tutta la vita..”
I due bambini sorrisero e si baciarono una guancia. 
Così sulla casa sull’albero, dopo anni, una nuova amicizia nasceva. E anche quella era destinata a diventare, particolarmente importante.

                                                                                    Fine. 


Allora Grazie a Narsil e benvenuta. Ad Assya, benvenuta anche a lei. 
Poi a Loribi, Marochan, Paddina, Alessiuccia, Fr@,Uriko, Moon..Vampyre ( dovunque essa sia^^), Fefe, Ithil, Linkin Park, Eowyn 21 10, Carluz e tutti quelle e quelli che mi hanno letto senza recensirmi.
Questa storia, nonostante sia una storia nata per caso e non sentita come la mia prima fic, si è rivelata importantissima. Mi ha permesso di conoscere persone meravigliose e specialmente di conoscere meglio questo ragazzo di nome Orlando. Non posso negare che per scrivere questa fic mi sono informata su di lui, come, tempo fa feci per Dom. 
Comunque. Ho letto molto su Orlando e mi sono fatta una buona idea su di lui.
Chiedo umilmente scusa a tutti i miei amici. Sappiate che non ho fantasia per i nomi, quindi li ho inseriti nella mia storia dando loro delle caratteristiche a la loro adatte. Nina, Egle, Sabrina, Mark, Lizza, Francis, Valentina, Michelle e Leonard. Loro sanno di chi parlo.
Chiedo scusa a Dominic Monaghan, Elijah Wood, Billy Boyd, Viggo Mortensen, Peter Jackson, George Clooney, Brad Pitt, Johnny Depp, Keira Knightley e tutte le persone famose tirate in ballo. Non credo che la leggeranno, ma è meglio tutelarsi per un futuro, non si sa mai.
Chiedo scusa alla Bosworth, attuale fidanzata di Orlando, che, per quanto ho visto, per la gioia delle più, ma non di tutte, in questa fic, per l’ennesima volta è stata spodestata dal suo ruolo di ragazza ufficiale.
E grazie ad Erika e Orlando. I miei personaggi. Mi hanno fatto compagnia per un mese. Grazie. A voi due. Per me è come se, in un universo parallelo esistano davvero loro due che vivono felici e che ridono e scherzano assieme a tutti i loro amici.
E spero che siano felici come gli ho immaginati io.
Grazie davvero. 
Spero che il capitolo speciale vi piaccia. Me lo ha consigliato Marochan. Quindi per qualsiasi reclamo prendetevela con lei. scherzo. Marochan ti voglio bene.
Grazie a chiunque è arrivato fino a qui. Mi commuovete. Davvero. E da una parte mi spiace che sia finita.
Una saluto a tutte voi. Niniel.


(Per ora la storia è conclusa così. Per chiunque fosse interessato c’è il 31° capitolo.. quello speciale. Spero che vi piaccia. Un bacio Niniel..)

   
 
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