Fandom: Sherlock (BBC)
Titolo: Funziona
Rating: PG
Conto Parole: 425 (OO)
Personaggi/Pairing: fem!Sherlock/fem!John (Sheridan/Joan)
Avvertimenti: genderswap immotivato, donnine che limonanoH
Note: Scritta per sherlockfest_it, fem!Sherlock, fem!John, "Non capisco perché gli uomini debbano fissarmi insistentemente le tette." "Oh, io lo so."
Prompt (MDF @ it100): "La teoria è quando si sa tutto ma non funziona niente. La pratica è quando funziona tutto ma non si sa il perché. In ogni caso si finisce sempre con il coniugare la teoria con la pratica: non funziona niente e non si sa il perché." (A. Einstein) - I sei samurai (e un gabbiano ninja)

Cosa fa una persona responsabile a pochi giorni dall'orale di maturità? ...si iscrive a fest, è ovvvio.

Sheridan era una donna brillante, ma alle volte poteva essere così terribilmente clueless riguardo ai rapporti umani da risultare quasi tenera. O spaventosa. In effetti, era come una bambina, e di una bambina aveva talvolta tutta la crudeltà inconsapevole.
Sheridan non era una persona facile, e questo Joan l'aveva capito immediatamente. Non era facile avere a che fare con lei, sopportare i suoi scatti, le sue bizzarrie, le teste mozzate nel frigorifero, i messaggi continui. Ma a Joan le cose facili non piacevano. Non aveva avuto tutti i torti Mycroft a dire che la guerra le mancava.
No, si disse Joan, non la guerra. Non quel carico di orrori. Ma la tensione continua, quella che ti tiene viva, che ti spinge sempre a galla, l'adrenalina e la puzza di follia, quelle sì. E con Sheridan ne aveva a piene mani.
Non la capiva quasi mai, la seguiva sempre da lontano e a volte sentiva di odiarla. In teoria era la peggior coinquilina che potesse trovare.
Ma la pratica, quella era tutt'altra cosa.

Sheridan emise uno sbuffo esasperato. Erano appena rientrate in casa dopo una delle loro scorribande all'obitorio, e Joan pensò ci fosse qualcosa che non quadrava nelle indagini.
“Non capisco perché gli uomini debbano fissarmi insistentemente le tette”, sbottò invece l'investigatrice.
Joan si lasciò andare ad una risata divertita. Solitamente Sheridan non indossava niente di provocante, e le sue sciarpe -Joan sospettava ne avesse un'intera collezione, tutte identiche- le coprivano le rare scollature. Ma per quanto lo nascondesse, quello era un corpo che implorava di essere guardato. Non che ne avesse così tante, di tette, ma se ne stavano lì così fieramente tonde, sode e dritte, sopra quei fianchi dritti quasi maschili- e, accidenti, Joan si era di nuovo persa a guardarle. “Oh, io lo so”, le rispose infine, con un tono di infinita comprensione, avvicinandosi piano, fino a mettere Sheridan spalle al muro.
“Non capisco neanche te. Sono cumuli di ghiando- mmh...!”, la sua spiegazione non richiesta fu interrotta dalla lingua di Joan che, impietosa, correva a ricordare all'investigatrice quanto quei fasci di muscoli, mucose e terminazioni nervose potessero avere effetti deleteri sulle sue capacità di ragionamento. Un ginocchio sapientemente premuto fra le sue gambe, e Sheridan smetteva di pensare alle ferite d'arma da taglio. Una mano sulle sue ghiandole mammarie e si dimenticava anche di quell'alibi poco convincente.
La lingua di Joan che le scendeva lungo la linea della mascella e poi sul collo, invece, era estremamente convincente.

La teoria prometteva male.
Ma la pratica funzionava a meraviglia.