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Autore: B_Regal    06/07/2011    2 recensioni
Distretto di Polizia 10: la vita al decimo tuscolano scorre tranquilla, fino a quando una visita inaspettata non sconvolge l' equilibrio, faticosamente costruito, del commissario Benvenuto: Anna, tornata a Roma con la sua bambina, cerca di recuperare il rapporto perduto con il suo migliore amico: ci riuscirà?
Una OS, a finale aperto, per immaginare un risvolto diverso nella vicenda dei nostri personaggi preferiti..
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E ritorno da te
 
 
Il grande portone si erigeva maestoso davanti a lei e le faceva quasi paura. Eppure quante volte si era trovata lì davanti, quanti momenti aveva vissuto, senza nemmeno pensare che un giorno sarebbe stato tutto un ricordo. Adesso, le sembrava così lontano..
“Mamma, ciuccio..”
Rivolse lo sguardo verso la bambina riccia che sedeva nel passeggino e tendeva le braccine verso terra, dove giaceva il suo ciucciotto.
Si inginocchiò e lo prese. La bimba allungò la mano per riprenderselo ma lei scosse la testa “no amore, questo adesso è sporco!”
Nel momento stesso in cui lo metteva in borsa il portone si spalancò e ne uscirono due ragazze: una aveva i capelli biondi e lunghi e un giubbino di pelle, l’ altra una maglietta verde e corti capelli rossicci. Stavano ridendo insieme quando la notarono.
“Salve, le serve qualcosa?” chiese la rossa.
Anna sobbalzò quasi quando si rese conto che stavano parlando con lei “Ehm, no.. grazie!”
“ne è sicura?” domandò l’ altra poliziotta, sospettosa.
“Si.. solo.. solo una domanda. Il Commissario Benvenuto lavora ancora qui?”
“Si, è dentro! Glielo chiamo.. che gli devo dire?”
“Niente! Non c’ è bisogno che lo chiami.. davvero! Posso fare da sola..”
“Come vuole, arrivederci!” Le due si allontanarono chiacchierando e Anna non potè fare a meno di osservarle: quelle ragazze le ricordavano in maniera impressionante lei ed Elena: tre anni fa sarebbero uscite loro dal X tuscolano, parlottando tra loro proprio come stavano facendo quelle due poliziotte. Improvvisamente si sentì sostituita, e le fece quasi male. Ma schiacciò subito quella sensazione e, afferrate le maniglie del passeggino, si decise finalmente ad entrare.
L’ atrio era identico a come l’ aveva lasciato. Aveva persino lo stesso odore. Ma quando si voltò verso la guardiola fu dispiaciuta di non vedere Ugo, ma, al suo posto, un giovane e belloccio agente.  Continuò a cercare, mentre la figlia si agitava ed emetteva piccoli urli.
“Shh Ludo.. silenzio!” le ordinò, mentre con lo sguardo cercava disperatamente un viso familiare. E lo trovò. Gabriele stava arrivando proprio in quel momento, assieme a un uomo brizzolato. Anche lui la riconobbe subito, perché sorrise e accellerò il passo per raggiungerla.
“No, Anna! Ma sei veramente tu..”
“A quando pare.. tranquillo Mancini, non sono un fantasma neanche questa volta!” scherzò, alludendo a una battuta di Gabriele quando era appena tornata in servizio dopo l’ infiltraggio.
Lui rise, e l’ abbraccio. Anche se avevano lavorato poco insieme, avevano stretto un bel rapporto. “che bello che sei venuta..”
“Si..”
Poi Gab spostò lo sguardo sul passeggino “Allora è vero che sei diventata mamma..”
“Chi te l’ ha detto?”
“Lo sai, qui dentro le voci girano.. quanto c’ ha?”
“due anni a Luglio..” rispose guardando orgogliosa sua figlia. Era così strano tornare in commissariato con lei. Ormai erano passati più di tre anni da quando era andata via, si era laureata e stava finendo la specializzazione.
“Gabriè, ce la presenti o no la signorina?” Pietro era rimasto in silenzio, ascoltando la conversazione, ed era chiaro che si conoscevano bene lei e Gab. Ma come? Una vecchia fiamma?”
“La signorina..” rispose quello, calcando sulla parola “è stata una nostra collega qualche anno fa. E si da il caso che abbia sgominato un’ intera banda di mafiosi russi!”
“Vabbeh non esagerare adesso!” rispose Anna, un po’ in imbarazzo “non l’ ho mica fatto da sola..”
“Oddio Anna! Non ci posso credere!”
Anna si voltò giusto in tempo per guardare Vittoria in faccia, quando quella l’ avvolse in un caloroso abbraccio.
“Vittoria!” esclamò, sinceramente felice di vederla.
“Tesoro, che bella sorpresa! Ma quando sei arrivata? E perché non  hai chiamato? Hai portato tua figlia.. finalmente non vedevo l’ ora di conoscerla! Ciao Ludovica.. ma sei più bella di come ti ha descritto la mamma.. vieni qua, principessa.. Posso prenderla?”
Tutti guardavano la scena divertiti, Vittoria era un fiume in piena. Solo la piccola Ludovica era impassibile, e la guardava diffidente stringendo con una mano il suo inseparabile ciuccio.
“Certo che puoi! Anche se non so come reagirà, non sta volentieri con gli sconosciuti!”
La Guerra sfilò la piccola dal passeggino, e lei sembro apprezzare il gesto.
“Allora, come mai qui?”
“Semplicemente mi sono finalmente decisa a venire. Era da tempo che volevo, no non fare quella faccia, dico sul serio, solo che.. Ludovica, Abel, l’ università.. era impossibile!”
“Capisco, non ti preoccupare.. e il tuo compagno?”
“Lui è fuori per lavoro.. è per questo che sono venuta. Doveva scendere a Napoli e così ho pensato di partire con lui e fermarmi qui a Roma. E’ stata una cosa improvvisa, ma avevo troppa voglia di vedervi!”
“Hai fatto bene..”
“E il piccoletto dov’ è?” domandò Gabriele, alludendo ad Abel.
“E’ in Ungheria, dai suoi zii.. sai quando è spuntata fuori la sorella di Dorian, ho seriamente temuto di non avere più l’ affidamento. Poi per fortuna è stato considerato il fatto che Abel non conosceva la sua famiglia e non parlava neanche bene la lingua, quindi l’ hanno fatto restare con me, a patto che ogni tanto vada a trovarli..”
“Non sembri molto contenta..” osservò Vittoria, mentre spupazzava Ludovica.
“Beh, io io sono contenta che abbia rapporti con la sua famiglia, con la famiglia di suo padre.. però sono abituata ad averlo in casa, odio dovermi separare da lui!”
“E’ normale, adesso sei sua madre.. ma quando torna?”
“tra otto giorni. Prima ci restava poco, adesso che ha legato con i cuginetti, ci sta anche due settimane. Che non passano mai tra l’ altro, ma vabbeh..”
All’ improvviso, calò il silenzio. Nessuno sapeva cosa dire, o meglio tutti lo sapevano, ma nessuno aveva il coraggio. Anna non aveva il coraggio di chiedere di Luca, e Vittoria di parlare di lui. Pietro e Gab si congedarono, e rimasero solo le due donne.
Ma furono i fatti ad agire per loro. 
“Arrivederci, allora..” la voce di Luca risuonò nel corridoio, e si avvertì chiaramente che si stava avvicinando. Anna si sentiva quasi mancare. Tre anni. Tre anni che non lo vedeva. Che non gli parlava. Che era sparito dalla sua vita.
Il primo uomo che vide attraversare l’ atrio e uscire, salutando, non lo conosceva. Appena dopo di lui, una donna. Una donna che aveva un viso familiare.. un flash. Il suo arrivo al X tuscolano. Il commissario che l’ aveva salutata con una stretta di mano. Giulia Corsi. Era davvero lei.
“Vittoria, mi chiami..” Giulia si bloccò, sorpresa “Anna!”
“Commissario..” rispose lei.
“No, commissario niente. Non siamo nemmeno più colleghe..! Vieni qua..”
Quell’ abbraccio la colse impreparata. Non aveva mai avuto rapporti così.. intimi.. con la Corsi. Comunque ne fu felice. Lo sentì sincero, non di circostanza.
“Tua figlia?” disse guardando la bimba tra le braccia di Vittoria “che amore che è.. ciao piccolina! Sei propro bella, sai?” sorrise  e tornò a guardare Anna “E chi se l’ aspettava..”
Anna sorrise “potrei dire la stessa cosa.. non sapevo si fo.. ti fossi trasferita qui!”
“e invece sono tornata da quasi tre anni ormai! Si, poco dopo che tu sei andata via.. mi hanno parlato molto di te, sai.. so che sei cambiata molto rispetto a quando ti ho lasciata..”
“Si, è vero. Per fortuna, ho dato meno problemi..”
“Ma che problemi, che eri bravissima! Testarda, ma bravissima. E infondo sei ancora così, è chiaro, altrimenti non avresti sconfitto la Mafia Russa..”
Anna, un po’ sconcertata,  si voltò verso Vittoria.
Giulia capì al volo “Guarda che qui tutti quelli che ti hanno conosciuta parlano di te.. e benissimo, ovviamente. Anche se devo dire che la maggior parte delle informazioni le ho avute da Luca..”
“Ah..”
La Corsi si rese conto di aver toccato un tasto dolente “senti, ti va se prendiamo un caffè? Così Vittoria mi fai anche quel favore, se non ti dispiace..”
“No, macchè.. mi porto anche la piccola?”
“Meglio di no, ti darebbe fastidio..”
“Se è un angelo! Dai la porto come me.. saluta la mamma Ludo! Ciao ciao!”
“Ciao amore mio! Fai la brava eh!”
Rimaste sole, Giulia fece segno ad Anna si seguirla.
“Lo so, non ti aspettavi questo atteggiamento, da me.. noi infondo ci siamo conosciute poco. Però davvero, in questi anni ho sempre sentito parlare così bene di te. E, ti dico la verità, non capivo. Cioè.. sul fatto che dicessero quanto fossi brava, nessun dubbio, per carità. Ma quando si parlava del tuo carattere.. della tua dolcezza, della tua disponibilità.. perdonami ma io.. non ti ricordavo così..”
Anna rise, mentre prendeva il caffè che l’ altra le porgeva “non c’ è niente da perdonare, hai perfettamente ragione. Io non ero così.. o meglio non lo ero i primi tempi. Il cambiamento è arrivato dopo.. grazie a queste persone. Se io sono così adesso lo devo a loro, e in particolare a Luca..”
“Appunto, Luca. Ho intuito che c’ entrava lui. Infondo, mi ricordo che instauraste un bel rapporto. E’ per questo che gli ho chiesto spiegazioni. Lui mi ha detto che era una storia complicata.. e mi ha invitata a cena a casa sua. Abbiamo parlato di te per l’ intera serata, sai? Mi ha raccontato tutto..  del vostro rapporto, di come si è evoluto, dei tuoi ex fidanzati. Lo so forse non ti farà piacere.. però è giusto che tu lo sappia..”
“Figurati.. tanto quello che è successo con Giorgio e poi con Carlo lo sanno tutti qui dentro..”
“Comunque è per questo che ti ho abbracciato prima, lo so avrai pensato che sono impazzita, effettivamente questi slanci non sono da me. E' che.. niente, aspettavo questo momento. Mi ha colpito molto la vostra storia.. è così.. intensa. Luca poi.. beh lui quando parla di te.. gli si illuminano gli occhi.. sei veramente importante per lui e basta sentirlo raccontare quello che è successo per rendersene conto..  è stato davvero un peccato che sia finita così..”
Anna abbassò lo sguardo, dispiaciuta “lo so..”
“Non fraintendermi però, non ti sto giudicando.. io capisco perfettamente la tua situazione, anzi ti ammiro, hai superato un sacco di prove difficili, e non immagino neanche quanto deve essere stato difficile.. solo che, è un peccato che non siate riusciti a trovare una strada in comune, tu e lui..”
Giulia la fissò. Si chiese se non si fosse spinta troppo oltre già da subito. Insomma Anna era appena arrivata e lei gli aveva già rivelato che praticamente conosceva metà della sua vita, e dava pure giudizi “comunque lascia perdere.. facciamo finta che non ti ho detto  niente, io non ne avevo il diritto.. solo mi fa piacere che tu sia qui, avevo voglia di rincontrarti..”
“Grazie, anche a me fa piacere..” rispose, ed era sincera. Forse, se Luca avesse raccontato tutto a qualcun’ altro, le avrebbe dato fastidio. Ma stranamente per Giulia non era così. L’ aveva sempre ammirata, la trovava una bellissima persona. E forse, in quel momento, una persona come lei che sapesse, e che potesse capirla.. le poteva essere d’ aiuto.
“Anna, scusate l’ interruzione.. ma la piccola sta dormendo..”
Vittoria era apparsa con Ludovica tra le braccia, che dormiva placidamente.
“ah, figurati.. dammela..”
Lentamente, senza farla svegliare, la prese, mentre Giulia proponeva di portarla negli spogliatoi.
“Si, allora vado.. torno subito eh!”
“Prendo il passeggino e ti raggiungo!”
A passo svelto si incamminò per il corridoio, ma proprio in quell’ istante dall’ altra parte qualcun’ altro stava vendendo con la stessa velocità, e dovette fermarsi bruscamente, rischiando quasi di svegliare la bambina.
“scus..” alzò lo sguardo e rimase pietrificata. Era Lui. Era Luca. Ce l’ aveva davanti, e non si era preparata. Gli occhi di lui la ferirono più di una pugnalata al petto. Erano freddi. Sorpresi, ma gelidi.
 
Luca aveva bisogno di parlare con Mancini ed Esposito, e si era riversato nel corrodoio per cercarli. Quando si era reso conto che stava quasi per investire una donna con un bambino in braccio, si era fermato di scatto.  L’ aveva vista alzare lo sguardo dalla bambina a lui, e l’ aveva riconosciuta all’ istante. Anna. Anna lì. Dopo tre anni. Dopo oltre 30 mesi, era a un passo da lui. E non era solo. C’ era una bambina. Un piccolo angelo dai folti capelli scuri. La loro figlia. Di Anna, e di quell’ altro.
La fissò, incapace di decidere cosa fare. Un turbine di emozioni e pensieri lo avvolse. Voleva abbracciarla, voleva prenderla a schiaffi, voleva urlarle addosso tutta la sua rabbia, voleva dirla quando gli era mancata. Alla fine, rimase in silenzio. Fu lei a fare la prima mossa..
“ciao Luca..” esclamò, tremante.
“ciao Anna..”
“Scusa..” E non solo perché ti stavo per venire addosso, avrebbe voluto rispondere.
Ma lui capì lo stesso. Gli diede fastidio. Credeva davvero che bastasse chiedergli scusa?
“Niente. Scusa devo andare.. è importante..” La oltrepassò, senza dire altro. Lei ci rimase malissimo. Non si aspettava che gli buttasse le braccia al collo, ma neanche una reazione così fredda. Sospirò, mentre si avvicinava allo spogliatoio. Sarebbe stato più difficile del previsto. In quell’ uomo che l’ aveva guardata, quasi ferocemente, non c’ era niente del suo Luca. Aprì la porta dello spogliatoio mentre Giulia arrivava da dietro, spingendo il carrozzino “ho visto Luca..  vi siete incontrati?”
“Si..”
“E com’ è andata?”
“Lasciamo perdere..” sistemò la bimba nel cazzorrino, la coprì e la salutò con un bacio sulla fronte.
 
Quando tornarono nell’ ufficio agenti, trovarono Luca che aveva appena mandato fuori Pietro e Gabriele, e stava parlando con Vittoria. A giudicare da come si interruppero di scatto quando Anna entrò, fu chiaro che stavano parlando di lei.
“tutto a posto Ludovica?” domandò Vittoria.
“si, sta dormendo!”
Calò un imbarazzante silenzio. Anna faticava anche a trovare il coraggio di guardare in faccia Luca. Aveva paura di non riuscire a sostenere il suo sguardo.
“Allora, Anna..” intervenne prontamente Giulia “quanto ti fermi?”
“Tre, quattro giorni.. dipende da quando Filippo finisce il corso d’ aggiornamento!”
Finalmente, anche Luca si decise a parlare. Ma persino la sua voce era fredda, distaccata “vieni a casa?” domandò, secco.
Lei ci pensò un attimo “no, no grazie.. ma non voglio disturbarti..”
“Come vuoi..” solo quella frase. Nessuna insistenza, nessuna preoccupazione.
“e dove starai?” chiese Vittoria.
“vado in albergo. L’ ho già trovato, devo solo passare a prenotare la stanza!”
“Ma scusa, perché non vieni da me?” propose la Corsi.
“Grazie ma non ti preoccupare Giulia, l’ albergo va benissimo!”
“Ma perché, ho casa vuota! Dai, vieni! Mi farebbe piacere avere te e la bimba a casa per un po’!”
Anna non sapeva cosa rispondere. L’ idea di andare da Giulia non era male, era chiaro che lei glielo proponesse perché le faceva piacere e non solo per cortesia, ma se avesse accettato sarebbe stato evidente che non voleva stare da Luca. Lo guardò, e lui dovette capire il suo stato d’ animo perché si congedò immediatamente, dicendo che aveva del lavoro da finire.
Almeno questo, non era cambiato. Lui riusciva ancora a capirla con un solo sguardo.
“Allora Anna.. ci vieni?”
La ragazza sorrise “e va bene, si.. grazie!”
“Ma grazie a te! Sono semrpe sola, sarà bellissimo ospitarvi un po’! Allora se aspetti 10 minuti ti accompagno, cosi posi anche le valigie! E stasera organizziamo una bella serata a base di pizza e chiacchiere!  Ora vado che ho una cosa importantissima da fare! A dopo tesoro..!”
 
Per tutto il resto del pomeriggio, Luca evitò Anna e non cercò neanche di nasconderlo. Lei si sentiva a disagio, e cominciava a pentirsi di essere tornata a Roma. Le cose non stavano andando come aveva sperato. E non poteva neanche lamentarsi, infondo.. l’ aveva causata lei quella situazione.
“Forse non sarei dovuta venire..” disse a Vittoria e Giuseppe, mentre gli faceva compagnia nell’ ufficio denunce.
“Ma sei pazza? Se siamo tutti contentissimi di averti rivista..”
“si, tutti eccetto uno..”
Vittoria scosse la testa “devi solo dargli un po’ di tempo. Lui ha sofferto tantissimo quando te ne sei andata, e deve essere stato un colpo rivederti all’ improvviso, adesso che si era abituato alla tua assenza. Ma anche lui è contento che tu sia qui..”
“Non lo so..”  Le veniva quasi da piangere.
“dai Annina, non fare così.. vedrai che si risolve questa situazione!” la consolò Giuseppe, accarezzandole una guancia “e poi noi non valiamo proprio niente?”
Anna gli sorrise “ma che dici, voi valete tantissimo!”
“Allora uno di questi giorni ce lo dimostri, vieni a cena da noi! Tu e Giulia!”
“E’ un ottima idea!”
 
“Ecco, siamo arrivate... scusa il disordine eh, ma non ci sono praticamente mai!” Giulia lasciò entrare Anna, che stringeva tra le braccia la piccola Ludovica completamente nascosta da due strati di coperta, e richiuse la porta “vieni, ti porto in camera tua, così posi Ludo!”
La condusse nella camera degli ospiti, insieme spogliarono lentamente la bambina dall’ ingombrante cappotto – il pigiama la mamma gliel' aveva messo al decimo prevedendo che si sarebbe addormentata in macchina -  e tornarono in salone. Giulia mise subito a suo agio Anna. Accessero un po’ di musica e ordinarono le pizze, scherzando come due amiche di sempre. Non parlarono né di Luca, né del Distretto, volevano godersi almeno qualche ora di relax. Erano le undici quando le loro risate furono interrotte dal pianto di Ludovica.
“Oh no!” si lamentò Anna “e adesso chi la riaddormenta più!”
E infatti, mezz’ ora dopo si ritrovarono tutte e tre sul letto di Anna. Avevano provato in mille modi a far addormentare la bambina, con scarsi risultati, e così si erano arrese, lasciando che il sonno le tornasse da sola.
“Giulia se vuoi andare a letto vai eh.. domani devi svegliarti presto!”
“Ma figurati, sono abituata alle nottate.. quando si lavora al decimo, praticamente sono la routine!” Anna sorrise, amaramente, e la Corsi si pentì di quanto aveva detto.
“scusa..”
“No figurati, non è un problema.. non sono pentita della scelta che ho fatto. Certo, spesso mi manca il mio lavoro, i miei colleghi, infondo so che sarò una poliziotta per sempre, ma va bene così, ho fatto la mia scelta, e poi per lei è molto meglio così..” e indicò con lo sguardo la bimba che, seduta a gambe aperte sul letto, giocava con le matriosche che le aveva regalato il papà di ritorno da un viaggio in Russia, e che la tenevano impegnata per ore e ore.
“Hai ragione..”
“Il rimpianto più grande è per Luca. Mi dispiace da morire per come siano andate le cose..”
“Lui dice che sei stata tu a volerlo..”
“e ha ragione. E’ vero, ho interrotto io i contatti. Credevo di fare una cosa giusta. Eravamo troppo legati, e pensavo che se non avessimo preso un po’ le distanze, nessuno dei due sarebbe riuscito a vivere bene, senza l’ altro. Almeno per me era così. Ho cercato di allontanarmi da lui solo per cercare, in qualche modo, di dimenticarlo. Che poi lo sapevo dall’ inizio che sarebbe stato impossibile. Ma ci ho provato lo stesso. Volevo solo provare a cavarmela senza di lui, a spezzare quella dipendenza.. Vedi Giulia, se io adesso sono la persona che sono, lo devo a lui, a lui e basta.. è stata la prima persona nella mia vita che mi ha dimostrato un affetto sincero, reale, che non mi ha fatta senire sola.. non so se ti ha spiegato anche di una cosa che riguarda il mio passato..”
“Il tuo patrigno? Si, me ne ha parlato. E sinceramente mi sono anche sentita un po’ una mer*a per non averlo capito..”
“no, e tu che c’ entri? Nessuno lo poteva capire..”
“Non è vero, era chiaro che c’ era qualcosa che ti faceva stare male Anna, solo che io ero troppo presa dai miei casini per cercare di capire. Non sai quante volte mi sono riprosta di provare ad avvicinarmi a te, ma non l’ ho mai fatto. Per fortuna che c’ è stato Luca.. lui si che si è dato da fare veramente.. si è affezionato a te quasi subito, è stato l’ unico che ha capito chi eri veramente..”
“Già. Ed era solo l’ inizio. Poi sono subentrati i problemi con mia madre, poi Giorgio, il tradimento, l’ aborto.. e lui c’ è sempre stato, sempre, non mi ha fatta sentire abbandonata neanche una volta. E io invece alla prima occasione l’ ho allontanato..”
“Però Anna, lui mi ha detto anche di quello che c’ è stato tra di voi poco prima che te ne andassi. E credimi è stato assolutamente normale il tuo comportamento.. nessuna donna innamorata avrebbe potuto sopportare una situazione simile..”
“Io avrei dovuto. Per anni non ho fatto altro che creare problemi e invece quando la confusione ce l’ aveva lui, mi sono tirata indietro..”
“Lui non la pensa così. Ammette i suoi errori, sai? Sa di averti costretta a stare dietro ai suoi dubbi, alle tue incertezze.. sa di averti costretto a stargli vicina solo come amica quando ne eri innamorata, e non ti fa una colpa se non ci sei riuscita..”
“Non lo so, Giulia, io sento comunque di aver sbagliato..” sospirò, prima di voltarsi e vedere che la figlia gattonava verso il bordo del letto “Ludo, non così che cadi!”
“Mamma mio!” si lamentò la piccola, guardando verso terra. Giulia sorrise e si chinò per raccogliere il pezzo della matriosca caduta per terra.
“Comunque, Anna..” esclamò, mentre gliela resituiva “il punto è un altro. Tu sei ancora innamorata di lui?”
Anna la guardò. Quella domanda la spiazzava. Eppure era felicemente fidanzata con Filippo, avrebbe dovuto rispondere di no, senza dubbi. E invece.. non era così sicura della sua risposta.
 
 Il mattino dopo Anna decise di portare Ludovica a Villa Borghese, mentre Giulia andava a lavoro. Era una mattinata piuttosto calda, e la bambina si divertì molto a scorrazzare nell’ erba, rincorrendo piccioni o gli altri bambini che vedeva passare. Verso le dieci le comprò un gelato, poi stese una coperta nell’ erba e ci si stradiò assieme alla figlia. Intanto continuava a pensare alla discussione della sera precendente con Giulia. L’ aveva turbata, e si sentiva confusa più che mai.
“Amore mio, ma chi ce l’ ha fatto fare di venire qua, eh?” sospirò, mentre la stringeva al petto.
Per pranzo si incontrò con Giulia e Vittoria, e il pomeriggio le seguì in commissariato.  Luca non c’ era, stranamente, sentì dire dalla ragazza dai capelli rossi, quel giorno faceva di tutto per uscire di pattuglia. “stranamente..” ripetè Anna, amaramente, uscendo dal bagno.
“Anna!” la chiamò Tamara “Ludovica si è addormentata, lo spogliatoio era occupato e Vittoria l’ ha messa nell’ ufficio di Luca. Vittoria mi ha detto di avvertirti!”
“va bene Tamara, grazie!”
 
In ufficio denuncie, Gabriele e Vittoria avevano appena finito di raccontare ai tre nuovi la storia di Dorian e le motivazioni che avevano spinto Anna a lasciare la polizia.
“certo che peccato.. buttare così anni e anni di carriera..” esclamò Pietro.
“Io non riesco a capire..” continuò Barbara “come ci si può innamorare di un mafioso..”
“Dorian Lazslo non era solo un mafioso!” replicò Giuseppe “Lui era una grande persona. Non so come ci fosse finito in quella roba, ma quello che sappiamo con certezza è che si era innamorato veramente di Anna, per lei ha tradito la sua banda e si messo contro tutto e tutti. Non so quanti polziotti avrebbero fatto la stessa cosa..”
Gabriele alzò le spalle “Resta comunque un mafioso!” 
“Gabriele, devi imparare che non ci sono mai persone solo buone, e persone solo cattive. Tutti hanno dei sentimenti, ed Anna aveva fatto venir fuori quelli di un mafioso russo. Dovrebbe farvi capire molto questo.. non dovete mai dare nulla per scontato..”
“Io la trovo una storia molto romantica.. una poliziotta e un criminare che si innamorano, ma che non potranno mai coronare il loro amore, perché appartengono a due categorie completamente opposte..”
“Marta, te guardi troppi film d’ amore dammi retta!”
“ma perché, scusa? Ma vi rendete conto che quell’ uomo si è fatto uccidere pur di salvare la donna che lo doveva incastrare? Ma prendete a esempio, invece di criticare!”
“Vabbeh ragazzi comunque noi non possiamo giudicare..” sentenziò Barbara “L’ unica che sa davvero cosa si prova è lei, le nostre alla fine sono solo supposizioni!”
“sta di fatto che questa cosa deve averla proprio devastata, se ha deciso di cambiare così bruscamente vita..”
“secondo me ha devastatato più Luca..” si lasciò scappare Gabriele, prima di ricevere un’ occhiaccia da parte di vittoria.
“Luca? E perché?”
“Niente Marta, Gabriele parla troppo lo sai..”
“E ma io adesso sono curioso..!” protestò Pietro.
“dopo vi spiego..”
Vittoria scosse la testa “No Gabriè tu non spieghi proprio niente, questi sono fatti privati della vita di Luca, che non ti devi permettere di sbandierare in giro. Abbiamo già parlato troppo.. a lavorare adesso, forza!”
 
 
Luca entrò a passo svelto nel commissariato. Si guardò intorno, Anna non era nei paraggi, così si dileguò verso il suo ufficio. Si sentiva uno stupido, nascondersi neanche fosse un ladro, ma non aveva voglia di vederla. Era arrabbiato, e vederla gli faceva male. Ma, allo stesso tempo, gli faceva venire voglia di abbracciarla. Non riusciva a capire come quella donna potesse procurargli emozioni così contrastanti. Pensò a un famoso brano di Catullo che aveva studiato al liceo “ti odio e ti amo. Forse ti chiedi come sia possibile..” Si, allora non riusciva a capire quei versi. Adesso invece.. adesso capiva perfettamente.
Aprì la porta dellì ufficio e la chiuse di scatto. Ma proprio quel rumore fece svegliare Ludovica, che dormiva sul divano, e di cui lui non si era minimamente accorto. Se ne rese conto solo quando vide la testolina riccia e mora della bambina spuntare dalla copertina. La bambina si mise seduta, si guardò intorno e, non rinonoscendo né Luca ne il posto, cominciò a piangere.
Luca era a disagio. Non ci sapeva fare con i bambini piccoli, non aveva esperienza e aveva quasi paura ad avvicinarsi.
“Shh, no piccola no, non piangere, vado a chiamare la mamma adesso eh.. non piangere!”
Ma quella non fece che aumentare il tono, e il pianto divenne sempre più disperato.
“Ok, ho capito..” si avvicinò e, un po’ goffamente, sollevò la bimba e cercò di carmarla, agitandola su e giù “ssh, non avere paura.. sono un’ amico della mamma.. ecco, così, brava..” Ludovica in braccio a lui si stava calmando, quandomeno aveva smesso di urlare “perfetto, bravissima!” si andò a sedere dietro la sua scrivania, tenendo la piccola su una gamba “lo sai, sei più ubbidiente di tua madre. Lei non mi ascolta mai. Anzi, non mi ascoltava mai.. E’ terribile. Ma forse lo sai già.. si che lo sai, infondo è la tua mamma. Mi raccomando non diventare una testaccia dura come lei, eh! Forse il carattere è meglio che lo prendi da papà.. che poi non so neanche com’ è il tuo papà.. però, se è riuscito a conquistare il cuore di mamma, deve essere proprio una persona speciale. E sicuramente più in gamba di me.. si, senza dubbio. Ha fatto quello che io non ho mai avuto il coraggio di fare. Spero che tu possa essere come lui, da grande. Non avere mai paura dell’ amore, Ludovica. E’ la cosa più stupida che si possa fare. Si finisce per perdere le cose più importanti. Ricordatelo questo, eh! Me lo prometti che te lo ricorderai?”
Sorrise, ed era un sorriso un po’ beffardo. Ma chi voleva prendere in giro? Quella bambina aveva due anni, non aveva capito una parola di quello che aveva detto. Forse, quel discorso, era rivolto più a se stesso, che a lei. O forse aveva solo bisogno di dire quelle cose a qualcuno, e cosa c’ è di meglio delle orecchie innocenti di un bambino?
Decise che era ora di riportarla da sua madre, e si alzò. Rimase di sasso quando, sulla soglia, vide Anna, che lo fissava. E piangeva. O meglio aveva appena cercato di nasconderlo asciugando le lacrime, ma i suoi occhi per Luca erano inconfondibili, quando piangeva.
“Te la.. stavo.. portando..” balbettò, imbarazzato. Era chiaro ormai che lei avesse ascoltato tutto il discorso.
“Siete.. siete bellissimi insieme, tu e Ludo..”
Rimasero in silenzio qualche secondo, poi Luca allargò in braccio libero “vieni qua scema..”
Anna sorrise entusiasta e ci si tuffò, stringendo lui da un lato, e sua figlia dall’ altro. Si sentì pervadere immediatamente da una sensazione di calore, così familiare, ma allo stesso tempo così lontana. Quanto le erano mancati, gli abbracci di Luca. Erano quel genere di abbracci che ti fanno sentire al sicuro, che ti fanno smettere di avere dubbi, o paure. Quel genere di abbracci che ti può dare solo una persona che a te ci tiene davvero. Visti così, potevano sembrare una famiglia.
“Cazzo, Luca..” esclamò Anna, rimanendo stretta a lui. E in quella frase c’ era tutto. C’ era il suo sollievo, c’ era la sua paura, la sua sofferenza, e la sua gioia.
“Mi sei mancata..”
“Anche tu, tantissimo! Mi dispiace, ho fatto una stronz*ta enorme!”
“Anna, non adesso. Ne dobbiamo parlare con calma. Adesso, per cominciare, riprenditi questa peste prima che mi fa diventare calvo!”
Anna rise “scusa, è che le piace toccare i capelli!”
“Me ne sono accorto..” rispose mentre gliela consegnava.  Anna la mise seduta nel carrozzino, ignorando i suoi capricci.
“comunque, è molto bella!” Aggiunse, un  po' impacciato “direi che assomiglia a te, ma non avendo mai visto suo padre..”
“No, assomiglia davvero a me. Ha i miei lineamenti, e miei capelli. Però ha gli occhi chiari come quelli di Filippo..”
“ah..”
si resero conto entrambi dell' imbarazzo che avevano nel parlare del compagno di Anna. Quasi come se fosse di troppo. Come se non c' entrasse.
“senti Anna, ti va di fare una passeggiata? C' è il sole, possiamo portare Ludovica al parco.. se ti va..”
Lei annuì senza pensarci due volte “ovvio che mi va! Andiamo?”
“Si, andiamo dai..” aprì la porta e aspettò che uscisse lei, poi la seguì e si lasciò l' ufficio alle spalle.
 
 
“Allora, com' è stato tornare dopo tutto questo tempo?”
Camminavano in direzione del parco, Anna spingeva il carrozzino con Ludovica, che sgambettava eccitata.
“Strano..” rispose la ragazza “lo sai, quando sono arrivata ho visto le due nuove che uscivano, e i è venuta quasi una sorta di.. di gelosia.. perchè mi hanno ricordato me ed Elena, e ho pensato che, che avessero preso il nostro posto!
“E'  normale, ma ti assicuro che non è cosi, nessuno potrà prendere il vostro posto! .. ma la senti ancora?”
“Elena? Si, certo. Ci sentiamo spesso, e ogni tanto viene a trovarci a Trieste, con Davide. Sono felici insieme..”
“Capisco. Beh, quindi l' unico a cui hai impedito di essere partecipe della tua vita, sono stato io..” quella frase venne fuori particolarmente sarcastica, e si rese conto solo dopo di averla ferita “scusa..”
“non scusarti, hai ragione. Si, l' ho impedito solo a te, e adesso mi rendo conto di quanto sono stata stupida..”
“ma perchè? E' questo che io in tutti sti anni ancora non so riuscito a capire! Che cosa ti ho fatto?”
“Che mi hai fatto? Al massimo devi chiederti che cosa non mi hai fatto! Tu hai cambiato la mia vita, Luca. Da quando ti ho conosciuto mi sei sempre stato vicino, mi hai sostenuta, ti sei fidato di me quando sembrava non lo facesse nessuno. Tu sei l' unica persona nella mia vita che non mi hai mai tradita, che non mi ha mai fatta sentire.. sbagliata. Tu mi hai dato tutto quello che io ho adesso, e che sto cercando di trasmettere anche a lei..” aveva parlato tutto d' un fiato, tanto da avere l' affanno, quando finì, e abbasso lo sguardo per terra, incapace di sostenere il suo sguardo.
“E il ringraziamento era allontanarmi da te?”
“No, il ringraziamento era alleviarti il dolore, come tu hai sempre fatto con me. E ho pensato che interrompere tutte quelle chiamate, quei messaggi, quelle chiacchierate dopo le quali stavamo sempre male, e non mi dire che non è vero perchè lo so che ci stavi male anche tu, fosse l' unica soluzione per farci soffrire di meno, per farci abituare più in fretta alla lontananza,  per farci imparare a vivere l' uno senza l' altro, perchè io fino a quel momento a vivere senza di te non ci riuscivo!”
 
“e dopo, ci sei riuscita?”
lei scosse la testa “no, ho capito subito che non ce l' avrei fatta. Ho pensato di chiamarti, ma magari per te era diverso, magari tu ne saresti stato in grado. E poi avercela con me ti avrebbe aiutato..”
“ma aiutarmi a cosa, Anna, per piacere! Io non ho mai avuto nessuna intenzione di allontanarmi da te. Io volevo continuare a starti vicino, e credevo che sarebbe stato così. Credevo che quando hai detto che non sarei mai stato roba vecchia, dicessi sul serio..”
“E io dicevo sul serio, te lo giuro, Luca! Non sarei qui se non fosse così.. tu per me sei ancora una delle persone più importanti della mia vita, più indispensabili. Ma dovevo provare a vivere senza di te, capisci? Lo dovevo a mia figlia, soprattutto. Lei aveva bisogno di stabilità, una stabilità che io non riuscivo ad avere perchè dopo ogni telefonata con te ero a pezzi, letteralmente. Mi sentivo così.. debole, così vulnerabile... Volevo solo provare a trovare da sola quella forza che avevo sempre trovato in te. Era importante, adesso che stavo per diventare madre, che dovevo assumermi la responsabilità totale di mia figlia..”
Luca la fissava. Adesso che aveva ascoltato le sue ragioni, cominciava a vederla da un altro punto di vista. Non era cambiato niente. Insicura, come lo era sempre stata. Aveva cercato di isolarsi da lui, come se dovesse dimostrare a qualcuno di poterne essere capace. Ma restava il fatto che lei l' aveva fatto stare male, e questo non poteva dimenticarlo.
“Perchè non me ne hai parlato? Potevi spiegarmi, potevamo trovare una soluzione. Tra tutte queste riflessioni, hai mai pensato a quello che avrei potuto provare io? Ti sei mai chiesta cosa ne pensassi? Ti è mai passato per la testa che volevo avere almeno la possibilità di replicare?”
“Lo so, lo so hai ragione! Sono stata egoista, è vero, ma non ho avuto il coraggio di parlarti, ecco perchè ti ho scritto, invece di dirtelo per telefono..”
“Già, molto corretto, complimenti..”
“mi dispiace..”
“beh, dispiace più a me! Sono stato una merda, Anna. Una merda! Mi sono sentito.. buttato via, dall' unica persona che credevo non avrei mai perso. Tu sei partita per rifarti la tua vita, la tua bella famigliola, e io sono rimasto qui, da solo. E mi hai negato persino la possibilità di parlarti, di dirti quanto stavo male per la storia di Remo.. non ho potuto sperare neanche nel tuo conforto, eppure, quando eri stata tu ad avere bisogno di me, io ci sono sempre stato, sempre Anna. Mentre tu mi hai completamente dimenticato, come se avessi rimosso tutto, tutto quello che c' era stato. Mi sono sentito un.. cretino, ecco! Un cretino che aveva creduto finalmente di aver trovato la sua famiglia..”
Finalmente l' aveva fatto. Gli aveva sputato addosso tutto quello che sentiva dentro, e che non aveva mai detto a nessuno, nemmeno a Giulia, quando le aveva raccontato tutta la storia.
Anna abbassò lo sguardo, mortificata, lasciando cadere le lacrime “non è cosi, te lo giuro! Io non ti ho dimenticato, nemmeno per un momento! Non immagini quanto avrei voluto che ci fossi anche tu quando è nata Ludovica. Un sacco di volte ho preso il telefono, ho pensato di chiamarti, ma non sapevo come avresti reagito. Non avrei sopportato di sentirti arrabbiato. E poi, Vittoria mi aveva raccontato di Viola.. e io..”
“Viola non c' entra niente in questa storia..”
“Ah no? Credevo ci fosse stato qualcosa..”
“non è vero. Cioè.. la scomparsa di Remo ci aveva avvicinato molto, e si, lo ammetto, qualcosina c' è stata, ma è finito tutto, lei amava suo marito. E' stato solo un abbaglio, come..”
“come tra noi due?” concluse lei. E si riferiva palesemente a tutte quelle volte che Luca aveva tentato un approccio con lei, per poi ritirare tutto subito dopo.
“è diverso..”
“Diverso come? Cosa hai provato per lei?”
“non lo so, sicuramente non amore. Ma non lo so. E comunque, non credo di dover rendere conto a te di quello che c' è stato tra me e lei!”
“No, infatti..” rispose, mordendosi nervosamente il labbro. Le solite scenate di gelosia. Le aveva quasi dimenticate, tanto era il tempo passato.
“mamamammaa.. appiii!” cominciò a lamentarsi Ludovica, togliendoli da quell' imbarazzo.
Anna le sorrise “Si, amore..” si sedette su una panchina e prese la borraccetta con l' acqua. La piccola l' afferrò e se la porto alla bocca.
“come hai fatto a capire che voleva bere?”
“me l' ha detto, no? Appi, è l' acqua..” rispose come se fosse la cosa più naturale del mondo.
“ah si? Beh, hai una grande fantasia..”
“Ma non è difficile..”
“Per me si, io non l' avrei mai capito. Evidentemente è l' amore, che fa capire al volo le persone..”
Anna alzò lo sguardo verso di lui “già..” rimase qualche secondo in silenzio, sovrappensiero, poi incontrò di nuovo i suoi occhi “che devo fare?”
“in che senso?”
“per farmi perdonare da te. Che devo fare?”
“Non essere sciocca, Anna. Non devi fare proprio niente, lo sai che ti ho già perdonata..”
“davvero?”
“Ma ancora non l' hai capito che io non riesco ad avercela con te?” le sorrise “certo, mi hai fatto parecchio male, ma ormai è inutile rimuginarci sopra, no?”
A lei le si illuminarono gli occhi, quasi non riuscisse a crederci “Oddio Luca..” in un balzo si lanciò tra le sue braccia. Lui l' accolse, ridendo. Stringerla fu una sensazione indescrivibile. Era come se non fosse cambiato niente, come se l' ultima volta che l' aveva abbracciata fosse stata ieri. Sentiva il suo profumo, era uguale a tre anni fa.
“mi sei mancato da morire!” mugulò lei, con voce rotta dal pianto.
“anche tu..” rispose, baciandole la testa “ma adesso non piangere, dai..”
Anna rise, un po' per vergogna, un po' per sollievo “scusa. E' che quando sono arrivata credevo che ormai non ci fosse più niente da fare..”
“Ma che dici, solo per la morte non c' è niente da fare, dovresti saperlo! E su, ma mi sei peggiorata in questi anni, eh? Frignona più di prima!”
“smettila!” si finse offesa, mentre gli dava un piccolo buffetto sul braccio.
Luca sorrise alla bambina, che li stava fissando con occhi curiosi “lo so a cosa stai pensando, che la tua mamma piange più di te.. è così, devi fartene una ragione!”
“Hai finito? E comunque non è vero che piango.. io mi commuovo!”
“Ah, certo!”
Si sorrisero, da come era tornata la complicità tra loro, sembrava non fosse passato nemmeno un mese.
“E allora.. raccontami un po', come va a Trieste?”
“Bene. Mi sono laureata ormai, nemmeno un anno fa. Adesso sto lavorando all' Istituto di Oceanologia di Trieste, come assistente al biologo di adesso..”
“Ah, hai fatto in fretta! Alla faccia di chi non riesce a trovare lavoro prima di 10 anni..!”
“In teoria è cosi, eh.. solo che io sono stata fortunata. Velardi, il biologo, l' ho conosciuto proprio lì, l' anno scorso ci andavo spessissimo, così potevo studiare e allo stesso tempo facevo vedere gli animali a Ludovica. Ovviamente lui mi notò, e un giorno parlammo e dovetti stargli simpatica, perchè mi disse di andare da lui non appena mi fossi laureata.. e così mi ha assunto..”
“Hai fatto colpo pure sul biologo quindi, e brava.. ma quanti ha?”
“E' oltre il limite, tranquillo. Ha 60 anni passati..”
“Menomale.. almeno Filippo non è geloso..” Lei alzò gli occhi dalla scarpetta che stava allacciando a Ludovica, a lui, senza sapere cosa rispondere “dai, Anna, è inutile che facciamo finta che non esista..”
“No, lo so, non è per questo.. è che, credevo che tu..”
“Io penso che sia molto fortunato.. e, come dicevo prima a lei, che deve essere una persona speciale, se l' hai scelto..”
“Si, lui è un uomo veramente meraviglioso. E' molto attento, premuroso, sopratutto da quando c' è lei.. la vizia da morire..”
“Lo ami?” Glielo chiese così, di scatto. Era l' unica cosa che voleva sapere, in quel momento.
“Io.. si, gli voglio molto bene..”
“non ti ho chiesto se gli vuoi bene..”
Lei sospirò “Luca, tu credi che si possa considerare imperfetta una persona che si ama?”
“Non so, dipende da cosa intendi. Imperfetta in generale si, nessuno è perfetto.. ma per te, per te soltanto, dovrebbe esserlo.. perfetto, dico..”
“e se non fosse così?”
“Ma perchè, lui non lo è per te?”
“Filippo è pieno di pregi, davvero.. ma, qualcosa gli manca, non so cosa, ma gli manca..”
Luca la guardò, sconcertato “non capisco..”
“Senti la verità è che io non riesco a non fare il paragone con te..  non ne posso più, è sempre così, è sempre stato così, pure con Carlo.. vuoi o non vuoi sei sempre in mezzo, qualsiasi cosa lui faccia a me viene sempre in mente come la facevi tu, e soprattutto come la facevi meglio tu..  ma è normale, sta cosa? E smettila di ridere, sto parlando sul serio! Sei una persecuzione, cazzo!”
“Ma quanto siamo cretini, tutti e due, eh?” le chiese lui, ridendo. Quelle parole erano state una boccata d' aria fresca.
“No guarda Luca non c' è niente di divertente, per me è una cosa seria, Filippo è il padre di mia figlia, è tutto così complicato, io non ci capisco più niente, non so..” Luca la ascoltava attento. Osservava la sua espressione tormentata, confusa, e capiva che non doveva essere facile, per lei. Ma più pensava a come erano arrivati a quella situazione assurda, più la cosa gli sembrava quasi comica. Eppure, adesso la vedeva così semplice. Lui l' amava. E lei, a quanto stava sentendo, lo amava. E allora perchè ? Perchè adesso lui era lì, a Roma, da solo, e Anna, a Trieste, con un compagno e una figlia? Perchè non erano riusciti a vivere una storia come tutte le persone normali? Considerata la cosa a distanza di anni, non riusciva a darsi una risposta. Lei intanto si era fermata per ascoltare qualcosa che stava cercando di dirle Ludovica, che indicava un punto con la manina.
“Si amore, ora ci andiamo, un attimo. Luca, e allora? Mi hai ascoltata? Dobbiamo risolvere questa situazione, ti prego, io sto impazzendo, non ce la faccio più, non è servito trasferirmi, non è servito interrompere i contatti. E non voglio rovinare di nuovo que..”
Lui scosse solo la testa“Basta. Stai zitta un attimo..” le si avvicinò, con una naturalezza che sconvolse sia se stesso che lei, e posò delicatamente le sue labbra su quelle di Anna. Lei per un attimo rimase interdetta, ma solo un attimo, le bastò sentire il suo profumo perchè quell' assurdo gesto che stava facendo Luca si trasformò nella cosa più normale del mondo.
Si scambiarono un bacio dolce, e passionale allo stesso tempo. Non badarono neanche a Ludovica, che aveva alzato lo sguardo sulle loro teste, troppo piccola per capire che cosa stavano facendo. Troppo piccola per capire che sua madre stava baciando un uomo, un uomo che non era suo padre.
“Luca, credo che non stiamo facendo una cosa giusta..”
“Anna..” rispose lui staccandosi solo per un attimo “per una volta, per una volta sola spegni quel dannato cervello e smettila di pensare..”
“No, io.. non posso!” e stavolta si spostò bruscamente “Cazzo c' ho mia figlia in braccio!”
“e allora?”
“e allora? Sto tradendo suo padre!”
“tu l' hai tradito per tre anni suo padre.. e l' hai ammesso tu stessa, dicendo che l' hai sempre paragonato a me. Anna è chiaro.. è chiaro che quello che c' era tra di noi non è cambiato. Dobbiamo smetterla di far finta di niente perchè abbiamo avuto la prova che nemmeno la distanza è riuscita a farci dimenticare l' uno dell' altra!”
“Da dove esce tutta questa sicurezza, adesso? Tutti quei discorsi sul nostro rapporto che non si poteva definire? Sul fatto che dovevamo aspettare, che avevi bisogno di tempo?”
“e infatti ce l' ho avuto il tempo. Tre anni, tre anni in cui sono stato malissimo, peggio di quando mi mandò via mio padre. E adesso ho capito..”
“Ma adesso è tardi..”
“ah si? E allora perchè sei tornata?”
“perchè mi mancavi..” rispose con assoluta pacatezza, era quella l' unica risposta sincera.
“Ok. Ma comunque una soluzione va trovata, l' hai detto tu stessa. Da parte mia, posso solo dirti che.. che adesso ho capito..”
“che cosa?”
Prese un respiro, per prepararsi alle parole che stava per pronunciare “che ti amo. Anzi, che ti ho sempre amata, solo che non avevo il coraggio di ammetterlo nemmeno a me stesso. Mi sono fatto sfuggire un sacco di occasioni, lo so e non puoi capire quanto mi penta.. ma ora non ho più intenzione di sbagliare di nuovo..”
Anna lo guardava estasiata. Non riusciva a credere che fosse stato veramente lui a dire quelle cose. La mano con la quale reggeva Ludovica aveva cominciato a tremare, tanta era l' emozione “Dio Luca, se solo me le avessi dette anni fa queste parole..”
“Lo so, ho sbagliato! Ma che cambia? Te lo sto dicendo ora..”
“Cambia che ho una famiglia..”
“tu hai una figlia, che resterà con te per sempre, e un compagno che puoi lasciare. Se ami me, come mi hai fatto capire..” Poi però si bloccò, effettivamente i problemi che si faceva Anna erano più che legittimi. Si sentì mancare il respiro al solo pensiero che anche questa volta rischiavano di mandare tutto all' aria, ma cercò di non mostrarlo “Altrimenti, amici come prima, che ti devo dì!”
“Ma credi che non vorrei farlo? Credi che non vorrei lasciare Filippo per stare con te, adesso, in questo momento. Ma come faccio? Con lei, con il lavoro, io vivo lì, è così complicato..”
“Su questo puoi stare tranquilla perchè niente è più complicato di noi due.. Anna, ehi..” le prese la mano, quella con cui non stava mantenendo Ludovica. Se davvero voleva averla, stavolta doveva mettere da parte le sue paure e mostrarsi sicuro, perchè in quel momento lei non lo era per niente “è arrivato il momento di mettere fine a tutta questa sofferenza, possiamo farlo, puoi farlo. Smettiamo di tormentarci e facciamo quello che avremmo dovuto fare anni fa..”
Anna si alzò, Ludovica si era scocciata di stare seduta e cominciava a piagnucolare. Fece segno a Luca di incamminarsi, e lui la seguì, spingendo il carrozzino. Vista così, potevano sembrare una famiglia.
“Luca, non posso decidere così, su due piedi, se cancellare quello che ho costruito in tre anni. Ho bisogno di un po' di tempo..”
“lo so. Tutto quello che vuoi.. ma ti prego, pensa bene a quello che è giusto, anche per Ludovica. Due genitori che non si amano non sono meglio di due genitori separati..”
lei annuì, ma non sembrava convinta “scusa..”
“Non ti preoccupare, capisco che per te è più difficile.. io te l' ho detto, non ho più dubbi. Ora sta a te..”
 “ci penserò, te lo prometto! torniamo?”
“si, sono stato via pure troppo.. prima però ho bisogno di un caffè, ci fermiamo al bar?”
“e andiamo..”
 
 
“Luca basta! Le verrà mal di pancia!”
“Maddai, è fior di latte..”
“e cioccolato..”
“solo una goccia.. e poi guarda quanto le piace!” sorrise alla bambina, che, seduta nel passeggino, attendeva che Luca le porgesse un altro cucchiaino di gelato.
“E' ovvio che le piaccia, questo non è un buon motivo per mangiarne troppo..”
“e mamma mia, non ti facevo così, sei proprio una di quelle madri apprensive che si fanno tremila problemi!”
“Va bene.. allora se stanotte piange che sta male te la porto e te la vedi tu!”
“E che problema c' è? Ci vuoi stare con zio Luca stanotte, eh Ludo? Così ci mangiamo un altro bel gelatone e ci guardiamo i cartoni animati fino a tardi..”
Anna alzò gli occhi al cielo, mentre Ludovica sbatteva le manine “mio ..elatoo!”
“tuo proprio niente, dai, basta su!” prese la vaschetta dal tavolino e fece per buttarla, ma la bimba cominciò ad agitarsi e a saltellare arrabbiata “no.. no.. mio!”
“guarda come sei sporca.. vieni qua, puliamoci..” la slacciò e la prese in braccio, lei si dimenava “Ludovica, stai ferma!”
“no.. elato!” agitava le mani come a darle piccoli schiaffi.
“Ehi, non si danno le botte a mamma, lo sai?”
“mio!” voltò la testa in cerca di Luca, e quando lo vide si sporse verso di lui, per essere presa in braccio. Il commissario rise mentre Anna la guardava arrabbiata “ma guardala, sta furba.. che ora ci vuoi andare da Luca, eh? Peste!”
Luca intanto l' aveva già presa, e preparava un altro cucchiaino di gelato, mentre Ludo rideva entusiasta.
“Mi farete impazzire voi due, lo so già..” sbottò Anna, guardandoli contrariata. Ma intanto pensava che sarebbe stato bello impazzire per queste cose.
Finirono il caffè e tornarono subito in commissariato, erano stati via già troppo. Anna raccontò a Giulia quello che era successo, e le confessò la sua indecisione. Ma quella fu chiamata per un emergenza, così decisero che avrebbero parlato  a casa. Lei si avviò lì, per far cenare la figlia, e l' aspettò. La sera parlarono a lungo, e la mattina, dopo una notte insonne, lei era arrivata a una decisione. La mattina dopo, Anna esitava davanti all' ufficio del Commissario. Doveva comunicargli che il giorno dopo sarebbe tornata a Trieste. E doveva dirgli che cosa aveva deciso riguardo loro due. Quella notte lei e Giulia l' avevano passata quasi completamente insonne, avevano parlato di quello che era successo nel pomeriggio e Giulia l' aveva aiutata a prendere una decisione. Il suo aiuto le era stato fondamentale. Ma lo stesso non era stato facile, qualsiasi cosa avesse deciso, inevitabilmente qualcuno ne avrebbe sofferto. Che fosse stato Filippo, o Luca, di certo avrebbe dovuto dare una brutta botta a uno dei due. E non voleva, perchè era affezionata a entrambi e odiava il fatto di fargli del male. A Luca, in particolare, ne aveva già fatto troppo,  e lui non se lo meritava. Per un momento desiderò di tornare indietro, di poter cancellare tutto, a partire da Giorgio, ma poi si rese conto che non l' avrebbe mai fatto. Tutto quello che era successo in quegli anni era stato importante, l' aveva fatta diventare quello che era adesso, l' avevano formata.  Non si sarebbe sentita la stessa senza quegli avvenimenti. E poi c' erano loro, i suoi figli. Abel e Ludovica, loro non avrebbe mai potuto cancellarli, erano la cosa più importante della sua vita.   E proprio pensando a loro, mettendo le loro esigenze al primo posto, era giunta alla sua conclusione.    Adesso, doveva solo trovare il modo di dirlo a Luca. Bussò alla porta dell' ufficio, aspettò l' ok ed entrò. 
  
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