Fumetti/Cartoni americani > Avatar
Segui la storia  |       
Autore: HachiXHikaru    06/07/2011    2 recensioni
L’Acqua e il Fuoco sono due elementi opposti.
Il Fuoco è rosso, l’Acqua è azzurra.
L’Acqua genera la vita, il Fuoco la distrugge.
Il Fuoco crea gli incendi, l’Acqua li spegne.
L’Acqua e il Fuoco non potrebbero mai convivere in armonia, sono troppo diversi.
Ma che succederebbe se il Fuoco si innamorasse dell’Acqua?
Se i due elementi entrassero in contatto uno sopraffarebbe l’altro.
Ma che succederebbe se entrassero in armonia?
Si verrebbe a creare qualcosa di nuovo, qualcosa di magico e potente.

Ma Fuoco e Acqua potrebbero mai entrare in armonia?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katara, Quasi tutti, Zuko
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ehilà! Rieccomi qua per portare il penultimo chap ù-ù mi scuso per il ritardo ç__ç grazie ancora a chi segue la fic ;)

 

9. “Kidnapping”

Zuko guardava la ragazza dormiente e sorrideva; era davvero stupenda. Ormai non sentiva più il rumore dell’acqua che cadeva a terra, probabilmente aveva smesso di piovere da tempo. E dopo che lei si fosse svegliata dovevano subito ripartire, gli altri dovevano essere preoccupati dato che non erano tornati quella sera. Ma al castano importava poco di tornare, fosse stato per lui sarebbero rimasti lì per sempre, solo lui e Katara. Non si era mai sentito così con nessuna, non aveva mai provato tanto amore per una ragazza. Avrebbe voluto stringerla a sé, ma non voleva svegliarla. Per non farle sentire freddo l’aveva coperta con la sua maglietta, lui stava a petto nudo e con solo i pantaloni addosso. Senza smettere di fissarla ripensava a ciò che aveva detto il giorno precedente. Anche se lei non ne era al corrente lui sapeva tutto della notte che portò via i genitori della ragazza. Sapeva cosa sarebbe successo prima che i soldati attaccassero, ma non aveva fatto niente. Di sicuro non poteva dirlo a Katara. Si mise a sedere, cercando di fare meno rumore possibile e di non spostarsi troppo bruscamente; lei stava ancora dormendo. Posò il braccio destro sulla gamba e aprì la mano, fissandosi il palmo. Apparve del fuoco e rimase a guardarlo impassibile. Quando si allenava, al campo, lo faceva sempre da solo, nascosto da tutto e da tutti. Non aveva mai detto a nessuno che era un dominatore del fuoco, ma lo sapevano tutti, anche se nessuno glielo aveva mai detto in faccia, e comunque gli importava poco. Però, quando Katara aveva ammesso di sapere chi era aveva avuto paura. Forse se ci fosse stato Jet, o Aang o qualsiasi altra persona al suo posto avrebbe reagito in modo diverso. Cominciò a muovere le dita e la fiamma si mosse.

-Zuko…-

Sentendo mugugnare la ragazza sussultò e anche il fuoco traballò leggermente; alla fine l’aveva svegliata. Si voltò verso di lei e le sorrise dolcemente.

-Ben svegliata-

Lei teneva l’occhio destro aperto e il sinistro chiuso e guardava ancora assonnata il castano, ma soprattutto guardava il fuoco che lui aveva creato. Era così… Bello… Allungò il braccio sinistro, come per toccare la fiammella, ma il ragazzo spostò d’istinto la mano. Non poteva rischiare che si bruciasse. La dominatrice sbuffò.

-Antipatico-

-Non posso rischiare che tu ti faccia male-

Fece sparire il fuoco e lei fece ricadere il braccio sulle gambe del ragazzo chiudendo gli occhi.

-Certo, devi proteggere questa preziosa dominatrice dell’acqua-

Fece una smorfia.

-Scema-

Aprì l’occhio sinistro.

-Vuoi dire che non te ne importa più niente di me?-

-Mi importa di te in modo diverso adesso-

Poggiandosi con la mano sinistra sulla gamba destra di lui e con l’altra mano per terra riuscì ad alzarsi e raggiungere il viso del ragazzo. Lo baciò e lui ricambiò subito, prendendole il viso tra le mani; poi si staccò, sorridendole.

-Ora però dovremmo andare, Katara-

Lo guardò imbronciata e, dopo essersi rivestita per bene, si alzò; lui si era rimesso la maglietta. Uscirono fuori dalla grotta e salirono su Appa che ripartì in volo verso il loro accampamento. Il ragazzo teneva le briglie e guardava dritto davanti a sé, mentre la castana lo fissava da dietro, seduta sulla sella. Piano piano cominciò ad avvicinarsi al ragazzo e, dopo essergli arrivata alle spalle, lo chiamò per nome facendolo sussultare. Era immerso nei suoi pensieri e non credeva che la ragazza lo avrebbe interrotto. Stava pensando a cosa avrebbero fatto una volta tornati, se avrebbero dovuto raccontare agli altri cosa era successo o se era meglio non dire niente, lasciare nascosta la faccenda; non sapeva se doveva raccontare la verità a chi avrebbe cominciato a domandare qualcosa. In questi casi non sapeva proprio come comportarsi. Quando sentì la dominatrice pronunciare il suo nome si chiese se anche lei pensava queste cose.

-Posso provare a guidare io?-

Disse lei come risposta al suo “Cosa c’è?”; alzò un sopracciglio sorpreso.

-E non guardarmi in questo modo!-

Brontolò incrociando le braccia.

-Come dovrei guardarti scusa?-

Rimase in silenzio, sbuffando e guardando altrove.

-Katara…-

Ancora silenzio; sospirò e le porse le briglie.

-Divertiti-

Le prese velocemente e si mise accanto a lui; guardava dritto davanti a sé. Il vento che le arrivava sul viso era davvero piacevole; sorrise.

-Tutto questo mi rilassa-

Zuko sorrise a sua volta e, mettendosi dietro di lei per controllare che non sbandasse, le chiese cosa avrebbero dovuto fare una volta arrivati all’accampamento. Lei si irrigidì e rimase in silenzio per un po’.

-Non saprei, dipende da cosa vuoi fare credere ai tuoi uomini, grande capo-

Fece una pausa, poi continuò.

-Anche se sarebbe sempre meglio dire la verità-

-Però alcune persone non potrebbero accettarla-

-Dire la verità è sempre la scelta giusta…-

Lo guardò e lui sussultò.

-Ma questo è solo il mio parere-

E continuarono a volare fino all’accampamento in silenzio.

 

Katara non ebbe neanche il tempo di scendere da Appa che Aang le andò incontro; aveva notato il bisonte che stava per atterrare vicino alla tenda del capo e aveva dedotto che i due erano finalmente tornati e con Toph li aveva raggiunti. Lui era stato in pensiero per tutto il tempo e la mora aveva dovuto sopportarlo. La castana gli assicurò che stava bene e rispose con monosillabi alle mille domande che lui le poneva; il castano guardava la scena in silenzio, contento che la ragazza parlasse di più con lui. Mentre posava a terra le sacche con i pesci e i vari legnetti arrivò anche Jet che gli chiese se per caso questo loro ritardo era dato dal fatto che aveva piovuto; il castano si limitò a annuire.

-Bè, Katara, ora che ne diresti di venire con noi? Ci stavamo allenando-

-Già, come al solito, peccato che non finiamo mai!-

Commentò stizzita la dominatrice della terra; Aang si scusò con lei per l’ennesima volta. Alla domanda del ragazzino, la castana lanciò un’occhiata a Zuko che a sua volta ne aveva lanciata una al dominatore dell’aria.

-Aang che ne dici se mi alleno io con te?-

Tutti guardarono stupiti il capo; lui si allenava sempre da solo, come mai…

-Però se non vuoi posso…-

-No!-

Esclamarono in coro gli altri tre dominatori presenti: Aang perché aveva sempre desiderato che il castano gli proponesse di allenarsi con lui, Toph perché voleva assolutamente vedere un dominatore del fuoco combattere, un dominatore amico, s’intende, e Katara perché non poteva permettere che Zuko la lasciasse da sola, voleva stare con lui tutto il tempo. Jet osservava tutto in silenzio e anche quando i quattro si allontanarono non disse una parola, annuì e basta quando il capo gli ordinò di finire di sistemare. Sentiva che era successo qualcosa durante il tempo che quei due avevano passato insieme, ma perché Zuko non gli diceva niente? Perché doveva mentirgli per tutto questo tempo? Lo aveva visto più felice e la cosa gli faceva piacere, ma perché doveva tenerlo allo scuro di tutto? Cominciò a sistemare, sperando che prima o poi il suo capo si decidesse a dirgli qualche cosa.

 

Le due ragazze stavano sedute per terra, la castana in ginocchio e la mora tenendo i piedi posati sul terreno, in modo da poter osservare il combattimento. Gli altri sue dominatori erano in piedi, uno di fronte all’altro e si preparavano ad attaccare e schivare; nessuno aveva mai visto l’altro allenarsi, quindi non sapevano cosa aspettarsi. Come suo solito Aang si teneva più sulla difensiva, lui non attaccava se non per rispondere all’avversario, ma non era mai il primo a sferrare i propri colpi; Zuko, al contrario, giocava di più sull’attacco quindi fu lui a cominciare. Lanciò un colpo non tanto potente e il suo avversario riuscì a pararsi usando un bastone che teneva in mano, lo fece ruotare, in modo tale da creare spostamenti d’aria che facessero andare via il fuoco. Il castano saltò e facendo una capriola in aria attaccò dall’alto; Aang schivò anche questo e contrattaccò con una folata d’aria che creò grazie al bastone. Katara li guardava con ammirazione, sembrava quasi che stessero ballando, i loro movimenti non erano duri o crudeli; i loro combattimento era qualcosa di veramente bello. Aria e fuoco si alternavano con armonia e per un momento la ragazza immaginò di essere al posto del dominatore più piccolo; avrebbe voluto danzare anche lei assieme al castano. Il capo sorrise e rese inutile l’attacco dell’avversario colpendo l’aria con il braccio. Certo che il dominatore se la cavava.

-Sei bravo Aang, complimenti-

Lo guardò stupito, poi abbassò la testa imbarazzato e contento e si grattò la guancia con un dito.

-Ah, grazie…-

-Ma ricorda di non abbassare mai la guardia-

-Come?-

Ma non fece in tempo ad accorgersi che l’avversario gli andava incontro che finì per terra; Zuko gli teneva la gola con la mano destra, la sinistra era alzata come per colpirlo.

-Ogni errore può esserti fatale, Aang-

Chiuse gli occhi e si aspettò di essere colpito da del fuoco, ma il pugno sinistro del castano si fermò a pochi centimetri dalla sua faccia. Aang lo sentì alzarsi e aprì un occhio, Zuko gli tendeva la mano e sorrideva.

-Sei un degno avversario-

Sorrise a sua volta e, presa la mano del capo, si rimise in piedi; Toph andò loro incontro tutta eccitata e con un sorriso enorme sul volto.

-Ti prego Zuko, combatti anche con me un giorno!-

Annuì sorridendole, poi guardò Katara.

-Siete stati bravi… Tutti e due-

Disse passando lo sguardo da un dominatore all’altro; entrambi furono contenti del suo commento. La mora, intanto, non smetteva di agitarsi, lanciava pugni e calci in aria.

-È stato semplicemente fantastico, sei un dominatore eccezionale! Ahaha, non vedo l’ora di misurarmi con te!-

La castana vedendola sorrise; anche lei provava lo stesso, ma non riusciva certo a esprimerlo a parole. All’improvviso spuntarono Sokka e Suki e il ragazzo abbracciò la sorella, contento che fosse ancora tutta intera; il capo raccontò anche a loro perché non erano potuti tornare prima e, in seguito, si diressero tutti quanti al posto dove tutti consumavano i pasti. La castana camminava di fianco al dominatore del fuoco lanciandogli delle volte brevi occhiate e lui faceva lo stesso; tutto questo sotto gli occhi confusi di Aang. Toph, ormai, aveva capito tutto, anche se la cosa le importava poco e anche Suki aveva intuito qualcosa, il dominatore dell’aria, invece, stava nutrendo solo dei sospetti; Sokka sembrava l’unico ignaro di tutto. Aang stava cominciando a mettere insieme tutti i fatti strani che erano accaduti in quei giorni e il fatto che i due castani passavano molto tempo assieme; che fossero… Scosse la testa. No, non poteva… Non voleva… In fondo Katara piaceva anche a lui. La guardò. Eppure si vedeva lontano un miglio che era più felice in compagnia di Zuko, riusciva a leggerglielo nei suoi bellissimi occhi azzurri. Distolse lo sguardo, abbassando leggermente la testa. Katara…

-Capo…-

Guardò Jet chiedendogli cosa volesse; quello, prima di ricominciare a parlare lanciò un’occhiata alla dominatrice dell’acqua, poi ripassò lo sguardo sul castano.

-Abbiamo deciso di organizzare una festa per te-

Alzò un sopracciglio.

-Hai aiutato tutti noi e volevamo ringraziarti-

-Bè, ma non…-

Dei bambini, vedendolo, esclamarono il suo nome e gli andarono incontro; alcuni gli tenevano lembi della maglietta e dei pantaloni, altri gli sorridevano semplicemente. Katara sorrise; si era proprio sbagliata su Zuko, tempo fa, lui in fondo non era crudele come tutti gli altri e l’affetto che provavano i suoi compagni per lui ne era la prova. Il capo non si sentiva molto a suo agio in quel momento, era grato a quei ragazzi, ma sentiva di non meritare nulla; lanciò un’occhiata alla ragazza e vide che sorrideva. Arrossì. Chissà se avrebbe continuato a sorridergli anche dopo aver saputo che lui non aveva partecipato a difendere il suo villaggio… Venne trascinato accanto a uno dei tanti falò e gli altri lo seguirono da dietro; lo fecero sedere e la castana si mise immediatamente accanto a lui. Aang abbassò di nuovo lo sguardo e strinse i pugni. Molti ragazzi passarono a ringraziare il loro amato capo e tra loro c’erano anche molte ragazzine e ragazze che gli rivolgevano imbarazzate la parola tenendo lo sguardo basso e arrossendo; Katara faceva una smorfia per ognuna di loro. In seguito ci fu un grande brindisi in onore del dominatore del fuoco e infine cominciarono a mangiare.

-Sono stati davvero gentili-

Commento la ragazza dai capelli castani, lui non alzò gli occhi dalla sua ciotola.

-Non dovevano fare una cosa del genere-

Lei lo guardò.

-Perché, ti hanno forse imbarazzato?-

Chiese trattenendo un risolino, Zuko scosse la testa.

-È che io non mi merito nulla-

Rimase a guardarlo in silenzio, poi arcò la bocca e sbuffò, dandogli dell’idiota.

-Tu lo meriti più di chiunque altro…-

A questo punto alzò la testa per guardarla; aprì la bocca per pronunciare il nome di lei, ma la voce di Jet lo interruppe.

-Capo che ne dici di mostrarci le tue doti di ballerino?-

Chiese ridendo; stava facendo tutto questo per un motivo preciso. Il dominatore del fuoco si alzò, era leggermente imbarazzato, ma non voleva darlo a vedere.

-Va bene Jet, ma vorresti ballare tu con me?-

Gli chiese con tono di scherno; quello scosse la testa.

-Oh, certo, mi piacerebbe molto… Ma credevo che ci fosse già qualcuna con cui tu vorresti ballare-

Affermò guardandolo fissò negli occhi; Zuko rimase di sasso. Aveva forse capito? Abbassò un attimo lo sguardo, senza sapere bene cosa dire o fare, poi strinse i pugni e mandò tutti i suoi stupidi dubbi a farsi fottere. Sorrise al suo braccio destro.

-Mi hai beccato Jet-

Sgranò gli occhi, stupito che il capo avesse ceduto subito; lo vide voltarsi verso Katara e allungare la mano destra verso di lei. La castana arrossì a colui che le sorrideva teneramente.

-Mi concederesti questo ballo?-

Cominciò a torturarsi i capelli e cercare di guardare ovunque tranne che negli occhi castani di lui; era troppo imbarazzata. Aang strinse i pugni, e voltò lo sguardo altrove; non riusciva a sopportarli, li trovava disgustosi.

-Che c’è Katara? Non vuoi ballare con me?-

Sobbalzò e fece incontrare i loro occhi; no, lei…

-N… No, è che io… Io non sono molto brava a…-

Rise e le prese la mano facendola alzare, le assicurò di non preoccuparsi. Una volta che la ragazza era in piedi, lui la prese per il fianco con la mano sinistra e la strinse a sé; i loro volti erano vicinissimi, ognuno sentiva il respiro dell’altro. Zuko cominciò a muovere i piedi e la castana si fece trascinare in quel ballo lento. Gli occhi dei presenti erano puntati su di loro: alcuni provavano invidia, altri erano contenti, altri ancora confusi.

-Zuko…-

Gli sussurrò all’orecchio, in modo che solo lui potesse sentire; le chiese cosa volesse.

-Dopo incontriamoci al campo di fiori, d’accordo?-

Sorrise e annuì; continuarono a danzare e dopo poco anche altri ragazzi e ragazze li imitarono. I due dominatori però non sembravano accorgersi di nulla, troppo presi a perdersi l’uno negli occhi dell’altro. Aang, intanto, cercava di non posare lo sguardo su di loro, sentiva qualcosa di strano dentro e per la prima volta stava cominciando a nutrire sentimenti negativi nei confronti del suo capo; decise che dopo gli avrebbe parlato a quattr’occhi. Quando si creò una folla danzante abbastanza grande Katara fece sapere al castano che si sarebbe avviata al luogo dell’incontro, e gli disse di raggiungerla il prima possibile; dopo averla vista sparire tra la folla uscì anche lui, prendendo una direzione diversa, e passò davanti al dominatore dell’aria che, notandolo, si alzò in piedi chiamandolo per nome. Zuko si voltò, sperando che non lo trattenesse troppo a lungo; Aang gli chiese di allontanarsi un poco da lì e quando trovò un posto appartato si fermò, dandogli le spalle. Cominciò a parlare solo dopo aver fatto un profondo respiro.

-Tu e Katara state insieme?-

Arrossì, non credeva si vedesse così tanto; abbassò gli occhi e rispose affermativamente. Aang strinse i pugni.

-Non ti sta bene?-

Si voltò, guardando il castano, poi abbassò lo sguardo.

-Senti Aang, mi dispiace, ma ormai…-

-Lo so non c’è bisogno che me lo ripeti!-

Silenzio; non lo aveva mai visto così arrabbiato, anzi, non lo aveva mai visto arrabbiato.

-Katara mi è piaciuta da primo giorno…-

Continuò il dominatore dell’aria.

-Però, anche se mi mostravo amichevole con lei, non sono riuscito a farla aprire molto… Sono diventato semplicemente un amico…-

Guardò Zuko dritto negli occhi.

-Non posso fare molto adesso, lo so, ma posso assicurarti che se la farai piangere non avrò pietà-

Rimase ancora un po’ in silenzio, fissando gli occhi decisi del ragazzo, poi gli sorrise, assicurandogli che non l’avrebbe fatto. Aang sembrò calmarsi un poco e, dopo aver fatto una specie di sorriso, gli disse che poteva andare da lei. Ma, proprio mentre Zuko si avviava al luogo dell’incontro, un grido li fece sussultare entrambi; si guardarono negli occhi e all’unisono pronunciarono il nome della ragazza che gli faceva battere forte il cuore.

 

Katara aveva raggiunto abbastanza velocemente il campo di fiori; non vedeva l’ora di poter passare altro tempo assieme al suo amato. Si sdraiò sul parato e si mise a osservare le stelle; erano davvero belle. Sorrise. Zuko sarebbe arrivato a momenti. Inspirò il dolce profumo dei fiori e lasciò che il vento le scompigliasse i capelli. Non credeva di poter mai ritrovare la felicità, ma grazie a Zuko c’era riuscita. Zuko. Il sorriso le si allargò e le gote diventarono un po’ rosse. E dire che prima lo credeva una cattiva persona. Si girò sul lato destro e fissò un fiore che si muoveva a causa del vento. Improvvisamente sentì un rumore e si mise a sedere voltando di scatto la testa all’indietro, pronunciando il nome del ragazzo dai capelli castani. Però non vide nessuno e nessuno rispose. Forse era stato un animaletto selvatico. Si rigirò e sussultò vedendo una persona davanti a sé. In quel momento la luna era stata coperta dalle nuvole quindi non riusciva a distinguere bene la persona; intuì fosse il ragazzo e si alzò in piedi, mettendosi le mani sui fianchi.

-Zuko, che bisogno c’era di spaventarmi?-

Silenzio, la luna tornò visibile e la ragazza sgranò gli occhi. Chi aveva davanti non era il castano, ma una ragazza della Nazione del Fuoco. Teneva i lunghi capelli neri raccolti in una coda e sorrideva maliziosa tenendo le braccia incrociate.

-C… Chi sei?-

Chiese mettendosi sulla difensiva, sperava che Zuko arrivasse presto. Quella rise.

-Ma come, Zuzu non ti ha mai parlato di me?-

La guardò confusa e non rispose niente.

-Io sono Azula, la vostra sovrana, nonché sorella del tuo amato Zuko-

Rimase come paralizzata a quelle parole; perché non le aveva mai detto niente? Perché non aveva mai detto niente a nessuno?

-Comunque non sono certo qui per fare conversazione…-

Le si avvicinò e le alzò il meno con un dito della mano sinistra.

-Vieni via con me-

-Mai-

Ghignò, poi alzò il braccio destro.

-Non hai altra scelta mia cara… Vedrai che non te ne pentirai…-

E cercò di colpirla forte alla nuca, ma la castana riuscì ad allontanarsi e sferrarle un colpo con l’acqua del fiume. Azula non battè ciglio e contrattaccò facendola cadere per terra; Katara gridò, nella speranza che qualcuno la sentisse. Nella speranza che Zuko la sentisse.

-Guarda che io sono dalla tua parte, voglio aiutarti…-

Le disse avvicinandosi a lei, Katara la guardava con odio.

-Se opponi resistenza mi costringi a fare cosa non vorrei fare, quindi ora sta buona e…-

Ma la dominatrice raccolse le forze per sferrare un altro colpo; la mora sbuffò, saltando in aria e arrivandole alle spalle. La colpì alla nuca facendola svenire.

-Stupida ragazzina…-

La prese e la mise sulla spalla sinistra, poi fece per andarsene, ma la voce del fratello maggiore la fece voltare. Gli sorrise.

-Zuzu, da quanto tempo-

Strinse i pugni, passando lo sguardo dalla sorella a Katara.

-Che vuoi farle?-

Ghignò.

-Voglio solo mostrarle come stanno veramente le cose, Zuzu-

Sussultò e quella sparì sfruttando il buio; Aang era confuso e chiedeva spiegazioni al castano, ma quello pareva non sentirlo. Era caduto in ginocchio e fissava il punto dove prima c’erano Azula e Katara. Strinse i pugni strappando dell’erba e li battè per terra. Cominciò a piangere. Non era riuscito a fare niente neanche questa volta. Il dominatore dell’aria continuò a chiamarlo per nome e finalmente il castano lo guardò. Si fissarono per un momento, poi Zuko si rialzò in piedi e si passò un braccio sugli occhi.

-Preparati Aang, attaccheremo la Nazione del Fuoco- 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Avatar / Vai alla pagina dell'autore: HachiXHikaru